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Autore principale: Hase, Georg: von
Pubblicazione: Livorno : Tipo-litografia della R. Accademia navale, 1932
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
Il fronte orientale, aperto nell'agosto 1914 dai russi con l'invasione della Prussia orientale, fu uno dei principali teatri di guerra della prima guerra mondiale. Su questo fronte si scontrarono Germania, Austria-Ungheria e truppe dell'Impero ottomano di supporto da una parte, a cui si affiancò la Bulgaria nel 1915, e l'Impero russo dall'altra, a cui si unì per poco tempo la Romania nel 1916. Contrariamente a quanto accadde sul fronte occidentale, a oriente la guerra di manovra non finì mai completamente; la guerra di posizione si alternava alle manovre a livello operativo. Questo fu dovuto anche alla conformazione geografica del territorio di combattimento: le foreste della Lituania e le vaste pianure e acquitrini della Polonia, Ucraina e Russia, si rivelarono troppo ampie per poter essere saturate di uomini e armi. Nell'inverno 1916-17 le divisioni tedesche tenevano settori larghi 20-30 chilometri, mentre nelle Fiandre, la stessa porzione di territorio poteva essere riempita con ben otto divisioni. Ambedue i comandanti degli schieramenti si resero conto di non avere le risorse necessarie a difendere i loro settori nello stesso modo dei loro omologhi ad occidente, per cui la tattica dell'ordine aperto e lo sfruttamento degli ampi territori permisero ad entrambe le parti operazioni manovrate molto distanti dalle limitate avanzate ad occidente. Nonostante la superiorità nelle tattiche e negli armamenti delle potenze centrali, la Russia, avvantaggiata dal suo enorme potenziale umano, non fu mai completamente sconfitta sul campo. La sconfitta della Russia avvenne solamente a seguito delle rivolte interne scaturite dal malcontento generalizzato della popolazione, dando il via a una rivoluzione che destituì lo zar Nicola II e mise al potere un governo provvisorio, sostituito a seguito della rivoluzione d'ottobre da una repubblica socialista sovietica, che il 3 marzo 1918 firmò il trattato di Brest-Litovsk con le potenze centrali e di fatto fece uscire la Russia dal conflitto.
Il teatro scandinavo della seconda guerra mondiale ricomprende gli eventi bellici e politici che ebbero luogo tra la fine del 1939 e il maggio 1945 in Scandinavia (inclusi i territori a essa culturalmente associati come Finlandia, Groenlandia, Islanda e isole Fær Øer), nell'ambito dei più vasti eventi del teatro europeo della seconda guerra mondiale. La Scandinavia venne coinvolta presto negli eventi del secondo conflitto mondiale: sul finire del novembre del 1939 la Finlandia fu invasa da truppe dell'Unione Sovietica, intenzionata ad annettersi alcune strategiche aree di confine, accettando un accordo di pace per cui dovette cedere circa il 10% del proprio territorio dopo un conflitto durato poco più di tre mesi; in conseguenza di ciò la Finlandia si avvicinò alla Germania nazista, e nel giugno del 1941 partecipò all'invasione dell'URSS aprendo un nuovo fronte esteso dalla Lapponia al Golfo di Finlandia. La cooperazione tra tedeschi e finlandesi proseguì fino al settembre del 1944, quando il governo di Helsinki capitolò di fronte alle rinnovate controffensive sovietiche; truppe finlandesi e sovietiche cooperarono poi per cacciare gli ultimi reparti tedeschi dalla Lapponia. Danimarca e Norvegia furono invase dalla Germania nell'aprile del 1940, durante gli eventi della cosiddetta "operazione Weserübung": i danesi capitolarono in breve tempo, mentre i norvegesi resistettero più a lungo anche grazie all'appoggio di un corpo di spedizione anglo-francese, finendo però con l'arrendersi ai primi di giugno del 1940. La Danimarca fu inizialmente trattata in maniera benevola, assoggettata alla Germania ma dotata ancora di una certa autonomia interna; la crescente opposizione delle istituzioni e del popolo danese alle politiche più oppressive imposte dalla Germania portò poi, nell'agosto del 1943, allo scioglimento del governo e all'imposizione di una piena occupazione militare tedesca. In Norvegia i tedeschi imposero la costituzione di un governo fantoccio sotto Vidkun Quisling ma, davanti allo scarso sostegno raccolto da questi, il paese fu poi pienamente assoggettato alla Germania venendo costituito in Reichskommissariat; sia in Norvegia sia in Danimarca si formarono quindi svariati gruppi di resistenza armata, in opposizione sia agli occupanti tedeschi sia ai collaborazionisti locali. La Svezia svolse un ruolo ambivalente: il paese, formalmente neutrale ed estraneo al conflitto per tutta la sua durata, da un lato appoggiò la lotta della Finlandia contro l'URSS e continuò a commerciare estesamente con la Germania nazista, dall'altro, in particolare dopo il 1943, fornì rifugio e assistenza ai gruppi resistenziali danesi e norvegesi e alle forze armate regolari costituite dai rispettivi governi in esilio, oltre a sostenere con interventi umanitari le popolazioni dei paesi occupati.
