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Pubblicazione: [Firenze] : [s.n.], 1977
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
"Il Futurismo \xc3\xa8 stato un movimento letterario, culturale, artistico e musicale italiano dell'inizio del XX secolo, nonch\xc3\xa9 la prima avanguardia europea. Ebbe influenza su movimenti affini che si svilupparono in altri paesi d'Europa, in Russia, Francia, negli Stati Uniti d'America e in Asia. I futuristi esplorarono ogni forma di espressione, dalla pittura alla scultura, alla letteratura (poesia e teatro), la musica, l'architettura, la danza, la fotografia, il cinema e persino la gastronomia. La denominazione del movimento si deve al poeta italiano Filippo Tommaso Marinetti.\n\n"
'Marco Lodola (Dorno, 4 aprile 1955) \xc3\xa8 un artista italiano.\n\n'
"La Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea \xc3\xa8 un museo statale italiano con sede a Roma.\nCustodisce la pi\xc3\xb9 completa collezione dedicata all'arte italiana e straniera dal XIX secolo a oggi. Tra dipinti, disegni, sculture e installazioni, le quasi 20.000 opere della raccolta sono espressione delle principali correnti artistiche degli ultimi due secoli, dal neoclassicismo all'impressionismo, dal divisionismo alle avanguardie storiche dei primi anni del Novecento, dal futurismo e surrealismo, al pi\xc3\xb9 cospicuo nucleo di opere di arte italiana tra gli anni \xe2\x80\x9920 e gli anni \xe2\x80\x9940, dal movimento di Novecento alla cosiddetta scuola romana.\n\xc3\x88 di propriet\xc3\xa0 del Ministero per i beni e le attivit\xc3\xa0 culturali, che dal 2014 la ha annoverata tra gli istituti museali dotati di autonomia speciale.\n\n"
'Angiolo Mazzoni del Grande, talvolta indicato con la grafia del nome Angelo (Bologna, 21 maggio 1894 \xe2\x80\x93 Roma, 28 settembre 1979), \xc3\xa8 stato un ingegnere e architetto italiano.\nFu uno dei maggiori progettisti di edifici pubblici, stazioni ed edifici ferroviari e postali della prima met\xc3\xa0 del XX secolo.\nEstremamente eclettico nell\'espressione progettuale, Mazzoni oper\xc3\xb2 durante buona parte della sua attivit\xc3\xa0 professionale come ingegnere capo per le Ferrovie dello Stato, realizzando significativi interventi in tale ambito nelle maggiori citt\xc3\xa0 italiane: Firenze, Messina, Milano, Roma nonch\xc3\xa9 numerosi edifici pubblici, tra i quali spiccano gli edifici postali di Grosseto, Sabaudia, Latina, Ostia, Palermo e Trento.\nIl notevole grado di sperimentazione che caratterizza l\'opera complessiva di Mazzoni rende difficile ridurre ad un unico comune denominatore il suo linguaggio. Lo testimonia la variet\xc3\xa0 stilistica cui sono improntate alcune delle sue opera pi\xc3\xb9 significative, come la Colonia Rosa Maltoni Mussolini di Calambrone presso Pisa (1925-1926), futurista, l\'edificio postale di Pola (1930), razionalista, o la Centrale termica della Stazione ferroviaria di Firenze, costruttivista.\nL\'ostinata, pubblica adesione al fascismo da parte di Mazzoni (non rinnegata neanche dopo la seconda guerra mondiale, a costo di esiliarsi volontariamente in Colombia dal dopoguerra sino al 1963) \xc3\xa8 costata gravi sacrifici all\'architetto ed ha reso problematico per lunghi decenni, nell\'ambito della critica architettonica italiana, il pieno riconoscimento tecnico ed artistico dovuto ad un autore di primissima importanza non solo per l\'eccezionale abbondanza della sua produzione, ma anche per la sua straordinaria qualit\xc3\xa0, testimoniata ad abundantiam dall\'efficienza con la quale numerosi edifici pubblici realizzati da Angiolo Mazzoni restano ancor oggi in funzione soddisfacendo gran parte delle esigenze per le quali erano stati originariamente concepiti.\nIl tardivo e parziale riconoscimento della critica e una generale sottovalutazione (se non un disprezzo) per tutto quanto fosse collegabile al regime fascista (sentimenti assai diffusi nel secondo dopoguerra, in ragione del disastro nazionale causato dalla seconda guerra mondiale) ha condotto all\'oblio e sovente alla distruzione precoce o a forti alterazioni di numerosi edifici realizzati da Mazzoni (e da altri architetti considerati "di regime") che meritavano, almeno in buona parte, un destino analogo a quelli ancor oggi intatti ed in funzione.'