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Gli apostoli di Gesù Cristo (dal greco απόστολος, apóstolo: 'inviato'), come descritto nel Nuovo Testamento, sono i discepoli costituiti da Gesù per dare continuità al messaggio della salvezza da lui proclamato. Egli ne scelse dodici come il numero delle tribù di Israele. Dopo il tradimento e la morte di Giuda Iscariota, il numero originario fu ristabilito prima della Pentecoste con l'elezione di Mattia. Oltre al gruppo dei dodici, Paolo di Tarso (Gal 2,8) è riconosciuto da tutti i cristiani un apostolo di Cristo (il tredicesimo); così come per la Chiesa Cattolica lo è pure Barnaba.
I Vangeli (talvolta indicati nel complesso con Vangelo) sono libri che raccontano la vita e la predicazione di Gesù di Nazareth e quindi la base su cui si fonda il cristianesimo. "Vangelo" deriva dalla parola greca εὐαγγέλιον (evanghélion), che arriva all'italiano attraverso il latino evangelium e significa letteralmente "lieto annunzio" o "buona notizia". Nell'arco di diversi secoli furono composti numerosi testi designati come "vangeli", sebbene di genere letterario diverso. Alcuni di essi, diffusi nei primi secoli di vita della comunità cristiana, sono andati persi, divenendo noti solo per la citazione della loro esistenza in opere successive alla loro composizione; parte di questi sono stati riscoperti grazie ai ritrovamenti archeologici a partire dal XIX secolo. Tra i vangeli sopravvissuti fino ai nostri giorni, i quattro più antichi, che narrano la vita, morte e resurrezione di Gesù Cristo (Vangelo secondo Matteo, Vangelo secondo Marco, Vangelo secondo Luca e Vangelo secondo Giovanni) sono considerati canonici dalle confessioni cristiane, che considerano gli altri vangeli apocrifi.
Gli Atti degli Apostoli sono un testo contenuto nel Nuovo Testamento, scritto in greco antico. La sua redazione definitiva risale probabilmente attorno all'80-90, ma sono state proposte anche datazioni verso il 60-70 d.C. La tradizione cristiana lo attribuisce a Luca, collaboratore di Paolo e autore del Vangelo secondo Luca.Atti è composto da 28 capitoli e narra la storia della comunità cristiana dall'ascensione di Gesù (1,6-11) fino all'arrivo di Paolo a Roma (28,16), coprendo un periodo che spazia approssimativamente dal 30 al 63 d.C. Oltre che su Paolo, l'opera si sofferma diffusamente anche sull'operato dell'apostolo Pietro. Il libro descrive il rapido sviluppo, l'espansione e l'organizzazione della testimonianza cristiana prima tra i giudei e poi nelle nazioni che si affacciano sul Mediterraneo.
Il Vangelo secondo Giovanni è uno dei quattro vangeli canonici contenuti nel Nuovo Testamento della Bibbia cristiana. Esso si presenta come la trascrizione da parte di autori anonimi della testimonianza del «discepolo che Gesù amava» (cfr. 21, 20-24; allo stesso risultato si perviene anche confrontando 19, 25 con 19, 35), che la tradizione identifica con l'apostolo Giovanni, figlio di Zebedeo. Oggi gli studiosi fanno comunque spesso riferimento anche a una scuola giovannea nella quale sarebbe maturata la redazione del vangelo e delle lettere attribuite all'apostolo. Scritto in greco, è composto da 21 capitoli e come gli altri vangeli narra il ministero di Gesù. Il Vangelo secondo Giovanni è notevolmente diverso dagli altri tre vangeli, detti sinottici, anche se sembra presupporre la conoscenza almeno del Vangelo secondo Marco, di cui riproduce talvolta espressioni peculiari. Mentre i sinottici si basano sulla predicazione del Regno di Dio da parte di Gesù, il quarto vangelo approfondisce la questione dell'identità del Cristo, inserendo ampie digressioni teologiche. In particolare Gesù viene identificato con il Logos divino, preesistente alla formazione del mondo. Il concetto di "logos" era stato utilizzato in vario modo nella filosofia greca già da alcuni secoli; ne scrivono ad esempio Cleante ed altri filosofi stoici. Giovanni, però, se ne distacca sottolineando ripetutamente anche l'umanità di Gesù, che, per esempio, scoppia in lacrime per la morte di Lazzaro.
Il Nuovo Testamento (koinè greca: Η Καινή Διαθήκη) è la raccolta dei 27 libri canonici che costituiscono la seconda parte della Bibbia cristiana e che vennero scritti in seguito alla vita e alla predicazione di Gesù di Nazareth. Nuovo Testamento o Nuovo Patto è un'espressione utilizzata dai cristiani per indicare il nuovo patto stabilito da Dio con gli uomini per mezzo di Gesù Cristo. I testi sono scritti in greco della koiné e rivelano di fondo un ambiente semitico.
Filippo (Betsaida, 5 circa – Ierapoli, 80) è menzionato nei Vangeli come uno dei dodici apostoli di Gesù Cristo: indicato al quinto posto nell'elenco degli Apostoli dei Vangeli sinottici e negli Atti.. Non va confuso con Filippo il diacono che evangelizzò la Samaria secondo la narrazione riportata negli Atti degli Apostoli.