Il mare del Nord (in danese Nordsøen; in francese Mer du Nord; in inglese North Sea; in norvegese Nordsjøen;in olandese Noordzee; in svedese Nordsjön; in tedesco Nordsee) è un mare epicontinentale dell'Europa nord-occidentale che comunica con l'oceano Atlantico tramite il mare di Norvegia a nord e la Manica a sud; suo tributario è il Mar Baltico, ad esso collegato tramite gli stretti scandinavi di Skagerrak e Kattegat. Si estende per circa 970 km di lunghezza in direzione nord-sud e 560 km di larghezza in direzione est-ovest, e ha una superficie totale di circa 570000 km². Accoglie una considerevole parte dei bacini idrografici dell'Unione europea.
La Norvegia, ufficialmente Regno di Norvegia (Kongeriket Norge in bokmål; Kongeriket Noreg in nynorsk), è uno Stato monarchico di tipo costituzionale dell'Europa settentrionale che non fa parte dell'Unione europea. Il territorio è compreso in maggioranza nella penisola scandinava, fino a estendersi alle isole Svalbard (in prossimità del polo nord), all'isola di Jan Mayen (al largo delle coste groenlandesi) e all'isola Bouvet, vicina all'Antartide, che non è rientrante nel trattato Antartico. Sono rivendicati anche i territori antartici della Terra della Regina Maud e dell'isola Pietro I. La Norvegia confina a est con la Svezia e a nord-est con la Finlandia e con la Russia, mentre a sud lo Skagerrak la separa dalla Danimarca. L'estesa costa norvegese, che si affaccia sull'oceano Atlantico e sul mare di Barents, è incisa da fiordi famosi in tutto il mondo. Le isole Svalbard e quella di Jan Mayen sono classificate al penultimo posto nella lista degli stati per densità di popolazione in ordine decrescente. La storia della Norvegia ha inizio con i grandi mutamenti geologici e le ere glaciali che diedero vita ai celebri fiordi norvegesi. Fu proprio in questo ambiente proibitivo che giunsero dalla Siberia i primi abitanti del Paese, ovvero gli antenati degli odierni sami. Tuttavia, la storia norvegese è profondamente segnata dalla dominazione vichinga, che si estese ben presto in tutta l'area settentrionale dell'oceano Atlantico, gettando ombre e terrore anche sul mar Mediterraneo. Di grande importanza è la storia della Norvegia, che per secoli subì la dominazione della Danimarca e della Svezia. Prima la costituzione ottenuta nel 1814 − quando il Paese passò dalla dominazione danese a quella svedese − e poi l'indipendenza dalla Svezia nel 1905 hanno contribuito a creare un forte orgoglio nazionale tuttora esistente. La nuova Norvegia indipendente (con Oslo come capitale) presentava condizioni di vita estremamente misere che costrinsero molti norvegesi all'emigrazione e a ciò si aggiunse anche la difficilissima esperienza della seconda guerra mondiale segnata dall'occupazione tedesca. Nei decenni successivi la Norvegia è passata dall'essere una società rurale a una società industriale urbanizzata: la svolta è arrivata alla fine degli anni sessanta con la scoperta del petrolio e del gas naturale, che in breve tempo ha reso la Norvegia uno degli Stati più ricchi del mondo. Infatti la Norvegia raggiunge le vette negli indici di vita, classificandosi prima per indice di sviluppo umano e per indice di progresso sociale.
Per storia dell'Europa si intende convenzionalmente la storia dell'omonimo continente e dei popoli che l'hanno abitato e che lo abitano. In un'accezione più ristretta per storia dell'Europa si intende invece la storia dell'Unione europea, dalla creazione della Comunità economica europea con i trattati di Roma (1957) fino a oggi.
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