Accedi all'area personale per aggiungere e visualizzare i tuoi libri preferiti
"Stretto tra il secolo del Rinascimento e dell'avvio della unificazione del globo ed il secolo dell'Illuminismo e della nascente Rivoluzione industriale, il XVII secolo non ha mai goduto di una buona stampa: gi\xc3\xa0 agli osservatori immediatamente successivi, esso apparve come un'epoca segnata dalla violenza e dal declino - una sorta di parentesi difficilmente spiegabile nel cammino verso il progresso.\nQuesta valutazione venne poi proposta soprattutto dagli storici della Germania, della Spagna e dell'Italia che risentirono maggiormente degli indubbi aspetti negativi del XVII secolo.\n\n"
'Gardone Val Trompia (Gard\xc3\xbb de Altrompia o localmente solo Gard\xc3\xbb in dialetto bresciano, pronuncia /gar\xcb\x88du\xcb\x90/) \xc3\xa8 un comune italiano di 11 511 abitanti della provincia di Brescia, nella media Val Trompia, in Lombardia.\nNel 1927 al comune di Gardone Val Trompia vennero aggregati i comuni di Inzino e Magno, attualmente frazioni.\nIl 17 settembre 2001 a Gardone Val Trompia \xc3\xa8 stato conferito il titolo di citt\xc3\xa0, assegnato dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi in virt\xc3\xb9 della sua importanza storica e civica. Dal 2002 infatti allo stemma di Gardone Val Trompia \xc3\xa8 stato aggiunto la corona muraria dorata con cinque torri che rappresenta il titolo di citt\xc3\xa0.\nIl comune appartiene alla Comunit\xc3\xa0 Montana di Valle Trompia.\n\n'
'La val Trompia (in dialetto bresciano: Vall Tr\xc3\xb3mpia, pronunciato [\xcb\x88(v)al \xcb\x88trompj\xc9\x94], conosciuta anche come "La via del Ferro") \xc3\xa8 una delle tre valli principali della provincia di Brescia. Pare derivi il suo nome dai Trumplini, antica popolazione retica.\nInteramente percorsa dal fiume Mella per una lunghezza di circa 50 km, ha un andamento essenzialmente da nord a sud, dal massiccio cristallino delle Tre Valli allo sbocco nella pianura padana a Brescia e non presenta segni di attivit\xc3\xa0 geomorfologica glaciale.'
'\'Le donne del Seicento, aristocratiche o borghesi che fossero, avevano come unica prospettiva quella di diventare buone mogli: erano infatti sempre istruite, sapevano leggere e scrivere (cosa che invece non si vedeva nel periodo rinascimentale, dove erano rare le occasioni di incontrare donne colte), fin da piccole venivano avviate agli atti di piet\xc3\xa0 e venivano istruite sulla religione e sul culto. \nSeguivano gli ormai antichi modelli usati anche nel Rinascimento: dovevano provvedere ad una dote matrimoniale (commisurata alla ricchezza della propria famiglia), se non si sposavano venivano mandate in convento (questo a volte non accadeva per le donne di basso ceto e quelle campagnole), ed era l\xc3\xac che imparavano le arti "obbligatorie" per le donne del tempo, ovvero filare e tessere, cucinare e governare la casa. Il matrimonio, comunque, era il principale (e unico, escludendo il convento) obiettivo della donna. Le donne che non si sposavano rimanevano nella casa dei genitori, ed erano forse anche pi\xc3\xb9 libere. \nSebbene nel Rinascimento l\'istruzione femminile venisse considerata un\'inutile perdita di tempo, nel Cinquecento cominciarono a nascere istituzioni scolastiche riservate alle donne (media borghesia) che permettevano l\'apprendimento della lettura e della scrittura come in una vera e propria scuola, oltre al necessario per governare la casa. \n\n'