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Pubblicazione: Firenze : Olschki, 2013
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
'La Chiesa ortodossa, talvolta indicata anche come Chiesa ortodossa orientale, Chiesa cristiana d\'Oriente o Chiesa cattolica ortodossa, \xc3\xa8 una comunione di Chiese cristiane nazionali, che sono o autocefale (cio\xc3\xa8 il cui capo non riconosce alcuna autorit\xc3\xa0 religiosa in terra al di sopra di s\xc3\xa9) o autonome (cio\xc3\xa8 dipendenti da un patriarcato, ma da esso distinte). Delle Chiese autocefale, nove sono patriarcati, storici o moderni.\nCome \xc3\xa8 indicato nelle pubblicazioni del Dipartimento di Statistiche delle Nazioni Unite, le denominazioni usate dai vari stati per indicare le religioni non sono uniformi. Cos\xc3\xac i cattolici sono identificati come "cattolici" in Portogallo, ma "cattolici romani" in Germania, e il termine "ortodosso", che in Etiopia indica soprattutto appartenenza alla Chiesa ortodossa etiope, una delle Chiese ortodosse orientali, in Romania indica soprattutto l\'essere membri della Chiesa ortodossa romena, una delle Chiese che in inglese e tedesco sono anch\'esse chiamate orientali (usando per\xc3\xb2 Eastern, un vocabolo distinto da Oriental, anche se sinonimo), ma che in lingue che non dispongono di una simile coppia di sinonimi sono chiamate bizantine o calcedonesi. Queste ultime lingue attualmente riservano l\'aggettivo "orientali" per le Chiese che non accettano il Concilio di Calcedonia.La Chiesa ortodossa, erede della cristianit\xc3\xa0 dell\'antico Impero romano, ridotto poi in quello chiamato dagli storici l\'Impero bizantino, \xc3\xa8 ora suddivisa negli antichi quattro Patriarcati storici di Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme della Pentarchia (senza il quinto, d\'Occidente) e in diverse altre chiese autocefale (delle quali non tutte si chiamano patriarcati). Essa ritiene che solo al proprio interno, quindi in via esclusiva, sussista la continuit\xc3\xa0 della Chiesa universale fondata da Ges\xc3\xb9 Cristo (proprio come lo ritiene, da parte sua, la Chiesa cattolica romana).\n\n'
'La riforma dell\'XI secolo consiste in una serie di riforme della Chiesa cattolica (pi\xc3\xb9 precisamente, della Chiesa latina), attuate in Europa nel corso dell\'XI secolo. Fin dall\'epoca carolingia i vescovi e gli abati erano stati coinvolti nella gestione del potere pubblico, un coinvolgimento cresciuto a seguito della disgregazione dell\'autorit\xc3\xa0 centrale avvenuta nel corso della prima met\xc3\xa0 del X secolo. Tale situazione si ripercosse fortemente sulla chiesa che and\xc3\xb2 ad attraversare un periodo, detto saeculum obscurum, di forte crisi morale e di indebolimento del papato succube delle famiglie romane. Fenomeni quali la simonia o il nicolaismo erano divenuti oramai consuetudinari. A fronte di ci\xc3\xb2 nacquero alcuni movimenti che miravano al ripristino della moralit\xc3\xa0 e del prestigio della chiesa: le prime avvisaglie si ebbero nel mondo monastico ed in particolare nell\'abbazia di Cluny, fondata nel 910 (o 909), che dette vita alla cosiddetta riforma cluniacense. Grazie al suo prestigio e alla sua autonomia, gli ideali cluniacensi si diffusero in poco tempo in tutta Europa iniziando ad influenzare anche il clero secolare. \nTra i sostenitori della riforma vi fu l\'imperatore Enrico III il Nero, Re dei Romani dal 1039, che nel 1045 intervenne personalmente in una situazione di forte crisi del papato, con ben tre papi che si consideravano legittimi e che si accusavano vicendevolmente di simonia. Enrico depose i tre avversari e fece nominare un papa tedesco, papa Clemente II, al soglio di Pietro a cui seguirono altri papi provenienti d\'Oltralpe. Questo port\xc3\xb2 beneficio al papato, sia perch\xc3\xa9 veniva sottratto al controllo dell\'aristocrazia romana, sia perch\xc3\xa9 in Germania si era soliti nominare vescovi persone di alto valore morale, poich\xc3\xa9 il potere regio contava sulla loro affidabilit\xc3\xa0. Fu proprio grazie a questi papi tedeschi che inizi\xc3\xb2 veramente la riforma della chiesa che venne imposta a tutta la cristianit\xc3\xa0.