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Per religione dell'antica Grecia, si intende l'insieme di credenze, miti, rituali, culti misterici, teologie e pratiche teurgiche e spirituali professate nella Grecia antica, sotto forma di religione pubblica, filosofica o iniziatica. Le origini della religione greca vanno individuate nella preistoria dei primi popoli abitanti l'Europa, nelle credenze e nelle tradizioni di differenti popoli indoeuropei che, a partire dal XXVI secolo a.C., migrarono in quelle regioni, nelle civiltà minoica e micenea e nelle influenze delle civiltà del Vicino Oriente antico occorse lungo i secoli. La "religione greca" cessò di essere con gli editti promulgati dall'imperatore romano di fede cristiana Teodosio I nel 380 e nel 392, il quale proibì tutti i culti non cristiani, ivi compresi i misteri eleusini, e con le devastazioni operate dai Goti lungo il IV e il V secolo d.C..
La religione romana è l'insieme dei fenomeni religiosi propri dell'antica Roma considerati nel loro evolvere come varietà di culti, questi correlati allo sviluppo politico e sociale della città e del suo popolo. Le origini della città, e quindi della storia e della religione di Roma, sono controverse. Recentemente l'archeologo italiano Andrea Carandini sembrerebbe aver quantomeno dimostrato di poter datare l'origine di Roma all'VIII secolo a.C., saldando quindi le sue conclusioni, basate sugli scavi da lui condotti nella zona del Palatino, all'età di fondazione stabilita dal racconto tradizionale. Le origini della religione romana vanno individuate nei culti dei popoli pre-indoeuropei stanziati in Italia, nelle tradizioni religiose dei popoli indoeuropei che, probabilmente a partire dal XV secolo a.C., migrarono nella penisola, nelle civiltà etrusca e della Grecia e nelle influenze delle civiltà del Vicino Oriente occorse lungo i secoli. La religione romana cessò di essere la religione "ufficiale" all'interno dell'impero romano con l'Editto di Tessalonica e i successivi editti promulgati a partire dal 380 dall'imperatore romano convertito al Cristianesimo Teodosio I, il quale proibì e perseguitò tutti i culti non cristiani professati nell'Impero, soprattutto quelli pagani. Precedentemente (362-363) c'era stato il vano tentativo dell'imperatore Giuliano di riformare la religione pagana per contrapporla efficacemente al cristianesimo, ormai ampiamente diffuso.
La mitologia greca fu ed è la raccolta e quindi lo studio dei mitigreci appartenenti alla cultura religiosa degli antichi greci e che riguardano, in particolare, i loro dèi ed eroi. I miti greci furono raccolti in cicli che concernono le differenti aree del mondo ellenico. Unico elemento unificante è la composizione del pantheon greco, costituito da una gerarchia di figure divine che rappresentano anche le forze o aspetti della natura. Gli studiosi contemporanei studiano e analizzano gli antichi miti nel tentativo di fare luce sulle istituzioni politiche e religiose dell'antica Grecia e, in generale, di tutta l'antica civiltà greca. Si compone di una vasta raccolta di racconti che spiegano l'origine del mondo ed espongono dettagliatamente la vita e le avventure di un gran numero di dèi e dee, eroi ed eroine e altre creature mitologiche. Questi racconti inizialmente furono composti e diffusi in una forma poetica e compositiva orale, mentre sono invece giunti fino a noi principalmente attraverso i testi scritti dalla tradizione letteraria greca. Le più antiche fonti letterarie conosciute, i due poemi epici Iliade e Odissea, concentrano la loro attenzione sugli eventi che ruotano attorno alla vicenda della guerra di Troia. Altri due poemi quasi contemporanei alle opere omeriche, la Teogonia e Le opere e i giorni scritti da Esiodo, contengono invece racconti che riguardano la genesi del mondo, la cronologia dei sovrani celesti, il succedersi delle età dell'uomo, l'inizio delle sofferenze umane e l'origine delle pratiche sacrificali. Diversi miti sono contenuti anche negli Inni omerici, nei frammenti dei poemi del Ciclo epico, nelle poesie dei lirici greci, nelle opere dei tragediografi del V secolo a.C., negli scritti degli studiosi e dei poeti dell'età ellenistica e negli scrittori come Plutarco e Pausania. Gli argomenti narrati dalla mitologia greca furono anche rappresentati in molti manufatti: i disegni geometrici sulla superficie di vasi e piatti risalenti anche all'VIII secolo a.C. ritraggono scene ispirate al ciclo della guerra di Troia o alle avventure di Eracle. Anche in seguito, sugli oggetti d'arte saranno rappresentate scene tratte da Omero o da altri miti, così da fornire agli studiosi materiale supplementare a supporto dei testi letterari. Ebbe una grandissima influenza sulla cultura, le arti e la letteratura della civiltà occidentale e la sua eredità resta tuttora ben viva nei suoi linguaggi e nelle sue culture. È stata sempre presente nel sistema educativo, a partire dai primi gradi dell'istruzione, mentre poeti e artisti di tutte le epoche si sono ispirati a essa, mettendo in evidenza la rilevanza e il peso che i temi mitologici classici potevano rivestire in tutte le epoche della storia.
