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Autore principale: Ungaretti, Giuseppe 1888-1970
Edizione: 3. ed
Pubblicazione: Milano : Mondadori, 1949
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Fa parte di: Vita d'un uomo / Giuseppe Ungaretti
Sentimento del tempo è una raccolta di poesie di Giuseppe Ungaretti. Il tema centrale è la percezione fra il presente, il passato e l'eterno. Si è parlato, per questa raccolta del 1933 (poi '36 e '42), sia d'una forma di sensibilità barocca (ispirata, per ammissione del poeta stesso, dal paesaggio romano), sia d'un neoclassicismo che succederebbe all'espressionismo dell'Allegria. In entrambi i casi, si tratta di una distensione della poesia ungarettiana entro forme garantite dalla tradizione, in coerenza con la "restaurazione" che si venne operando in Italia, a partire all'incirca dagli anni venti, dopo l'acceso sperimentalismo delle avanguardie. Il rinnovamento è riscontrabile sul piano contenutistico e su quello formale. In questa raccolta di poesie inoltre, si avverte un'ansia religiosa. L'opera appare ricca di figure mitologiche, fanno infatti comparsa alcune divinità. Non a caso la sezione principale dell'opera prende il nome di La fine di Crono, Crono padre di Zeus (simboleggia il tempo). Roma è vista come la città barocca per eccellenza, e come la città eterna ove non esistono leggi temporali, città incapace di tramontare nel tempo.
La Critica del Giudizio (in tedesco: Kritik der Urteilskraft, talvolta abbreviata: KdU) è un'opera di Immanuel Kant pubblicata nel 1790, nella quale il filosofo conduce un'analisi "critica" della capacità di giudizio di tipo "estetico". L'analisi anticipò temi e modi di sentire fatti propri, di lì a poco, non senza fraintendimenti interpretativi, dai maggiori esponenti del Romanticismo e dell'Idealismo, configurandosi quindi come ponte ideale tra le teorie estetiche del XVIII secolo (di Alexander Gottlieb Baumgarten, Edmund Burke, David Hume, Charles Batteux), citate nell'opera stessa, e quelle successive alla filosofia kantiana.
Alfredo Gargiulo (Napoli, 2 maggio 1876 – Roma, 11 maggio 1949) è stato un critico letterario, scrittore, traduttore e bibliotecario italiano.
Il Sublime (dal latino sublimis, oppure nella variante sublimus, composto da sub-, "sotto", e limen, "soglia"; quindi propriamente: "ciò che è al limite", ovvero di sub-, "sotto", e limen-, "soglia", propriamente "che giunge fin sotto la soglia più alta") è una categoria estetica che risale all'antichità classica e successivamente al Romanticismo.
Grazia Maria Cosima Damiana Deledda, nota semplicemente come Grazia Deledda o, in lingua sarda, Gràssia o Gràtzia Deledda (Nuoro, 28 settembre 1871 – Roma, 15 agosto 1936), è stata una scrittrice italiana vincitrice del Premio Nobel per la letteratura 1926. È ricordata come la seconda donna, dopo la svedese Selma Lagerlöf, a ricevere questo riconoscimento, e la prima italiana.
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