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Serie: Biblioteca Diamante
'La poesia (dal greco \xcf\x80\xce\xbf\xce\xaf\xce\xb7\xcf\x83\xce\xb9\xcf\x82, poiesis, con il significato di "creazione") \xc3\xa8 una forma d\'arte che crea, con la scelta e l\'accostamento di parole secondo particolari leggi metriche, un componimento fatto di frasi dette versi, in cui il significato semantico si lega al suono musicale dei fonemi. La poesia ha quindi in s\xc3\xa9 alcune qualit\xc3\xa0 della musica e riesce a trasmettere concetti e stati d\'animo in maniera pi\xc3\xb9 evocativa e potente di quanto faccia la prosa, in cui le parole non sottostanno alla metrica.\nLa lingua nella poesia ha una doppia funzione:\n- Vettore di significati - con contenuti sia informativi sia emotivi;\n- Vettore di suoni.\nPer svolgere efficacemente questa duplice funzione, la sintassi e l\'ortografia possono subire variazioni rispetto alle norme dell\'Italiano neostandard (le cosiddette licenze poetiche) se ci\xc3\xb2 \xc3\xa8 funzionale (non solo esteticamente) ai fini della comunicazione del messaggio.\nA questi due aspetti della poesia se ne aggiunge un terzo quando una poesia, anzich\xc3\xa9 essere letta direttamente, \xc3\xa8 ascoltata: con il proprio linguaggio del corpo e il modo di leggere, il lettore interpreta il testo, aggiungendo la dimensione teatrale della dizione e della recitazione. Nel mondo antico - ed anche in molte culture odierne - poesia e musica sono spesso unite, come accade anche nei Kunstlieder tedeschi, poesie d\'autore sotto forma di canzoni accompagnate da musiche appositamente composte.\nQueste strette commistioni fra significato e suono rendono estremamente difficile tradurre una poesia in lingue diverse dall\'originale, perch\xc3\xa9 il suono e il ritmo originali vanno irrimediabilmente persi e devono essere sostituiti da un adattamento nella nuova lingua, che in genere \xc3\xa8 solo un\'approssimazione dell\'originale. Queste particolari criticit\xc3\xa0 insite nella traduzione poetica determinano spesso un ampliamento del ruolo e delle competenze del traduttore anche in relazione alla progettualit\xc3\xa0 e al lavoro editoriali nell\'allestimento di raccolte e collane di poesia tradotta.\n\n'
'La satira (dal latino satura lanx: il vassoio vuoto riempito di primizie in offerta agli dei) \xc3\xa8 un genere della letteratura, delle arti e, pi\xc3\xb9 in generale, di comunicazione, caratterizzata dall\'attenzione critica ai vari aspetti della societ\xc3\xa0, mostrandone le contraddizioni e promuovendo il cambiamento.\nLa satira mira a far ridere criticando i personaggi e deridendoli in argomenti politici, sociali e morali.\nSin dall\'Antica Grecia la satira ha sempre avuto una fortissima impronta politica, occupandosi degli eventi di stretta attualit\xc3\xa0 per la citt\xc3\xa0 (la polis), e avendo una notevole influenza sull\'opinione pubblica ateniese, proprio a ridosso delle elezioni. Per questo motivo, \xc3\xa8 sempre stata soggetta a violenti attacchi da parte dei potenti dell\'epoca, come nel caso del demagogo Cleone contro il poeta comico Aristofane.La satira si distingue dalla comicit\xc3\xa0 e dallo sfott\xc3\xb2 (la presa in giro bonaria), nei quali l\'autore non ricorda fatti rilevanti e non propone un punto di vista ma fa solo del "colore".\n\n'
"Le Satire di Giovenale (titolo originale: Saturae) costituiscono l'unica produzione letteraria giunta ai nostri giorni del poeta latino vissuto fra l'anno 50 e il 140 d.C. Complessivamente 3873 esametri, suddivisi in sedici satire, pubblicate in cinque libri secondo un ordine forse indicato dall'autore stesso: \n\nI:1-5;\nII: 6;\nIII: 7-9;\nIV: 10-12;\nV: 13-16.Dell'ultima satira ci rimangono solo i sessanta esametri iniziali. Questa lacuna, presente in tutti i codici, si deve probabilmente alla perdita di una pagina dell'archetipo, secondo Ettore Paratore.\nLe Satire di Giovenale sono l'ultima espressione del genere definito da Quintiliano come romano per eccellenza (satura tota nostra est, Quint. Inst. orat., X, 1, 93), il che tra l'altro doveva convenire benissimo a Giovenale, odiatore dei Graeculi e della loro letteratura e filosofia.\n\n"
