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I rom (al plurale anche nella forma: roma, in lingua romaní: řom o rrom) sono uno dei principali gruppi etnici della popolazione e relativa lingua "romaní", conosciuti anche come "gitani" o "zingari", anticamente originaria dell'India del nord. La caratteristica comune di tutte le comunità che si attribuiscono la denominazione cosiddetta "rom" è che parlano - o è attestato che nei secoli scorsi parlassero - dialetti variamente intercomprensibili, costituenti appunto la lingua romaní, che studi filologici e linguistici affermano derivare da varianti popolari del sanscrito e che trovano nelle attuali lingue dell'India del nord ovest la parentela più prossima.I rom propriamente detti sono un gruppo etnico che vive principalmente in Europa, distribuiti in una galassia di minoranze presenti principalmente nei Balcani, in Europa centrale e in Europa orientale, benché la loro diaspora li abbia portati anche nelle Americhe e in altri continenti. La disciplina che si occupa di studiare la storia, lingua e cultura dei popoli romaní è la romanologia.
Gli italiani di Croazia (in croato talijani u Hrvatskoj) sono una minoranza nazionale di lingua italiana riconosciuta in Croazia. La comunità italiana in Croazia è formata prevalentemente da autoctoni (istriani autoctoni di lingua italiana), specie nell'Istria croata, ma anche da espatriati, specialmente nella capitale (Zagabria), mentre nelle città della costa adriatica, soprattutto a Fiume e a Pola, è costituita da comunità autoctone di lingua italiana.
L'Italia (/iˈtalja/, ), ufficialmente Repubblica Italiana, è uno Stato situato nell'Europa meridionale, il cui territorio coincide in gran parte con l'omonima regione geografica. L'Italia è una repubblica parlamentare e conta una popolazione di circa 60 milioni di abitanti. La capitale è Roma. La parte continentale, delimitata dall'arco alpino, confina a nord, da ovest a est, con Francia, Svizzera, Austria e Slovenia; il resto del territorio, circondato dai mari Ligure, Tirreno, Ionio e Adriatico, si protende nel mar Mediterraneo, occupando la penisola italiana e numerose isole (le maggiori sono Sicilia e Sardegna), per un totale di 302072,84 km². Gli Stati della Città del Vaticano e di San Marino sono enclavi della Repubblica mentre Campione d'Italia è l'unica exclave italiana. Con l'ascesa di Roma, che fu capitale della Repubblica romana e poi dell'Impero romano, si ebbe il primo processo di unificazione della penisola, destinata a rimanere per secoli il centro politico e culturale della civiltà occidentale. Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, l'Italia medievale fu soggetta a invasioni e dominazioni di popolazioni germaniche, come gli Ostrogoti, i Longobardi e i Normanni, perdendo la propria unità politica. Nel XV secolo, con la diffusione del Rinascimento, ridivenne il centro culturale del mondo occidentale, ma dopo le guerre d'Italia del XVI secolo ricadde sotto l'egemonia delle potenze straniere, quali Francia, Spagna e Austria. Durante il Risorgimento gli italiani combatterono per l'indipendenza nazionale e per l'Unità d'Italia, finché nel 1861 fu proclamato il Regno d'Italia, che completò la riunificazione con la presa di Roma del 20 settembre 1870 e la vittoria nella prima guerra mondiale. Dal 1882 al 1960 l'Italia ha posseduto un impero coloniale. Nel 1946, dopo il ventennio fascista, la sconfitta nella seconda guerra mondiale e la guerra civile, a seguito di un referendum istituzionale lo Stato italiano divenne una repubblica. Nel 2020 l'Italia, ottava potenza economica mondiale e terza nell'Unione europea, è un paese con un alto standard di vita: l'indice di sviluppo umano è molto alto, 0.883, e la speranza di vita è di 83,4 anni. È membro fondatore dell'Unione europea, della NATO, del Consiglio d'Europa e dell'OCSE; aderisce all'ONU e al trattato di Schengen. È inoltre membro del G7 e del G20, partecipa al progetto di condivisione nucleare della NATO, è una grande potenza regionale europea, in grado di esercitare influenza politica anche su scelte e decisioni di ordine extra-europeo e globale, e si colloca in nona posizione nel mondo per spesa militare. In virtù della sua storia ultramillenaria, l'Italia vanta insieme alla Cina il maggior numero di siti dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO.
