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Il Risorgimento è il periodo della storia italiana durante il quale l'Italia conseguì la propria unità nazionale. La proclamazione del Regno d'Italia del 17 marzo 1861 fu l'atto formale che sancì, a opera del Regno di Sardegna, la nascita del nuovo Regno d'Italia formatosi con le annessioni plebiscitarie di gran parte degli Stati preunitari. Per indicare questo processo storico si usa anche la locuzione "unità d'Italia". Il termine, che designa anche il movimento culturale, politico e sociale che promosse l'unificazione, richiama gli ideali romantici, nazionalisti e patriottici di una rinascita italiana attraverso il raggiungimento di un'identità politica unitaria che, pur affondando le sue radici antiche nel periodo romano, «aveva subìto un brusco arresto [con la perdita] della sua unità politica nel 476 d.C. in seguito al crollo dell'Impero romano d'Occidente».
L'unificazione della Germania (in lingua tedesca: Deutsche Einigung) indica il processo di unificazione della Germania avvenuto nel corso del XIX secolo in due tappe: dapprima con la creazione della Confederazione Tedesca del Nord (1867) e successivamente con la costituzione dell'Impero tedesco (1871).
Il federalismo indica la condizione di un insieme di entità autonome, legate però tra loro dal vincolo di un patto (in latino, appunto, foedus, "patto, alleanza"). L'accezione comune del termine appartiene all'ambito politico: il federalismo è la dottrina che appoggia e favorisce un processo di unione tra diversi Stati (a volte denominati anche soggetti federali, Länder, commonwealth, territori, province, ecc.) con una Costituzione e un governo comune, ma che mantengono però in diversi settori le proprie leggi. L'unità che si viene a creare è spesso chiamata federazione (mentre quando manchino anche una Costituzione condivisa e un governo comune si parla di confederazione). I due livelli in cui è costituzionalmente diviso il potere sono distinti tra loro e sia il governo centrale, sia i singoli Stati federati, hanno sovranità nelle rispettive competenze. I sostenitori di questo sistema politico vengono chiamati federalisti. I diversi membri di questo insieme possono riconoscersi nell'autorità di un capo che li rappresenti tutti (un monarca, un capo di governo, o anche - in un contesto trascendente - una divinità), oppure convergere in un'assemblea generale. In senso più ampio, inoltre, soprattutto nel dibattito politico italiano, si parla spesso di federalismo in riferimento ad un crescente decentramento nella gestione pubblica dell'amministrazione dello Stato, in cui si vorrebbe attribuire ai singoli enti locali una maggiore autonomia nella raccolta delle imposte e nell'amministrazione delle proprie entrate e delle spese.
L'Europa (/euˈrɔpa/) è una regione geografica del mondo, comunemente considerata un continente in base a fattori storico-culturali e geopolitici, l'unico situato interamente nell'emisfero settentrionale. Costituisce l'estremità occidentale del supercontinente Eurasia, o anche una delle tre parti del supercontinente Eurafrasia. È stata la culla della civiltà occidentale, assieme al Medio Oriente. La storia e la cultura europea hanno influenzato notevolmente quelle degli altri continenti, verso i quali, a partire dal XVI secolo, sono state frequenti e massicce le migrazioni, specialmente in America e in Oceania, dove gli europei sono ora in maggioranza rispetto alle popolazioni locali; varie forme di colonialismo e di imperialismo europeo hanno influenzato profondamente la Storia degli ultimi secoli.