\nCon la morte di Enrico e la successiva debole reggenza dell\'imperatrice, l\'influenza della corte tedesca sul papato venne messa in crisi, tanto che i papi successivi (di origine tosco-lorenese) furono eletti senza che questa venisse contemplata ma, contestualmente, si assistette anche ad una intensificazione della riforma. Questi papi vollero affermare il primato della Santa Sede sui vescovi e sul clero delle diverse diocesi (e ci\xc3\xb2 cre\xc3\xb2 spesso tensioni con gli episcopati locali), nonch\xc3\xa9 rivendicare le proprie prerogative nei confronti delle autorit\xc3\xa0 civili, prima di tutto l\'imperatore romano-germanico, portando a frizioni con esso. Ma lo scontro pi\xc3\xb9 duro si ebbe con il pontificato di papa Gregorio VII, fervente sostenitore della riforma e del primato papale (le sue idee furono, probabilmente, declinate nel celebre Dictatus papae), che lo vide protagonista di una lotta (conosciuta come "lotta per le investiture") contro il giovane e futuro imperatore Enrico IV. Lo scontro sfoci\xc3\xb2 in episodi drammatici ed inediti quando Enrico arriv\xc3\xb2 a dichiarare deposto Gregorio VII e quest\'ultimo a rispondere scomunicandolo. L\'impegno di Gregorio VII nella difesa degli ideali della riforma fece si che talvolta questa viene conosciuta come riforma gregoriana, un termine spesso utilizzato, con una specie di sineddoche, per designare tutti gli interventi di questa azione riformatrice dell\'XI secolo.\nIl processo di riforma continu\xc3\xb2 anche dopo la morte di Gregorio, avvenuta nel 1085 mentre si trovava in esilio a Salerno, tuttavia con tinte meno dure. I conflitti con l\'Impero si conclusero con il concordato di Worms del 1122 che prevedeva una sorta di compromesso, ma la struttura della chiesa era oramai mutata verso un modello monarchico gerarchicamente strutturato in modo verticistico. Dalla riforma deriv\xc3\xb2 anche una nuova organizzazione del clero tutt\'ora (primo quarto del XXI secolo) in vigore, basata sul celibato e sulla netta separazione tra laici ed ecclesiastici. Oltre ai papi e agli imperatori, la riforma dell\'XI secolo ebbe come protagonisti anche diversi teologi che fornirono le giustificazioni dottrinali al movimento e al rafforzamento della figura del pontefice.\n\n'
'Il Concilio Ecumenico Vaticano II, abbreviato come Vaticano II, \xc3\xa8 stato il ventunesimo e il pi\xc3\xb9 recente concilio ecumenico della Chiesa cattolica.\nLa sua convocazione fu annunciata da papa Giovanni XXIII il 25 gennaio 1959 presso la sala capitolare del Monastero di San Paolo di Roma al termine della settimana di preghiera per l\'unit\xc3\xa0 dei cristiani. I lavori conciliari ebbero luogo nel corso di quattro sessioni, la cui lingua ufficiale fu il latino. Nella storia ecclesiastica, fu il concilio che in assoluto diede rappresentanza alla maggior variet\xc3\xa0 di lingue ed etnie. All\'evento furono invitati ad assistere anche alcuni esponenti delle altre confessioni cristiane.\nLa prima sessione inizi\xc3\xb2 nell\'ottobre 1962 e si interruppe a seguito della morte del Pontefice il 3 giugno dell\'anno seguente. Le altre tre sessioni furono convocate e presiedute dal suo successore Paolo VI, fino al termine dei lavori l\'8 dicembre 1965, solennit\xc3\xa0 dell\'Immacolata Concezione. I vescovi cattolici discussero gli argomenti riguardanti la vita della Chiesa e la sua apertura alle istanze nel mondo moderno e contemporaneo. Il Vaticano promulg\xc3\xb2 quattro Costituzioni, tre Dichiarazioni e nove Decreti.\nL\'importanza del Concilio Vaticano II \xc3\xa8 stata paragonata a quella del Concilio di Trento, ed il suo ruolo nel XX secolo e nel futuro della Chiesa \xc3\xa8 ancora oggetto di dibattito storico e dottrinale. Per questo come il Concilio di Trento \xc3\xa8 stato il concilio della Controriforma (o "prima riforma cattolica"), il Concilio Vaticano II \xc3\xa8 stato chiamato il concilio della "seconda riforma cattolica".\n\n'
