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Economia della Repubblica Popolare Cinese

L'economia della Repubblica Popolare Cinese è oggi un'economia socialista di mercato, come risultato di anni di trasformazioni a partire già dal 1992 con lo storico documento approvato dal XIV Congresso del Partito che introdusse ufficialmente tale termine (社会主义 市场 经济S, shèhuìzhǔyì shìchǎng jiīngjìP). Oggi persistono ancora alcune forme tipicamente socialiste, come il piano quinquennale e la proprietà della terra che rimane dello stato, ma sussistono in alcuni settori forme economiche simili a quelle dei paesi capitalisti. Il PIL del paese è cresciuto con una media del 10% negli ultimi 30 anni, trasformando la Cina da una arretrata economia agricola ad una potenza economica mondiale. La Cina è inoltre l'esportatore più grande al mondo, con gli Stati Uniti, mentre è il secondo importatore più grande dopo quest'ultimo paese. In quanto a PIL pro capite nominale, la Cina si classifica 59ª al mondo nel 2020 a 10.582 $, e 73ª per PIL PPA a 17.205 $ secondo il Fondo Monetario Internazionale. Le province costiere della Cina quali Zhejiang, Jiangsu, Fujian e Guangdong sono generalmente più industrializzate e sviluppate delle provincie interne alla Cina. L'economia cinese sta tuttora vivendo un momento di transizione e di grande cambiamento. Lo sradicamento completo della povertà, la diminuzione della diseguaglianza sociale, la soluzione dei problemi ambientali sono grandi sfide, definite dal presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping parte del sogno cinese, nuovo slogan entrato a far parte del gergo socialista cinese.

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