Il termine apocrifo, dal greco ἀπόκρυϕος, derivato di ἀποκρύπτω «nascondere», indica «ciò che è tenuto nascosto», «ciò che è tenuto lontano (dall'uso)». In origine, il termine "apocrifo" è stato coniato dalle comunità che si servivano di tali testi, poiché erano libri che, in opposizione a quelli comuni, pubblici e manifesti, venivano esclusi dalla pubblica lettura liturgica, in quanto ritenuti portatori di tradizioni errate o contrastanti con quelle condivise e accettate. Nell'uso corrente, la parola è riferita comunemente alla tradizione giudaico-cristiana, all'interno della quale è stata coniata; in essa il termine "apocrifo" assume il significato di testo non incluso nell'elenco dei libri sacri della Bibbia ritenuti ispirati e pertanto non usato a livello dottrinale e liturgico. Visto che le differenti confessioni religiose hanno adottato diversi canoni dei libri della Bibbia, la qualifica di apocrifo varia a seconda della confessione di riferimento. In ambito protestante, "apocrifi" indica anche i libri presenti nel canone dell'Antico Testamento cristiano ma non in quello ebraico, che nella tradizione cattolica sono indicati come deuterocanonici. Al di fuori dell'ambito religioso, il termine "apocrifo" assume il significato di documento "non autentico", "non genuino", che non è dell'autore o dell'epoca che gli sono attribuiti.
Il Vangelo secondo Matteo (in greco: Κατὰ Μαθθαῖον εὐαγγέλιον) è uno dei quattro vangeli canonici del Nuovo Testamento e uno dei tre vangeli sinottici. Narra della vita e del ministero di Gesù: ne descrive la genealogia, la nascita virginale e l'infanzia, il battesimo e la tentazione, il ministero di guaritore e predicatore in Galilea, il viaggio e l'ingresso a Gerusalemme, seguito dalla cacciata dei venditori dal Tempio e, infine, la crocifissione, la morte, la sepoltura e la risurrezione.
Giuda Iscariota (in ebraico: יהודה איש־קריות?, Yəhûḏāh ʾΚ-qəriyyôṯ in arabo: يهوذا الإسخريوطي; Kerioth, ... – Gerusalemme, 26-36), figlio di Simone, è stato uno dei dodici apostoli di Gesù, quello che secondo il Nuovo Testamento lo ha tradito per trenta denari (Matteo 26:14-16) attraverso il gesto di un bacio. L'Iscariota è stato quindi una figura chiave durante la passione di Gesù (la notte del giovedì santo) e successivamente si è suicidato, essendo perseguitato dalla colpa, tuttavia le fonti che riportano tali eventi sono in contraddizione e non riconosciute come storicamente valide. La comunità cristiana lo ritiene l'uomo simbolo del tradimento, l'esatto significato del nome Iscariota è sconosciuto, anche se alcune interpretazioni hanno suggerito che il termine potrebbe indicare «uomo di Kariot» (ish Kariot). Secondo altri potrebbe derivare dal persiano Isk Arioth, ovvero «colui che serve» oppure «colui che sa». Giuda Iscariota non va confuso con Giuda Taddeo (fratello di Giacomo il Minore) e nemmeno con il quarto figlio di Giacobbe fondatore della tribù di Giuda.
Matteo (Cafarnao, 4/2 a. C. – Etiopia, 24 gennaio 70 o 74) fu, secondo i Vangeli, uno dei dodici apostoli di Gesù e, secondo la tradizione, l'autore del Vangelo secondo Matteo. In questo stesso vangelo viene chiamato "il pubblicano" e descritto come esattore delle tasse prima della chiamata di Gesù; in Marco e Luca lo stesso pubblicano viene chiamato Levi, anche se non viene esplicitamente identificato con l'apostolo Matteo. Matteo non va confuso con l'apostolo quasi omonimo Mattia. Gli studi moderni sulla reale identità dell'autore del Vangelo secondo Matteo hanno opinioni discordanti. Attualmente, comunque, la quasi unanimità degli studiosi, inclusa la più autorevole esegesi cristiana, ritiene che l'apostolo Matteo, in merito al vangelo attribuitogli, non sia stato l'autore e neppure un testimone oculare e che "c'è un accordo quasi unanime nei circoli scientifici di oggi che l'evangelista è sconosciuto, anche se continuiamo a usare il nome «Matteo». La sua dipendenza da Marco (e da Q, un corpo dei detti di Gesù in greco, noto anche a Luca) indica che non era un testimone oculare del ministero di Gesù". Anche in merito all'attribuzione a Matteo della Fonte Q, gli esegeti della Bibbia di Gerusalemme precisano: "Alcuni hanno perfino proposto di identificare la fonte Q (raccolta soprattutto di «parole» di Gesù) con Matteo, del quale Papia dice che ha messo in ordine i «detti» del Signore. Ma Papia usa la stessa espressione per indicare Marco (cf anche il titolo della sua opera) e nulla permette di pensare che il Matteo di cui parla abbia contenuto solo dei logia [detti di Gesù]". A Matteo sono anche tradizionalmente riferiti dei testi apocrifi: il Vangelo dello pseudo-Matteo, che parla dell'infanzia di Cristo, gli Atti di Matteo e il Martirio di Matteo che ne descrivono la predicazione. Secondo la tradizione della Chiesa, Matteo viene raffigurato insieme ad un uomo alato che lo ispira o gli guida la mano mentre scrive il Vangelo; l'uomo alato è uno dei quattro esseri viventi presenti nel libro di Ezechiele e nel libro dell'Apocalisse e ciò perché il Vangelo di Matteo esordisce con la genealogia terrena e l'infanzia di Gesù Figlio dell'uomo, sottolineandone quindi l'umanità.
