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I temi LGBT nella mitologia si riferiscono alle varie mitologie e narrazioni religiose che includono storie di affetto romantico (amicizia e amore) o sessuale tra persone dello stesso sesso, od azioni divine che si traducono in variazioni o mutamenti dell'identità di genere. Questi miti sono stati ampiamente interpretati come antiche forme di espressione dell'omosessualità, della bisessualità e del transgenderismo e le varie concezioni della sessualità e delle tematiche di genere sono state applicate ad essi; in certi casi anche come reinterpretazione in senso moderno del mito, in quanto e distinzioni sessuali e di genere così come le intendiamo oggi nel mondo antico non erano presenti nella coscienza comune, né individuale né collettiva. Molte mitologie ad esempio paiono attribuire spesso all'omosessualità o ad altre identificazioni "alternative" di genere sessuale umano un'azione divina, a forte connotazione eroica o d'altro intervento di tipo soprannaturale; ne sono un esempio i miti riguardanti certe figure divine le quali sembrano voler insegnare agli uomini la pratica ed il comportamento sessuale (più socialmente corretto e quindi accettabile) tra persone adulte e giovani durante l'adolescenza (e denominata pederastia), o le storie e narrazioni che spiegano la causa all'origine dell'omosessualità e del transgenderismo nella realtà del mondo umano (come accade ad esempio nella mitologia azteca e hawaiana). La presenza di tematiche LGBT all'interno delle mitologie occidentali è stata oramai riconosciuta da studiosi ed accademici e sono oggetto di approfondite indagini anche in più ampie aree d'applicazione. Per quanto riguarda le tradizioni mitiche non occidentali, la loro interpretazione tramite la teoria queer o gli studi di genere è meno sviluppata, pur essendo anch'essa cresciuta notevolmente verso la fine del XX secolo. La maggior parte di tali narrazioni mitologiche generalmente considerano l'omosessualità, la bisessualità e il transgenderismo come simbolo di esperienze sacre o mitiche di vario tipo; è anche comune, soprattutto nelle mitologie a più forte contenuto pagano e politeista, circa quegli esseri che cambiano più facilmente e volentieri genere o che possiedono aspetti di entrambi i sessi allo stesso tempo. Il mitologo indù Pattanaik per esempio scrive che i miti sono atti a catturare l'inconscio collettivo di una popolazione, ciò verrebbe a significare ch'esse riflettono le convinzioni più profonde circa le possibili varianti della sessualità umana; convinzioni che possono ben essere in contrasto con il costume sociale o con la morale religiosa variamente repressiva.
Il sionismo è un movimento politico internazionale il cui fine è l'affermazione del diritto alla autodeterminazione del popolo ebraico, inserendosi nel più vasto fenomeno del nazionalismo moderno.Il movimento, nato alla fine del XIX secolo tra gli ebrei residenti in Europa, fu importante ma minoritario nel mondo ebraico per tutta la prima metà del XX secolo, per poi divenire maggioritario in seguito alla Shoah. Dopo la creazione dello Stato di Israele nel 1948, in cui oggi vive circa il 30% degli ebrei del mondo, il sionismo si è trasformato in movimento di sostegno internazionale alla costituzione di tale Stato, oltre a continuare il tradizionale aiuto all'immigrazione in Israele (aliyah). Oggigiorno, il termine "sionista" viene applicato a varie fazioni politiche israeliane, sia di sinistra che di destra, le quali hanno in comune il sostegno dello stato d'Israele come entità ebraica.
Il conflitto arabo-israeliano (in arabo: الصراع العربي الإسرائيلي, al-Ṣirāʿ al-ʿarabī al-isrāʾīlī, in ebraico: הסכסוך הישראלי-ערבי?, ha-sikhsukh ha-israeli-aravi) è un conflitto politico-militare che vede contrapposti lo Stato di Israele da una parte e i palestinesi e gli Stati arabi circostanti dall'altra. Le radici del conflitto risiedono nella nascita del sionismo e del nazionalismo palestinese verso la fine del diciannovesimo secolo. Il territorio geografico della Palestina, allora sotto il dominio turco-ottomano, era infatti considerato allo stesso tempo dal movimento sionista come patria storica del popolo ebraico e dal movimento nazionalista palestinese come territorio appartenente ai suoi abitanti arabi palestinesi. Il conflitto tra ebrei e arabi palestinesi nel mandato britannico della Palestina iniziò negli anni venti del Novecento. La fase principale del conflitto su larga scala tra Israele e gli Stati arabi ebbe luogo dal 1948, anno della proclamazione dello Stato di Israele, al 1973, e fu costituita da una serie di guerre arabo-israeliane: la guerra del 1948, la guerra di Suez del 1956, la guerra dei sei giorni del 1967 e la guerra del Kippur del 1973. Accordi di pace sono stati firmati tra Israele ed Egitto nel 1979 e tra Israele e Giordania nel 1994, cosicché il conflitto si è tramutato nel corso degli anni da conflitto arabo-israeliano su larga scala a un più localizzato conflitto israelo-palestinese (anche detto questione palestinese), incentrato sul mutuo riconoscimento di sovranità e indipendenza dello Stato di Israele e dello Stato di Palestina, proclamato nel 1988 sui territori palestinesi occupati da Israele nel 1967. Anche il conflitto israelo-palestinese è stato caratterizzato da una serie di guerre tra Israele e organizzazioni palestinesi come l'OLP e Hamas: la guerra del Libano del 1982, la prima e seconda intifada e ripetute guerre nella striscia di Gaza. Nonostante gli accordi di Oslo del 1993, che hanno portato al mutuo riconoscimento tra Israele e OLP e alla creazione dell'Autorità Nazionale Palestinese, ed il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte dell'ONU nel 2012, un accordo di pace definitivo tra Israele e Palestina non è stato ancora raggiunto, mentre proseguono ad intermittenza sia le ostilità, sia i negoziati di pace.