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Autore principale: Puglia, Regione
Pubblicazione: [Bari] : Regione Puglia ; [Firenze] : Istituto degli Innocenti, stampa 2003
Tipo di risorsa: testo, Livello bibliografico: monografia, Lingua: ita, Paese: IT
La dispersione scolastica o "evasione scolastica" si riferisce all'insieme di comportamenti derivanti dall'ingiustificata e non autorizzata assenza di minorenni dalla scuola dell'obbligo. In particolare la dispersione si riferisce al fenomeno nel suo insieme, mentre l'evasione si riferisce all'attività posta in essere, individualmente, dal minore. Il termine descrive la frequente assenza degli studenti di propria volontà e non è da confondersi con le assenze per motivi di salute né con il doposcuola. Il significato, in particolare, varia da scuola a scuola ed è, solitamente specificato nei manuali di intervento delle autorità di polizia. Se si collegano tali dati, emerge che la dispersione scolastica raggiunge percentuali in Italia con picchi superiori al 20% nel meridione. La dispersione scolastica è spesso effetto di piaghe sociali: bullismo, violenza negli stadi, microcriminalità, droga, condotte devianti in generale, ecc. Può anche riferirsi a studenti che frequentano la scuola, ma non frequentano le lezioni. In alcuni paesi, la dispersione scolastica può provocare l'impossibilità di ottenere buoni voti. o di essere promossi per l'anno seguente, fino a quando il tempo perso per le assenze ingiustificate non sarà recuperato da una combinazione di lavori socialmente utili, multe o doposcuola. Il disagio sperimentato dai minori che frequentano la scuola dell'obbligo ha due componenti: la prima è di tipo evolutivo e deriva dalla crescita individuale in un contesto poco familiare rappresentato dalla nuova realtà in cui i soggetti vengono catapultati; la seconda è di tipo ambientale e deriva dal contesto sociale in cui i soggetti vivono, tra cui anche la famiglia. Qualora i fattori del disagio ambientale si aggiungano al disagio evolutivo, le influenze esterne possono aggravare la situazione evolutiva ed abbassare ulteriormente la stima che la persona ha di se stessa. Se i due tipi di disagio agiscono insieme ed in maniera negativa, si registrano le situazioni di maggiore rischio di abbandono scolastico. Le condizioni di malessere che provocano l'abbandono scolastico si possono verificare anche quando il minore vive situazioni di maltrattamento fisico, di maltrattamento psicologico, di abuso sessuale, di violenza istituzionale e altre condizioni che potenzialmente possono condurre il minore a rischio di devianza.
Daniele Giancane (Bari, 24 settembre 1948) è un poeta, pedagogista e scrittore italiano. È inoltre giornalista pubblicista, animatore culturale, direttore di riviste e di collane editoriali, docente universitario di Letteratura per l'infanzia. Il suo itinerario poetico inizia nel 1969, con Vedere e non vedere (prefazione di Tommaso Fiore) e prosegue con Il monologo ininterrotto (1973), Poesie (1975), Sulla collina (1980), Il tempo rimasto (1982), Io e la scimmia pazza (1984), Marcia di utopia (1987), I santi in versi (1990), Il resto del falò (1990), Il giardino del cuore (1992), Un quarto di secolo (1995), Amore che arde in petto più del fuoco (1998), Storie dell'uomo interiore (2000), Diario dell'anima (2003), La vita inconoscibile (2006), 21 poesie metafisiche (2009), Specchio a tre facce (2012), Le aritmie del cuore (2013), Canti della tartaruga (2016). La bibliografia dei critici che si sono interessati alla sua poesia è vastissima, da Michele Dell'Aquila a Giorgio Bàrberi Squarotti, da Raffaele Nigro a Daniele M. Pegorari, da Giuliano Manacorda a Giuseppe Zagarrio, da Marco I.de Santis a Stefano Lanuzza, da Francesco Bellino a Ettore Catalano e a tanti altri. Diversi suoi testi poetici sono stati pubblicati all'estero, specificamente in Serbia, Albania, Romania, Spagna, Canada, Cile, India nonché a Malta. Ha curato numerose antologie di poesia: da ricordare almeno: Vertenza Sud, antologia della poesia meridionale, 2001; Poeti della Puglia (con Raffaele Nigro, 1979); La poesia in Puglia, assieme a Marco I. de Santis (1994); Orme sull'Adriatico, poeti italiani e montenegrini, 1991; La poesia serba del Novecento, con Svetlana