Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Pubblicazione: Ospedaletto : Pacini ; Pisa : Cassa di risparmio di Pisa, [1990]
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
'Le ceramiche ingobbiate e graffite di Pisa vennero prodotte tra la met\xc3\xa0 del XV fino al XIX secolo.\nQuest\xe2\x80\x99arco temporale costituisce un momento di svolta per la produzione del vasellame prodotto in citt\xc3\xa0, in quanto si assiste all\xe2\x80\x99introduzione di una nuova tecnica nelle officine ceramiche che gi\xc3\xa0 producevano a partire dai primi decenni del Duecento maioliche arcaiche.\nLa nuova tecnica veniva comunemente chiamata ingobbiatura e prevedeva il rivestimento del corpo ceramico essiccato con una miscela liquida a base di argille caoliniche bianche che, una volta raggiunto il giusto grado di asciugatura, poteva essere arricchita da decorazioni.\nLe decorazioni potevano essere graffite \xe2\x80\x9ca punta\xe2\x80\x9d, \xe2\x80\x9ca fondo ribassato\xe2\x80\x9d e \xe2\x80\x9ca stecca\xe2\x80\x9d e/o anche dipinte.\nLe testimonianze relative alla graffitura pervenute mostrano una tendenza produttiva che spesso privilegia gli esemplari monocromi ma non mancano esempi di arricchimento cromatico volti a far risaltare le incisioni con pennellate in verde e/o giallo (sporadicamente in bruno/violaceo). Le ceramiche ingobbiate e graffite venivano poi rivestite con una vetrina piombifera prima della seconda cottura, in modo che la superficie dei manufatti acquistasse impermeabilit\xc3\xa0 e che i decori fossero protetti.\n\n'
"Il Museo nazionale di San Matteo \xc3\xa8 il pi\xc3\xb9 importante museo di pittura e scultura a Pisa, situato nella piazzetta di San Matteo in Soarta.\nSituato nel convento medievale di San Matteo, si affaccia sull'Arno con un elegante prospetto in stile romanico pisano ed una facciata (dove si trova l'ingresso) classicheggiante. Possiede una serie completa di opere dei principali maestri pisani e pi\xc3\xb9 in generale toscani dal XII al XVII secolo, oltre a reperti archeologici e ceramici.\nIl numero e la rilevanza delle opere qui custodite fanno del San Matteo, sito forse meno noto di quanto meriterebbe, uno dei musei pi\xc3\xb9 importanti d'Europa in tema di arte medioevale. Straordinaria in particolare \xc3\xa8 la collezione di opere pittoriche del territorio pisano del XII e XIII secolo. Il valore di queste opere porta sempre pi\xc3\xb9 gli studi storico-artistici a riconoscere che quella pisana sia stata la maggior scuola pittorica italiana sino alle soglie del XIII secolo.\nDal dicembre 2014 il Ministero per i beni e le attivit\xc3\xa0 culturali lo gestisce tramite il Polo museale della Toscana, nel dicembre 2019 divenuto Direzione regionale Musei."
'I bacini ceramici delle chiese pisane sono dei recipienti in ceramica, variamente rivestiti, inglobati nelle superfici murarie esterne di edifici prevalentemente religiosi cristiani, anche se non mancano esempi di questo impiego in edifici civili, pubblici e privati.\nIl termine si riferisce a sole forme aperte originariamente create per scopi diversi dalla decorazione architettonica. \nTra le localit\xc3\xa0 dove i bacini furono utilizzati per decorare le murature esterne delle chiese, quella che presenta l\xe2\x80\x99attestazione pi\xc3\xb9 precoce e prolungata \xc3\xa8 senz\'altro la citt\xc3\xa0 di Pisa, dove le ceramiche vennero importate da diverse localit\xc3\xa0 del Bacino Mediterraneo a partire dalla fine del X secolo fino al XIV secolo circa.\nA Pisa fino a tutto il XII secolo erano fabbricati soltanto recipienti privi di rivestimenti vetrosi e di decorazioni colorate (per questo detti \xe2\x80\x9cacromi\xe2\x80\x9d). Questi, venivano usati principalmente per la cottura delle vivande e per la loro conservazione nelle dispense, oltre che per alcuni usi legati alla mensa (ad esempio per la mescita delle bevande liquide). Dalla fine del X secolo comparvero per\xc3\xb2 in citt\xc3\xa0 ceramiche che avevano ben altro pregio rispetto a quelle di produzione locale, tecnologicamente pi\xc3\xb9 avanzate, perch\xc3\xa9 provviste di rivestimenti impermeabili (vetrine a base di piombo o smalti a base di stagno e piombo), ed esteticamente pi\xc3\xb9 gradevoli, perch\xc3\xa9 arricchite di decori colorati. Queste ceramiche giunsero a Pisa grazie agli importanti commerci che la Repubblica Marinara riusc\xc3\xac ad instaurare e mantenere per diverso tempo in molti porti del Mediterraneo.