La storia delle religioni è la disciplina che indaga il tema delle religioni secondo il procedimento storico ovvero avvalendosi delle documentazioni storiche, archeologiche, filologiche, ma anche di ambito etnologico, antropologico, ermeneutico ed esegetico. Tale documentazione viene usata dallo storico delle religioni nella consapevolezza che sta operando su contesti culturali e sociali assolutamente specifici o diacronici.
L'evoluzione della storia del nudo artistico è parallela a quella della storia dell'arte nella sua generalità, fatta debita eccezione per le specificità derivanti dal differente grado di accettazione delle scene di nudità da parte delle varie forme di società e cultura che si sono succedute nel mondo durante il corso dei secoli e dei millenni. Quello del nudo è un tema artistico consistente nella rappresentazione all'interno dei vari media artistici - pittura e scultura in primis, ma anche in fotografia e nel cinema - della forma del corpo umano (sia maschile sia femminile) nudo o seminudo; questo è considerato una delle classificazioni principali dell'opera d'arte in accademia. La nudità in arte viene a riflettere nel suo insieme le norme sociali presenti, sia in ambito di estetica che nella concezione di morale, del tempo e del luogo in cui è stata eseguita l'opera. Molte sono le culture che tollerano la nudità nell'arte assai più di quanto non tollerino la nudità nella vita reale, con diversi parametri su ciò che è considerato accettabile o meno. Come genere quello del nudo è una questione complessa da affrontare per le sue numerose varianti, sia formali che estetiche ed iconografiche, e vi sono storici dell'arte che giungono a considerarlo come uno dei più importanti, se non quello di maggior importanza in assoluto, nella storia dell'arte occidentale; secondo lo storico, saggista e critico spagnolo Francisco Calvo Serraller, «la nudità non è solo una forma d'arte, ma è la stessa spiegazione - o logica - dell'arte occidentale: il punto drammatico od incrocio tra il naturale e il cielo, tra l'ideale e il vero, tra il carnale e lo spirituale, in definitiva tra il corpo e l'anima». Anche Javier Portús, curatore d'arte e conservatore del Museo del Prado, ritiene che «da secoli il nudo è stato la forma d'arte per eccellenza presente in Occidente, potendo esso esprimere al meglio tutti gli altri valori attraverso il colore e la materia pittorica».. Anche se spesso associato con l'erotismo, il nudo può in realtà acquisire varie interpretazioni e significati alternativi, da quello inerente alla mitologia e alla religione, allo studio di anatomia o, infine, anche - per le sue qualità intrinseche - quello di massima rappresentazione possibile dell'ideale (nel senso di bene, come principio o valore etico da perseguire) di Bellezza e perfezione estetica, come accade ad esempio nell'arte figurativa dell'antica Grecia. La sua rappresentazione è variata secondo i valori sociali e culturali di ogni epoca storica e di ogni popolazione, e come per i Greci il corpo è stato un motivo di orgoglio così per gli ebrei - e di conseguenza per il successivo cristianesimo - si è rivelato invece fonte d'estremo d'imbarazzo, condizione degli schiavi e dei miserabili. Lo studio e la rappresentazione artistica del corpo umano è stata una costante in tutta la storia dell'arte, dalla preistoria, con la Venere di Willendorf, per fare solamente uno degli esempi più conosciuti. Una delle culture in cui maggiormente è proliferata la rappresentazione della nudità artistica è stata quella del mondo classico nell'antichità greco-romana, ov'è stata presto concepita come ideale (come accade nel nudo eroico), estetico ma anche etico di perfezione e "bellezza assoluta"; concetto questo che è perdurato nel classicismo, condizionando in buona parte la percezione della civiltà occidentale nei confronti non solo del nudo ma anche