L'Unione europea, abbreviata in UE o Ue (pron. /ˈue/), è un'organizzazione internazionale politica ed economica a carattere sovranazionale, che comprende 27 Stati membri d'Europa. Nata come Comunità economica europea con il trattato di Roma del 25 marzo 1957, e considerata una potenziale superpotenza, nel corso di un lungo processo di integrazione europea, con l’adesione di nuovi Stati membri e la firma di numerosi trattati modificativi, tra cui il trattato di Maastricht del 1992 e l'Unione economica e monetaria con la valuta unica nel 2002, ha assunto la denominazione e la struttura attuale con il trattato di Lisbona del 2007. Regolata a livello giuridico dal diritto comunitario con il suo ordinamento giuridico, le sue funzioni politico-economiche la rendono simile per certi aspetti a una federazione di stati (per es. per quanto riguarda gli affari monetari o le politiche ambientali), mentre in altri settori l'Unione è più vicina a una confederazione (mancando di una politica interna e politica industriale comuni) o a un'organizzazione politica sovranazionale (come per la politica estera). Fra i suoi scopi formalmente dichiarati vi è l'incremento del benessere socio-economico e l'attenuazione delle differenze socio-economiche tra i vari stati membri attraverso l'integrazione economica, la crescita economica e il progresso scientifico e tecnologico, promuovendo la pace, i valori sociali e il benessere dei popoli europei, lottando contro l'esclusione sociale, la discriminazione e a favore dei diritti umani (ad es. con la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea). Le competenze dell'Unione spaziano dunque dalle politiche economiche (agricoltura e commercio) con una politica agraria comune e la presenza di fondi strutturali per il raggiungimento degli obiettivi socio-economici preposti, agli affari esteri con una politica estera comune, alla difesa e alla protezione ambientale, con ciascun stato membro che concorre al bilancio comunitario in misura diversa, mantenendo buona parte della propria sovranità nazionale (ad es. politica interna) a mezzo dei rispettivi parlamenti e governi nazionali. Come effetto delle politiche dell'Unione, ad esempio, oltre a confermare la libera circolazione di persone già stabilita dai precedenti trattati europei, essa permette la libera circolazione di merci, servizi e capitali all'interno del suo territorio attraverso il mercato europeo comune (senza dazi doganali all'interno) costruito a partire dal 1957 coi Trattati di Roma, e fornisce una cittadinanza dell'Unione europea. Le decisioni di unione economica e monetaria dell'Unione europea hanno portato nel 2002 all'introduzione di una moneta unica, l'euro, attualmente adottata da 19 su 27 stati dell'Unione, che formano la cosiddetta eurozona, con una politica monetaria comune governata dalla Banca centrale europea (BCE). Il 12 ottobre 2012 è stata insignita del premio Nobel per la pace, con la seguente motivazione: «per oltre sei decenni ha contribuito all'avanzamento della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in Europa».
Il Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, indicato anche con l'acronimo MAECI, oppure come Ministero degli Esteri, o ancora come Farnesina, dal nome della sua sede (il Palazzo della Farnesina a Roma), è il dicastero del governo italiano che ha il compito di attuare la politica estera dal momento che rappresenta l'Italia nel contesto internazionale. L'attuale ministro è Luigi Di Maio, in carica dal 5 settembre 2019.
L'Atto finale della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa, noto anche come Atto finale di Helsinki, Accordi di Helsinki o Dichiarazione di Helsinki, è stato l'atto finale della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa svoltasi a Helsinki nel luglio e agosto del 1975. La dichiarazione venne firmata da trentacinque stati, tra cui gli USA, l'URSS, il Canada e tutti gli stati europei tranne Albania e Andorra, e costituì un tentativo di miglioramento delle relazioni tra il blocco comunista e l'occidente. Gli accordi di Helsinki costituirono la base per la successiva creazione dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE).
Federica Mogherini (Roma, 16 giugno 1973) è una politica italiana, è stata Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza dal 1º novembre 2014 al 30 novembre 2019. Dal 22 febbraio al 31 ottobre 2014 ha ricoperto il ruolo di ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale nel Governo Renzi.
L'europeismo è un insieme di correnti ideali, movimenti politici e iniziative concrete volti a favorire l'integrazione dei popoli e degli Stati d'Europa in un ordinamento sovranazionale più vasto che si estenda su tutto il continente. Oggi l'europeismo si esprime prevalentemente a favore dell'Unione europea e di una sua maggiore integrazione e allargamento. Le correnti che vi si oppongono sono identificate principalmente con il termine di euroscetticismo. È un termine che racchiude in sé le norme e i valori che gli europei hanno in comune, e che trascendono l'identità nazionale o statale. Oltre ad aiutare a promuovere l'integrazione dell'Unione europea, questa dottrina fornisce anche la base per le analisi che caratterizzano la politica europea, l'economia e la società come il riflesso di un'identità condivisa. Gli oppositori a questa idea sottolineano che ci sono varie differenze tra i gruppi europei e che i fattori visti come caratteristica di questa cultura condivisa non necessariamente seguono le sue premesse.
