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Pubblicazione: Firenze : Altralinea edizioni, 2018
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Fa parte di: Bollettino della Societ di studi fiorentini
"Giovanni Boccaccio (Certaldo o forse Firenze, giugno o luglio 1313 \xe2\x80\x93 Certaldo, 21 dicembre 1375) \xc3\xa8 stato uno scrittore e poeta italiano.\nConosciuto anche per antonomasia come il Certaldese, fu una delle figure pi\xc3\xb9 importanti nel panorama letterario europeo del XIV secolo. Alcuni studiosi (tra i quali Vittore Branca) lo definiscono come il maggior prosatore europeo del suo tempo, uno scrittore versatile che amalgam\xc3\xb2 tendenze e generi letterari diversi facendoli confluire in opere originali, grazie a un'attivit\xc3\xa0 creativa esercitata all'insegna dello sperimentalismo.\nLa sua opera pi\xc3\xb9 celebre \xc3\xa8 il Decameron, raccolta di novelle che nei secoli successivi fu elemento determinante per la tradizione letteraria italiana, soprattutto dopo che nel XVI secolo Pietro Bembo elev\xc3\xb2 lo stile boccacciano a modello della prosa italiana. L'influenza delle opere di Boccaccio non si limit\xc3\xb2 al panorama culturale italiano ma si estese al resto dell'Europa, esercitando influsso su autori come Geoffrey Chaucer, figura chiave della letteratura inglese, o pi\xc3\xb9 tardi su Miguel de Cervantes, Lope de Vega e il teatro classico spagnolo.\nBoccaccio, insieme a Dante Alighieri e Francesco Petrarca, fa parte delle cosiddette \xc2\xabTre corone\xc2\xbb della letteratura italiana. \xc3\x88 inoltre ricordato per essere uno dei precursori dell'umanesimo, del quale contribu\xc3\xac a gettare le basi presso la citt\xc3\xa0 di Firenze, in concomitanza con l'attivit\xc3\xa0 del suo contemporaneo amico e maestro Petrarca. Fu anche colui che diede inizio alla critica e filologia dantesca: Boccaccio si dedic\xc3\xb2 a ricopiare codici della Divina Commedia e fu anche un promotore dell'opera e della figura di Dante.\nNel Novecento Boccaccio fu oggetto di studi critico-filologici da parte di Vittore Branca e Giuseppe Billanovich, e il suo Decameron fu anche trasposto sul grande schermo dal regista e scrittore Pier Paolo Pasolini.\n\n"
'Agostino Ziino (Palermo, 24 dicembre 1937) \xc3\xa8 un musicologo e accademico italiano.\n\n'
'Lugo, detto anche Lugo di Romagna (Lug in romagnolo), \xc3\xa8 un comune italiano di 31 734 abitanti della provincia di Ravenna in Emilia-Romagna.\n\n'
"La storia di Napoli si estende per circa tre millenni. Il sito esatto in cui si \xc3\xa8 sviluppata la citt\xc3\xa0, ovvero la collina di Pizzofalcone e le aree limitrofe, risulta frequentato e occupato sin dal Neolitico medio. Napoli nel tempo si \xc3\xa8 espansa fino a divenire una delle megalopoli pi\xc3\xb9 popolose del mondo nel XVII secolo e ha esercitato una profonda influenza sull'Europa sin dall'evo antico. La sua storia si presenta come un microcosmo di storia europea fatta di diverse civilt\xc3\xa0, popoli e culture che hanno lasciato tracce anche nel suo eminente patrimonio artistico e monumentale. Per secoli capitale dell'Italia meridionale, ha subito attacchi, invasioni e distruzioni, facendo fronte inoltre a numerose catastrofi naturali come eruzioni vulcaniche, terremoti, maremoti, lahar e pestilenze.\n\n"
'Federico Ruggero di Hohenstaufen (Jesi, 26 dicembre 1194 \xe2\x80\x93 Fiorentino di Puglia, 13 dicembre 1250), \xc3\xa8 stato re di Sicilia (come Federico I, dal 1198 al 1250), duca di Svevia (come Federico VII, dal 1212 al 1216), Re dei Romani (dal 1212) e poi Imperatore del Sacro Romano Impero (come Federico II, eletto nel 1211, incoronato dapprima ad Aquisgrana nel 1215 e, successivamente, a Roma dal papa nel 1220) e re di Gerusalemme (dal 1225 per matrimonio, autoincoronatosi nella stessa Gerusalemme nel 1229).\nFederico apparteneva alla nobile famiglia sveva degli Hohenstaufen. Discendeva per parte di madre dai normanni di Altavilla (Hauteville in francese), conquistatori di Sicilia e fondatori del Regno di Sicilia. \n\nConosciuto con gli appellativi stupor mundi ("meraviglia o stupore del mondo") o puer Apuliae ("fanciullo di Puglia"), Federico II era dotato di una personalit\xc3\xa0 poliedrica e affascinante che, fin dalla sua epoca, ha polarizzato l\'attenzione degli storici e del popolo, producendo anche una lunga serie di miti e leggende popolari, nel bene e nel male. Il suo mito fin\xc3\xac per confondersi con quello del nonno paterno, Federico Barbarossa. Il carisma di Federico II \xc3\xa8 stato tale che all\'indomani della sua morte, il figlio Manfredi, futuro re di Sicilia, in una lettera indirizzata al fratello Corrado IV citava tali parole: "Il sole del mondo si \xc3\xa8 addormentato, lui che brillava sui popoli, il sole dei giusti, l\'asilo della pace".\nIl suo regno fu principalmente caratterizzato da una forte attivit\xc3\xa0 legislativa moralizzatrice e di innovazione artistica e culturale, volta a unificare le terre e i popoli, ma fortemente contrastata dalla Chiesa, di cui il sovrano mise in discussione il potere temporale. Ebbe infatti ben due scomuniche dal papa Gregorio IX, che arriv\xc3\xb2 a vedere in lui l\'anticristo. Federico fu un apprezzabile letterato, convinto protettore di artisti e studiosi: la sua corte fu luogo di incontro fra le culture greca, latina, germanica, araba ed ebraica. Uomo straordinariamente colto ed energico, stabil\xc3\xac in Sicilia e nell\'Italia meridionale una struttura politica molto somigliante a un moderno regno, governato centralmente e con un\'amministrazione efficiente.Federico II parlava sei lingue (latino, siciliano, tedesco, francese, greco e arabo) e gioc\xc3\xb2 un ruolo importante nel promuovere le lettere attraverso la poesia della Scuola siciliana. La sua corte reale siciliana a Palermo, dal 1220 circa sino alla sua morte, vide uno dei primi utilizzi letterari di una lingua romanza (dopo l\'esperienza provenzale), il siciliano. La poesia che veniva prodotta dalla Scuola siciliana ha avuto una notevole influenza sulla letteratura e su quella che sarebbe diventata la moderna lingua italiana. La scuola e la sua poesia furono salutate con entusiasmo da Dante e dai suoi contemporanei, e anticiparono di almeno un secolo l\'uso dell\'idioma toscano come lingua d\'\xc3\xa9lite letteraria d\'Italia.\n\n'