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Autore principale: Listri, Pierfrancesco
Pubblicazione: [S.l.] : EDIFIR - Edizioni Firenze, 1998
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Gli Etruschi (in etrusco: Ràsenna, 𐌀𐌍𐌍𐌄𐌔𐌀𐌓, o Rasna, 𐌀𐌍𐌔𐌀𐌓) furono un popolo dell'Italia antica vissuto tra il IX secolo a.C. e il I secolo a.C. in un'area denominata Etruria, corrispondente all'incirca alla Toscana, all'Umbria occidentale e al Lazio settentrionale e centrale, con propaggini anche a nord nella zona padana, nelle attuali Emilia-Romagna, Lombardia sud-orientale e Veneto meridionale, all'isola della Corsica, e a sud, in alcune aree della Campania. La fase più antica della civiltà etrusca è la cultura villanoviana, attestata a partire dal IX secolo a.C., che deriva, a sua volta, dalla cultura protovillanoviana (XII - X secolo a.C.). La civiltà etrusca ebbe una profonda influenza sulla civiltà romana, fondendosi successivamente con essa al termine del I secolo a.C. Questo lungo processo di assimilazione culturale ebbe inizio con la data tradizionale della conquista della città etrusca di Veio da parte dei Romani nel 396 a.C. e terminò nel 27 a.C., primo anno del principato di Ottaviano, con il conferimento del titolo di Augusto.
In antichità furono elaborate diverse tesi sull'origine degli Etruschi che possono essere suddivise in tre filoni: l'autoctonia, l'origine orientale e l'origine settentrionale. Nelle fonti greche gli Etruschi furono sempre chiamati Tirreni, in quelle di lingua latina Tusci, ma gli Etruschi chiamavano se stessi Rasenna. In ordine di tempo, la prima tesi è contenuta nella Teogonia dove lo scrittore greco Esiodo include i Tirreni tra le popolazioni italiche considerate discendenti dell’eroe di Itaca Ulisse; la seconda, riferita da Erodoto, e la terza, da Ellanico di Lesbo, sostengono la provenienza orientale dal Mar Egeo; la quarta, elaborata dal greco Dionigi di Alicarnasso, critica tutte le tesi precedenti del mondo greco e sostiene l'antichità e autoctonia degli Etruschi. La quinta tesi, infine, ha origine nel mondo romano, da un passo dello scrittore Tito Livio, e sostiene un collegamento tra gli Etruschi e le popolazioni alpine, in particolare i Reti, sulla base del quale si è desunta una provenienza settentrionale. L'etruscologo francese Dominique Briquel mette in evidenza come tutte le versioni della storiografia greca sull'origine degli Etruschi siano da considerare costruzioni narrative artificiose elaborate in ambienti ellenici o ellenizzati, e non vadano considerate documenti storici. I racconti degli autori greci sulle origini degli Etruschi si inserirebbero dunque nel contesto di una rilettura di racconti mitici in chiave propagandistica - a volte antietrusca, altre volte proetrusca - che si modifica nel corso del tempo, perché le opinioni degli scrittori greci sugli Etruschi variavano a seconda dei momenti e dei contesti storici, e, soprattutto, a seconda dei rapporti che in un determinato periodo storico intercorrevano tra il mondo greco e quello etrusco. I due filoni dell’origine orientale, quella pelasgica dalla Tessaglia e quella lidia, erano infatti mirati a collegare le origini del popolo etrusco a un orizzonte etnico, culturale e geografico più vicino al mondo ellenico, mentre la tesi dell’autoctonia degli Etruschi era mirata a sottolineare, con accezione dispregiativa, la distanza etnica e culturale che esisteva tra Etruschi e Greci.In epoca moderna, tutte le evidenze raccolte fino ad oggi dagli etruscologi sono a favore di un'origine indigena degli Etruschi. Archeologicamente non sono state trovate prove di una migrazione dei Lidi o dei Pelasgi in Etruria. Il consenso tra gli studiosi moderni è che la fase più antica della civiltà etrusca sia la cultura villanoviana attestata a partire dal 900 a.C. circa, che deriva, a sua volta, dalla cultura protovillanoviana (1200 a.C. - 901 a.C.). Studi recenti di linguistica hanno dimostrato una consistente affinità della lingua etrusca con la lingua retica parlata nelle Alpi. Sia la lingua etrusca che quelle retica si ritiene facciano parte della famiglia linguistica tirrena, appartenente alla lingue preindoeuropee, insieme alla lingua attestata nelle poche iscrizioni dell'isola di Lemno in Grecia. Studi di antropologia fisica e studi recenti di genetica su campioni ossei di Etruschi vissuti tra il 900 a.C. e il 300 a.C. hanno concluso che gli Etruschi erano autoctoni. Anche gli Etruschi, come i Latini, avevano DNA proveniente dalla Steppe nonostante continuarono a parlare una lingua preindoeuropea, e paleoeuropea.