I vangeli apocrifi sono un eterogeneo gruppo di testi a carattere religioso che si riferiscono alla figura di Gesù Cristo che nel tempo sono stati esclusi dal canone della Bibbia cristiana. Fanno parte della "letteratura apocrifa", un fenomeno religioso e letterario rilevante del periodo patristico. Sovente dotati dell'attribuzione pseudoepigrafa di qualche apostolo o discepolo, furono esclusi dalla pubblica lettura liturgica in quanto in contraddizione con l'ortodossia cristiana. Il termine "apocrifo" ("da nascondere", "riservato a pochi") è stato coniato dalle prime comunità cristiane.
Flavio Claudio Giuliano (in latino: Flavius Claudius Iulianus; Costantinopoli, 6 novembre 331 – Maranga, 26 giugno 363) è stato un imperatore e filosofo romano, l'ultimo sovrano dichiaratamente pagano, che tentò, senza successo, di riformare e di restaurare la religione romana classica, ormai fusa sincreticamente con la religione greca e da Giuliano unita al mitraismo e al culto del Sol Invictus, dopo che essa era caduta in decadenza di fronte alla diffusione del cristianesimo. Membro della dinastia costantiniana, fu Cesare in Gallia dal 355; un pronunciamento militare nel 361 e la contemporanea morte del cugino Costanzo II lo resero imperatore fino alla morte, avvenuta nel 363 durante la campagna militare in Persia. Non andò a Roma nel suo breve regno, ma governò da Milano prima e poi da Costantinopoli, capitale ufficiale dal 330. Per distinguerlo da Didio Giuliano o da Giuliano di Pannonia, usurpatore dell'epoca di Carino, fu chiamato anche Giuliano II, Giuliano Augusto, Giuliano il Filosofo o Giuliano l'Apostata dai cristiani, che lo presentarono come un persecutore ma, per quanto personalmente avverso al cristianesimo, non ci furono comunque mai persecuzioni anticristiane (anche se vennero emanate dall'imperatore politiche discriminatorie contro i cristiani). Giuliano manifestò tolleranza nei confronti delle altre religioni, compreso l'ebraismo, al punto da ordinare la ricostruzione del tempio ebraico di Gerusalemme secondo un programma di ripristino e rafforzamento dei culti religiosi locali a scapito del monoteismo cristiano; il tentativo di ricostruzione però venne abbandonato.In campo fiscale e amministrativo Giuliano proseguì la politica che aveva tenuto quando governava la Gallia. Ridusse il carico fiscale, combatté la corruzione burocratica attraverso una più attenta selezione e cercò di ridare un ruolo all'amministrazione delle città.Con la morte di Giuliano si estinse la dinastia degli imperatori costantiniani e si concluse l'ultimo tentativo di espansione imperiale occidentale in Oriente. Giuliano scrisse numerose opere di carattere filosofico, religioso, polemico e celebrativo, in molte delle quali criticò il cristianesimo. La sua ispirazione filosofica fu in gran parte neoplatonica.
Il Vangelo secondo Marco (in greco: Κατὰ Μᾶρκον) è il secondo dei quattro vangeli canonici del Nuovo Testamento. La maggioranza degli studiosi moderni, però, concorda sul fatto che sia stato il primo ad essere scritto, per poi essere usato come fonte per gli altri due vangeli sinottici (il Vangelo secondo Matteo e il Vangelo secondo Luca), in accordo con la teoria della priorità marciana. Si tratta di un testo la cui versione pervenuta è in lingua greca e di autore anonimo, che l'antica tradizione cristiana attribuisce a Marco evangelista, anche noto come Giovanni Marco, cugino di Barnaba. Alcuni studiosi ritengono oggi che il Vangelo secondo Marco, come gli altri vangeli, siano di autori ignoti che non furono neppure testimoni oculari. L'attribuzione a Marco secondo alcuni troverebbe riscontro in indizi che sembrano confermare che l'autore fosse un discepolo di Pietro apostolo. Il teologo Raymond Brown evidenzia comunque che, tra gli studiosi, "pochi oggi accetterebbero questa spiegazione" anche perché "il processo formativo dei Vangeli necessitò decenni di predicazioni e insegnamenti, dando forma a singoli elementi e a collezioni di storie di miracoli, detti, parabole, etc...". L'opera è scritta in greco koine e, secondo l'ipotesi maggiormente condivisa dagli studiosi, la sua redazione definitiva risale attorno al 65-70, probabilmente a Roma, sulla base di precedenti tradizioni orali e scritte, probabilmente in parte formulate in aramaico. È composto da 16 capitoli e come gli altri vangeli narra il ministero di Gesù, descrivendolo in particolare come il Figlio di Dio e fornendo numerose precisazioni linguistiche, pensate in particolare per i lettori di lingua latina e, in generale, non ebrei. Il vangelo racconta la vita di Gesù dal suo battesimo per mano di Giovanni Battista alla tomba vuota e all'annuncio della sua resurrezione, ma si concentra principalmente sui fatti dell'ultima settimana della sua vita. La narrazione concisa rappresenta Gesù come un uomo d'azione, un esorcista, un guaritore e un operatore di miracoli. Gesù viene chiamato "Figlio dell'Uomo", "Figlio di Dio", e il "Cristo" (traduzione in greco di "messia"). Due temi importanti del Vangelo secondo Marco sono il segreto messianico e la difficoltà dei discepoli nel comprendere la missione di Gesù. Riguardo al primo aspetto, Gesù ordina frequentemente di mantenere il segreto riguardo aspetti della sua identità e di particolari azioni. Le difficoltà dei discepoli appaiono invece, ad esempio, nella loro difficoltà nel comprendere le parabole (Gesù ne spiega loro il significato, in segreto) e le conseguenze dei miracoli che egli compie dinanzi a loro.