La locuzione questione meridionale indica, nella storiografia italiana, la percezione, maturata nel contesto postunitario, della situazione di persistente arretratezza nello sviluppo socio-economico delle regioni dell'Italia meridionale rispetto alle altre regioni del Paese, soprattutto quelle settentrionali. Utilizzata la prima volta nel 1873 dal deputato radicale lombardo Antonio Billia, intendendo la disastrosa situazione economica del Mezzogiorno in confronto alle altre regioni dell'Italia unita, viene adoperata nel linguaggio comune ancora oggi.
Per storia dell'Europa si intende convenzionalmente la storia dell'omonimo continente e dei popoli che l'hanno abitato e che lo abitano. In un'accezione più ristretta per storia dell'Europa si intende invece la storia dell'Unione europea, dalla creazione della Comunità economica europea con i trattati di Roma (1957) fino a oggi.
La pace è una condizione sociale, relazionale, politica (per estensione anche personale ovvero intraindividuale, o eventualmente legata ad altri contesti), caratterizzata dalla presenza di condivisa armonia e contemporanea assenza di tensioni e conflitti. La pace che si instaura tra due nazioni in seguito a una guerra può trarre origine dalla cessazione del conflitto per comune accordo fra le nazioni coinvolte oppure essere imposta quando il suo mantenimento è possibile sotto il rispetto di condizioni dettate dalla nazione che ha vinto il conflitto o quando la superiorità di una delle parti è tale da scongiurare qualsiasi azione di rivolta da parte della nazione in condizione di inferiorità.Il termine deriva dal latino pax (il quale a sua volta si fa derivare dalla radice indoeuropea pak-, pag- fissare, pattuire, legare, unire, saldare; alla quale sono legate anche pagare e pacare) ed è il contrapposto di bellum (guerra) in senso politico e sociologico, ovvero dello stato dei rapporti tra individui o gruppi di individui. Trattandosi di uno dei concetti più antichi e profondi in senso antropologico, il termine ha assunto significati più estensivi e generali, compresi verbi come "appacificare" e "rappacificare", con i relativi riflessivi: "appacificarsi" e "rappacificarsi". Per ulteriore estensione semantica, il concetto di pace come "non-turbamento" è poi passato dai campi sociologico e politico a quello individuale in senso spiccatamente psicologico, assumendo il significato di pace dell'anima o pace interiore, ovvero uno stato di quiete o tranquillità dell'animo umano percepita come assenza di turbamenti e agitazione. Tale pace interiore (o dell'animo) ben risponde agli antichi concetti di eutimìa (in Democrito), di aponìa (in Epicuro), di atarassia (negli stoici), di eireneusi in etiche recenti. Più specificatamente, la pace viene considerata (o dovrebbe essere considerata, secondo l'opinione corrente) un valore universalmente riconosciuto che sia in grado di superare qualsiasi barriera sociale e/o religiosa ed ogni pregiudizio ideologico, in modo da evitare situazioni di conflitto fra due o più persone, due o più gruppi, due o più nazioni, due o più religioni.
La guerra austro-prussiana (chiamata anche guerra delle sette settimane) fu combattuta nel 1866 dall'Impero d'Austria e i suoi alleati tedeschi, contro il Regno di Prussia, alcuni stati tedeschi minori e il Regno d'Italia. Le operazioni sul fronte meridionale tra Italia e Austria costituiscono la terza guerra d'indipendenza italiana. In Germania e Austria viene chiamata Deutscher Krieg ("guerra tedesca") o Bruderkrieg ("guerra dei fratelli").
Stati Uniti d'Europa è il nome dato a diversi ipotetici scenari di unificazione europea, orientati verso modelli simili a quello di un singolo Stato unitario decentrato (simile al Regno Unito) e a quello di una singola federazione di Stati (simile agli Stati Uniti d'America), come immaginato da diversi politologi e politici.
Gerolamo Grassi, detto Gero (Terlizzi, 20 aprile 1958), è un politico, giornalista e scrittore italiano.
