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Pubblicazione: Firenze : Nella stamperia reale, [1861]
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
"Vittorio Emanuele III di Savoia (Vittorio Emanuele Ferdinando Maria Gennaro di Savoia; Napoli, 11 novembre 1869 \xe2\x80\x93 Alessandria d'Egitto, 28 dicembre 1947) \xc3\xa8 stato Re d'Italia (dal 1900 al 1946), Imperatore d'Etiopia (dal 1936 al 1943), Primo Maresciallo dell'Impero (dal 4 aprile 1938) e Re d'Albania (dal 1939 al 1943). Abdic\xc3\xb2 il 9 maggio 1946 e gli succedette il figlio Umberto II.\nFiglio di Umberto I di Savoia e di Margherita di Savoia, ricevette alla nascita il titolo di principe di Napoli, nell'evidente intento di sottolineare l'unit\xc3\xa0 nazionale, raggiunta da poco.\nIl suo lungo regno (46 anni) vide, oltre alle due guerre mondiali, l'introduzione del suffragio universale maschile (1912) e femminile (1945), delle prime importanti forme di protezione sociale, il declino e il crollo dello Stato liberale (1900-1922), la nascita e il crollo dello Stato fascista (1925-1943), la composizione della questione romana (1929), il raggiungimento dei massimi confini territoriali dell'Italia unita, le maggiori conquiste in ambito coloniale (Libia ed Etiopia). Mor\xc3\xac poco pi\xc3\xb9 di un anno e mezzo dopo la caduta del Regno d'Italia. \nPer la sua partecipazione a due guerre mondiali e la vittoria nella prima venne appellato Re Soldato e Re Vittorioso, ma viene anche ricordato per il precipitoso e disordinato abbandono della capitale dopo l'armistizio del 1943 e per l'estremo ma tardivo tentativo di salvare la monarchia quando abdic\xc3\xb2 a favore del figlio. In Italia gli odonimi a lui dedicati sono 409 e sono distribuiti in maniera difforme."
"Umberto II di Savoia (Umberto Nicola Tommaso Giovanni Maria di Savoia; Racconigi, 15 settembre 1904 \xe2\x80\x93 Ginevra, 18 marzo 1983) \xc3\xa8 stato Luogotenente Generale del Regno d'Italia dal 1944 al 1946 e ultimo Re d'Italia, dal 9 maggio 1946 al 18 giugno dello stesso anno.\nNonostante il risultato del Referendum istituzionale del 2 giugno, solo il 13 giugno il Consiglio dei ministri pot\xc3\xa9 trasferire ad Alcide De Gasperi, con un gesto che Umberto II defin\xc3\xac rivoluzionario, le funzioni accessorie di capo provvisorio dello Stato.\nA causa della brevissima durata del suo regno, poco pi\xc3\xb9 di un mese, venne soprannominato Re di maggio.\n\n"
'Francesco Giuseppe Carlo Giovanni d\'Asburgo-Lorena (Firenze, 12 febbraio 1768 \xe2\x80\x93 Vienna, 2 marzo 1835), figlio di Leopoldo II, fu l\'ultimo Imperatore dei Romani, primo Imperatore d\'Austria, Re di Boemia e Re di Ungheria, e ultimo Duca di Milano.\nPer contrastare l\'egemonia di Napoleone in Europa, e per prevenire una perdita di rango, nel 1804 assunse il titolo di Imperatore ereditario d\'Austria - numerato come Francesco I - ma port\xc3\xb2 fino al 1806 il titolo di Imperatore Romano Eletto. Nella storia \xc3\xa8 perci\xc3\xb2 spesso chiamato Francesco II, per distinguerlo da suo nonno Francesco I di Lorena.\nIl suo proclama del 6 agosto 1806, in cui dichiar\xc3\xb2 il Reich estinto, sanc\xc3\xac che "la corona imperiale tedesca e il governo imperiale" erano ufficialmente decaduti e che "gli Elettori, Principi e altri ceti, cos\xc3\xac come tutti gli appartenenti e vassalli dell\'Impero tedesco, sono sciolti dai loro precedenti obblighi". Diede cos\xc3\xac alla luce l\'Impero ereditario d\'Austria, costituito dalle terre ereditarie della Casa d\'Asburgo. Questo perch\xc3\xa9 se la Corona Imperiale fosse finita in mani francesi anche le sue terre austriache comprese nel Reich avrebbero potuto cadere sotto il dominio napoleonico.\nL\'Impero era stato di fatto gi\xc3\xa0 abolito da Napoleone, quando questi nel 1806 fond\xc3\xb2 la Confederazione del Reno, un organismo che comprendeva molti territori fuoriusciti dal Reich in seguito alla Reichsdeputationshauptschluss di due anni prima. Come risultato quindi, Francesco II sciolse formalmente l\'Impero, fondato nel 962 con l\'incoronazione imperiale di Ottone I quale successore del regno franco orientale.\nDal 1792 l\'imperatore Francesco fu anche re di Boemia, Croazia e Ungheria, i reami ereditari della Casa d\'Austria che confluirono nel nuovo Impero da lui fondato.'