Giacomo di Zebedeo, detto anche Giacomo il Maggiore (Betsaida, ... – Gerusalemme, 44), fa parte della lista dei dodici apostoli di Gesù, secondo quanto riportato dai Vangeli e dagli Atti degli Apostoli. È detto «Maggiore» per distinguerlo dall'apostolo omonimo, Giacomo di Alfeo, detto «Minore» o "il fratello del Signore". Figlio di Zebedeo e di Salome, era il fratello di Giovanni apostolo; secondo i vangeli sinottici Giacomo e Giovanni erano assieme al padre sulla riva del lago quando Gesù li chiamò per seguirlo. Stando al Vangelo secondo Marco, Giacomo e Giovanni furono soprannominati da Gesù Boanerghes, «figli del tuono», Giacomo fu uno dei tre apostoli che assistettero alla trasfigurazione di Gesù. Secondo gli Atti degli Apostoli fu messo a morte dal re Erode Agrippa I.È venerato da tutte le Chiese cristiane che riconoscono il culto dei santi.
Il Vangelo secondo Tommaso (in copto: ⲡⲉ̅ⲩ̅ⲁ̅ⲅⲅ̅ⲉⲗ̅ⲓⲟⲛ̅ ⲡⲕ̅ⲁ̅ⲧⲁ ⲑ̅ⲱ̅ⲙⲁⲥ), noto anche come Vangelo di Tommaso, è un vangelo che non narra la vita di Gesù ma ne raccoglie i detti (114 o 121 a seconda della numerazione proposta dagli studiosi moderni).L'attribuzione interna del vangelo è all'apostolo «Didimo Giuda Tommaso»; la visione che emerge dal Vangelo secondo Tommaso è che il Regno di Dio sia già presente sulla Terra e che la luce divina, presente all'interno di tutti gli uomini, può permettere loro di vedere il Regno ed entrarvi. Il vangelo è noto in forma completa tramite la versione in lingua copta conservata in uno dei manoscritti di Nag Hammadi, scoperti nel 1945 nell'omonima località egiziana; il manoscritto, un codice, è legato con un metodo ora noto come legatura copta, risale al 340 circa ed è conservato al Museo copto del Cairo. Fu solo dopo il ritrovamento di questo manoscritto completo in lingua copta che gli studiosi si accorsero che diversi frammenti della versione originale in lingua greca erano stati già scoperti: tre erano tra i Papiri di Ossirinco scoperti nel 1897, altri due furono trovati sempre a Ossirinco nel 1903, apparentemente provenienti dalla stessa raccolta di detti che conteneva i frammenti in greco del Vangelo di Tommaso (P. Oxy. I 1; IV 654; IV 655) e datati alla prima metà del III secolo, mentre un ulteriore frammento greco scoperto nel 1905 è stato datato a prima del 200.Secondo il criterio di analisi hapax legomenon, Vangelo secondo Tommaso è indipendente dal testo dei vangeli canonici per il 60-70% delle sentenze o detti. Data la sua relazione con questi testi, la sua data di composizione è dibattuta tra gli studiosi: alcuni lo ritengono contemporaneo dei vangeli sinottici, se non addirittura antecedente a questi, risultando in una datazione intorno al 50/60 ma comunque non posteriore alla fine del I secolo; la maggioranza degli studiosi ritiene che sia successivo, in quanto mostrerebbe una dipendenza parziale dai vangeli canonici, e lo datano tra il 120 e il 140 circa.
Il Capitolo 29 degli Atti degli Apostoli o Manoscritto Sonnini è un breve testo che si presenta come conclusione del testo canonico. Dagli studiosi contemporanei è considerato apocrifo. Il testo fu pubblicato a Londra nel 1871. L'editore ne indicò la provenienza nel naturalista francese Sonnini de Manoncourt (1751-1812) che a sua volta avrebbe trovato il manoscritto greco presso gli archivi di Costantinopoli. Del manoscritto però non si hanno tracce. Il testo descrive l'arrivo di Paolo in Britannia dove predica alla comunità israelita presso l'attuale sito della Cattedrale di San Paolo a Londra.