La storia d'Italia è l'insieme di numerose vicende locali e cittadine e riflesso della storia universale della sua capitale, Roma, sede dell'Impero prima e del Papato poi. Essa è parte fondante della cultura occidentale, europea e mediterranea. L'eredità storico-culturale dell'Italia si riflette nell'elevato numero di patrimoni dell'umanità presenti nel paese. Luogo di incontro di culture arcaiche come quella etrusca, latina, e sabina, di insediamenti celti e colonie greche e fenicio-cartaginesi, l'Italia antica fu federata dalla Repubblica Romana e divenne il centro dell'Impero Romano. Una prima sistemazione amministrativa in regioni le fu data da Cesare Augusto (27 a.C.-14 d.C.). Divenne poi terra a maggioranza cristiana, abbandonando l'antico politeismo, tra la promulgazione dell'Editto di Milano (313) che garantiva la libertà di culto e quella dell'Editto di Tessalonica (380), che impose di seguire la religione del vescovo di Roma. Con la caduta dell'Impero, l'Italia venne invasa dagli Eruli di Odoacre (476), e poi dagli Ostrogoti di Teodorico (492), dai Bizantini di Giustiniano (535), e dai Longobardi di Alboino (568). Alla dominazione straniera, si accompagnò il processo di divisione politica: l'Italia meridionale fu contesa tra Longobardi, Bizantini e Berberi, quella centrale si consolidò come Stato Pontificio, e quella settentrionale venne inglobata da Carlomagno nel Sacro Romano Impero Germanico con l'incoronazione di quest' ultimo da parte di Papa Leone III nell'anno 800. Con l'umiliazione di Canossa (1077) prima e la pace di Venezia (1177) poi, il Papa indebolì l'Imperatore germanico, favorendo l'ascesa di autonomi Comuni nell'Italia imperiale. Tra questi, le repubbliche marinare di Genova e Venezia acquistarono un grande peso nel corso delle crociate, fatto che provocò una rivoluzione commerciale e mercantile in tutta Italia. Contestualmente, il mezzogiorno veniva unificato nel regno di Sicilia dai vichinghi Normanni. Per intrecci dinastici, corona di Sicilia e diadema imperiale pervennero entrambi a Federico II di Svevia, il quale fu a capo di un impero che si espanse nei paesi baltici e in Terra Santa, ma che si disgregò dopo il fallimento del progetto assolutista di dominare tutta l'Italia per la resistenza di Stato Pontificio, baroni meridionali, e Comuni centro-settentrionali. Dopo le drammatiche crisi del Trecento, la penisola conobbe una nuova epoca di prosperità economica e culturale tra XV e XVI secolo, periodo noto come Rinascimento. Per la sua ricchezza e centralità negli affari europei, divenne il principale teatro dello scontro delle Guerre d'Italia, che coinvolsero le principali potenze dell'epoca, tra cui il Regno di Francia, l'Impero germanico, l'Impero spagnolo, la Confederazone Elvetica, l'Inghilterra e l'Impero ottomano. Sul piano culturale, l'Italia conosceva poi la controriforma, il barocco, ed il neoclassicismo. Dopo la parentesi Napoleonica, gli italiani lottarono per la loro indipendenza ed unificazione in una serie di guerre sotto la guida del Regno di Sardegna sabaudo, occupando il nord, sottoposto direttamente o indirettamente agli Asburgo d'Austria, e le Due Sicilie, governate dai Borbone di Napoli, un ramo cadetto dei Borbone di Spagna. Roma, nel mezzo della guerra franco-prussiana (1870-1871), fu fatta capitale a conclusione del Risorgimento. L'Italia unita divenne uno stato liberale sul fronte economico-politico, mentre in politica estera creò un proprio spazio coloniale in Libia e Corno d'Africa. Le ambizioni territoriali in Europa e la volontà di trovare un suo posto nel concerto di blocchi politici e alleanze sicure portò l'Italia a partecipare alla prima guerra mondiale a fianco della Triplice Intesa. La società italiana, colpita dalla propaganda nazionalista della "vittoria mutilata", aderì gradualmente al fascismo di Benito Mussolini e dei suoi seguaci, saliti al potere nell'ottobre del 1922. L'avvicinamento alla Germania nazista e la formazione dell'asse Roma-Berlino del 1936 saranno determinanti nella scelta italiana di entrare nella seconda guerra mondiale, nel 1940. Dopo il suo fallimento militare, ebbe termine la forma di governo monarchica: l'attuale repubblica fu infatti istituita nel giugno 1946. In seguito alla ricostruzione, vi fu un periodo storico di ripresa economica, militare, sportiva e politica, così come la riaffermazione dell'Italia come potenza industriale, essendo tra le nazioni fondanti del G6 (poi G7, G8 e nuovamente G7 nell'attualità) nel 1975 e del G20 nel 1999. L'Italia è inoltre tra i sei Paesi fondatori dell'Unione europea, la quale opera tramite meccanismi e politiche sovranazionali (come l'euro).
