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Titolo uniforme: Tarquinia
Pubblicazione: Novara : Istituto geografico De Agostini, 1974
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
"A Tarquinia, un elemento di eccezionale interesse archeologico \xc3\xa8 costituito dalle vaste necropoli, in particolare la necropoli dei Monterozzi, che racchiudono un gran numero di tombe a tumulo con camere scavate nella roccia, nelle quali \xc3\xa8 conservata una straordinaria serie di affreschi, che rappresentano il pi\xc3\xb9 cospicuo nucleo pittorico a noi giunto di arte etrusca e al tempo stesso il pi\xc3\xb9 ampio documento di tutta la pittura antica prima dell'et\xc3\xa0 imperiale romana. Le camere funerarie, modellate sugli interni delle abitazioni, presentano le pareti decorate a fresco su un leggero strato di intonaco, con scene di carattere magico-religioso raffiguranti banchetti funebri, danzatori, suonatori di aul\xc3\xb3s, giocoleria, paesaggi, in cui \xc3\xa8 impresso un movimento animato e armonioso, ritratto con colori intensi e vivaci. Dopo il V secolo a.C. figure di demoni e divinit\xc3\xa0 si affiancano agli episodi di commiato, nell'accentuarsi del mostruoso e del patetico.\nTra i sepolcri pi\xc3\xb9 interessanti si annoverano le tombe che vengono denominate del Guerriero, della Caccia e della Pesca, delle leonesse, degli Auguri, dei Giocolieri, dei Leopardi, dei Festoni, del Barone, dell'Orco e degli Scudi. Parte degli affreschi, staccati da alcune tombe allo scopo di preservarli (tomba delle Bighe, del Triclinio, del Letto Funebre e della Nave), sono custoditi nel Museo nazionale Tarquiniense; altri sono visibili direttamente sulla parete su cui furono realizzati, restituendoci la conoscenza della scomparsa pittura greca, cui sono legati da vincoli di affinit\xc3\xa0 e dipendenza.\nDi minor livello artistico appare la scultura in pietra, presente in rilievi su lastre o nella figura del defunto giacente sul sarcofago; notevole tra gli altri il sarcofago calcareo della tomba dei Partunu, opera di pregevole fattura, databile a et\xc3\xa0 ellenistica; tra le decorazioni fittili, un frammento ad alto rilievo, proveniente dal frontone dell'Ara della Regina, \xc3\xa8 conservato nel Museo nazionale tarquiniense, ove \xc3\xa8 raccolta tra l'altro un'importante serie di reperti ceramici, bronzi laminati, rilievi e terrecotte provenienti dalla zona, databili dal periodo geometrico al tardo-etrusco.\nIl sito archeologico dal 1995 \xc3\xa8 un sito di importanza comunitaria.. \nLe necropoli fanno parte del gruppo di necropoli etrusche di Cerveteri e Tarquinia, dichiarato patrimonio dell'umanit\xc3\xa0 UNESCO dal 2004.\n\n"
"Gli Etruschi (in etrusco: R\xc3\xa0senna, \xf0\x90\x8c\x80\xf0\x90\x8c\x8d\xf0\x90\x8c\x8d\xf0\x90\x8c\x84\xf0\x90\x8c\x94\xf0\x90\x8c\x80\xf0\x90\x8c\x93, o Rasna, \xf0\x90\x8c\x80\xf0\x90\x8c\x8d\xf0\x90\x8c\x94\xf0\x90\x8c\x80\xf0\x90\x8c\x93) furono un popolo dell'Italia antica vissuto tra il IX secolo a.C. e il I secolo a.C. in un'area denominata Etruria, corrispondente all'incirca alla Toscana, all'Umbria occidentale e al Lazio settentrionale e centrale, con propaggini anche a nord nella zona padana, nelle attuali Emilia-Romagna, Lombardia sud-orientale e Veneto meridionale, all'isola della Corsica, e a sud, in alcune aree della Campania.