"Carlo Alberto di Savoia-Carignano (Carlo Alberto Emanuele Vittorio Maria Clemente Saverio di Savoia-Carignano; Torino, 2 ottobre 1798 \xe2\x80\x93 Oporto, 28 luglio 1849) \xc3\xa8 stato Re di Sardegna dal 27 aprile 1831 al 23 marzo 1849.\nDurante il periodo napoleonico visse in Francia dove acquis\xc3\xac un'educazione liberale. Come principe di Carignano nel 1821 diede e poi ritir\xc3\xb2 l'appoggio ai congiurati che volevano imporre la costituzione al re di Sardegna Vittorio Emanuele I. Divenne conservatore e partecip\xc3\xb2 alla spedizione legittimista contro i liberali spagnoli del 1823. Non destinato al trono, divent\xc3\xb2 re dello Stato sabaudo nel 1831 alla morte dello zio Carlo Felice che non aveva eredi.\nDa sovrano, dopo un primo periodo conservatore durante il quale appoggi\xc3\xb2 vari movimenti legittimisti d'Europa, nel 1848 ader\xc3\xac all'idea di un'Italia federata guidata dal papa e libera dagli Asburgo. Nello stesso anno concesse lo Statuto, la carta costituzionale che sarebbe rimasta in vigore (prima nel Regno di Sardegna e poi nel Regno d'Italia) fino al 1947.\nGuid\xc3\xb2 le forze che portarono alla prima guerra di indipendenza contro l'Austria ma, abbandonato da papa Pio IX e dal re Ferdinando II delle Due Sicilie, nel 1849 fu sconfitto e abdic\xc3\xb2 in favore del figlio Vittorio Emanuele. Mor\xc3\xac in esilio qualche mese dopo nella citt\xc3\xa0 portoghese di Oporto. Il suo tentativo di liberare l'Italia settentrionale dall'Austria rappresent\xc3\xb2 il primo sforzo dei Savoia di mutare gli equilibri della penisola dettati dal Congresso di Vienna. L'opera sar\xc3\xa0 ripresa con successo dal figlio Vittorio Emanuele, che diverr\xc3\xa0 il primo re d'Italia.\n\n"
"La chiesa della Gran Madre di Dio \xc3\xa8 uno dei pi\xc3\xb9 importanti luoghi di culto cattolici di Torino. Situata nella piazza omonima, si trova sulla riva destra idrografica del fiume Po, nel quartiere Borgo Po, immediatamente prospiciente al Ponte Vittorio Emanuele I e alla centrale piazza Vittorio Veneto; insieme a questi scorci, uniti alla visuale del vicino Monte dei Cappuccini, completa uno dei panorami pi\xc3\xb9 noti e suggestivi dell'area orientale del centro storico di Torino.\nIl progetto fu opera dell'architetto della corte sabauda Ferdinando Bonsignore (1760-1843) che diede alla chiesa forme e proporzioni ispirate dichiaratamente a quelle del Pantheon di Roma, di stile neoclassico-adrianeo.\nLa prima pietra fu posata da Vittorio Emanuele il giorno 23 luglio 1818 e la chiesa venne ultimata nel 1831 come parte del quinto ingrandimento della citt\xc3\xa0 di Torino voluto da Carlo Felice: con esso sorsero anche la grande piazza Vittorio Veneto (allora piazza Vittorio Emanuele), gli ultimi due isolati della via Porta Nuova, la piazza Carlo Felice e gli isolati che fronteggiano la parte a mezzogiorno del Corso dei Platiani (oggi Corso Fiume).\n\n"