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Titolo uniforme: Un homme en trop .
Autore principale: Lefort, Claude
Pubblicazione: Firenze : Vallecchi, [1981]
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Gulag (pron. [gu'lag]; in russo: ГУЛаг - Главное управление исправительно-трудовых лагерей?, traslitterato: Glavnoe upravlenie ispravitel'no-trudovych lagerej ,"Direzione principale dei campi di lavoro correttivi" - spesso scritto GULag) è stato il ramo della polizia politica dell'URSS che costituì il sistema penale dei campi di lavoro forzato. Benché questi campi fossero stati pensati per la generalità dei criminali, il sistema è noto soprattutto come mezzo di repressione degli oppositori politici dell'Unione Sovietica. Complessivamente circa 18 milioni di persone (non solo sovietici) sono passati dai campi. Il numero massimo di prigionieri fu raggiunto nel 1950 con 2.525.146 reclusi. Il tasso di mortalità nei gulag sovietici prima della seconda guerra mondiale oscillava tra il 2,1% e il 5,4% (con l'unica eccezione del 1933, anno delle Grandi purghe, quando raggiunse il 15,3% di morti tra i detenuti). Durante la seconda guerra mondiale, nel contesto delle scarse condizioni di vita dei prigionieri, si raggiunse un tasso del 24,9%, nettamente inferiore ad alcuni campi di internamento civile italiani, dove la mortalità, arrivò anche a toccare, in un campo in Eritrea, il 58%). Nei primi anni '50 il tasso calò intorno allo 0,9% fino a raggiungere lo 0,4% nel 1956.Fino alla dissoluzione dell'Unione Sovietica non vi erano dati certi sui decessi dei reclusi, e diversi media occidentali ipotizzarono diversi milioni di morti, alcuni anche in maniera funzionale alla propaganda anticomunista. I documenti degli archivi sovietici, minuziosi nella catalogazione di internati e decessi, rivelarono poi che fra il 1930 ed il 1956 sono stati registrati un totale di 1.606.748 morti, su circa 18 milioni di persone che, secondo gli storici più accreditati, sono passate nei gulag.
Lager è un termine tedesco che indica i campi di concentramento (in tedesco: Konzentrationslager, abbreviato in KL o KZ), i campi di sterminio (in tedesco: Vernichtungslager) e i campi di lavori forzati (in tedesco: Arbeitslager), voluti da Adolf Hitler e utilizzati dalla Gestapo; la legge diceva per confinare e rieducare, ma i nazisti in realtà li adoperavano per la repressione degli oppositori politici (comunisti, socialdemocratici, obiettori di coscienza) a partire dal 1933 e dalle Schutzstaffel nell'ambito della campagna antisemita, a partire dal pogrom della Notte dei cristalli il 9 e 10 novembre 1938 in Germania, Austria e Cecoslovacchia e successivamente vennero usati per la detenzione, per la pena di morte e lo sterminio degli ebrei e di altre categorie di indesiderati (zingari, omosessuali, apolidi, testimoni di Geova e altre minoranze), marcati con contrassegni colorati, . Il termine Lager in tedesco significa sia "campo" che "magazzino", si scelse quella parola quindi per significare che quello era un luogo (analogamente ai gulag sovietici) in cui esercitare una stretta sorveglianza su un considerevole numero di individui, chiamati "pezzi". I guardiani dei Lager erano le SS-Testa di morto e assassini brutali (SS-Totenkopfverbände), coadiuvati dai kapò e dai Sonderkommando. Il governo tedesco dal 1933 al 1945, fece costruire 20.000 Lager. I più noti campi di concentramento della Germania, Austria, Polonia, furono quelli di Auschwitz, Buchenwald, Birkenau, Dachau, Mauthausen,,. I Lager in Italia, furono il Ferramonti, la Risiera di San Sabba, il campo di Fossoli, e altri a Bolzano, a Borgo San Dalmazzo, a Grosseto, in Puglia. Le vittime dei Lager presenti nei vari stati (Germania, Austria, Polonia, Italia, Francia ...) ammontano a circa 11 milioni di persone morte, di cui 6 milioni di religione ebraica (5.919.482 è il numero di persone ebree che si ottiene sommando le vittime di campi grandi e piccoli) dal 1933 al 1945.
Anticomunismo indica l'eterogeneo insieme di movimenti politici, religiosi e civili che avversano o rifiutano il comunismo. Il termine è talvolta considerato incoerente dagli anticomunisti e dagli stessi comunisti intesi in senso ampio: l'incoerenza sovente sorge dalla confusione e sovrapposizione tra l'opposizione a una determinata e definita forma di comunismo con altri tipi di comunismo. In genere per anticomunismo s'intende l'opposizione alla teoria marxista e/o l'opposizione alle sue concretizzazioni nel socialismo reale in quelli che furono l'Unione Sovietica e gli Stati comunisti come la Cina, che però dalla fine dello scorso secolo ha abbandonato il marxismo per accettare il capitalismo mantenendo un regime totalitario. Si consideri pure che, in tutte le dittature comuniste marxiste-leniniste, gli stessi marxisti dissidenti contro i dittatori detentori del potere sono stati trucidati in massa: famigerate sono le stragi ordinate da Stalin contro i seguaci di Lev Trockij, che fu assassinato in Messico poiché era un marxista dissidente e fondatore della Quarta Internazionale nonché altre stragi ordinate da Josip Broz Tito contro gli stalinisti, come anche in Cambogia durante il regime dei Khmer rossi contro altri comunisti.
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