dell'arte nel suo complesso. Durante il Medioevo la rappresentazione artistica si è limitata ai temi più specificamente religiosi e trattati dalla teologia, basati su brani della Bibbia, il testo sacro cristiano; solamente in tal maniera se ne poteva giustificare la resa nelle varie forme d'arte. Con l'avvio del Rinascimento a partire dalla metà del XV secolo la nuova cultura derivata dall'umanesimo prese una direzione decisamente improntata ad un sempre maggior antropocentrismo; ciò ha portato al ritorno in grande stile del nudo artistico dopo lunghi secoli di occultamento ed affiancando così ai soliti soggetti religiosi dei secoli precedenti anche quelli storico-mitologici risalenti al paganesimo, soprattutto sotto forma di allegoria. È stato poi nel XIX secolo, soprattutto con l'impressionismo, che il nudo ha cominciato a perdere il suo carattere eminentemente iconografico per esser rappresentato nelle sue qualità estetiche molto più semplicemente profane: l'immagine nuda, sensuale ed auto referenziale prese così un poco alla volta il sopravvento. Gli studi attorno al nudo nella sua qualità di genere artistico si sono concentrati nell'analisi fattane dalla semiotica, innanzitutto nel rapporto inerente tra opera e spettatore, così come anche nello studio delle relazioni di genere; il femminismo ha criticato l'utilizzo del nudo in quanto oggettivazione della forma del corpo umano femminile il quale confermerebbe così il dominio all'interno della società occidentale dell'ideologia patriarcale. Artisti come Lucian Freud e Jenny Saville hanno sviluppato una sorta di nudo non idealizzato nel tentativo di eliminare il concetto tradizionale di nudità, andando a cercarne l'essenza al di là e al di fuori dell'idea di bellezza e distinzione discriminante data dall'identità di genere.
Il termine cultura romana si riferisce alla cultura della Repubblica romana e in seguito dell'Impero romano, che, al suo apice, copriva un'area estesa dalla Scozia al Marocco fino all'Eufrate. Tale cultura restò in vita per tutta la storia della Roma antica, coprendo un arco di storia di circa 1200 anni. La vita dei Romani ruotava intorno alla città di Roma, con i suoi monumenti come l'Anfiteatro Flavio (ora chiamato Colosseo), il Foro di Traiano, e il Pantheon. La città aveva anche diversi teatri, palestre, e molte taverne, terme, e bordelli. In tutto il territorio sotto il controllo di Roma, l'architettura residenziale variava da case molto modeste a ville di campagna. Le residenze più ambite a Roma erano collocate sul Palatino, da cui deriva la parola "Palazzo". La stragrande maggioranza della popolazione viveva nel centro della città, nelle insulæ (i moderni condomini). La città di Roma è stata la più grande megalopoli di quel tempo, con una popolazione che potrebbe aver superato un milione di persone, con una stima massima di 3,5 milioni e una stima minima di 450.000. Stime storiche indicano che circa il 30 per cento della popolazione sotto la giurisdizione della città viveva in innumerevoli centri urbani, con una popolazione di almeno 10.000 persone e diversi insediamenti militari, un tasso molto elevato di urbanizzazione per un periodo preindustriale. La parte più urbanizzata dell'impero era l'Italia, che ha avuto un tasso stimato di urbanizzazione del 32%, lo stesso tasso di urbanizzazione dell'Inghilterra nel 1800. La maggior parte dei paesi e delle città romane aveva un foro, dei templi e gli stessi tipi di edifici, in scala minore, di quelli che si trovavano a Roma. La vasta popolazione urbana necessitava di una scorta infinita di cibo, la quale richiedeva una complessa attività logistica, tra cui l'acquisizione, il trasporto, lo stoccaggio e la distribuzione di cibo per Roma e gli altri centri urbani. Le fattorie italiane verdure e frutti, ma pesce e carne erano i piatti pregiati. Venivano costruiti degli acquedotti per portare