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Pubblicazione: Torino : Archivio storico della Città di Torino, c1980
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: it
"Torino (AFI: /to\xcb\x88rino/, ; Turin in piemontese) \xc3\xa8 un comune italiano di 853 383 abitanti, quarto comune italiano per popolazione e capoluogo dell'omonima citt\xc3\xa0 metropolitana e della regione Piemonte. Cuore di un'area metropolitana con 2 milioni di abitanti su una superficie approssimativa di circa 2 300 km\xc2\xb2, Torino \xc3\xa8 il terzo complesso economico-produttivo del Paese e costituisce uno dei maggiori poli universitari, artistici, turistici, scientifici e culturali d'Italia. Nel suo territorio sono inoltre presenti aree ed edifici inclusi in due beni protetti dall'UNESCO: alcuni palazzi e zone facenti parte del circuito di residenze sabaude in Piemonte (patrimonio dell'umanit\xc3\xa0) e l'area delle colline del Po (riserva della biosfera).\nCitt\xc3\xa0 dalla storia bimillenaria, fu fondata probabilmente nei pressi della posizione attuale, attorno al III secolo a.C., dai Taurini, quindi trasformata in colonia romana da Augusto col nome di Iulia Augusta Taurinorum nel I secolo a.C.. Dopo il dominio ostrogoto, fu capitale di un importante ducato longobardo, per poi passare, dopo essere divenuta capitale di marca carolingia, sotto la signoria nominale dei Savoia nell'XI secolo. Citt\xc3\xa0 dell'omonimo ducato, nel 1563 ne divenne capitale. Dal 1720 fu capitale del Regno di Sardegna (anche se solo de facto fino alla fusione perfetta del 1847, quando lo divenne anche formalmente), Stato che nel XIX secolo avrebbe portato all'unificazione italiana e che fece di Torino la prima capitale del Regno d'Italia (dal 1861 al 1865).\nSede nel 2006 dei XX Giochi olimpici invernali, citt\xc3\xa0 natale di alcuni fra i maggiori simboli del Made in Italy nel mondo, come il Martini, il cioccolato gianduja e il caff\xc3\xa8 espresso, \xc3\xa8 il fulcro dell'industria automobilistica italiana, nonch\xc3\xa9 importante centro dell'editoria, del sistema bancario e assicurativo, delle tecnologie dell'informazione, del cinema, dell'enogastronomia, del settore aerospaziale, del disegno industriale, dello sport e della moda."
'La storia delle biblioteche pubbliche statali italiane comincia necessariamente all\'alba dell\'Unit\xc3\xa0. Durante la costruzione del Regno, il governo sabaudo si appropri\xc3\xb2 delle biblioteche degli antichi stati, finanziandole sul suo bilancio. Le antiche biblioteche "di palazzo" sono tuttora parte fondamentale delle biblioteche statali e tra le pi\xc3\xb9 importanti. Dal 1869, lo Stato ha rinunciato a regolare tutte le biblioteche, concentrandosi solo su quelle di sua propriet\xc3\xa0. Le soppressioni sabaude delle congregazioni religiose hanno arricchito notevolmente queste biblioteche di opere antiche, principalmente di devozione, e sono una caratteristica peculiare delle biblioteche italiane e di quelle statali in particolare. I tentativi di correggere la distribuzione non uniforme delle biblioteche statali, assenti in gran parte del Sud, hanno portato alla fondazione o al riscatto da parte dello Stato di alcuni istituti, aumentandone quindi il numero, malgrado questo sia da sempre stato ritenuto eccessivo. \nFino al 1975 sono state amministrate dal Ministero della pubblica istruzione, poi, con la sua istituzione, la competenza \xc3\xa8 passata al Ministero per i beni culturali.\n\n'