Simone, detto Pietro (Betsaida, I secolo a.C. – Roma, 64-29 giugno 67), è stato uno dei dodici apostoli di Gesù; la Chiesa cattolica lo considera il primo papa. Nato in Galilea, fu un pescatore ebreo di Cafarnao. Il suo nome originario era Šim'ôn (שמעון, "colui che ascolta", traslitterato in greco come Σίμων). Divenuto apostolo di Gesù dopo essere stato chiamato presso il lago di Galilea, fece parte di una cerchia ristretta (insieme a Giovanni e Giacomo) dei tre che assistettero alla resurrezione della figlia di Giairo, alla trasfigurazione nel monte Tabor e all'agonia di Gesù nell'orto degli ulivi. Tentò di difendere il Maestro dall'arresto, riuscendo soltanto a ferire uno degli assalitori. Unico, insieme al cosiddetto "discepolo prediletto", a seguire Gesù presso la casa del sommo sacerdote Caifa, fu costretto anch'egli alla fuga dopo aver rinnegato tre volte il Maestro, come questi aveva predetto. Prima della crocifissione (Mt 16, 17-19; Lc 22, 32) e anche dopo la successiva resurrezione di Gesù (Gv 21, 15-19), Pietro venne nominato dallo stesso Maestro capo dei dodici apostoli e promotore dunque di quel movimento che sarebbe poi divenuto la prima Chiesa cristiana. Instancabile predicatore, fu il primo a battezzare un pagano, il centurione Cornelio. Entrò in disaccordo con Paolo di Tarso su alcune questioni riguardanti giudei e pagani, risolte comunque durante il primo concilio di Gerusalemme discutendo sulle tradizioni ebraiche come la circoncisione. Secondo la tradizione, divenne primo vescovo di Antiochia di Siria per circa 30 anni, dal 34 al 64 d.C., continuò la sua predicazione fino a Roma dove morì fra il 64 e il 67, durante le persecuzioni anticristiane ordinate dall'imperatore romano Nerone. A Roma Pietro e Paolo sono venerati insieme, come colonne fondanti della Chiesa. Pietro è considerato santo da tutte le confessioni cristiane, sebbene alcune neghino il primato petrino e altre il primato papale che ne consegue.
Paolo di Tarso, nato con il nome di Saulo e noto come san Paolo per il culto tributatogli (Tarso, 5-10 – Roma, 64-67), è stato uno degli apostoli. È stato l'«apostolo dei Gentili», ovvero il principale (secondo gli Atti degli Apostoli non il primo) missionario del Vangelo di Gesù tra i pagani greci e romani. Secondo i testi biblici, Paolo era un ebreo ellenizzato, che godeva della cittadinanza romana. Non conobbe direttamente Gesù, sebbene a lui coevo, e, come tanti connazionali, avversava la neo-istituita Chiesa cristiana, arrivando a perseguitarla direttamente. Sempre secondo la narrazione biblica, Paolo si convertì al cristianesimo mentre, recandosi da Gerusalemme a Damasco per organizzare la repressione dei cristiani della città, fu improvvisamente avvolto da una luce fortissima e udì la voce di Dio che gli diceva: "Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?". Reso cieco da quella luce divina, vagò per tre giorni a Damasco, dove fu poi guarito dal capo della piccola comunità cristiana di quella città, Anania. L'episodio, noto come "conversione di Paolo", diede l'inizio all'opera di evangelizzazione di Paolo. Come gli altri primi missionari cristiani, rivolse inizialmente la sua predicazione agli ebrei, ma in seguito si dedicò prevalentemente ai «Gentili». I territori da lui toccati nella predicazione itinerante furono in principio l'Arabia (attuale Giordania), poi soprattutto l'Acaia (attuale Grecia) e l'Asia minore (attuale Turchia). Il successo di questa predicazione lo spinse a scontrarsi con alcuni cristiani di origine ebraica, che volevano imporre ai pagani convertiti l'osservanza dell'intera legge religiosa ebraica, in primis la circoncisione. Paolo si oppose fortemente a questa richiesta e, con il suo carattere energico e appassionato, ne uscì vittorioso. Fu fatto imprigionare dagli ebrei a Gerusalemme con l'accusa di turbare l'ordine pubblico. Appellatosi al giudizio dell'imperatore – come era suo diritto, in quanto cittadino romano – Paolo fu condotto a Roma, dove fu costretto per alcuni anni agli arresti domiciliari, riuscendo però a continuare la sua predicazione. Morì vittima della persecuzione di Nerone, decapitato probabilmente tra il 64 e il 67. L'influenza storica di Paolo nell'elaborazione della teologia cristiana è stata enorme: mentre i Vangeli si occupano prevalentemente di narrare le parole e le opere di Gesù, le lettere paoline definiscono i fondamenti dottrinali del valore salvifico della sua incarnazione, passione, morte e risurrezione – ripresi dai più eminenti pensatori cristiani dei due millenni successivi.
Il codice da Vinci è un romanzo di successo scritto da Dan Brown: pubblicato nel 2003, a settembre 2009 ne erano state stampate 80 milioni di copie in tutto il mondo ed era stato tradotto in 44 lingue. Nel 2006 ne è stato tratto l'adattamento cinematografico omonimo. Sebbene opera di fantasia, il romanzo si presenta come una ricostruzione fedele degli eventi storici in esso trattati. Tale pretesa fedeltà storica dichiarata dall'autore ha suscitato notevoli critiche da parte di molti studiosi, specialmente nel mondo cattolico (in Italia particolarmente attivo è stato lo studioso Massimo Introvigne). Il best seller ha rinfocolato il dibattito sull'attendibilità delle verità contenute nei vangeli apocrifi, soprattutto con riferimento alla tesi per cui Gesù avrebbe sposato Maria Maddalena e avrebbe avuto dei figli da lei, di cui non vi è documentazione alcuna nel Nuovo Testamento così come accreditato dalla Chiesa cattolica.