\n\nLe ceramiche giunte in citt\xc3\xa0 tra il Mille e il Trecento hanno trovato due impieghi distinti. Alcune, sono state usate in casa sulla tavola, sia in forme aperte (prevalenti) sia in forme chiuse (boccali, alberelli, etc.)\nAltre invece, tutte forme aperte quali scodelle, catini, piatti, ciotole, ect., erano usate per ornare le murature esterne degli edifici religiosi cittadini.\nFino al XII secolo sui perimetrali esterni e i campanili delle chiese pisane troviamo murati soltanto prodotti ceramici importati da varie localit\xc3\xa0 del Mediterraneo, che arrivarono prevalentemente dalle zone occidentali poste sotto l\xe2\x80\x99influenza islamica e, soprattutto, dall\xe2\x80\x99al-Andalus. Non mancano tuttavia \xe2\x80\x9cbacini\xe2\x80\x9d dalla Tunisia, dalla Sicilia islamica, dall\xe2\x80\x99Egitto, dal Vicino Oriente e dall\xe2\x80\x99area bizantina. Dalla fine del XII secolo inoltre vennero importate e usate come "bacini ceramici" ceramiche di produzione savonese e fabbricate in diversi centri dell\xe2\x80\x99Italia meridionale peninsulare. A partire dalla prima met\xc3\xa0 del XIII secolo, infine, si usarono come bacini le \xe2\x80\x9cmaioliche arcaiche\xe2\x80\x9d di fabbricazione locale. Tra la fine del XIII e i primi decenni del XIV le ceramiche utilizzate come \xe2\x80\x9cbacini\xe2\x80\x9d erano quasi esclusivamente di produzione pisana. \nA Pisa gli edifici pi\xc3\xb9 rappresentativi sui quali sono attestati "bacini ceramici" che coprono le diverse fasi cronologiche sono: San Sisto, Santa Cecilia e il campanile di San Francesco, situati a nord dell\xe2\x80\x99Arno; San Martino collocato a sud; e San Piero a Grado posto fuori citt\xc3\xa0, in prossimit\xc3\xa0 della costa.\n\n'
'Ludovico Vittorio Savioli Fontana Castelli (Bologna, 22 agosto 1729 \xe2\x80\x93 Bologna, 1\xc2\xba settembre 1804) \xc3\xa8 stato un poeta e storico italiano.\n\n'
'La storia dell\'arte \xc3\xa8 la teoria e la storia che studia la nascita e il progresso delle espressioni artistiche, attraverso un punto di vista metodologico filosofico ed estetico oltre che semiotico - cognitivo e letterario, con particolare riguardo ai fenomeni distintivi. Nell\'arco dei secoli si \xc3\xa8 formalizzata come ricerca di conoscenze, tecniche e descrizioni, utili alla comprensione delle pi\xc3\xb9 varie forme artistiche. Le prime descrizioni autentiche compaiono in testi greci antichi (Pausania) e romani (Plinio il Vecchio).\nIn quanto disciplina teorica si occupa dei principi estetici e storici della funzione estetica, della costituzione e delle variazioni di forme, degli stili e dei concetti trasmessi attraverso opere d\'arte. \nUna grande divisione, tra arte e tecnica, nasce nell\'Accademia platonica, a contrasto delle forme ibride di imitazione. Nel corso delle importanti egemonie culturali, il punto di vista dello storico dell\'arte, \xc3\xa8 stato omologato alla ricerca e diffusione di canoni operativi. Nella sua veste di ricerca stilistica e biografica, essa adotta i criteri della filosofia e della storia letteraria, cos\xc3\xac come della psicologia evolutiva e della critica d\'arte. Solo dopo la met\xc3\xa0 dell\'Ottocento, l\'interesse della sociologia, per studi psicologici e letterari, ha comportato un orientamento verso la comprensione del fenomeno artistico dal punto di vista dei fenomeni sociali coinvolti.\nIn questo quadro scientifico di studi contemporanei, \xc3\xa8 stato possibile completare la ricerca da un punto di vista sociopedagogico e psicopedagogico, con teorie sulla "formativit\xc3\xa0" (Pereyson) e sull\'apporto dei musei, delle gallerie e degli archivi pubblici e privati, messi in luce dalla critica contemporanea. \nLa storia dell\'arte \xc3\xa8 intesa anche come rispetto delle sistematicit\xc3\xa0 che essa contiene e contribuisce a far conoscere, mediando tra conservazione, innovazione culturale e industriale.