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Edizione: 5°.ed.
Pubblicazione: Firenze : ed.Primavera, 1993
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
"Vulcano (Vurcanu in siciliano) \xc3\xa8 un'isola italiana appartenente all'arcipelago delle isole Eolie, in Sicilia. Amministrativamente fa parte del comune di Lipari.\nGli abitanti, 715 nel 2001, vengono chiamati vulcanari.\nNell'antichit\xc3\xa0 venne chiamata Therasia (\xce\x98\xce\xb7\xcf\x81\xce\xb1\xcf\x83\xce\xaf\xce\xb1), poi Hiera (\xe1\xbc\xb9\xce\xb5\xcf\x81\xce\xac), perch\xc3\xa9 sacra al dio Vulcano, da dove deriva poi il suo nome attuale.\n\n"
"Catania (AFI: /ka\xcb\x88tanja/, ) \xc3\xa8 un comune italiano di 294 870 abitanti, capoluogo della citt\xc3\xa0 metropolitana di Catania in Sicilia.\nCuore di un agglomerato urbano di circa 700 000 residenti esteso alle pendici sud orientali del Monte Etna, \xc3\xa8 il centro dell'area metropolitana pi\xc3\xb9 densamente popolata della Sicilia, e di una pi\xc3\xb9 ampia conurbazione nota come Sistema lineare della Sicilia orientale, che conta circa 1 693 173 abitanti su una superficie di 2 400 chilometri quadrati. La citt\xc3\xa0 \xc3\xa8 inoltre il fulcro economico e infrastrutturale del Distretto del Sud-Est Sicilia, istituito il 26 febbraio 2014 alla presenza dell'allora presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano. Principale polo industriale, logistico e commerciale della Sicilia, \xc3\xa8 sede dell'Aeroporto Vincenzo Bellini.\nFondata nel 729 a.C. dai Calcidesi della vicina Naxos, la citt\xc3\xa0 vanta una storia millenaria caratterizzata da svariate dominazioni i cui resti ne arricchiscono il patrimonio artistico, architettonico e culturale. Sotto la dinastia aragonese fu capitale del Regno di Sicilia, e dal 1434 per volere del re Alfonso V \xc3\xa8 sede della pi\xc3\xb9 antica Universit\xc3\xa0 dell'isola. Nel corso della sua storia \xc3\xa8 stata pi\xc3\xb9 volte interessata da eruzioni vulcaniche (la pi\xc3\xb9 imponente, in epoca storica, \xc3\xa8 quella del 1669) e da terremoti (i pi\xc3\xb9 catastrofici ricordati sono stati quelli del 1169 e del 1693).\nIl barocco del suo centro storico \xc3\xa8 stato dichiarato dall'UNESCO Patrimonio dell'umanit\xc3\xa0, assieme a quello di sette comuni del Val di Noto (Caltagirone, Militello in Val di Catania, Modica, Noto, Palazzolo Acreide, Ragusa e Scicli), nel 2002."
"Lampedusa \xc3\xa8 un'isola dell'Italia appartenente all'arcipelago delle isole Pelagie, in Sicilia.\n\xc3\x88 la pi\xc3\xb9 estesa dell'arcipelago delle Pelagie nel mar Mediterraneo, nonch\xc3\xa9 il territorio italiano pi\xc3\xb9 meridionale in assoluto, e fa parte del libero consorzio comunale di Agrigento. Amministrativamente forma assieme a Linosa il comune di Lampedusa e Linosa (di cui \xc3\xa8 la sede municipale), che conta 6.304 abitanti complessivi. Con una superficie di 20,2 km\xc2\xb2, \xc3\xa8 la quinta per estensione delle isole siciliane. In antichit\xc3\xa0 il suo nome era Lopad\xc3\xbasa (\xce\x9b\xce\xbf\xcf\x80\xce\xb1\xce\xb4\xce\xbf\xe1\xbf\xa6\xcf\x83\xcf\x83\xce\xb1 in greco). Appartiene alla placca africana."