I Radicali Italiani (RI) sono un movimento politico italiano, fino al 2017 costituente del Partito Radicale Nonviolento, Transnazionale e Transpartito, che si definisce liberale, liberista e libertario.Nato nel 2001 con l'intento di proseguire incisivamente le esperienze del Partito Radicale e dei Club Pannella-Riformatori (come questi movimenti adotta la possibilità della doppia tessera, per cui gli iscritti possono essere impegnati anche in altri partiti), i contenuti della sua proposta riguardano essenzialmente la difesa dei diritti civili e della democrazia, il metodo della nonviolenza gandhiana, la laicità e la libertà religiosa, un efficace progetto di federalismo europeo, l'antimilitarismo, il liberalismo democratico, un marcato laicismo e l'anticlericalismo. La sua azione si distingue anche per il costante impegno a favore di una riforma del sistema della giustizia. Per statuto non si presenta direttamente alle competizioni elettorali, sebbene numerosi suoi esponenti si siano candidati nelle liste dell'Associazione Politica Nazionale Lista Marco Pannella e, tra il 2006 e il 2008, nella Rosa nel Pugno. Ispirato alla tradizione federalista europea di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, a livello europeo è membro dell'ALDE. A livello internazionale è stato soggetto costituente del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito fino al 2017, anno della scissione fra RI e PRT, ed è membro effettivo dell'Internazionale Liberale.
Il libertarianismo di destra, chiamato anche libertarismo di destra, capitalismo libertario, capitalismo libertariano o liberismo di destra, è una filosofia politica ed un tipo di libertarianismo che sostiene fortemente i diritti di proprietà capitalistici e difende la distribuzione sul mercato delle risorse naturali e della proprietà privata. Il termine "libertarianismo di destra" è usato per distinguere questa classe di opinioni sulla natura della proprietà e del capitale dal libertarismo di sinistra, un tipo di libertarismo che combina l'autocontrollo con un approccio egualitario alle risorse naturali. Contrariamente al libertarismo socialista, il libertarianismo di destra sostiene il capitalismo ed il libero mercato. Come la maggior parte delle forme di libertarianismo, il libertarianismo di destra sostiene le libertà civili, in particolare il giusnaturalismo, i diritti negativi e un'importante inversione del moderno Stato sociale. Come tutti i sostenitori delle ideologie affini al libertarianismo, i libertariani di destra si definiscono semplicemente "libertari" o "libertariani". Essendo il tipo più comune di libertarianismo negli Stati Uniti, il libertarianismo di destra è diventato negli USA il significato più comune di "libertarianismo" dalla fine del XX secolo, mentre storicamente e altrove continua ad essere ampiamente usato anche per riferirsi a forme di socialismo anti-Stato come l'anarchismo e più in generale comunismo libertario e socialismo libertario. Intorno al tempo di Murray Rothbard, che negli anni '60 rese popolare il termine "libertario" negli Stati Uniti, i movimenti anarco-capitalisti iniziarono a definirsi "libertariani", portando alla nascita del termine "libertariano di destra" per distinguerli. Rothbard stesso ha riconosciuto la cooptazione del termine e si vantava della sua "cattura [...] dal nemico".Il pensiero politico della destra libertariana è caratterizzato dalla rigorosa priorità data alla libertà, con la necessità di massimizzare le libertà individuali e minimizzare la portata dell'autorità pubblica. I libertari di destra in genere vedono lo Stato come la principale minaccia alla libertà. Questo anti-statalismo differisce dalle dottrine anarchiche in quanto si basa su un individualismo senza compromessi che pone poca o nessuna enfasi sulla cooperazione umana. La filosofia della destra libertariana è radicata anche nelle idee di diritti individuali ed al laissez-faire. Economicamente, i libertariani di destra non fanno distinzioni tra capitalismo e mercati liberi e vedono ogni tentativo di dettare i processi del mercato come controproducenti, enfatizzando i meccanismi e la natura autoregolante del mercato mentre ritengono evitabile l'intervento del governo e superflui ed improduttivi i tentativi di ridistribuire la ricchezza. Sebbene tutti i libertariani di destra si oppongano all'intervento del governo, esiste una divisione tra gli anarco-capitalisti, che vedono lo