l'acqua dalle fonti ai centri urbani. Il vino e l'olio di oliva venivano importati dalla Spagna, dalla Gallia e dall'Africa. Ci fu una grande commercio tra le province dell'impero romano, dal momento che le tecnologie per il trasporto era molto efficienti. I costi medi del trasporto e le tecnologie possono essere paragonate a quelle del XVIII secolo. L'ottanta per cento della popolazione sotto la giurisdizione di Roma viveva nelle campagne in insediamenti con meno di 10 mila abitanti. I proprietari terrieri in genere abitavano in città e le loro proprietà erano lasciate alle cure di un uomo di fiducia che assumeva l'incarico di amministrare i lavori. La situazione degli schiavi nelle zone rurali era generalmente peggiore rispetto a quella dei loro colleghi che lavorano nelle aree urbane. Tale ambiente rurale ha continuato a indurre la migrazione della popolazione verso i centri urbani fino agli inizi del II secolo a.C., quando la popolazione urbana smise di crescere e inizio a diminuire. A partire dalla metà del II secolo a.C., la cultura greca era sempre più in ascesa, nonostante le invettive dei moralisti conservatori contro gli "addolcimento" della cultura ellenistica. Al tempo di Augusto, colti schiavi greci insegnavano i giovani romani (a volte anche le ragazze). Anche cuochi, decoratori, segretari, medici, parrucchieri provenivano la maggior parte dalla zone di influenza greca. Sculture greche ornavano giardini in stile ellenico sul Palatino o nelle ville, o erano imitazioni di sculture greche realizzate da schiavi greci. La cucina romana conservata nei libri di cucina attribuiti a Apicio è essenzialmente greca. Scrittori romani sdegnavano il latino nei confronti dello stile colto greco. Solo nel diritto, la cultura romana superava quella greca. La cultura romana per la sua ampia influenza sia in ambito geografico sia per la sua lunga storia ha lasciato, dopo la caduta dell'Impero romano, un'ampia eredità culturale che sopravvive in parte anche oggi.
I misteri eleusini (in greco antico: Ἐλευσίνια Μυστήρια) erano riti religiosi misterici che si celebravano ogni anno nel santuario di Demetra nell'antica città greca di Eleusi. Sono il "più famoso dei riti religiosi segreti dell'antica Grecia". Alla loro base vi era un antico culto agrario, e ci sono alcune prove che derivavano dalle pratiche religiose del periodo miceneo.I misteri rappresentavano il mito del rapimento di Persefone dalla madre Demetra da parte del re degli inferi Ade, in un ciclo a tre fasi; la discesa (perdita), la ricerca e l'ascesa, con il tema principale che è l'ascesa (άνοδος) di Persefone e la riunione con sua madre. Era un grande festival durante l'epoca ellenica e in seguito si diffuse a Roma. Riti religiosi simili appaiono nelle società agricole del Vicino Oriente e nella Creta minoica. I misteri eleusini, come l'orfismo e i misteri dionisiaci, hanno le loro remote radici nella protostoria, da tradizioni cretesi, asiatiche, traci, arricchite ed integrate in un nuovo orizzonte religioso.I riti, le cerimonie e le credenze furono tenuti segreti e costantemente preservati dall'antichità. Per gli iniziati, la rinascita di Persefone simboleggiava l'eternità della vita che scorre di generazione in generazione, e credevano che avrebbero avuto una ricompensa nell'aldilà. Ci sono molti dipinti e pezzi di ceramica che rappresentano vari aspetti dei Misteri. Poiché i Misteri coinvolgevano le visioni e l'evocazione di un aldilà, alcuni studiosi ritengono che il potere e la longevità dei Misteri Eleusini, un insieme coerente di riti, cerimonie ed esperienze che attraversavano due millenni, provenivano da sostanze psichedeliche. Il nome della città, Eleusís, sembra essere pre-greco ed è probabilmente una controparte dei Campi elisi e la dea Ilizia.
Questo glossario delle frasi fatte contiene i modi di dire più frequenti nella lingua italiana.