Taddeo o Giuda di Giacomo o Giuda Taddeo Lebbeo (... – Persia, 28 ottobre 70) è stato uno degli apostoli di Gesù e primo Catholicos di tutti gli Armeni, da non confondere con Giuda Iscariota che tradì Gesù. È venerato da tutte le chiese cristiane che ammettono il culto dei santi. Poche sono le informazioni che riguardano questo apostolo e tutte fanno riferimento al Nuovo Testamento. Gli sono attribuiti l'apocrifo Vangelo di Taddeo e, secondo la tradizione, la canonica Lettera di Giuda ritenuta però scritta da Giuda, - come di seguito illustrato - secondo i teologi evangelici e invece pseudoepigrafica da altri studiosi. Giuda Taddeo ebbe come fratello Giacomo, da alcuni identificato come Giacomo il Minore; figlio di Maria di Cleofa, una delle Tre Marie presenti sotto la croce, e di Alfeo, che a sua volta era fratello di Giuseppe; Giuda Taddeo era dunque cugino di Gesù.
Giovanni, detto il Battista (in ebraico: יוחנן המטביל?; in greco: Ιωάννης ο Πρόδρομος, "Giovanni il Precursore"; in greco antico: Ἰωάννης ὁ βαπτίζων; in latino: Ioannes Baptista; Ain Karem, fine I secolo a.C. – tra il 29 e il 32 d.C.), è stato un asceta proveniente da una famiglia storica sacerdotale ebraica. Tra le personalità più importanti dei Vangeli, venerato da tutte le Chiese cristiane e considerato santo da tutte quelle che ammettono il culto dei santi, la sua vita e predicazione sono costantemente intrecciate con l'opera di Gesù Cristo; insieme a quest'ultimo, Giovanni Battista è menzionato cinque volte nel Corano col nome di Yahyā b. Zakariyyā, come uno dei massimi profeti che precedettero Maometto; nella religione dei Mandei, con il nome di Iahia Iuhana, viene considerato il più grande di tutti i profeti. Intorno alla sua figura sono cresciute numerose credenze popolari. Giovanni Battista ha un posto di rilievo anche nel calendario della Massoneria.
Tommaso Didimo (Galilea, I secolo a.C. – Mylapore, 3 luglio 72) è stato uno dei dodici apostoli di Gesù. È noto principalmente per essere il protagonista di un episodio della vita di Gesù, attestato dal solo Vangelo secondo Giovanni (20,24-29), in cui prima dubitò della risurrezione di Gesù e poi lo riconobbe. Secondo la tradizione cristiana, si spinse a predicare il Vangelo fuori dei confini dell'Impero romano, in Persia e India, dove fondò la prima comunità cristiana. Venerato come santo dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e dalla Chiesa copta. Le sue reliquie si trovano nella basilica di San Tommaso Apostolo a Ortona. Il Vangelo di Tommaso contiene un'attestazione che ne dichiara la composizione da parte di Tommaso
Tommaso d'Aquino (Roccasecca, 1225 – Abbazia di Fossanova, 7 marzo 1274) è stato un religioso, teologo, filosofo e accademico italiano. Frate domenicano esponente della Scolastica, era definito Doctor Angelicus dai suoi contemporanei. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica che dal 1567 lo considera anche dottore della Chiesa. Tommaso rappresenta uno dei principali pilastri teologici e filosofici della Chiesa cattolica: egli è anche il punto di raccordo fra la cristianità e la filosofia classica, che ha i suoi fondamenti e maestri in Socrate, Platone e Aristotele, e poi passati attraverso il periodo ellenistico, specialmente in autori come Plotino. Fu allievo di sant'Alberto Magno, che lo difese quando i compagni lo chiamavano "il bue muto" dicendo: «Ah! Voi lo chiamate il bue muto! Io vi dico, quando questo bue muggirà, i suoi muggiti si udranno da un'estremità all'altra della terra!».
La letteratura paleoslava è la letteratura scritta nella lingua slava ecclesiastica antica o lingua paleoslava. Si tratta della più antica letteratura scritta in una lingua slava. Il contenuto è in massima parte religioso cristiano. Rientra nella letteratura paleoslava la letteratura scritta tra l'anno 863 e la metà del X secolo, giunta a noi in manoscritti del X-XI secolo. La letteratura slava antica posteriore a tali date appartiene invece agli ambiti letterari della lingua slava ecclesiastica e dell'antica lingua slava orientale.