Stato come un male inutile e vogliono che i diritti di proprietà siano tutelati senza legge attraverso il crimine, il contratto e il diritto di proprietà generati dal mercato; e i miniarchisti, che credono invece che sia necessario uno Stato minimo, spesso indicato come un "guardiano notturno", per fornire ai suoi cittadini tribunali, forze armate e forze di polizia.Sebbene il libertarianismo di destra sia influenzato dal pensiero liberale classico, con alcuni che lo vedono come una sua variante, ci sono differenze significative tra le due ideologie. Edwin van de Haar, studioso olandese indipendente specializzato nella tradizione liberale nel pensiero politico internazionale, sostiene che "confusamente, negli Stati Uniti il termine libertarianismo è talvolta usato anche per o dai liberali classici. Ma questo maschera erroneamente le differenze tra loro". Il liberalismo classico rifiuta di dare priorità alla libertà sull'ordine e quindi non mostra l'ostilità verso lo Stato che è la caratteristica distintiva del libertarianismo. Pertanto, i libertariani di destra credono che i liberali classici favoriscano un eccessivo coinvolgimento dello Stato, sostenendo che non hanno abbastanza rispetto per i diritti di proprietà individuali e mancano di sufficiente fiducia nel funzionamento del libero mercato e nel suo ordine spontaneo. Inoltre, i libertariani di destra non sono d'accordo con i liberali classici in quanto troppo favorevoli alle banche centrali e alle politiche monetariste.
L'elenco che segue comprende tutte le entità che rientrano anche parzialmente in qualcuna delle varie definizioni comuni dell'Europa, geografica e politica.
Le relazioni tra Francia e Germania, dal 1871, secondo Ulrich Krotz, hanno attraversato tre grandi periodi: "ostilità ereditaria" (fino al 1945), "riconciliazione" (1945-1963) e dal 1963 la "relazione speciale" inclusa in una cooperazione chiamata Amicizia franco-tedesca (in francese: Amitié franco-allemande; in tedesco: Deutsch-Französische Freundschaft).Nel contesto dell'Unione Europea, la cooperazione tra i due Paesi è molto ampia e intima. Gli accordi e le cooperazioni franco-tedeschi sono sempre stati fondamentali per promuovere gli ideali dell'integrazione europea. In tempi recenti, Francia e Germania sono stati tra i sostenitori più entusiasti dell'ulteriore integrazione dell'UE. A volte sono descritti come il "motore gemellato" che ha messo in moto l'unificazione europea. Il 28 aprile 2017 è stato inaugurato un tram da Strasburgo a Kehl, superando il Reno, a simboleggiare la forza delle relazioni trai due paesi.
La penisola balcanica, nota anche come Balcani (dalla forma abbreviata di Monti Balcani, sistema montuoso tra Bulgaria e Serbia; dal turco balkan ‘monteʼ), è una penisola dell'Europa orientale; è delimitata a ovest dal mare Adriatico, a sud-ovest dal mar Ionio, a est dal mar Nero, a sud-est dal Mar di Marmara, e a sud dal mar Egeo.
Uno Stato federale è una forma di Stato in cui i poteri sovrani sono divisi con un sistema di divisione, che permette agli Stati membri di conservare una parte della propria sovranità (autonomia). Gli Stati membri sono anche detti stati federati, per indicare la garanzia costituzionale della possibilità di partecipare ai processi di revisione costituzionale, nonché della partecipazione alla formazione della volontà politica dello Stato centrale, oltre che il riconoscimento della capacità di darsi una Costituzione, senza che la stessa sia sottoposta a procedimento di verifica e di approvazione preventiva da parte degli organi centrali.
L'unificazione politica e culturale della Spagna, che in precedenza era stata un blocco territoriale unitario già sotto i Romani e sotto i Visigoti ma disgregata dopo l'invasione araba, fu lenta e graduale seguendo di pari passo la Reconquista delle zone islamizzate da parte dei principi degli stati cristiani arroccati sui monti nel Nord della penisola iberica. La vittoria sui musulmani a Las Navas de Tolosa nel 1212 provocò una brusca accelerazione del processo di solidificazione dei due potenti stati che si spartivano insieme alla Navarra il territorio spagnolo: Castiglia e Aragona. In Castiglia, con la reggenza di Alfonso X (1252-1284), si affermò definitivamente l'autorità sovrana sui vassalli, in Aragona, nonostante la struttura tripartita del regno (Aragona, Catalogna e Valencia) lasciasse spazio ad una parziale autonomia si creò una forte monarchia.
