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Pubblicazione: Prato : Martini, [1995]
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ITA, Paese: IT
"La cattedrale di Santo Stefano \xc3\xa8 il principale luogo di culto cattolico della citt\xc3\xa0 di Prato, situato in Piazza del Duomo. Nel luglio 1996 papa Giovanni Paolo II l'ha elevata alla dignit\xc3\xa0 di basilica minore.\nAll'interno si trova il pi\xc3\xb9 importante ciclo di affreschi di Filippo Lippi, all'esterno il pulpito esterno costruito da Michelozzo e decorato da Donatello,\n\n"
"La Sacra Cintola, chiamata anche Sacro Cingolo, \xc3\xa8 considerata la cintura della Madonna ed \xc3\xa8 la reliquia pi\xc3\xb9 preziosa di Prato, fulcro della religiosit\xc3\xa0 cittadina. \xc3\x88 custodita nell'omonima cappella del Duomo e l'8 settembre, Nativit\xc3\xa0 di Maria, viene esposta con particolare solennit\xc3\xa0 durante il Corteggio Storico.\nLa Sacra Cintola \xc3\xa8 una sottile striscia (lunga 87 centimetri) di lana finissima di capra, di color verdolino, broccata in filo d'oro, gli estremi sono nascosti da una nappa su un lato e da una piegatura sul lato opposto (tenute da un nastrino in taffet\xc3\xa0 verde smeraldo), che la tradizione vuole che appartenesse alla Vergine Maria, che la diede a San Tommaso come prova della sua Assunzione in cielo.\nLa cintola \xc3\xa8 un bene di tutta la citt\xc3\xa0 di Prato da quando nel 1348, si \xc3\xa8 stabilito che fosse di propriet\xc3\xa0 per 2/3 del Comune e per 1/3 della Diocesi, tre infatti sono le chiavi per aprire la custodia sotto l'altare: due detenute dal Comune ed una dalla Diocesi.\nLa reliquia \xc3\xa8 ancora oggi conservata nella Cappella del Sacro Cingolo, affrescata interamente da Agnolo Gaddi con le Storia di Maria Vergine e della Cintola stessa. Sopra l'altare settecentesco dove viene conservata la reliquia \xc3\xa8 collocata la piccola ed elegante statua della Madonna col Bambino, opera di Giovanni Pisano (1301).\n\n"
"Il pulpito del Duomo di Prato \xc3\xa8 un'opera di Donatello e Michelozzo, databile al 1428-1438. Composto in marmo, bronzo e tessere di mosaico, \xc3\xa8 collocato sul fianco sud-est della cattedrale di Prato (i rilievi originali sono oggi nel Museo dell'Opera del Duomo) e misura in altezza 210 cm senza il tetto; ciascuna formella misura invece 73,5x79.\nDal pulpito si faceva e si fa tuttora l'ostensione pubblica dell'importante reliquia della Sacra Cintola della Madonna, che ancora oggi si mostra per Natale, Pasqua, il 1\xc2\xba maggio, il 15 agosto e, nelle forme pi\xc3\xb9 solenni, l'8 settembre, festa della Nativit\xc3\xa0 di Maria.\n\n"
"Prato \xc3\xa8 un comune italiano di 193 809 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia in Toscana.\n\xc3\x88 la seconda citt\xc3\xa0 della Toscana per popolazione. Fino al 1992, anno della costituzione dell'omonima provincia, \xc3\xa8 stato il comune non capoluogo di provincia pi\xc3\xb9 popolato d'Italia.\nLa piana pratese fu abitata fin dall'epoca etrusca, ma la nascita della citt\xc3\xa0 vera e propria si fa risalire, generalmente, al X secolo, quando si hanno notizie di due centri abitati contigui ma distinti, Borgo al Cornio e Castrum Prati, che si fusero durante il secolo successivo.\nNell'economia pratese la produzione tessile ha sempre svolto un ruolo di primissimo piano fin dall'epoca medievale, come testimoniano i documenti del mercante Francesco Datini, ma \xc3\xa8 nell'Ottocento che Prato vide un impetuoso sviluppo industriale, che ne fa ancora oggi uno dei distretti pi\xc3\xb9 importanti a livello europeo.\nLa citt\xc3\xa0 vanta attrattive storico-artistiche di grande rilievo, con un itinerario culturale che inizia dagli Etruschi per poi ampliarsi nel Medioevo e raggiungere l'apice con il Rinascimento, quando hanno lasciato le loro testimonianze in citt\xc3\xa0 artisti come Donatello, Filippo Lippi e Botticelli.\n\n"
"La cappella del Sacro Cingolo si trova nel Duomo di Prato. Nata per conservare la preziosa reliquia, conserva un notevole ciclo di affreschi di Agnolo Gaddi e bottega, e varie opere d'arte tra cui una Madonna col Bambino di Giovanni Pisano e la rara grata bronzea del primo Rinascimento."
