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Autore principale: Flaiani, Francesco
Pubblicazione: Messina ; Firenze : G. D'Anna, stampa 1971
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Fa parte di: Uomini
Il proemio dell'Odissea è la parte iniziale (proemio) dell'opera epica del poeta Omero, che ha il compito di informare a grandi linee il lettore dell'argomento che viene trattato successivamente.
Un poema epico (il termine "epica" deriva dal greco ἕπος (epos) che significa "parola", e in senso più ampio "racconto", "narrazione") è un componimento letterario che narra le gesta, storiche o leggendarie, di un eroe o di un popolo, mediante le quali si conservava e tramandava la memoria e l'identità di una civiltà o di una classe politica. L'epica narra in versi il mythos (mito), cioè il racconto di un passato glorioso di guerre e di avventure ed è stata la prima forma di narrativa, costituendo anche una sorta di enciclopedia del sapere religioso, politico ecc., trasmessa oralmente con un accompagnamento musicale da poeti-cantori. I poemi epici di tutte le letterature si basano su un patrimonio di miti preesistente; i più antichi poemi epici che si conoscono sono i mesopotamici Atrahasis e l'epopea del re di Uruk, Gilgamesh. I poemi epici più famosi in occidente sono: il ciclo di Re Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda, la Chanson de Roland, l'Iliade, l'Odissea, l'Eneide, la Canzone dei Nibelunghi, l'Orlando furioso, la Gerusalemme liberata.
L'Odissea (in greco antico: Ὀδύσσεια, Odýsseia) è uno dei due grandi poemi epici greci attribuiti al poeta Omero. Narra delle vicende riguardanti l'eroe Odisseo (o Ulisse, con il nome latino), dopo la fine della Guerra di Troia, narrata nell'Iliade. Assieme a quest'ultima, rappresenta uno dei testi fondamentali della cultura classica occidentale e viene tuttora comunemente letto in tutto il mondo sia nella versione originale che nelle sue numerose traduzioni.
Per metaletteratura (anticamente conosciuta come contaminatio) si intende la concezione secondo cui la letteratura è come un serbatoio da cui attingere a piene mani, si possono quindi prendere gli elementi contenutistici degli autori passati per reimpiegarli e dargli nuovo significato. Molteplici sono gli esempi di questa pratica nel mondo antico: Callimaco, poeta alessandrino, o nel mondo romano celeberrimi autori quali Plauto, Terenzio, persino lo stesso Virgilio (l'Eneide è pregna di riferimenti riguardanti Iliade ed Odissea). Questo concetto sarà ripreso dal poeta italiano Giovan Battista Marino, il quale sarà promotore di una letteratura fatta per l'appunto "col rampino", dando l'immagine del poeta che compiendo una forzatura, trae a sé i contenuti di proprio interesse per riadattarli ai suoi fini. Più che concentrarsi sulla narrazione, la metaletteratura scandaglia i processi dello scrivere, compresi quelli più marginali e contraddittori. Si tratta quindi una "letteratura autoreferenziale", in cui la scrittura è trasformata da mezzo a fine.
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