'Aurelio Agostino d\'Ippona (in latino: Aurelius Augustinus Hipponensis; Tagaste, 13 novembre 354 \xe2\x80\x93 Ippona, 28 agosto 430) \xc3\xa8 stato un filosofo, vescovo e teologo romano di origine nordafricana e lingua latina.\nConosciuto come sant\'Agostino, \xc3\xa8 Padre, dottore e santo della Chiesa cattolica, detto anche Doctor Gratiae ("Dottore della Grazia"). Forse il maggiore rappresentante della Patristica, \xc3\xa8 stato definito da Monsignor Antonio Livi \xc2\xabil massimo pensatore cristiano del primo millennio e certamente anche uno dei pi\xc3\xb9 grandi geni dell\'umanit\xc3\xa0 in assoluto\xc2\xbb. Se le Confessioni sono la sua opera pi\xc3\xb9 celebre, si segnala per importanza, nella vastissima produzione agostiniana, La citt\xc3\xa0 di Dio.\n\n'
'La Chiesa cattolica, la Chiesa ortodossa e gran parte delle Chiese riformate riconoscono che Pietro avesse un ruolo particolare tra gli apostoli. La questione \xc3\xa8 molto dibattuta, infatti resta il fatto che un ruolo particolare lo hanno avuto anche Giovanni evangelista, come testimoniato in diversi brani del Vangelo, Andrea (il Primo chiamato) e Giacomo che presiedette il primo concilio ecumenico, tenutosi a Gerusalemme (alla presenza dei Dodici e di Paolo). Proprio per questo l\'entit\xc3\xa0 del primato di Pietro (primatum Petri) \xc3\xa8 oggetto tra le confessioni cristiane di dispute dottrinali, che influenzano anche la dottrina sul primato papale, oggi riconosciuto solo dai cattolici.\nLa questione dottrinale riguardante l\'unit\xc3\xa0 della Chiesa e la natura dell\'autorit\xc3\xa0, era in origine radicata nella politica e nella cultura. Soprattutto dopo la fondazione di Costantinopoli da parte dell\'imperatore Costantino, l\'Oriente e l\'Occidente si trovarono di fatto divisi. Costantinopoli divenne la citt\xc3\xa0 pi\xc3\xb9 importante dell\'impero. La divisione politica in Pars Occidens e Pars Oriens\naveva accresciuto le differenze, comportando un indebolimento politico, economico e militare dell\'Occidente. A fronte della decadenza di Roma, gi\xc3\xa0 iniziata ancor prima dell\'avvento di Costantino, Costantinopoli continuava a crescere e l\'imperatore vi aveva la propria residenza. Questa separazione, in campo religioso, si traduceva nell\'aumento della distanza tra Roma e Costantinopoli.\nLa concezione che un "corpo" deve poter avere un capo per mantenere tale unit\xc3\xa0 fu interpretata in maniera diversa in Oriente e in Occidente:\n\nl\'Oriente restava ancorato alla tradizione ignaziana (Ignazio di Antiochia, successore di San Pietro nella sede sira), che affermava che la Chiesa era unita al proprio vescovo e \xc2\xabladdove c\'era il vescovo l\xc3\xac c\'era la Chiesa\xc2\xbb. Tale visione vedeva tutti i vescovi operare insieme in armonia e nessuno aveva autorit\xc3\xa0 sugli altri. La chiesa d\'Oriente aveva un carattere prevalentemente sinodale;\nin Occidente prevaleva una concezione verticistica, descrivibile con l\'immagine della piramide. Alla base di essa vi \xc3\xa8 la totalit\xc3\xa0 dei fedeli, pi\xc3\xb9 in alto i consacrati, ancora pi\xc3\xb9 in su i vescovi.Ci\xc3\xb2 comporta che nel cattolicesimo il vertice della piramide \xc3\xa8 costituito dal vescovo di Roma (che i cattolici considerano "vicario di Cristo", unico e vero capo della Chiesa): questo \xc3\xa8 il senso del primato per i cattolici. Diversamente, nella Chiesa ortodossa il patriarca di Costantinopoli assume solamente il ruolo di Primus inter pares, ci\xc3\xb2 per effetto della collegialit\xc3\xa0 e dell\'autonomia di ciascun vescovo (all\'interno della propria comunit\xc3\xa0 dei fedeli) e della natura teologica della funzione episcopale. Del resto, la concezione del Primus inter pares non era una novit\xc3\xa0, perch\xc3\xa9 sta alla base della Pentarchia presente nella Chiesa dei primi secoli (una chiesa collegiale che vedeva la partecipazione di tutti i vescovi, coordinati dai Patriarchi delle sedi di Costantinopoli, Roma, Antiochia, Alessandria d\'Egitto e Gerusalemme).\nBench\xc3\xa9 molti siano i passi del Nuovo Testamento in cui si parla di Pietro, il dibattito si riduce spesso alla discussione sul significato e la traduzione del verso 16,18 del vangelo di Matteo. Certamente molti sono i passi in cui si parla di Pietro, ma molti sono i versetti in cui si parla anche degli altri Apostoli, e la discussione tra esegeti e teologi (alla ricerca del vero significato) \xc3\xa8 oggi ancora aperta.\n\n'