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I popoli romaní (rom, sinti, camminanti) sono una minoranza etnica in Italia. La loro presenza varia (secondo stime diverse) dalle 90.000 alle 140.000 persone, di cui circa 70.000 con cittadinanza italiana, quindi circa lo 0,25% della popolazione italiana. I rom autoctoni (discendenti di gruppi presenti in Italia sin dal Medioevo) sarebbero circa 45.000, mentre gli altri sarebbero di più recente arrivo da altri paesi europei. La maggior parte dei rom italiani è stanziale e urbana. Nei cosiddetti "campi nomadi", secondo il censimento del 2008, vivono in tutto 12.346 persone, tra le quali 5.436 minori.
Con il nome Palestina (in greco: Παλαιστίνη, Palaistínē; in latino: Palaestina; in arabo: فلسطين, Falasṭīn; in ebraico: פלשתינה?, Palestina; in yiddish: פאלעסטינע, Palestine) viene indicata la regione geografica del Vicino Oriente compresa tra il Mar Mediterraneo, il fiume Giordano, il Mar Morto, a scendere fino al mar Rosso e i confini con l'Egitto. I confini e lo status politico della regione sono cambiati nel corso della storia: il nome "Palestina" fu usato da scrittori greci antichi per indicare la regione tra la Fenicia e l'Egitto e poi fu ufficialmente adottato come nome di una provincia dell'impero romano, dell'impero bizantino e del califfato arabo omayyade e abbaside. La regione comprendeva la maggior parte del territorio chiamato nella Bibbia ebraica '"Terra di Canaan" e "Terra di Israele". Occupa la parte meridionale della più ampia regione storica della Siria (o Levante) ed è considerata "Terra Santa" da ebraismo, cristianesimo e islam. Durante il dominio ottomano l'area fu divisa in diverse regioni amministrative e comprendeva principalmente il Sangiaccato di Gerusalemme, oltre a parti del Vilayet di Beirut (il Sangiaccato di Nablus e il Sangiaccato di Acri) e del Vilayet di Siria. Dopo il crollo dell'impero ottomano fu creata a ovest del fiume Giordano la Palestina sotto mandato britannico (1922-1948), oggetto di una partizione nel 1947 a opera dell'ONU che ne destinò una parte a uno Stato ebraico (poi diventato Israele) e un'altra a uno Stato arabo (poi diventato lo Stato di Palestina). Attualmente il suo territorio è quindi diviso tra lo Stato di Israele e lo Stato di Palestina, anche se la regione storicamente ha incluso anche parti degli odierni Stati di Giordania (l'area transgiordana più vicina al fiume Giordano, sulla sponda orientale), della Siria e del Libano.
L'immigrazione in Italia cominciò a raggiungere dimensioni significative all'incirca dagli anni 1970, per poi diventare un fenomeno caratterizzante della demografia italiana nei primi anni del terzo millennio. Secondo le definizioni fornite dall'ISTAT, la popolazione immigrata non va confusa con la popolazione straniera: la popolazione immigrata è composta da tutti i residenti che sono nati all'estero con cittadinanza straniera, anche se hanno successivamente acquisito la cittadinanza italiana; mentre la popolazione straniera è composta da tutti i residenti che hanno cittadinanza straniera, anche se sono nati in Italia. Secondo Eurostat, al 1º gennaio 2017 l'Italia era il quarto Paese dell'U.E. per popolazione immigrata, ovvero nata all'estero, con 6,1 milioni di immigrati, dopo Germania (12,1 milioni), Regno Unito (9,3 milioni) e Francia (8,2 milioni), appena davanti alla Spagna (6,0 milioni). Era invece il terzo Paese dell'Unione Europea per popolazione straniera, con 5 milioni di cittadini stranieri, dopo Germania (9,2 milioni) e Regno Unito (6,1 milioni) e davanti a Francia (4,6 milioni) e Spagna (4,4 milioni). Per numero di stranieri (inclusi gli apolidi) in percentuale rispetto al totale della popolazione residente, l'Italia si classificava al quattordicesimo posto (su 28) nell'Unione Europea (con l'8,3% di immigrati sul totale della popolazione).