'Quinto Orazio Flacco, noto pi\xc3\xb9 semplicemente come Orazio (in latino: Quintus Horatius Flaccus; Venosa, 8 dicembre 65 a.C. \xe2\x80\x93 Roma, 27 novembre 8 a.C.), \xc3\xa8 stato un poeta romano.\n\n'
'Alla domanda da dove inizi veramente la poesia italiana del Novecento, molti critici letterari hanno dato differenti e contrastanti risposte in virt\xc3\xb9, o a causa, della difficolt\xc3\xa0 nel tracciare una linea netta di demarcazione.\nTuttavia la predominanza dei temi dell\'Io, nell\'intimismo di Giovanni Pascoli e nell\'estetismo di Gabriele D\'Annunzio segnarono un irreversibile cambiamento rispetto alla poesia "pubblica" e dichiarativa di Giosu\xc3\xa8 Carducci.\nLa nuova poesia viene situata, perci\xc3\xb2, da una parte della critica letteraria, nell\'area che accoglie il linguaggio e i temi del decadentismo influenzato da entrambe le grandi figure del passaggio di secolo italiano.\nPi\xc3\xb9 tardi le esperienze crepuscolari di Guido Gozzano, da un lato, e le opposte dei futuristi proseguono, accentuandole nella sperimentalit\xc3\xa0 le due vie personaliste di Pascoli e D\'Annunzio, identificando cos\xc3\xac una linea separatrice di frattura con la passata tradizione letteraria sia dal punto di vista delle tematiche, sia del linguaggio.\nLa maggior parte della critica (secondo il criterio seguito fino alla fine degli agli anni cinquanta) stabilir\xc3\xa0 gli elementi innovativi della poesia del Novecento a partire da Giuseppe Ungaretti, seguendo una linea che condurrebbe dai "vociani" all\'apertura della grande stagione degli "ermetici".\nE certamente \xc3\xa8 centrale nel cuore del \'900 la vicenda dell\'ermetismo segnata da figure di livello mondiale come Giuseppe Ungaretti ed Eugenio Montale. Altri ermetici importanti: Alfonso Gatto e Mario Luzi.\nPi\xc3\xb9 appartata la scrittura di Corrado Govoni come, pi\xc3\xb9 tardi, le maggiori figure di Umberto Saba e Sandro Penna e con il suo musicale rimario Giorgio Caproni. Tra i temi pi\xc3\xb9 significativi della poesia del secondo Novecento, pur nell\'estrema variet\xc3\xa0 che la caratterizza, \xc3\xa8 opportuno menzionare invece l\'impegno sia etico sia civile, che nasce anche dalla meditazione dei mali e degli orrori della prima e soprattutto della seconda guerra mondiale; \xc3\xa8 prioritario riferirsi a Pier Paolo Pasolini, ad Edoardo Sanguineti a Roberto Roversi. Andrea Zanzotto autore di straordinaria cultura e intensa compartecipazione alla vicenda umana e al segno del decadere dell\'ambiente, \xc3\xa8 stato un punto di contatto fra le maggiori figure del secolo. Salvatore Quasimodo, assurto a fama internazionale per l\'assegnazione del Nobel, che pi\xc3\xb9 tardi andr\xc3\xa0 anche a Montale, attravers\xc3\xb2 diverse tonalit\xc3\xa0, dal lirismo classicheggiante ad un neorealismo di chiara testimonianza politica. Meno note ma certamente significative le figure di Elio Fiore e alla fine del Novecento di Gregorio Scalise e Davide Ferrari partiti da un riferimento alle avanguardie degli anni \'60 e \'70, poi capaci di svolgere una vena di pi\xc3\xb9 intensa riflessione sulle grandi prove della storia. Vicini a Pasolini, Dario Bellezza e Paolo Volponi; a Sanguineti, Elio Pagliarani, Nanni Balestrini e Giuseppe Guglielmi; ed a Saba, sia pure con un maggiore inserimento nel linguaggio poetico novecentesco, Giovanni Giudici.\nAutrice di continua produzione poetica, sempre legata all\'immediata narrazione di un animo profondamente segnato dalle esperienze di vita, Alda Merini, poetessa particolarmente amata anche dal pubblico pi\xc3\xb9 vasto. Oggi la poesia italiana cade in una profonda crisi editoriale e di attenzione da parte del pubblico e, pur l\'Italia il paese con il maggior numero di edizioni di genere, \xc3\xa8 il paese europeo dove si acquistano meno volumi di poesia in Europa. Segnaliamo la poesia di strada, come movimento di rinnovamento, contemporaneo e di rilancio per il grande pubblico della poesia italiana.\n\n'