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Pubblicazione: Milano : Ubulibri, c1983
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
'Veronika Voss (Die Sehnsucht der Veronika Voss) \xc3\xa8 un film drammatico del 1982 diretto da Rainer Werner Fassbinder e interpretato da Rosel Zech, liberamente ispirato agli ultimi anni dell\'attrice tedesca Sybille Schmitz.Il film conclude la cosiddetta "BRD-Trilogie" di Fassbinder, dopo Il matrimonio di Maria Braun del 1979 e Lola del 1981, incentrata su tre diverse figure femminili nella Germania del secondo dopoguerra.\xc3\x88 stato presentato in anteprima alla 32\xc2\xaa edizione del Festival di Berlino, dove si \xc3\xa8 aggiudicato l\'Orso d\'oro.\n\n'
'Lili Marleen \xc3\xa8 un film del 1981 diretto da Rainer Werner Fassbinder ispirato al romanzo autobiografico della cantante Lale Andersen Il cielo ha molti colori.\nIl film segue idealmente la quadrilogia fassbinderiana sulla Germania, iniziata con Il matrimonio di Maria Braun (1979) e che sar\xc3\xa0 seguita da Lola (1981) e Veronika Voss (1982).\nLa famosa canzone Lili Marleen cui si ispira il titolo del film, fu scritta nel 1916, musicata nel 1930 e registrata nel 1938 ed ha ispirato altri tre film: due britannici (1952, 1970) e uno tedesco (1956).\n\n'
'Rainer Werner Fassbinder (IPA: [\xcb\x88\xca\x80a\xc9\xaa\xcc\xafn\xc9\x90 \xcb\x88v\xc9\x9b\xca\x81n\xc9\x90 \xcb\x88fas\xcb\x8cb\xc9\xaand\xc9\x90]) (Bad W\xc3\xb6rishofen, 31 maggio 1945 \xe2\x80\x93 Monaco di Baviera, 10 giugno 1982) \xc3\xa8 stato un regista, sceneggiatore, produttore cinematografico, attore, montatore, drammaturgo, regista teatrale e scrittore tedesco, uno dei maggiori esponenti del Nuovo cinema tedesco degli anni settanta-ottanta.\n\n'
"Rosel Zech (Berlino, 7 luglio 1940 \xe2\x80\x93 Berlino, 31 agosto 2011) \xc3\xa8 stata un'attrice tedesca di cinema e teatro, nota in Italia soprattutto per l'interpretazione dei film Veronika Voss e Lola di Rainer Werner Fassbinder. Inoltre la si ricorda per il ruolo della Reverenda Madre Elisabeth Reuter nella serie televisiva tedesca Un ciclone in convento trasmessa in Italia da Rai 1.\n\n"
'L\'Orso d\'oro (Goldener B\xc3\xa4r) \xc3\xa8 il premio assegnato dalla giuria internazionale del Festival di Berlino al miglior film presentato in concorso.\nIl premio, una statuetta in bronzo placcata d\'oro rappresentante un orso, simbolo della citt\xc3\xa0 presente sullo stemma e sulla bandiera, venne creato il 9 ottobre 1950 in occasione della prima riunione del comitato organizzatore della Berlinale.Nella prima edizione del festival l\'Orso d\'oro fu assegnato da una giuria di esperti, tutti di nazionalit\xc3\xa0 tedesca, mentre dalla successiva fino a quella del 1955 i vincitori furono scelti dal pubblico. Questa decisione venne presa su pressione della FIAPF, dato che l\'assegnazione di premi da parte di una giuria di esperti era riservata ai cosiddetti "festival competitivi", titolo che Il Festival di Berlino avrebbe guadagnato solo nel 1956.Nel 1970 l\'Orso d\'oro non venne assegnato, cos\xc3\xac come tutti gli altri premi, a causa della chiusura del festival due giorni prima del previsto per le polemiche destate dal film tedesco O.k. di Michael Verhoeven. Le accuse di antiamericanismo rivolte al film e le polemiche che seguirono portarono infatti all\'abbandono della giuria.Nel 1978 il riconoscimento \xc3\xa8 stato conferito collettivamente al programma presentato dalla Spagna e consegnato ai registi Emilio Mart\xc3\xadnez L\xc3\xa1zaro per Las palabras de Max, Jos\xc3\xa9 Luis Garc\xc3\xada S\xc3\xa1nchez per Las truchas e Tom\xc3\xa1s Mu\xc3\xb1oz per il cortometraggio Ascensor.\n\n'
'Il cinema tedesco \xc3\xa8 una delle cinematografie nazionali dalla storia pi\xc3\xb9 prestigiosa.\n\n'
"Gli spettacoli nell'antica Roma erano numerosi, aperti a tutti i cittadini ed in genere gratuiti; alcuni di essi si distinguevano per la grandezza degli allestimenti e per la crudelt\xc3\xa0.\nI Romani frequentavano di preferenza i combattimenti dei gladiatori, quelli con bestie feroci (venationes), le riproduzioni di battaglie navali (naumachia), le corse di carri, le gare di atletica, gli spettacoli teatrali dei mimi e le pantomime.\nQuarant'anni dopo l'invettiva di Giovenale (n. tra il 55 e il 60\xe2\x80\x93m. dopo il 127) che rimpiangeva la sobriet\xc3\xa0 e la severit\xc3\xa0 repubblicana di un popolo che ormai aspirava solo al panem et circenses, al pane e agli spettacoli, Frontone (100-166), quasi con le stesse parole, descriveva sconsolato la triste realt\xc3\xa0:\n\nLa classe dirigente romana considerava infatti suo compito primario quello di distribuire alimenti una volta al mese al popolo e di distrarlo e regolare il suo tempo libero con gli spettacoli gratuiti offerti nelle festivit\xc3\xa0 religiose o in ricorrenze laiche.\n\n"