Il primo cristianesimo generalmente copre il periodo che va dal suo inizio fino al Primo Concilio di Nicea del 325. Si sviluppò dalla Giudea romana nell'Asia occidentale e si sparse per tutto l'Impero romano e oltre (cioè nell'Africa orientale e Asia meridionale), fino a raggiungere l'India. Originalmente, questo progredire fu strettamente collegato ai centri di fede ebraica già esistenti, in Terra santa e nella Diaspora ebraica. I primi seguaci del cristianesimo erano ebrei o proseliti biblici, noti come giudeo-cristiani e "timorati di Dio".Si presuppone che le Sedi apostoliche siano state fondate da uno o più apostoli di Gesù, che pare siano partiti da Gerusalemme qualche tempo dopo la sua crocifissione, verso il 26–36, forse dopo il Grande mandato (la missione divina degli apostoli). I primi cristiani si riunivano in modeste case private, note come chiese domestiche, ma la comunità intera di una città veniva anch'essa chiamata "chiesa" – il nome greco εκκλησια (o "ecclesia") letteralmente significa assemblea, riunione, o congregazione, ma viene tradotto con chiesa nella maggioranza delle traduzioni della Bibbia in italiano e altre lingue. Molti di questi primi cristiani erano mercanti, mentre altri avevano motivi pratici per voler andare in Africa settentrionale, Asia minore, Arabia, Grecia e altri luoghi. Oltre 40 di tali comunità vennero istituite entro l'anno 100, molte in Anatolia, nota anche come Asia Minore, tra cui le "sette Chiese dell'Asia". Per la fine del primo secolo, il cristianesimo era già arrivato a Roma, in India e nelle maggiori città dell'Armenia, Grecia e Siria, servendo da base per la diffusione espansiva del cristianesimo in tutto il mondo.
Per giusnaturalismo o dottrina del diritto naturale (dal latino ius naturale, «diritto di natura») s'intende la corrente di pensiero filosofica che presuppone l'esistenza di una norma di condotta intersoggettiva universalmente valida e immutabile, fondata su una peculiare idea di natura (ma, come nota Bobbio, «‘natura’ è uno dei termini più ambigui in cui sia dato imbattersi nella storia della filosofia»), preesistente a ogni forma storicamente assunta di diritto positivo (termine coniato dai medievali, derivato dal greco thésis, tradotto in latino come positio; e, appunto, positivum riproduceva letteralmente il senso greco del dativo thései, riferentesi al prodotto dell'opera umana) e in grado di realizzare il miglior ordinamento possibile della società umana, servendo «in via principale per decidere le controversie fra gli Stati e fra il governo e il suo popolo».Secondo la dottrina giusnaturalistica il diritto positivo non si adegua mai completamente alla legge naturale, perché esso contiene elementi variabili e accidentali, mutevoli in ogni luogo e in ogni tempo: i diritti positivi sono realizzazioni imperfette e approssimative della norma naturale e perfetta, la quale, da quanto risulta dal manuale settecentesco di Gottfried Achenwall intitolato Jus naturae in usum auditorum, può servire «in via sussidiaria per colmare le lacune del diritto positivo». I temi affrontati dai teorici della dottrina del diritto naturale attengono al diritto, perché pongono in discussione la validità delle leggi, alla morale, in quanto riguardano l'intima coscienza dell'uomo, e, prevedendo limiti al potere dello Stato, alla politica.
Giovanni (Betsaida, 10 circa – Efeso, 98 o anni immediatamente successivi) è stato un apostolo di Gesù. La tradizione cristiana lo identifica con l'autore del quarto vangelo e per questo gli viene attribuito anche l'epiteto di evangelista ed è considerato un santo miroblita. Secondo le narrazioni dei vangeli canonici era il figlio di Zebedeo e Salome e fratello dell'apostolo Giacomo il Maggiore. Prima di seguire Gesù era discepolo di Giovanni Battista. La tradizione gli attribuisce un ruolo speciale all'interno della cerchia dei dodici apostoli: compreso nel ristretto gruppo includente anche Pietro e Giacomo il Maggiore, lo identifica, per quanto attualmente tale ipotesi non sia condivisa, con «il discepolo che Gesù amava», partecipe dei principali eventi della vita e del ministero del maestro e unico degli apostoli presente alla sua morte in croce. Secondo antiche tradizioni cristiane Giovanni sarebbe morto in tarda età a Efeso, ultimo sopravvissuto dei dodici apostoli. A lui la tradizione cristiana ha attribuito cinque testi neotestamentari: il Vangelo secondo Giovanni, le tre Lettere di Giovanni e l'Apocalisse di Giovanni; molti critici contemporanei, anche cristiani, ritengono invece che questi testi non siano probabilmente attribuibili all'apostolo Giovanni. Altra opera a lui attribuita è l'Apocrifo di Giovanni (non riconosciuto come testo divinamente ispirato dalla Chiesa cattolica né da quella ortodossa). Per la profondità speculativa dei suoi scritti è stato tradizionalmente indicato come "il teologo" per antonomasia, raffigurato artisticamente col simbolo dell'aquila, attribuitogli in quanto, con la sua visione descritta nell'Apocalisse, avrebbe contemplato la Vera Luce del Verbo, come descritto nel Prologo del quarto vangelo, così come l'aquila, si riteneva, può fissare direttamente la luce solare.
