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Pubblicazione: Massa : Associazione degli artigiani della Provincia di Massa-Carrara, [1963]
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ITA, Paese: IT
"La provincia autonoma di Bolzano \xe2\x80\x93 Alto Adige (Autonome Provinz Bozen \xe2\x80\x93 S\xc3\xbcdtirol in tedesco; provinzia Autonoma de Balsan/Bulsan \xe2\x80\x93 S\xc3\xbcdtirol in ladino) \xc3\xa8 la pi\xc3\xb9 settentrionale delle province della regione Trentino-Alto Adige e d'Italia, con 533 349 abitanti e una superficie di 7398,38 km\xc2\xb2, la seconda provincia pi\xc3\xb9 estesa d'Italia dopo la provincia di Sassari. \nAssieme alla provincia autonoma di Trento e al Tirolo, costituisce l'Euroregione Tirolo-Alto Adige-Trentino, corrispondente (con buona approssimazione) al territorio della regione storica del Tirolo, a cui \xc3\xa8 legato da motivi linguistici e culturali; inoltre, unitamente al Veneto ed al Friuli-Venezia Giulia, appartiene alla macro-area geografica del Triveneto."
'Il commercio equo e solidale o commercio equo (o Fair Trade, in inglese) \xc3\xa8 una forma di commercio che vorrebbe garantire al produttore ed ai suoi dipendenti un prezzo giusto assicurando anche la tutela del territorio. Si oppone alla massimizzazione del profitto praticata dalle grandi catene di distribuzione organizzata e dai grandi produttori. Carattere tipico di questo commercio \xc3\xa8 di vendere direttamente al cliente finale i prodotti, limitando la catena di intermediari. La Carta Italiana dei Criteri del Commercio Equo e Solidale \xc3\xa8 il documento che definisce i valori e i principi condivisi da tutte le organizzazioni di Commercio Equo e Solidale italiane. La prima versione della Carta \xc3\xa8 stata approvata nel 1999 sviluppata fino ad arrivare alla stesura e approvazione della seconda Carta nel 2005. La Carta definisce che cos\xe2\x80\x99\xc3\xa8 il Commercio Equo e Solidale e contiene gli obiettivi del commercio stesso. L\xe2\x80\x9911 maggio si celebra in tutto mondo la Giornata del Commercio Equo e Solidale.\n\n'
'San Marino (in dialetto sammarinese: San Mar\xc3\xa8in o San Maroin), ufficialmente Serenissima Repubblica di San Marino, spesso abbreviato in Repubblica di San Marino, \xc3\xa8 uno Stato senza sbocco al mare dell\'Europa meridionale situato nel centro-nord della penisola italiana, al confine tra le regioni italiane dell\'Emilia-Romagna (provincia di Rimini) e delle Marche (provincia di Pesaro e Urbino).\nCon un\'estensione territoriale di 61,19 km\xc2\xb2, popolata da 33 909 abitanti, \xc3\xa8 uno dei meno popolosi fra gli Stati membri del Consiglio d\'Europa e delle Nazioni Unite. La capitale \xc3\xa8 Citt\xc3\xa0 di San Marino, la lingua ufficiale \xc3\xa8 l\'italiano e gli abitanti sono chiamati sammarinesi. A partire dal 2008 il centro storico della Citt\xc3\xa0 di San Marino e il monte Titano sono stati inseriti dall\'UNESCO tra i patrimoni dell\'umanit\xc3\xa0 in quanto "testimonianza della continuit\xc3\xa0 di una repubblica libera fin dal XIII secolo".\n\n'
'La Sicilia (AFI: /si\xcb\x88\xca\xa7ilja/; Sicilia in siciliano, S\xc9\x99c\xc9\x99lia in galloitalico di Sicilia, Si\xc3\xa7illja in arb\xc3\xabresh, \xce\xa3\xce\xb9\xce\xba\xce\xb5\xce\xbb\xce\xaf\xce\xb1 in neogreco), ufficialmente denominata Regione siciliana (e non Regione Sicilia come viene talvolta impropriamente menzionata), \xc3\xa8 una regione autonoma a statuto speciale di 4 851 833 abitanti, con capoluogo Palermo.\nIl territorio della regione \xc3\xa8 costituito quasi interamente dall\'isola omonima, la pi\xc3\xb9 grande isola dell\'Italia e del Mediterraneo, nonch\xc3\xa9 la 45\xc2\xaa isola pi\xc3\xb9 estesa nel mondo, bagnata a nord dal Mar Tirreno, a ovest dal Canale di Sicilia, a sud-ovest dal Mar di Sicilia, a sud-est dal canale di Malta, a est dal Mar Ionio e a nord-est dallo stretto di Messina che la separa dalla Calabria, con la parte rimanente che \xc3\xa8 costituita dagli arcipelaghi delle Eolie, delle Egadi e delle Pelagie e dalle isole di Ustica e Pantelleria. \xc3\x88 la regione pi\xc3\xb9 estesa d\'Italia, la quarta per popolazione (dopo Lombardia, Lazio e Campania), e il suo territorio \xc3\xa8 ripartito in 390 comuni a loro volta costituiti in tre citt\xc3\xa0 metropolitane (Palermo, Catania e Messina) e sei liberi Consorzi comunali.