L'immigrazione in Italia cominciò a raggiungere dimensioni significative all'incirca dagli anni 1970, per poi diventare un fenomeno caratterizzante della demografia italiana nei primi anni del terzo millennio. Secondo le definizioni fornite dall'ISTAT, la popolazione immigrata non va confusa con la popolazione straniera: la popolazione immigrata è composta da tutti i residenti che sono nati all'estero con cittadinanza straniera, anche se hanno successivamente acquisito la cittadinanza italiana; mentre la popolazione straniera è composta da tutti i residenti che hanno cittadinanza straniera, anche se sono nati in Italia. Secondo Eurostat, al 1º gennaio 2017 l'Italia era il quarto Paese dell'U.E. per popolazione immigrata, ovvero nata all'estero, con 6,1 milioni di immigrati, dopo Germania (12,1 milioni), Regno Unito (9,3 milioni) e Francia (8,2 milioni), appena davanti alla Spagna (6,0 milioni). Era invece il terzo Paese dell'Unione Europea per popolazione straniera, con 5 milioni di cittadini stranieri, dopo Germania (9,2 milioni) e Regno Unito (6,1 milioni) e davanti a Francia (4,6 milioni) e Spagna (4,4 milioni). Per numero di stranieri (inclusi gli apolidi) in percentuale rispetto al totale della popolazione residente, l'Italia si classificava al quattordicesimo posto (su 28) nell'Unione Europea (con l'8,3% di immigrati sul totale della popolazione).
L'antiziganismo indica il pregiudizio e l'odio generalizzato verso i popoli rom Sinti e altri gruppi, anche chiamati, per lo più con connotazione negativa, zingari, gitani o zigani. Fin dal loro arrivo in Europa gli “zingari” sono stati definiti “stranieri pericolosi” e sono stati accusati di spionaggio, stregoneria, di essere creature diaboliche e spaventose, così come di rifiutare di lavorare per la loro “predisposizione al furto”.Pregiudizi e stereotipi di tipo razzista si verificano frequentemente in Europa, in conseguenza di credenze popolari persistenti, spesso avallate dai mezzi di comunicazione di massa, che contribuiscono ad aggravare la discriminazione nei confronti dei Rom e sinti. Nel 2005 e nel 2006 il razzismo nei confronti delle popolazioni gitane è diventato oggetto di attenzione a livello europeo, con l'adozione di una risoluzione del Parlamento europeo, il primo testo ufficiale che parla di antiziganismo (Anti-Gypsyism/Romaphobia in lingua inglese, antitsiganisme/romaphobie/tsiganophobie in lingua francese). Le conferenze internazionali OSCE/EU/CoE di Varsavia (ottobre 2005) e Bucarest (maggio 2006), hanno confermato il termine «anti-Gypsyism» a livello internazionale. Dal 2008 l'Unione europea ha inaugurato una Strategia europea per i rom
Daniele Giancane (Bari, 24 settembre 1948) è un poeta, pedagogista e scrittore italiano. È inoltre giornalista pubblicista, animatore culturale, direttore di riviste e di collane editoriali, docente universitario di Letteratura per l'infanzia. Il suo itinerario poetico inizia nel 1969, con Vedere e non vedere (prefazione di Tommaso Fiore) e prosegue con Il monologo ininterrotto (1973), Poesie (1975), Sulla collina (1980), Il tempo rimasto (1982), Io e la scimmia pazza (1984), Marcia di utopia (1987), I santi in versi (1990), Il resto del falò (1990), Il giardino del cuore (1992), Un quarto di secolo (1995), Amore che arde in petto più del fuoco (1998), Storie dell'uomo interiore (2000), Diario dell'anima (2003), La vita inconoscibile (2006), 21 poesie metafisiche (2009), Specchio a tre facce (2012), Le aritmie del cuore (2013), Canti della tartaruga (2016). La bibliografia dei critici che si sono interessati alla sua poesia è vastissima, da Michele Dell'Aquila a Giorgio Bàrberi Squarotti, da Raffaele Nigro a Daniele M. Pegorari, da Giuliano Manacorda a Giuseppe Zagarrio, da Marco I.de Santis a Stefano Lanuzza, da Francesco Bellino a Ettore Catalano e a tanti altri. Diversi suoi testi poetici sono stati pubblicati all'estero, specificamente in Serbia, Albania, Romania, Spagna, Canada, Cile, India nonché a Malta. Ha curato numerose antologie di poesia: da ricordare almeno: Vertenza Sud, antologia della poesia meridionale, 2001; Poeti della Puglia (con Raffaele Nigro, 1979); La poesia in Puglia, assieme a Marco I. de Santis (1994); Orme sull'Adriatico, poeti italiani e montenegrini, 1991; La poesia serba del Novecento, con Svetlana Stipcevic, 2005; 5 pesetas di stelle, antologia della poesia spagnola, con Anna Santoliquido; Per quelli che amiamo, poeti di Bari e di Niš, Serbia, 1994; I nostri primi trent'anni, poeti italiani e serbi,con Dragan Mraovic, 2015). Per la sua opera di collegamento tra