Papa Benedetto XVI (in latino: Benedictus PP. XVI, in tedesco: Benedikt XVI.), nato Joseph Aloisius Ratzinger (Marktl, 16 aprile 1927), è papa emerito della Chiesa cattolica. È stato il 265º papa della Chiesa cattolica e vescovo di Roma, 7° sovrano dello Stato della Città del Vaticano, primate d'Italia, oltre agli altri titoli propri del romano pontefice, dal 19 aprile 2005 al 28 febbraio 2013. Stimato teologo, è stato anche il settimo pontefice tedesco nella storia della Chiesa cattolica. Nel concistoro ordinario dell'11 febbraio 2013 ha annunciato la sua rinuncia «al ministero di vescovo di Roma, successore di san Pietro», con decorrenza della sede vacante dalle 20:00 del 28 dello stesso mese: da quel momento il suo titolo è diventato sommo pontefice emerito o papa emerito mentre il suo trattamento è rimasto quello di Sua Santità. È stato l'ottavo pontefice a rinunciare al ministero petrino, se si considerano unicamente i casi dei papi Clemente I, Ponziano, Silverio, Benedetto IX, Gregorio VI, Celestino V e Gregorio XII, di cui si hanno fonti storiche certe o molto attendibili. Al soglio pontificio gli è succeduto papa Francesco, eletto il 13 marzo 2013 al quinto scrutinio del conclave del 2013. È il papa più anziano della storia della Chiesa.
Le apparizioni mariane, riferite alla Vergine Maria, si sarebbero verificate a una o più persone, singolarmente o ripetutamente, in luoghi e tempi differenti. Spesso prendono il nome dalla città nella quale avrebbe avuto luogo il fenomeno, o dal nome dato a Maria nel caso specifico, o dal suo aspetto. Il fenomeno è molto frequente nella storia del cristianesimo, fino dall'anno 40 d.C., in cui la Madonna sarebbe apparsa all'apostolo Giacomo,, e si sarebbe intensificato nel corso del XIX e soprattutto del XX secolo. Una successiva apparizione di cui si ha notizia risale al 352, quando la Vergine sarebbe apparsa contemporaneamente a una coppia della nobiltà patrizia e a papa Liberio, chiedendo la costruzione di una chiesa. Secondo la tradizione, la chiesa fu effettivamente costruita nel luogo dove un secolo dopo fu eretta la Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma. Ancora oggi se ne festeggia la ricorrenza il 5 agosto, festività della Madonna della Neve. Talvolta le presunte apparizioni sarebbero avvenute nello stesso luogo per un periodo di tempo prolungato. Nella maggior parte dei casi, solo poche persone riferiscono di aver visto Maria. Nel lessico religioso del cattolicesimo, un'apparizione mariana è una visione che una o più persone avrebbero avuto di Maria, madre di Gesù, nell'atto di rivolgersi a loro con parole o gesti. Nel caso in cui i fenomeni non siano visivi ma solo uditivi, si definiscono locuzioni, espressione usata anche nel caso di esperienze mistiche riguardanti "messaggeri" diversi dalla Madonna.
Il Vangelo secondo Luca (in greco: Κατὰ Λουκᾶν εὐαγγέλιον) è uno dei vangeli canonici del Nuovo Testamento ed è suddiviso in 24 capitoli. Narra della vita di Gesù e si apre con le nascite miracolose di Giovanni Battista e di Gesù, per poi descrivere il ministero di quest'ultimo in Galilea, fatto di predicazione, esorcismi e miracoli; dopo aver rivelato ai discepoli la propria natura divina con la trasfigurazione, Gesù si reca a Gerusalemme, dov'è crocifisso e sepolto per poi risorgere, comparire ai suoi discepoli e infine ascendere al cielo.
Le lettere di Paolo sono tredici testi del Nuovo Testamento attribuiti dalla tradizione all'apostolo Paolo di Tarso. In esse Paolo scrive a varie comunità da lui fondate o visitate nei suoi viaggi apostolici; alcune lettere sono inoltre dedicate a persone a lui care. In passato la Chiesa cattolica attribuì a Paolo di Tarso la Lettera agli Ebrei, nella quale non è indicato il nome dell'autore; tale lettera è oggi ritenuta, pressoché unanimemente, essere di un altro autore. Si sono inoltre conservate alcune lettere che affermano di essere state scritte da Paolo ma che sono ritenute apocrife dalla maggioranza degli esegeti.
La letteratura cristiana consiste in quel corpus di opere originate dall'avvenimento cristiano, dalla figura di Gesù e dalla sua incidenza nella storia.
Gli apocrifi del Nuovo Testamento sono testi religiosi apocrifi (cioè esclusi dal canone della Bibbia cristiano) che si riferiscono come contenuto o attribuzione pseudoepigrafia al Nuovo Testamento. I tre criteri usati dalla Chiesa antica per considerare un testo canonico nell'ambito del Nuovo Testamento sono stati: Paternità apostolica: attribuibile all'insegnamento o alla diretta scrittura degli apostoli o dei loro più stretti compagni; Uso liturgico: testi letti pubblicamente nei riti liturgici delle prime comunità cristiane; Ortodossia: testi che rispettino le verità dogmatiche di fede (Unità di Dio, poi manifestatosi in carne (Gesù Cristo) 1Tim 3:16). Questo criterio ha favorito l'esclusione delle opere eretiche, seppure pseudoepigrafe;Gli apocrifi del Nuovo Testamento sono solitamente divisi in base a contenuto, genere e ambiente d'origine nelle seguenti categorie.