La Confederazione Tedesca del Nord o Confederazione Germanica del Nord (ted.: Norddeutscher Bund) fu dapprima un'alleanza e confederazione di Stati indipendenti (1866) e poi un vero e proprio Stato federale (dal luglio 1867). Fu fondato dopo la guerra austro-prussiana e comprendeva gli stati tedeschi a nord del fiume Meno per un totale di 22 membri e circa 30.000.000 di persone. Essa fu il primo Stato moderno della nazione germanica e la base per il successivo Impero tedesco. Dopo diverse proposte da ambo le parti per riformare la Confederazione germanica (fondata nel 1815), la principale potenza della Germania settentrionale, la Prussia, lasciò la Confederazione germanica assieme ad una serie di alleati ed iniziò uno scontro latente, dal momento che gli Stati della confederazione tedesca erano patrocinati dall'Austria, mentre i dissidenti erano guidati dalla Prussia. Dopo la breve Guerra austro-prussiana del luglio del 1866, la Prussia fondò coi suoi alleati la Confederazione Tedesca del Nord. In un primo tempo essa fu solo un'alleanza militare tra stati indipendenti (August-Bündnis), ma poco dopo pervenne l'intenzione di formare una vera e propria federazione di Stati basata su una costituzione comune, progetto che venne realizzato nel 1867. La Confederazione Tedesca del Nord è oggi reputata fondamentale per l'unificazione economica e giuridica della Germania, dal momento che molti dei suoi cardini vennero poi recuperati dall'Impero tedesco.
Le relazioni internazionali di Israele sono quell'insieme di rapporti diplomatici ed economici intrattenuti da tale Stato con il resto del mondo. Israele è entrato a far parte dell'Organizzazione delle Nazioni Unite a partire dall'11 maggio del 1949; a tutto marzo del 2017 mantiene legami diplomatici con un totale complessivo di 159 paesi. Inoltre mantiene relazioni diplomatiche e confini aperti con due dei suoi vicini arabi, l'Egitto e la Giordania, dopo aver firmato il relativo trattato internazionale: rispettivamente il Trattato di pace israelo-egiziano del 1979 e il Trattato di pace israelo-giordano del 1994. Anche la stretta amicizia con gli Stati Uniti d'America è stata per decenni una delle principali chiavi di volta della politica di Israele. A partire dalla dichiarazione d'indipendenza israeliana nel 1948 fino alla rivoluzione iraniana e alla caduta della dinastia Pahlavi nel 1979, Israele e Iran mantennero dei forti legami bilaterali; questi fu il secondo paese a maggioranza musulmana a riconoscere Israele come nazione sovrana subito dopo la Turchia. Verso la metà del XX secolo Israele gestiva vasti programmi di aiuto e istruzione in Africa, inviando esperti in agricoltura e ricerca, gestione delle risorse umane e delle risorse idriche oltre alla cooperazione e innovazione nel campo dell'assistenza sanitaria. La Cina è uno dei pochi paesi al mondo a mantenere relazioni attive sia con Israele che con il mondo islamico in generale, rimanendo pertanto una base fondamentale nella politica estera dello Stato ebraico a causa della sua influenza globale la quale ben si integra con il pragmatico management dell'economia di Israele, la stabilità politica che più gli è propria, così come la sua importanza strategica regionale in Medio Oriente. Durante i primi anni 2000 il ministero degli affari esteri aveva avvertito che la crescente influenza dell'Unione europea avrebbe con molta probabilità contribuito ad isolare sempre più Israele dagli affari globali. Sulla scia di una serie di controversie diplomatiche con la Turchia e l'ascesa dei Fratelli Musulmani in Egitto nel 2011, esso ha avuto relazioni sempre più ostili con questi paesi per alcuni anni prima che le cose riprendessero a migliorare. Nel prosieguo di quello stesso periodo le relazioni israeliane con molte nazioni in Europa, tra cui Grecia e Cipro nel contesto del "triangolo energetico" e in Asia - tra cui Cina e India - sono state notevolmente migliorate, dovuto ciò in gran parte grazie alla crescita economica israeliana nell'alta tecnologia. I legami con l'Egitto sono migliorati da quando i "Fratelli Musulmani" sono stati rimossi dal potere, mentre quelli con la Turchia sono stati irregolari dopo il loro nadir nel 2010, ma costantemente meno tesi a partire da allora.