La wicca che più raramente viene anche definita come la "antica religione", è un nuovo movimento religioso afferente ai fenomeni cosiddetti di "neopaganesimo". È considerata una religione o un percorso spirituale di tipo misterico, che venera principalmente il divino immanente, creduto presente nel mondo sotto infinite forme, spesso riassunte in un principio divino femminile, la Dea, e in uno maschile, il Dio, emanazioni dell'Uno, simmetrici ma complementari. Il loro incessante interscambio sta alla base del continuo divenire del mondo. La wicca celebra, pertanto, i cicli della natura. La wicca fu resa pubblica per la prima volta nel 1954 negli scritti di Gerald Gardner, un ex funzionario pubblico britannico, esperto di esoterismo, che affermava di essere stato iniziato nella New Forest Coven, una congrega appartenente a un'antica tradizione misterica (definita come "l'antica religione"), che aveva perpetuato i culti esoterici medievali, perseguitati come stregoneria dalle autorità politiche e religiose, culti che a loro volta erano imperniati sulle religioni pagane dell'Europa antica. La veridicità delle esperienze di Gardner rimane controversa, visto anche il venir meno delle tesi dell'antropologa Margaret Murray sulla sopravvivenza di culti stregoneschi antichi. Se la sopravvivenza fino al XIX secolo di un unico e strutturato culto stregonesco, di sicura derivazione antica, è ormai considerato un mito, è invece provata la persistenza fino all'età moderna di notevoli residui di paganesimo in vari ambiti, come nel folclore popolare o nell'esoterismo delle classi colte: moltissimi di questi aspetti sono poi confluiti nella wicca, sia come ispirazione ideale, sia nella pratica rituale. Dalle ricerche più recenti è emerso quindi che la wicca, come è adesso conosciuta, nacque attorno alla metà degli anni venti dall'incontro tra un gruppo di ispirazione teosofica, con appartenenti a una o più famiglie di praticanti magia popolare (esponenti dei cosiddetti cunning people britannici). In seguito, a partire dagli anni quaranta, dopo il suo ingresso in questo gruppo, Gardner contribuì a riscrivere, assieme a Doreen Valiente, gran parte della ritualistica, traendo spunto dall'esperienza delle grandi correnti esoteriche presenti nell'Inghilterra dell'epoca, come la Golden Dawn. I seguaci della wicca, detti wiccan, nella maggior parte dei casi, accettano i risultati di questi studi accademici e accolgono il racconto di Gardner, di essere entrato a far parte di un culto ritenuto molto più antico, come un elemento del "mito di fondazione" della wicca, più che come un fatto storico. La wicca ha avuto tra il XX e il XXI secolo una certa diffusione soprattutto nei paesi anglofoni. Non si dispone, tuttavia, di dati consolidati sul numero di aderenti. Stime restrittive, risalenti al 1996 limitano il numero globale di aderenti a circa 800.000, mentre una scrittrice interna al movimento ne contava nel 1999 tra i 3 e i 5 milioni di praticanti nella sola America settentrionale, comprendendo anche quelli saltuari. Lo storico e accademico britannico Ronald Hutton, nel suo studio sulla wicca (risalente al 1999), ha stimato in circa 250.000 i neopagani nel suo solo paese e ha calcolato che in media, nella partecipazione ai rituali pubblici neopagani tenuti in Gran Bretagna, ci fosse un iniziato wiccan ogni sei o sette partecipanti, mentre i wiccan non iniziati fossero circa la metà dei partecipanti stessi.
