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Pierre Teilhard de Chardin (Orcines, 1º maggio 1881 – New York, 10 aprile 1955) è stato un gesuita, filosofo e paleontologo francese. Se fu conosciuto in vita soprattutto come scienziato evoluzionista, ebbe notorietà come teologo soltanto dopo la pubblicazione postuma dei suoi principali scritti, tra i quali spiccano Il fenomeno umano (considerato il suo principale lavoro), L'energia umana, L'apparizione dell'uomo e L'avvenire dell'uomo che parimenti descrivono le sue convinzioni teologiche e scientifiche. In qualità di paleoantropologo fu anche presente alla scoperta dell'Uomo di Pechino. La scoperta del Teilhard teologo avvenne successivamente; Giancarlo Vigorelli in un suo libro del 1963 lo definisce già nel titolo "il gesuita proibito".
Sin dalla pubblicazione de L'origine delle specie di Charles Darwin nel 1859, le gerarchie della Chiesa cattolica hanno lentamente definito e rifinito la loro posizione sull'evoluzione, evitando inizialmente di prendere una posizione ufficiale, contrariamente a quanto fecero le chiese protestanti, che, maggiormente legate ad una interpretazione letterale della Bibbia, immediatamente avversarono il pensiero darwiniano. Fino ai primi anni del XX secolo, nel mondo cattolico si riscontrava una generale ostilità all'evoluzionismo; tuttavia, in quel periodo la Chiesa non prese mai una posizione ufficiale sulla questione. Nel corso del Novecento alcune alte gerarchie ecclesiastiche con pubbliche affermazioni e documenti ufficiali hanno affermato che la fede cattolica e l'evoluzionismo, in particolare riguardo all'origine dell'uomo, non sono in conflitto; diversi papi si sono esplicitamente espressi favorevolmente riguardo alla conciliabilità dell'evoluzionismo con la fede cattolica. Soprattutto dopo il Concilio Vaticano II, la teologia cattolica, confrontandosi con la teoria dell'evoluzione, ha fatto importanti progressi ed ha definito alcune fondamentali questioni di fede relative all'origine dell'uomo, all'azione di Dio nel mondo ed alla dottrina sul peccato originale.
Il transumanesimo (o transumanismo, a volte abbreviato con >H o H+ o H-plus) è un movimento culturale che sostiene l'uso delle scoperte scientifiche e tecnologiche per aumentare le capacità fisiche e cognitive e migliorare quegli aspetti della condizione umana che sono considerati indesiderabili, come la malattia e l'invecchiamento, in vista anche di una possibile trasformazione post umana.
Vito Mancuso (Carate Brianza, 9 dicembre 1962) è un teologo e docente italiano. Dal 2013 al 2014 è stato docente di "Storia delle Dottrine Teologiche" presso l'Università degli Studi di Padova. È stato docente di teologia presso la Facoltà di filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano dal 2004 al 2011. Dal 2009 al 2017 ha collaborato con il quotidiano La Repubblica.
Antropocene indica l'epoca geologica attuale, nella quale all'essere umano e alla sua attività sono attribuite le cause principali delle modifiche territoriali, strutturali e climatiche. Il termine deriva dalle parole in greco anthropos e kainos, che significano rispettivamente essere umano e recente, e almeno inizialmente non sostituiva il termine corrente usato per l'epoca geologica attuale, Olocene, ma serviva semplicemente ad indicare l'impatto che l'Homo sapiens ha sull'equilibrio del pianeta. Recentemente le organizzazioni internazionali dei geologi stanno considerando l'adozione del termine per indicare appunto una nuova epoca geologica che inizia dal 1950 in base a precise considerazioni stratigrafiche.
La teologia cristiana è la disciplina che studia il Dio del Cristianesimo e il suo relazionarsi con l'uomo nell'arco dell'intera storia della salvezza, culminata con la missione e il sacrificio redentore di Gesù Cristo.