Stipcevic, 2005; 5 pesetas di stelle, antologia della poesia spagnola, con Anna Santoliquido; Per quelli che amiamo, poeti di Bari e di Niš, Serbia, 1994; I nostri primi trent'anni, poeti italiani e serbi,con Dragan Mraovic, 2015). Per la sua opera di collegamento tra cultura letteraria italiana e mondo dell'Est Europa, è stato insignito della cittadinanza onoraria della città di Niš (Serbia), del premio di Vuk e de L'Anello d'oro (Belgrado). Giorgio Bàrberi Squarotti lo cita nella sua opera La civiltà letteraria in Italia (UTET). Dirige la più longeva rivista letteraria dell'Italia meridionale: La Vallisa e coordina le attività del gruppo omonimo. Altrettanto intensa la sua attività come saggista, con numerosi studi sulla letteratura per l'infanzia, tra i quali citeremo soltanto Alberto Manzi o il fascino dell'infanzia (1975), Per un'educazione alla pace (1986), L'abaco e l'ideogramma (1991), Giuseppe Fanciulli (1994), Le paure dei bambini (1995), Educare con la letteratura: l'itinerario narrativo di Giovanna Righini Ricci (1996), Dal Sud: letteratura per l'infanzia e immaginario meridionale (2000), Leggere che passione! (2005), Rileggere i classici (2006), C'era una volta nel mondo (2007), Progetto lettura (2009), Letteratura per l'infanzia e l'adolescenza, con Angelo Nobile e Carlo Marini(2011), Gli eroi di carta (2011), Due autrici allo specchio (2016). Ha pubblicato una ricerca in tre volumi sulle fiabe popolari pugliesi, più un volume sulle fiabe lucane. È tra i più impegnati studiosi del teatro per ragazzi in Italia, a cui ha dedicato molte opere, fra le quali: Don Pancrazio Cucuzziello, assieme a Rino Bizzarro (1978), Angelica, Orlando & C. (1989), Ragazzi e teatro (1991), Le paure dei bambini (1995), Marionette, burattini e letteratura per l'infanzia (2002), Oltre i cancelli il cielo 2007), oltre a Facciamo teatro?(2004), tre testi teatrali per i bambini. Altrettanto imponente la sua produzione di scrittore per ragazzi, sin da Nuovefiabe(1982), fino a Fiabe ecologiche(2009), Al bullo? Mi ribello (2011), Gli animali e noi (2013), So dire di no (2015). Per i più piccoli ‘Le avventure di Sparagiallo’(2005)‘Federico II’(2012),'Dormi il sonno dell'ulivo', ninne-nanne e filastrocche(2015), ‘Biancalancia’(2016). Ha scritto il romanzo per adolescenti Ragazzo d'Albania , adottato come testo di lettura in molte scuole italiane. Come pedagogista, rammentiamo Educare oggi: una scommessa impossibile? (2012), L'utopia pedagogica (2012), Formare al Sud (2013). Daniele Giancane ha collaborato a lungo col poeta statunitense Kenneth Koch per la messa a punto di stimolazioni alla scrittura poetica dei bambini. Su questo tema, è stato il primo -in Italia- a pubblicare un testo su esperienze guidate di poesia dei bambini: La fragola è una faccia col morbillo (1980). Collabora con numerose riviste e con la pagina culturale de La Gazzetta del Mezzogiorno, sin dal 1980. Per questo giornale ha pubblicato oltre cinquecento articoli. Sulla sua opera complessiva Angela De Leo ha scritto il volume La fanciulla ermafrodita. All'Università di Chieti è stata discussa una tesi di laurea sul Nostro. A metà del 2016 Daniele Giancane, da molti definito un "umanista", ha pubblicato 107 libri.
Manfredonia (Mambredònie in dialetto sipontino) è un comune italiano di 55 213 abitanti della provincia di Foggia, in Puglia. Situata nel parco nazionale del Gargano, sorge sull'omonimo golfo ed è sede arcivescovile dell'arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo. La città deve il suo nome a Manfredi di Sicilia, figlio dell'imperatore Federico II, che la fondò nel XIII secolo.
I popoli romaní (rom, sinti, camminanti) sono una minoranza etnica in Italia. La loro presenza varia (secondo stime diverse) dalle 90.000 alle 140.000 persone, di cui circa 70.000 con cittadinanza italiana, quindi circa lo 0,25% della popolazione italiana. I rom autoctoni (discendenti di gruppi presenti in Italia sin dal Medioevo) sarebbero circa 45.000, mentre gli altri sarebbero di più recente arrivo da altri paesi europei. La maggior parte dei rom italiani è stanziale e urbana. Nei cosiddetti "campi nomadi", secondo il censimento del 2008, vivono in tutto 12.346 persone, tra le quali 5.436 minori.
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