"Il prato di Be\xc5\xbein (in russo: \xd0\x91\xd0\xb5\xd0\xb6\xd0\xb8\xd0\xbd \xd0\xbb\xd1\x83\xd0\xb3?, traslitterato: Be\xc5\xbein lug) \xc3\xa8 un film sovietico del 1937 diretto da Sergej Michajlovi\xc4\x8d \xc4\x96jzen\xc5\xa1tejn e noto per essere stato in gran parte distrutto prima di essere terminato.\nIl film narra le vicende di un giovane contadino che cerca di opporsi al proprio padre che ha l'intenzione di tradire il governo sovietico sabotando il raccolto dell'anno. La pellicola termina con l'assassinio del giovane seguito da una sommossa popolare. Il titolo \xc3\xa8 il medesimo di un racconto di Ivan Sergeevi\xc4\x8d Turgenev, e nelle intenzioni originali del regista doveva incorporare alla novella la vicenda della vera vita di Pavlik Trofimovi\xc4\x8d Morozov, ritenuto dalla propaganda un martire sovietico per essere stato ucciso dai suoi familiari nel 1932, reo di aver denunciato alle autorit\xc3\xa0 il padre per tradimento. Tuttavia in fase di sceneggiatura Ejzen\xc5\xa1tejn decise di eliminare tutti i riferimenti allo scritto di Turgenev ad eccezione del titolo. La figura di Morozov venne inserita nei programmi scolari russi e resa mitica attraverso la poesia, la musica e, in parte, da questo film.\nCommissionato da un gruppo di giovani comunisti, la produzione si protrasse dal 1935 al 1937, finch\xc3\xa9 non venne bloccata dal governo centrale che riteneva contenesse errori di carattere artistico, sociale e politico. Alcuni presero quest'occasione per denunciare l'ingerenza politica sul cinema arrivando a criticare lo stesso Stalin e un certo numero di persone venne arrestato proprio in conseguenza agli eventi che seguirono il blocco del film. Tuttavia lo stesso Ejzen\xc5\xa1tejn, riconsiderando in seguito la sua opera, la valut\xc3\xb2 come un errore.\nPer molto tempo si \xc3\xa8 creduto che il girato di Il prato di Be\xc5\xbein fosse andato irrimediabilmente perduto durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Tuttavia negli anni Sessanta vennero ritrovati una parte del montaggio e alcuni fotogrammi. A partire da questi frammenti venne intrapresa una ricostruzione basata sulla sceneggiatura originale, rimasta conservata. Il ricco simbolismo religioso dell'opera diede origine a un ampio numero di studi, ma la sua natura storica, le circostanze della sua produzione, il fallimento del progetto e la bellezza dei pochi frammenti rimasti nutrirono un grande interesse anche al di fuori della letteratura specialistica. La controversa storia di questa pellicola non nocque al regista che al contrario guadagn\xc3\xb2 in fama e divenne il direttore artistico del grande studio cinematografico Mosfil'm.\n\n"