\nLa fase pi\xc3\xb9 antica della civilt\xc3\xa0 etrusca \xc3\xa8 la cultura villanoviana, attestata a partire dal IX secolo a.C., che deriva, a sua volta, dalla cultura protovillanoviana (XII - X secolo a.C.). La civilt\xc3\xa0 etrusca ebbe una profonda influenza sulla civilt\xc3\xa0 romana, fondendosi successivamente con essa al termine del I secolo a.C. Questo lungo processo di assimilazione culturale ebbe inizio con la data tradizionale della conquista della citt\xc3\xa0 etrusca di Veio da parte dei Romani nel 396 a.C. e termin\xc3\xb2 nel 27 a.C., primo anno del principato di Ottaviano, con il conferimento del titolo di Augusto.\n\n"
"La pittura etrusca rappresenta una delle manifestazioni pi\xc3\xb9 elevate dell'arte e della civilt\xc3\xa0 etrusca. Comprende le decorazioni funerarie all'interno delle tombe e le decorazioni pittoriche su lastre fittili destinate a edifici pubblici e privati. Si sviluppa nel corso di diversi secoli, dall'VIII al II secolo a.C., seguendo lo sviluppo della pittura greca dalla quale deriva tecnica e soggetti, attraverso la ceramica dipinta di importazione e la presenza di artigiani stranieri sul territorio. Grazie a ritrovamenti relativi soprattutto alla pittura funeraria, la pittura etrusca costituisce oggi uno dei pi\xc3\xb9 importanti patrimoni pittorici dell'umanit\xc3\xa0 relativo all'antichit\xc3\xa0.\n\n"
"La necropoli etrusca di Monterozzi contiene tombe le cui pitture parietali al loro interno rappresentano il pi\xc3\xb9 cospicuo nucleo pittorico a noi giunto di arte etrusca e al tempo stesso il pi\xc3\xb9 ampio documento di tutta la pittura antica prima dell'et\xc3\xa0 imperiale romana. Le camere funerarie, modellate sugli interni delle abitazioni, presentano le pareti decorate a fresco su un leggero strato di intonaco, con scene di carattere magico-religioso raffiguranti banchetti funebri, danzatori, suonatori di aul\xc3\xb3s, giocolieri, paesaggi, in cui \xc3\xa8 impresso un movimento animato e armonioso, ritratto con colori intensi e vivaci. Dopo il V secolo a.C. figure di demoni e divinit\xc3\xa0 si affiancano agli episodi di commiato, nell'accentuarsi del mostruoso e del patetico.\n\nTra i sepolcri pi\xc3\xb9 interessanti si annoverano le tombe che vengono denominate del Guerriero, della Caccia e della Pesca, delle Leonesse, degli Auguri, dei Giocolieri, dei Leopardi, dei Festoni, del Barone, dell'Orco e degli Scudi. Parte dei dipinti, staccati da alcune tombe allo scopo di preservarli (tomba delle Bighe, del Triclinio, del Letto Funebre e della Nave), sono custoditi nel Museo nazionale etrusco di Tarquinia; altri sono visibili direttamente sulla parete su cui furono realizzati.\nDi provenienza della necropoli sono da citare anche notevoli sculture in pietra in rilievi su lastre o nella figura del defunto giacente sul sarcofago; notevole tra gli altri il sarcofago calcareo della tomba dei Partunu, opera di pregevole fattura, databile a et\xc3\xa0 ellenistica.\nMolti dei reperti trovati nella necropoli sono raccolti nel Museo archeologico nazionale di Tarquinia ed in molti altri musei sparsi in tutto il mondo. Le pitture e le decorazioni murarie della Tomba del Barone, scoperta nel 1827, sono stati riprodotti negli anni successivi sulle pareti del cosiddetto Gabinetto Etrusco, conservato all'interno del Castello Reale di Racconigi.\nDal luglio 2004 la necropoli dei Monterozzi, insieme a quella di Cerveteri, entra a far parte della lista dell'Unesco dei siti patrimonio dell'umanit\xc3\xa0.\n\n"