L'etrusco è una lingua che fu parlata e scritta dagli Etruschi. Era diffusa in diverse zone d'Italia: principalmente in Etruria (odierne Toscana, Umbria occidentale e Lazio settentrionale e centrale), ma anche in alcune aree della Pianura padana, nelle attuali Emilia-Romagna e Lombardia, dove gli Etruschi furono sconfitti dai Galli, e in alcune zone della Campania, dove furono assorbiti dai Sanniti.
La gorgia toscana è un fenomeno fonetico che caratterizza, in modo più o meno pronunciato, i dialetti toscani. Più precisamente, la gorgia riguarda le consonanti occlusive sorde (scempie) /k/ /t/ e /p/, e in misura minore le corrispondenti sonore /g/ /d/ e /b/, oltre che le affricate postalveolari /d͡ʒ/ e /t͡ʃ/ che passano a fricative in posizione postvocalica (e in assenza di raddoppiamento sintagmatico). Molti usano ancora il termine spirantizzazione. [k] → [h] → fonema zero (solo in certe zone) [t] → [θ] → fonema zero (solo in certi suffissi) [p] → [ɸ] [g] → [ɣ] [d] → [ð] [b] → [β] [d͡ʒ] → [ʒ] [t͡ʃ] → [ʃ]Un esempio: la parola identificare /identifiˈkare/ verrà pronunciata [iˌdentifiˈhaːre] e non [iˌdentifiˈkaːre]. La gorgia è bloccata dal raddoppiamento sintagmatico: /akˈkasa, parlerakˈkarlo; dakˈkapo/ (a casa, parlerà Carlo, da capo/daccapo). La sequenza [hh] è inesistente nei dialetti italiani. La consonante che subisce il cambiamento più evidente è /k/, il cui indebolimento è diventato il simbolo più importante dei dialetti parlati in Toscana. In alcune zone della Toscana occidentale arriva al dileguo totale [«zero»]). La /t/ e la /p/ subiscono un cambiamento meno diffuso nel territorio toscano settentrionale.
Montecatino o Monte Catino (indicato nei documenti anche come "Montecatini nella Valle del Serchio" e "Montecatinello") è un colle a 483 metri sul livello del mare a nord di Lucca nella frazione di Cappella del Comune di Lucca. La sommità del colle è un ampio pianoro circolare di circa 65 metri di diametro dove si trovano i resti della chiesa di Santa Maria Annunziata, la torre-campanile e i resti dei locali parrocchiali e delle case coloniche. Nel 1986 si è scoperto che si tratta di un'area archeologica etrusca.
L'Europa è uno dei sei continenti della Terra. L'idea di "continente" europeo non è universale: alcuni testi di geografia non europei fanno riferimento a un continente eurasiatico, o a un subcontinente europeo, dato che l'Europa non è circondata interamente dal mare ed è, in ogni caso, più un concetto storico - culturale che geografico.
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