Il nudo artistico è la rappresentazione del corpo umano in stato di nudità nelle varie discipline artistiche. La nudità nel campo dell'arte - nella pittura, nella scultura e più recentemente nella fotografia - ha generalmente rispecchiato, con alcune eccezioni, i livelli sociali di estetica e di moralità dell'epoca. La figura del nudo è principalmente una tradizione dell'arte occidentale ed è stata utilizzata per esprimere gli ideali di bellezza maschile e femminile e di altre qualità umane. Il nudo artistico è stato uno dei principali interessi dell'antica arte greca, e dopo un lungo periodo di quasi totale scomparsa durante i secoli medioevali, risorge tornando nuovamente ad assumere una posizione centrale con il Rinascimento italiano. Atleti, danzatori e guerrieri sono raffigurati nudi per rappresentare tutta la loro energia fisica e vigore, e le varie pose in cui si trovano giungono ad esprimere una vasta gamma di emozioni, basilari e complesse (vedi pathos). In un certo senso il nudo è un'opera d'arte che ha come suo scopo primario quello di sottoporre all'attenzione dello sguardo dello spettatore la nudità essenziale ed originale - oltreché perfettamente naturale - del corpo umano il quale forma in quest'occasione l'oggetto unico del genere artistico, allo stesso modo in cui oggetto della pittura paesaggistica è per l'appunto il paesaggio e quello della natura morta l'oggetto inanimato.Spesso figure di nudo possono avere un loro ruolo anche in altri tipi di arte, come la pittura storica - tra cui l'arte sacra e allegorica - la ritrattistica o le arti decorative. Pur non esistendo una definizione univoca, vi sono alcune caratteristiche generalmente accettate: nelle belle arti, il soggetto non viene semplicemente copiato dalla natura, ma trasmutato esteticamente dall'artista, concettualmente distinto dall'utilità e al di là di scopi puramente illustrativi o decorativi. Vi è oltre a ciò anche un giudizio di gusto, il fine è pertanto l'arte alta, non quella popolare o di massa: i giudizi di gusto non sono poi del tutto soggettivi, ma comprendono criteri di abilità e maestria nella creazione dell'oggetto d'arte, che viene in tal modo a produrre una complessità di messaggi.Nonostante ciò alcune opere accettate come cultura altra in passato, tra cui molta arte accademica (vedi Art pompier), è ora vista come esageratamente imitativa o sentimentale, nota altrimenti anche come kitsch. Anche se di solito associato con l'erotismo, il nudo può avere diverse interpretazioni e significati, che vanno dalla mitologia alla religione, allo studio dell'anatomia, o come rappresentazione simbolica della bellezza e l'ideale estetico di perfezione, come è stato ad esempio nell'antica Grecia. Lo studio e la rappresentazione artistica del corpo umano è stata una costante in tutta la storia dell'arte, dalla preistoria (con la Venere di Willendorf) fino ai giorni nostri. Gli artisti moderni hanno continuato ad esplorare temi classici, ma anche rappresentazioni più astratte con le persone viste più individualmente e lontano da rappresentazioni ideali. Durante la maggior parte del XX secolo, la rappresentazione della bellezza umana è stata di scarso interesse per quegli artisti che si rifacevano al modernismo (vedi Art Nouveau) i quali si sono occupati invece degli aspetti più formali degli oggetti. Nell'epoca contemporanea o post moderna il nudo può esser veduto oramai come irrimediabilmente passatista da molti, ma vi son sempre artisti che continuano a trovare ispirazione nella forma del corpo umano nudo.
La religione protoindoeuropea è l'ipotetica religione praticata dagli Indoeuropei prima della loro espansione, quando ancora risiedevano nella patria originaria. Questa religione è stata ricostruita basandosi su evidenze linguistiche attraverso il metodo comparativo.
Con letteratura latina augustea si intende un periodo della storia della letteratura latina il cui inizio è convenzionalmente fissato nel 31 a.C. (anno della fine della Repubblica romana con la battaglia di Azio), e la cui fine con la morte del primo imperatore romano, Augusto, nel 14 d.C.. Faceva parte del cosiddetto periodo aureo, chiamato anche classico o di transizione (dalla Repubblica all'Impero), insieme al periodo ciceroniano o cesariano. Fu certamente uno dei migliori periodi dell'intera storia della letteratura mondiale, grazie alla molteplicità di ingegni che fiorirono contemporaneamente, paragonabile all'età di Pericle o a quella di Luigi XIV di Francia.
Gli Etruschi (in etrusco: Ràsenna, 𐌀𐌍𐌍𐌄𐌔𐌀𐌓, o Rasna, 𐌀𐌍𐌔𐌀𐌓) furono un popolo dell'Italia antica vissuto tra il IX secolo a.C. e il I secolo a.C. in un'area denominata Etruria, corrispondente all'incirca alla Toscana, all'Umbria occidentale e al Lazio settentrionale e centrale, con propaggini anche a nord nella zona padana, nelle attuali Emilia-Romagna, Lombardia sud-orientale e Veneto meridionale, all'isola della Corsica, e a sud, in alcune aree della Campania. La fase più antica della civiltà etrusca è la cultura villanoviana, attestata a partire dal IX secolo a.C., che deriva, a sua volta, dalla cultura protovillanoviana (XII - X secolo a.C.). La civiltà etrusca ebbe una profonda influenza sulla civiltà romana, fondendosi successivamente con essa al termine del I secolo a.C. Questo lungo processo di assimilazione culturale ebbe inizio con la data tradizionale della conquista della città etrusca di Veio da parte dei Romani nel 396 a.C. e terminò nel 27 a.C., primo anno del principato di Ottaviano, con il conferimento del titolo di Augusto.
