Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
Autore principale: Bartoli, Daniello
Pubblicazione: Firenze : presso Leonardo Ciardetti, 1833
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Fa parte di: Opere del p. Daniello Bartoli della Compagnia di Gesu
Daniello Bartoli (Ferrara, 12 febbraio 1608 – Roma, 13 gennaio 1685) è stato un gesuita, storico e scrittore italiano.
L'uomo di lettere difeso ed emendato, è un'opera letteraria di Daniello Bartoli pubblicata nel 1645. Il libro è un trattato in due parti sull'"uomo di lettere", frutto di vent'anni di esperienza letteraria di Bartoli dal suo ingresso nel 1623 nella Compagnia di Gesù come brillante studente, alla carriera di affermato insegnante di retorica e celebrato predicatore. Il successo dell'opera, che fu tradotta in inglese, tedesco, francese, spagnolo, latino e olandese, permise a Bartoli di ottenere l'incarico di storiografo ufficiale della Compagnia di Gesù a Roma.
Celso Amerighi (Siena, 18 maggio 1569 – Lecce, 1637) è stato un abate italiano. Ha ricoperto la carica di Abate Generale della Congregazione benedettina dei Celestini, durante la prima metà del XVII secolo.
La storia della letteratura italiana inizia nel XII secolo, quando nelle diverse regioni della penisola italiana si iniziò a scrivere in italiano con finalità letterarie. Il Ritmo laurenziano è la prima testimonianza di una letteratura in lingua italiana. Gli storici della letteratura individuano l'inizio della tradizione letteraria in lingua italiana nella prima metà del XIII secolo con la scuola siciliana di Federico II di Svevia, Re di Sicilia e Imperatore del Sacro Romano Impero, anche se il primo documento letterario di cui sia noto l'autore è considerato il Cantico delle creature di Francesco d'Assisi. In Sicilia, a partire dal terzo decennio del XIII secolo, sotto il patrocinio di Federico II si era venuto a formare un ambiente di intensa attività culturale. Queste condizioni crearono i presupposti per il primo tentativo organizzato di una produzione poetica in volgare romanzo, il siciliano, che va sotto il nome di "scuola siciliana" (così definita da Dante nel suo “De vulgari Eloquentia”). Tale produzione uscì poi dai confini siciliani per giungere ai comuni toscani e a Bologna e qui i componimenti presero ad essere tradotti e la diffusione del messaggio poetico divenne per molto tempo il dovere di una sempre più nota autorità comunale. Quando la Sicilia passò il testimone ai poeti toscani, coloro che scrivevano d'amore vi associarono, seppure in maniera fresca e nuova, i contenuti filosofici e retorici assimilati nelle prime grandi università, prima di tutto quella di Bologna. I primi poeti italiani provenivano dunque da un alto livello sociale e furono soprattutto notai e dottori in legge che arricchirono il nuovo volgare dell'eleganza del periodare latino che conoscevano molto bene attraverso lo studio di grandi poeti latini come Ovidio, Virgilio, Lucano. Ciò che infatti ci permette di parlare di una letteratura italiana è la lingua, e la consapevolezza nella popolazione italiana di parlare una lingua che pur nata verso il X secolo si emancipa completamente dalla promiscuità col latino solo nel XIII secolo.
Alcune catalogazioni sono state accorpate perché sembrano descrivere la stessa edizione. Per visualizzare i dettagli di ciascuna, clicca sul numero di record
Record aggiornato il: 2023-10-10T03:25:26.339Z