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Pubblicazione: Milano : DVE Italia SpA, 2000
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
"Un tartufo \xc3\xa8 il corpo fruttifero di un fungo Ascomycota sotterraneo. La maggior parte dei tartufi appartengono al genere Tuber, ma esistono anche altri generi di funghi appartenenti a questa categoria fra cui Geopora, Peziza, Choiromyces, Leucangium e oltre un centinaio di altri. I tartufi appartengono alla classe Pezizomycetes e, tolte alcune eccezioni, all'ordine Pezizales. I tartufi sono funghi micorrizici, e crescono pertanto vicini alle radici degli alberi. La dispersione delle spore dei tartufi avviene grazie ai micofagi, animali che si nutrono di funghi. Sotto la denominazione di tartufo vengono ricomprese comunemente anche le terfezie, genere della famiglia Terfeziaceae, detti anche tartufi del deserto. Sono endemici di aree desertiche e semi-desertiche dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo, dove sono molto apprezzati.\nTalune specie di tartufo costituiscono un'essenza alimentare estremamente pregiata, ricercata e costosa; altre specie sono invece considerate di poco pregio o, talvolta, perfino lievemente tossiche. In ogni caso i tartufi emanano un tipico profumo penetrante e persistente che si sviluppa solo a maturazione avvenuta e che ha lo scopo di attirare gli animali selvatici (maiale, cinghiale, tasso, ghiro, volpe), nonostante la copertura di terra, per spargere le spore contenute e perpetuare la specie. Tali frutti ipogei vengono individuati con l'aiuto di cani e raccolto a mano. \nLa scienza che studia i tartufi si chiama idnologia e deriva dal greco \xe1\xbd\x95\xce\xb4\xce\xbd\xce\xbf\xce\xbd, h\xc3\xbddnon.\n\n"
"I funghi mucillaginosi sono organismi unicellulari Acrasiomiceti (Acrasiomycota quindi cellulari) o Mixomiceti (Myxomycota quindi plasmodiali, cio\xc3\xa8 se le riserve alimentari a loro disposizione si riducono, i mixomiceti sono in grado, durante una fase del loro ciclo vitale, di aggregarsi in un'unica massa citoplasmatica, detta plasmodio eliminando le membrane cellulari divisorie; pertanto, il plasmodio risulta una cellula plurinucleare che arriva a contenere pi\xc3\xb9 di 100 000 nuclei). Essi sono un gruppo di strani organismi che vengono classificati tra i protisti a causa della loro somiglianza con le amebe. Sono organismi eucarioti eterotrofi che per gran parte del loro ciclo vitale si trovano sotto forma di plasmodio, un unico protoplasma plurinucleato non delimitato da pareti rigide. Si nutrono di materiale organico in decomposizione: batteri, lieviti e particelle organiche. Sono detti mucillaginosi perch\xc3\xa9 formano ammassi di consistenza gelatinosa. Vivono nel terreno umido dove si nutrono di foglie morte o su tronchi di alberi in putrefazione, dove \xc3\xa8 abbastanza facile osservarli in quanto risaltano per i colori caldi, quali rosso e giallo-arancio.\nHanno un ciclo vitale aplodiplonte: la generazione diploide \xc3\xa8 costituita dal plasmodio plurinucleato, mentre la generazione aploide \xc3\xa8 costituita da cellule singole.\nNel momento della riproduzione sessuale il plasmodio forma uno o pi\xc3\xb9 corpi fruttiferi (sporocarpi con pareti spesso incrostate di calcare) nei quali la meiosi porta alla formazione di meiospore. In condizioni favorevoli le meiospore germinano, formando singole cellule aploidi, di due tipi tra loro interconvertibili: mixamebe o mixomonadi (prive di flagelli), e planociti o mixoflagellate (dotate di due flagelli di diversa lunghezza). Mixamebe e planociti possono fondersi, dando origine ad un amebozigote che pu\xc3\xb2 dividersi per endomitosi o fondersi con altri amebozigoti per formare il plasmodio.\nIl plasmodio pu\xc3\xb2, in condizioni avverse, formare uno sclerozio per resistere al periodo di stress, per poi ritornare ad una normale funzionalit\xc3\xa0 una volta che le condizioni ritornino favorevoli.\n\n"