La pagina include la maggior parte dei frammenti dei lirici greci, vale a dire i poeti che hanno rappresentato nell'antica Grecia la lirica monodica e corale, l'elegia in distici, i giambografi e i compositori di epinici. Naturalmente, risulterebbe impossibile raggruppare tutta la mole di frammenti dei lirici greci dell'epoca arcaica (VII-V secolo a.C.), in un solo blocco, ma ci si limiterà a riportare, tradurre letteralmente, e a commentare sul confronto di edizioni critiche, e dal punto di vista contenutistico del messaggio del poeta, soltanto i frammenti più noti dei poeti, oltre ai testi giunti in versioni quasi del tutto integrali. Le edizioni principali di riferimento sono H.W. Smyth: Poeate Melici Graeci (1900), D.L. Page, Poeate Melici Graeci, Oxford, Claredon Press, 1962, M. Davies, Poetarum Melicorum Graecorum Fragmenta, E Typographeo Clarendoniano, 1991, M. L. West: The Poems and Fragments of the Greek Iambic, Elegiac, and Melics Poets (excluding Pindar and Bacchylides) Down to 450 B.C., Oxford University Press, 1999, e infine E.M. Voigt, Sappho et Alcaeus, Amsterdam: Polak & Van Gennep, 1971 per l'analisi specifica dei testi di Saffo e Alceo.
Friedrich Wilhelm Nietzsche (pronuncia italiana: [ˈnit͡ʃe]; in tedesco: [ˈfʁiːdʁɪç ˈvɪlhɛlm ˈniːt͡ʃə] ; a volte italianizzato in Federico Guglielmo Nietzsche; Röcken, 15 ottobre 1844 – Weimar, 25 agosto 1900) è stato un filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco. Fu cittadino prussiano fino al 1869, poi apolide (partecipò, comunque, alla guerra franco-prussiana come infermiere per sole due settimane). Considerato tra i massimi filosofi e scrittori di ogni tempo, ebbe un'influenza controversa, ma indiscutibile, sul pensiero filosofico, letterario, politico e scientifico del mondo occidentale nel XX secolo. La sua filosofia, in parte riconducibile al filone delle filosofie della vita, fu considerata da alcuni uno spartiacque fra la filosofia tradizionale e un nuovo modello di riflessione, informale e provocatorio. In ogni caso, si tratta di un pensatore unico nel suo genere, sì da giustificare l'enorme influenza da lui esercitata sul pensiero posteriore. Scrisse vari saggi e opere aforistiche sulla morale, la religione (in particolare quella cristiana), la società moderna, la scienza, intrise di una profonda lucidità e avversione alla metafisica e da una forte carica critica, sempre sul filo dell'ironia e della parodia. Nella sua filosofia si distingue una prima fase "wagneriana", che comprende La nascita della tragedia e le Considerazioni inattuali, in cui il filosofo combatte a fianco di Richard Wagner per una "riforma mitica" della cultura tedesca. Questa fase sarà poi abbandonata e rinnegata con la pubblicazione di Umano, troppo umano – nella stagione cosiddetta "illuministica" del suo pensiero –, per culminare infine, pochi anni prima del crollo nervoso del 1889 e dalla paralisi progressiva che metteranno fine alla sua attività – probabile conseguenza di una patologia neurologica o neuropsichiatrica, oppure di neurosifilide – in una terza fase, prominente del suo pensiero, dedicata alla trasvalutazione dei valori e al nichilismo attivo, costellata dai concetti di oltreuomo, eterno ritorno e volontà di potenza, fase che ha il suo apice (e inizio) con la pubblicazione del celeberrimo Così parlò Zarathustra, seguito da altre importanti opere come Al di là del bene e del male, L'Anticristo e Il crepuscolo degli idoli. Morì, dopo 11 anni e mezzo di infermità, di polmonite nel 1900, ormai paralizzato e in preda a demenza dopo ripetuti ictus che lo avevano colpito, lasciando una notevole eredità filosofica.