"I viaggi di Platone in Sicilia si sarebbero svolti durante il IV secolo a.C., coprendo un arco di tempo compreso fra il 388 a.C. e il 360 a.C., con una pausa tra il primo e il secondo viaggio di circa vent'anni. Non esiste assoluta certezza della autenticit\xc3\xa0 di questi viaggi del filosofo ateniese (nato nel 428 o 427 a.C. e morto nel 348 o 347 a.C.) e anche le motivazioni sono controverse: gli studiosi, per lo pi\xc3\xb9, considerano reali i viaggi, ma essi restano la parte della biografia platonica pi\xc3\xb9 oscura e dibattuta. Centrale \xc3\xa8 il ruolo di una fonte, la Lettera VII, forse l'unica realmente vergata da Platone dell'epistolario che la tradizione gli attribuisce.\nTutti i biografi antichi sostengono che Platone giunse per la prima volta in Sicilia, forse intorno al 388 a.C., spinto dal desiderio di visitare il vulcano Etna. A Siracusa, venuto a conoscenza del tiranno Dionisio I, Platone, allora quarantenne, entr\xc3\xb2 in contatto con il giovane nobile Dione, della cerchia di Dionisio, che divenne suo discepolo. Secondo la tradizione, quando Platone attacc\xc3\xb2 con le sue parole la tirannide, provocando l'ira del dinasta, fu proprio Dione che cerc\xc3\xb2 di mettere in salvo il maestro, facendolo imbarcare in tutta fretta per Atene, anche se tale viaggio si concluse con la riduzione in schiavit\xc3\xb9 del filosofo.\n\nNel 367 a.C., vi sarebbe stato un secondo viaggio di Platone in Sicilia, in questo caso invitato da Dione per educare il nipote Dionisio II, figlio di Dionisio I e suo successore, con l'obiettivo di farlo diventare un re-filosofo. Tuttavia, la situazione politica precipit\xc3\xb2 e Dione fu allontanato.\nPlatone si sarebbe recato anche una terza e ultima volta a Siracusa nel 361 a.C., allo scopo di facilitare una mediazione pacifica tra Dionisio II e Dione, fallendo per\xc3\xb2 nel suo intento. Allontanato dall'acropoli, pot\xc3\xa9 fare ritorno ad Atene grazie all'intervento dei pitagorici di Taranto, che intercedettero in suo favore presso il tiranno. In quel periodo, si colloca la spedizione militare di Dione del 357 a.C. contro la tirannide siracusana, alla quale segu\xc3\xac un periodo assai turbolento, con il succedersi di diversi tiranni a Siracusa, fino al ritorno di Dionisio II nel 347/346 a.C. e il successivo invio dalla metropoli di Corinto di un pacificatore, Timoleone, che tra il 344 e il 337 a.C. riport\xc3\xb2 la pace in Sicilia.\nPur non essendoci nei dialoghi platonici alcun richiamo diretto ed esplicito ai viaggi in Sicilia, una parte della critica moderna ritiene che sia comunque possibile riscontrare reminiscenze dei viaggi nella produzione letteraria del filosofo: La Repubblica, il Politico e le Leggi sarebbero pervasi dall'esperienza della tirannide siracusana; il Simposio conterrebbe ricordi del tempo passato a Siracusa con Dione; dietro il mito di Atlantide, di cui si parla nel Timeo e in Crizia, starebbe un riferimento alla stessa Siracusa.\n\n"
"La Spedizione dei Mille fu uno degli episodi cruciali del Risorgimento. Avvenne nel 1860 quando un migliaio di volontari, al comando di Giuseppe Garibaldi, part\xc3\xac nella notte tra il 5 e il 6 maggio da Quarto (nei pressi di Genova, nel territorio del Regno di Sardegna) alla volta della Sicilia, controllata dal Regno Borbonico delle Due Sicilie.\nLo scopo della spedizione fu di appoggiare le rivolte scoppiate nell'isola e rovesciare il governo borbonico. I volontari sbarcarono l'11 maggio presso Marsala e, grazie al contributo di volontari meridionali e allo sbarco di altre spedizioni garibaldine, aumentarono di numero, creando l'Esercito meridionale, il quale si mosse verso nord alla volta di Napoli.\nDopo una serie di battaglie vittoriose contro l'Esercito borbonico, i volontari garibaldini riuscirono a conquistare tutto il Regno delle Due Sicilie, permettendone l'annessione al nascente Regno d'Italia.\n\n"