\nOpere unitarie sulla personalit\xc3\xa0 artistica ottengono l\'ambito riconoscimento di ricomporre la teoria e la tecnica delle arti. Si pensi al saggio di Benvenuto Cellini. Uno dei successivi maggiori contributi, nasce con l\'esperienza vivida dei manieristi al seguito di Michelangelo Buonarroti: Giorgio Vasari comprese la necessit\xc3\xa0 di raccogliere le testimonianze letterarie e critiche, concrete e collezionistiche, tecniche e diaristiche proprie degli artisti e quindi raccolse utili informazioni allo scopo di tracciare la fortuna delle opere e degli artisti. Facendo cos\xc3\xac intese riportare la tradizione culturale italiana a partire da Giotto, costituendo un modello, presumibilmente derivato dall\'arte greca, della maniera, affrancandola dall\'ambito servile in cui era collocata per essere considerata un\'arte libera alla pari con il lavoro intellettuale. La sua raccolta, Le vite de\' pi\xc3\xb9 eccellenti pittori, scultori e architettori, permette di riconoscere la continuit\xc3\xa0 dello stile e la necessit\xc3\xa0 critica di un giudizio sull\'arte e sull\'architettura, ha innovato nello stile, ha dato un\'impronta negli studi, almeno fino a Federico Zeri. La funzione di queste raccolte, pubblicate a mezzo stampa, ebbe colorazioni diverse. Marco Boschini, scriver\xc3\xa0 con un lessico veneziano, il modo di interpretare la pittura, in una Venezia aperta al riconoscimento e al mercato internazionale, non di meno con intenzioni allegoriche e istruttive dal punto di vista culturale e morale. In Italia, si sono percorse influenze profonde, ancorate a principi teorici: dalla storia della religione, all\'evoluzione dei concilii, dalla manifestazione di opere pubbliche alla realizzazione di scuole, motivo per cui, una storia dell\'arte, pu\xc3\xb2 avere come suo ancoramento intrinseco, una vocazione dal tratto antropologico culturale propria. Il metodo dello storico dell\'arte, in sintesi, deve potersi avvicinare a quello del sociologo e semiotico visivo pur rappresentando conoscenze evolutive proprie e accostandosi al metodo filosofico e naturalistico delle scienze. In quanto disciplina, deve occuparsi di tutte le forme artistiche, potersi specializzare e ricoprire quindi una veste scientifica propria per poter essere trasmessa.\nL\'aspetto approfondito del bene culturale, cos\xc3\xac come le conoscenze di opere e di autori, in particolare in pittura, in scultura e in architettura, sono il fondamento degli studi accademici, specialistici e di ricerca. Inoltre, come ogni altra disciplina storica e umanistica, la storia dell\'arte \xc3\xa8 soggetta ad un\'opera di interpretazione e riconoscimento critico ed \xc3\xa8 soggetta al metodo storiografico progressivo. \nLo studio dei contesti, degli antefatti, delle condizioni ambientali e dei mutamenti, della collocazione e della condizione della conservazione, in cui un\'opera \xc3\xa8 stata concepita, realizzata, recepita e studiata, nonch\xc3\xa9 della committenza e dei materiali, \xc3\xa8 parte integrante sia per la comprensione del significato, delle funzioni tipiche dell\'opera, sia del percorso artistico e del valore dell\'opera. \nA queste competenze si aggiungono la museografia e il restauro del bene culturale. Anche su questo piano, la storia dell\'arte, deve poter cercare le analogie e le differenze comprese nell\'opera, dal punto di vista dei legami con altre scienze, degli usi e dei costumi, nell\'impegno complessivo di partecipare allo sviluppo democratico e alla conoscenza in genere.