Omero (in greco antico: Ὅμηρος, Hómēros, pronuncia: [hómɛːros]) è il nome con cui è identificato storicamente il poeta greco autore dell'Iliade e dell'Odissea, i due massimi poemi epici della letteratura greca. Nell'antichità gli furono attribuite anche altre opere, tra cui il poemetto giocoso Batracomiomachia, i cosiddetti Inni omerici, il poemetto Margite e diversi poemi del Ciclo epico.L'effettiva paternità della sua opera fu già posta in dubbio nei tempi antichi (dal III sec. a.C., presso la scuola filologica di Alessandria d'Egitto). In epoca moderna, a partire dalla seconda metà del Seicento, si iniziò a mettere in discussione l'esistenza stessa del poeta, inaugurando la cosiddetta questione omerica.
La Teogonia (in greco antico: Θεογονία, Theogonía) è un poema mitologico opera di Esiodo, in cui si raccontano la storia e la genealogia degli dèi greci. Si ritiene che sia stato scritto intorno all'anno 700 a.C. ed è una fonte fondamentale per la mitografia greca. L'opera è composta da 1022 esametri. Ripercorre gli avvenimenti mitologici dal Caos primordiale venuto ad essere, fino al momento in cui Zeus diviene re degli dèi.
Glauco (in greco antico: Γλαῦκος, Glàukos) è un personaggio della mitologia greca. Fu un pescatore divenuto divinità. Nella mitologia e religione greca, questo personaggio ebbe molta rilevanza e fu protagonista di molte leggende in parte giunte fino a noi ed altre che furono raccontate in opere oggi sfortunatamente perdute, ma che comunque possiamo conoscere grazie alle numerose citazioni esistenti ne i Deipnosofisti di Ateneo di Naucrati.
Gabriele D'Annunzio, allo stato civile Gabriele d'Annunzio (Pescara, 12 marzo 1863 – Gardone Riviera, 1º marzo 1938), è stato uno scrittore, poeta, drammaturgo, militare, politico, giornalista e patriota italiano, simbolo del decadentismo e celebre figura della prima guerra mondiale, dal 1924 insignito dal Re Vittorio Emanuele III del titolo di Principe di Montenevoso. Soprannominato il Vate (allo stesso modo di Giosuè Carducci), cioè "poeta sacro, profeta", cantore dell'Italia umbertina, o anche "l'Immaginifico", occupò una posizione preminente nella letteratura italiana dal 1889 al 1910 circa e nella vita politica dal 1914 al 1924. È stato definito «eccezionale e ultimo interprete della più duratura tradizione poetica italiana […]». Come figura politica, lasciò un segno nella sua epoca ed ebbe un'influenza notevole sugli eventi che gli sarebbero succeduti.La sua arte fu così determinante per la cultura di massa, che influenzò usi e costumi nell'Italia - e non solo - del suo tempo: un periodo che più tardi sarebbe stato definito, appunto, dannunzianesimo.
L'Iliade (in greco antico: Ἰλιάς, Iliás) è un poema epico in esametri dattilici, tradizionalmente attribuito a Omero. Il titolo deriva da Ílion (Ἴλιον), l'altro nome dell'antica Troia, cittadina dell'Ellesponto (e da non confondere con Ilion nell'Epiro). Ambientato ai tempi della guerra di Troia, narra gli eventi accaduti nei cinquantuno giorni dell'ultimo anno di guerra, in cui l'ira di Achille è l'argomento portante del poema. Opera ciclopica e complessa, è un caposaldo della letteratura greca e occidentale. Tradizionalmente datata al 750 a.C. circa, Cicerone afferma nel suo De oratore che Pisistrato ne aveva disposto la sistemazione in forma scritta già nel VI secolo a.C., ma si tratta di questione discussa dalla critica. In epoca ellenistica fu codificata da filologi alessandrini guidati da Zenodoto nella prima edizione critica, comprendente 15.696 versi divisi in 24 libri (ciascuno corrispondente a un rotolo, che ne dettava la lunghezza). Ai tempi il testo era infatti estremamente oscillante, visto che la precedente tradizione orale aveva originato numerose varianti. Ciascun libro è contraddistinto da una lettera maiuscola dell'alfabeto greco e riporta in testa un sommario del contenuto.