cultura letteraria italiana e mondo dell'Est Europa, è stato insignito della cittadinanza onoraria della città di Niš (Serbia), del premio di Vuk e de L'Anello d'oro (Belgrado). Giorgio Bàrberi Squarotti lo cita nella sua opera La civiltà letteraria in Italia (UTET). Dirige la più longeva rivista letteraria dell'Italia meridionale: La Vallisa e coordina le attività del gruppo omonimo. Altrettanto intensa la sua attività come saggista, con numerosi studi sulla letteratura per l'infanzia, tra i quali citeremo soltanto Alberto Manzi o il fascino dell'infanzia (1975), Per un'educazione alla pace (1986), L'abaco e l'ideogramma (1991), Giuseppe Fanciulli (1994), Le paure dei bambini (1995), Educare con la letteratura: l'itinerario narrativo di Giovanna Righini Ricci (1996), Dal Sud: letteratura per l'infanzia e immaginario meridionale (2000), Leggere che passione! (2005), Rileggere i classici (2006), C'era una volta nel mondo (2007), Progetto lettura (2009), Letteratura per l'infanzia e l'adolescenza, con Angelo Nobile e Carlo Marini(2011), Gli eroi di carta (2011), Due autrici allo specchio (2016). Ha pubblicato una ricerca in tre volumi sulle fiabe popolari pugliesi, più un volume sulle fiabe lucane. È tra i più impegnati studiosi del teatro per ragazzi in Italia, a cui ha dedicato molte opere, fra le quali: Don Pancrazio Cucuzziello, assieme a Rino Bizzarro (1978), Angelica, Orlando & C. (1989), Ragazzi e teatro (1991), Le paure dei bambini (1995), Marionette, burattini e letteratura per l'infanzia (2002), Oltre i cancelli il cielo 2007), oltre a Facciamo teatro?(2004), tre testi teatrali per i bambini. Altrettanto imponente la sua produzione di scrittore per ragazzi, sin da Nuovefiabe(1982), fino a Fiabe ecologiche(2009), Al bullo? Mi ribello (2011), Gli animali e noi (2013), So dire di no (2015). Per i più piccoli ‘Le avventure di Sparagiallo’(2005)‘Federico II’(2012),'Dormi il sonno dell'ulivo', ninne-nanne e filastrocche(2015), ‘Biancalancia’(2016). Ha scritto il romanzo per adolescenti Ragazzo d'Albania , adottato come testo di lettura in molte scuole italiane. Come pedagogista, rammentiamo Educare oggi: una scommessa impossibile? (2012), L'utopia pedagogica (2012), Formare al Sud (2013). Daniele Giancane ha collaborato a lungo col poeta statunitense Kenneth Koch per la messa a punto di stimolazioni alla scrittura poetica dei bambini. Su questo tema, è stato il primo -in Italia- a pubblicare un testo su esperienze guidate di poesia dei bambini: La fragola è una faccia col morbillo (1980). Collabora con numerose riviste e con la pagina culturale de La Gazzetta del Mezzogiorno, sin dal 1980. Per questo giornale ha pubblicato oltre cinquecento articoli. Sulla sua opera complessiva Angela De Leo ha scritto il volume La fanciulla ermafrodita. All'Università di Chieti è stata discussa una tesi di laurea sul Nostro. A metà del 2016 Daniele Giancane, da molti definito un "umanista", ha pubblicato 107 libri.
I camminanti (caminanti in siciliano), o siciliani erranti, sono un gruppo nomade diffuso in Sicilia (la comunità più cospicua si trova nel comune di Noto, in provincia di Siracusa), ma semi-stanziale anche a Milano, Roma e Napoli. I camminanti sono ben distinti dalle altre popolazioni nomadi presenti in Italia, come rom o sinti. La loro origine non è nota con certezza. Al riguardo, sono state formulate delle ipotesi, come quella secondo cui sarebbero dei discendenti dei sopravvissuti al terremoto del Val di Noto del 1693 o la tesi che i loro antenati remoti fossero schiavi d'origine gitana mescolati con altre etnie e affrancati grazie alla fine della schiavitù in Sicilia. La prima ipotesi è stata avanzata da Rita Paola Toro, mentre si deve la seconda ad alcuni atti notarili del XVI secolo riguardanti la compravendita di schiavi, che sono denominati, negli stessi documenti, col termine gizo, parola che deriverebbe dal termine aegyptius (da cui anche "gitano"), il cui uso per indicare i gitani era dovuto alla convinzione che discendessero da popoli dell'Egitto. Un'altra ipotesi sulla loro origine sostiene che siano discendenti di carrettieri siciliani che hanno continuato la tradizione di nomadismo. Stando a degli studi che hanno incrociato i pochi dati anagrafici, effettuati tra gli altri dall'unica assistente sociale che ad oggi lavora con i caminanti, la Dottoressa Corradina Sapia, sembrerebbe che il ceppo originario provenga da Adrano e che frequentassero Noto come meta di passaggio già verso il 1910/1920. Solo negli anni 50 del '900, grazie al sindaco Salvatore Genovesi, ottennero la residenza a Noto .