La teleologia (dal greco τέλος (télos), fine, scopo e λόγος (lógos), discorso, pensiero) è la dottrina filosofica del finalismo, che concepisce l'esistenza della finalità non solo nella comune attività volontaria dell'uomo razionale indirizzata alla realizzazione di uno scopo, ma anche in quelle sue azioni involontarie e inconsapevoli che tuttavia realizzano un fine.Sul modello dell'azione intenzionale dell'uomo che subordina i mezzi al conseguimento di un fine, il finalismo ha esteso questo comportamento teorizzando che esso sia rintracciabile nell'intero universo. Mentre la scienza investiga leggi e fenomeni naturali secondo una visione meccanicistica di causa-effetto, la teleologia vede la possibile esistenza di un principio organizzativo trascendente o immanente nell'ordine naturale. Il che secondo la teologia dimostrerebbe l'esistenza di Dio, inteso come creatore, architetto dell'universo, garante ultimo dell'ordine causale dei fenomeni naturali. Il termine finalismo sembra risalire a Christian Wolff che lo usò nella sua Philosophia rationalis sive logica (1728), in relazione a «quella parte della filosofia naturale che spiega i fini delle cose».La filosofia ha distinto dal finalismo la finalità, intendendo quest'ultima come il conseguimento di un fine vicino e circoscritto mentre il primo riguarderebbe il risultato lontano e ultimo determinato da più cause concomitanti.In biologia un concetto ispirato al finalismo è espresso dal termine "teleonomia" usato per la prima volta (1970) da Jacques Monod nella sua teoria che vedeva all'interno delle strutture degli esseri viventi un'azione finalistica, causata dalla selezione naturale, diretta a favorire le funzioni vitali eliminando quelle che le ostacolano.
L'evoluzione, all'interno di una popolazione biologica, è il prodotto del mutamento dei caratteri trasmessi ereditariamente alle generazioni successive. A tale mutamento concorrono diversi fattori, quali le mutazioni genetiche (benché siano il più delle volte singolarmente poco significative, il loro lento accumularsi può portare alla comparsa di caratteristiche nuove), la selezione naturale, la deriva genetica. Il loro effetto determina l'evoluzione dei caratteri fino alla comparsa di nuove specie. Ogni organismo vivente sulla Terra condivide con gli altri un antenato comune, e questo è testimoniato dalle somiglianze tra i diversi organismi viventi (come la presenza in ognuno di acidi nucleici, di un identico codice genetico, di uguali amminoacidi) e dalla paleontologia. Charles Darwin lo aveva ipotizzato nella sua teoria, intuendo che l'evoluzione delle specie fosse determinante e vide nella selezione naturale il motore fondamentale dell'evoluzione della vita sulla Terra. Una prima conferma si ebbe con le leggi di Mendel sull'ereditarietà genetica dei caratteri, nel XIX secolo. Solo più tardi, grazie ai nuovi strumenti di indagine e con la scoperta del DNA i princìpi generali dell'evoluzione furono provati. La comunità scientifica dibatte ancora su alcuni aspetti teorici dell'evoluzione che restano un campo di ricerca estremamente vitale. Il concetto di evoluzione ha costituito una rivoluzione scientifica nell'intera cultura occidentale, ha stimolato riflessioni in ambito filosofico e ispirato teorie e modelli che toccano quasi ogni aspetto della conoscenza.
Henri-Marie de Lubac (Cambrai, 20 febbraio 1896 – Parigi, 4 settembre 1991) è stato un gesuita, teologo e cardinale francese.
Il pensiero di Teilhard de Chardin (1881 - 1955) padre gesuita, geologo, paleontologo e paleoantropologo, ha come nucleo il concetto di evoluzione tramite il quale vorrebbe conciliare la rivelazione del Cristo con la scienza, anche se, benché scienziato per formazione e professione, egli rifiuti ogni tipo di scientismo. Nella sua opera principale Il fenomeno umano in un'ottica evoluzionista traccia una storia dell'universo che arrivi fino alla fine dei tempi apocalittici, al punto di convergenza finale dove il Cristo costituisca il momento terminale di una specie in evoluzione oltre l'uomo stesso.