\nLe pi\xc3\xb9 antiche tracce umane nell\'isola risalgono al 20.000 a.C. circa. In era preistorica fiorirono le culture dette di Stentinello, di Castelluccio, di Thapsos, e da qualche decennio \xc3\xa8 stata indiziata anche una "cultura" dei dolmen. Popoli provenienti dal Medioriente e da ogni parte d\'Europa vi s\'insediarono nei vari millenni, stratificandosi e fondendosi coi popoli autoctoni. Si ricordino i Sicani che in parte possono essere definiti come i discendenti dei primi abitatori dell\'isola, i Siculi e gli Elimi.\nL\'VIII secolo a.C. vide la Sicilia colonizzata dai Fenici e soprattutto dai Greci, nei successivi 600 anni si verific\xc3\xb2 l\'ascesa della grande potenza di Siracusa che con i Tiranni Gerone I e Dionisio I unific\xc3\xb2 sotto il proprio controllo, in una sorta di monarchia, tutta la Sicilia posta ad est del fiume Salso, inclusi pure molti centri abitati dai Siculi. Il successivo regno siceliota agatocleo, nel periodo della sua massima espansione, aveva come confine occidentale il Fiume Platani, estendendosi sulla parte orientale della Sicilia; su Gela, su Akragas e sul suo circondario; su Selinunte; sui territori dei Siculi e dei Sicani (stanziati nell\'interno), su Reghion, Locri e sull\'estremit\xc3\xa0 meridionale della Calabria. Solo l\'estremit\xc3\xa0 occidentale della Sicilia rimaneva in mano ai Cartaginesi che controllavano le citt\xc3\xa0 di Lilibeo, Drepanon e Panormo, e agli Elimi, loro alleati.\nDurante questa lunga fase storica la Sicilia fu campo di battaglia delle guerre greco-puniche e poi delle romano-puniche. L\'isola fu poi assoggettata dai Romani e divenne parte dell\'impero fino alla sua caduta nel V secolo d.C..\nFu quindi terra di conquista e, durante l\'Alto Medioevo, conquistata da Vandali, dagli Ostrogoti, dai Bizantini, dagli Arabi, che ne ripristinarono dopo secoli l\'indipendenza, istituendo l\'Emirato di Sicilia, e dai Normanni con questi ultimi che fondarono il Regno di Sicilia, che dur\xc3\xb2 dal 1130 al 1816; dopo la breve parentesi degli Angioini, con la rivolta del vespro, nel 1282, torn\xc3\xb2 indipendente sotto la denominazione di Regno di Trinacria. L\'isola poi divenne un vicereame di Spagna, pass\xc3\xb2 brevemente ai Savoia e all\'Austria e, infine, nel XVIII secolo, ai Borbone, sotto i quali, unito il regno di Sicilia al regno di Napoli, sorse nel 1816 il Regno delle Due Sicilie. La Sicilia fu unita allo Stato italiano nel 1860 con un plebiscito, in seguito alla spedizione dei Mille guidata da Giuseppe Garibaldi durante il Risorgimento. A partire dal 1946 la Sicilia \xc3\xa8 divenuta regione autonoma e dal 1947 ha nuovamente un proprio parlamento, l\'Assemblea regionale siciliana o ARS, istituita ancor prima della nascita della Repubblica italiana.'
'La produzione in economia \xc3\xa8 l\'insieme delle operazioni attraverso cui beni e risorse primarie (es. materie prime) vengono trasformati o modificati, con l\'impiego di risorse materiali (es. macchine) e immateriali (ad es. energia e lavoro umano), in beni e prodotti finali a valore aggiunto in modo da renderli utili o pi\xc3\xb9 utili cio\xc3\xa8 idonei a soddisfare, in seguito alla loro distribuzione sul mercato, la domanda e il consumo da parte dei consumatori finali.\nCon costo di produzione di indica invece la somma del costo relativo ai fattori impiegati nella produzione di un bene economico.\nLa definizione \xc3\xa8 applicabile pressoch\xc3\xa9 a qualunque attivit\xc3\xa0 umana e non, in qualunque disciplina, anche non tecnica. A causa della generalit\xc3\xa0 della sua definizione, il termine "produzione" assume sfumature diverse a seconda del tipo di risorse trattate, dei risultati ottenuti, e del contesto in cui \xc3\xa8 utilizzata. A livello macroeconomico al livello di produzione, che rappresenta l\'offerta, \xc3\xa8 collegato il livello di consumo o domanda ed livello di occupazione. Produzione e consumo tendono all\'equilibrio in risposta all\'equilibrio tra domanda e offerta.\n\n'