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Autore principale: Robertson, David
Pubblicazione: Milano : Garzanti, 1975
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: it
Fa parte di: La grande enciclopedia della natura
La cellula è l'unità morfologico-funzionale degli organismi viventi nonché la più piccola struttura ad essere classificabile come vivente (definizione ormai accettata all'unanimità) Alcuni organismi, come ad esempio i batteri o i protozoi, sono costituiti da una singola cellula e definiti unicellulari. Gli altri, come l'uomo [formato da circa 100.000 miliardi (1014) di cellule], sono invece pluricellulari. I principali organismi pluricellulari appartengono tipicamente ai regni animale, vegetale e dei funghi. Le cellule degli organismi unicellulari presentano caratteri morfologici solitamente uniformi. Con l'aumentare del numero di cellule di un organismo, invece, le cellule che lo compongono si differenziano in forma, grandezza, rapporti e funzioni specializzate, fino alla costituzione di tessuti ed organi.
La classificazione dei virus è il processo attraverso cui i virus vengono denominati ed inseriti in un sistema tassonomico. Similmente al sistema di classificazione utilizzato per gli organismi cellulari, la classificazione dei virus è soggetta a dibattito continuo. Ciò è dovuto principalmente alla natura incerta dei virus, che non sono stati definitivamente classificati né come organismi viventi né come non viventi. Per questo, non rientrano perfettamente nella classificazione biologica utilizzata per gli organismi cellulari. I virus sono classificati principalmente in base a caratteristiche fenotipiche, quali morfologia, tipo di acido nucleico, modo di replicazione, organismo ospite e patologia. Sono due i principali schemi attualmente in uso per la classificazione dei virus, il sistema dell'International Committee on Taxonomy of Viruses (ICTV) e la Classificazione di Baltimore.
Il microscopio (dal greco: μικρόν mikrón "piccolo" e σκοπεῖν skopéin "guardare") è uno strumento scientifico che consente di ingrandire l'immagine degli organismi di piccole dimensioni con l'aiuto di una lente . Permette di osservarne i dettagli e quindi permette una osservazione diretta ad occhio nudo (o indiretta tramite la fotografia e/o altri sistemi elettronici). Il microscopio può essere di tipo ottico, basato sull'osservazione diretta dello spettro elettromagnetico visibile, oppure elettronico, basato sull'osservazione tramite fasci di elettroni, o a scansione di sonda, basato sull'esplorazione della superficie del campione con una sonda materiale, oppure di altro tipo. I primi strumenti utilizzabili, nell'ambito dei microscopi di tipo ottico, vennero prodotti nei Paesi Bassi alla fine del XVI secolo, ma l'invenzione vera e propria è tuttora controversa. Galileo ne inviò uno di sua costruzione al principe Federico Cesi, fondatore dell'Accademia dei Lincei, per mostrargliene il funzionamento. Galileo definiva lo strumento un "occhialino per vedere le cose minime". Tra i primi scienziati ad utilizzare, diffondere e migliorare l'uso di questo potente strumento, a partire dal XVII secolo, si ricordano Marcello Malpighi, Antoni van Leeuwenhoek, Robert Hooke e Michela Campana, Bartolomeo Panizza. Quest'ultimo ebbe il merito di istituire il primo corso di anatomia microscopica in Italia.
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