\nLa "descrizione analitica" (\xc3\xa9kphrays) del formarsi delle opere d\'arte, e delle opere stesse, permette di affrontare tematiche di vasta portata: i ricettari, i trattati, i dizionari monografici, del disegno e del colore, sia tecnici che a glosse, favoriscono la divulgazione della storia delle arti, e rendono possibile una competenza settoriale, uno studio distintivo in Arti maggiori e Arti minori nel rispetto del ritrovamento. Con il contributo dell\'archeologia, le opere d\'arte possono essere studiate e descritte approfondendo aspetti ragionati che la costituiscono: dalle osservazioni presemiotiche e meno intenzionali, dai materiali alla conoscenza strutturata, dobbiamo il formarsi di settori propri: iconologia, iconografia, allegoria e simbolo, che di volta in volta hanno arricchito la letteratura artistica, favorendo il nascere di correnti di pensiero (ut pictura po\xc3\xafesis). \nLo studio delle opere del passato, soprattutto se appartenenti a culture distanti, porta, in particolar modo, alla conoscenza e al rispetto di codici culturali e filosofici ai quali le opere fanno riferimento. Lo studio articolato delle invenzioni e delle scoperte, in storia e storia dell\'arte, porterebbe ai significati teorici stessi delle opere d\'arte ritenute maggiori.\nL\'arte, afferma Edgar Wind, \xc3\xa8 sottoposta a principi regolativi universali, educare con l\'arte, significa concedere all\'espressione e al contenuto artistici, uno statuto normativo e progettuale proprio, che attinge alla forma stessa dei linguaggi dei primordi che hanno permesso la formazione del gusto, dell\'estetica e dell\'etica nelle varie epoche. \nI contributi degli storici dell\'arte, non possono che provenire da spontanee costruzioni professionali, nozioni, competenze, disposizioni che restituite ne favoriscono l\'accesso, tuttavia nel corso del Novecento sono nati veri e propri istituti di eccellenza. Ad esempio il Warburg Institute di Londra, si \xc3\xa8 occupato dell\'orientamento religioso, allegorico e astrologico delle opere d\'arte. \nCon la didattica museale si esprime un concetto affine, quello del significato dell\'esperienza diretta del fare artistico accanto alla fruizione estetica del sapere, si favorisce la conoscenza individuale del valore estetico dell\'opera d\'arte. Le correnti strutturaliste e costruttiviste, linguistiche e psicologiche, hanno orientato la pedagogia artistica sulle direzioni di senso, legate alla comprensione delle procedure artistiche tecniche.\n\nAlcuni sviluppi autorialiAlois Riegl, 1893, Stilfragen (tr. in it. Problemi di stile); Sp\xc3\xa4tr\xc3\xb6miche Kunstindustrie, 1901 (tr. in it. Arte industriale della tarda romanit\xc3\xa0\nArnold Hauser evoluzione dell\'arte (sociologo dell\'arte)\nF. Wickhoff narrazione continua\nHeinrich W\xc3\xb6lfflin leggi della visione figurazione\nMax Dvo\xc5\x99\xc3\xa1k situazione spirituale rispecchiata\nJulius von Schlosser apporti strutturalisti\nCarlo Brandi semiologia e arte\nBenedetto Croce il soggetto del fare artistico \xc3\xa8 inseparabile dall\'opera e irriducibile allo stile\nN. Ivanoff il carattere di una narrazione dello sbocciare successivo e imprevedibile di maniere e stili\nJ. J. Winckelmann adotta il concetto classico di storia e cerca di ricostruire l\'essenza dell\'arte che a suo avviso non dipende dalla storia personale degli artisti\nL. Lanzi le singole maniere nel particolare stile di ciascun artista ma dichiara di non essere interessato a ridurre la storia dell\'arte a tratti permanenti, come farebbe una scienza naturale, aprendo lo studio alle forme visive e alle scuole\n\xe2\x96\xaa\xef\xb8\x8e J. D. Fiorillo\n\xe2\x96\xaa\xef\xb8\x8e J. B. Seroux D\'Agincourt\n\xe2\x96\xaa\xef\xb8\x8e L. Cicognara\n\xe2\x96\xaa\xef\xb8\x8e F. Kugler\n\xe2\x96\xaa\xef\xb8\x8e A. Springer\n\xe2\x96\xaa\xef\xb8\x8e P. Selvatico\n\xe2\x96\xaa\xef\xb8\x8e G. B. Cavalcaselle\n\xe2\x96\xaa\xef\xb8\x8e J. A. Crowe\n\xe2\x96\xaa\xef\xb8\x8e L. Moretti\n\xe2\x96\xaa\xef\xb8\x8e A. Venturi\n\xe2\x96\xaa\xef\xb8\x8e R. Longhi\n\xe2\x96\xaa\xef\xb8\x8e P. Toesca\n\xe2\x96\xaa\xef\xb8\x8e B. Berenson\nStoria dell\'arte senza nomi\nA. Hauser\nStoria dello stile\nH. W\xc3\xb6lfflin\nStoricismo\nN. Pevsner\nper lo sviluppo di una sintesi\n\nLuigi Grassi, Mario Pepe - Dizionario di arte. Termini, movimenti e stili dall\'antichit\xc3\xa0 a oggi. Torino, UTET, 2003 ISBN 8877508450Si configura in tal modo la centralit\xc3\xa0 dell\'insegnamento di tale disciplina, impartita nelle scuole secondarie di primo grado e nei licei.\n\n'