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Le prime tracce di insediamenti risalgono al Paleolitico medio (Uomo di Neanderthal), sede anche delle più antiche civiltà agricole e urbane che si conoscano (Neolitico, 8000-6000 a.C.). L'arrivo dei popoli semiti comincia nel III millennio a.C. Gli Ebrei, sottomessi dai Cananei, giunsero alla metà del II millennio a.C., in un periodo caratterizzato da un regime di accentuata aridità, che spingeva molte popolazioni a cercare nuovi territori per vivere. Fondarono centri di vita urbana e religiosa. Una serie di regni e stati ebraici ebbe vita nella regione per oltre un millennio a partire dalla metà del II millennio a.C. Ricordiamo per brevità il Regno di Israele distrutto nel 722 a.C., anno dell'invasione assira, e il Regno di Giuda (distrutto nel 586 a.C. dai Babilonesi). Questo fu poi ricostruito nel 530 a.C., e fu posto sotto protettorati diversi, dai Persiani ai Romani, fino al fallimento della grande rivolta ebraica contro l'Impero Romano, che provocò la massiccia espulsione degli Ebrei dalla loro patria o il loro volontario esilio (circa il 25% della popolazione) in seguito alla distruzione del Tempio. Dopo aver soffocato la rivolta di Bar Kohba nel 135, l'imperatore Adriano cambiò nome alla Provincia Judaea chiamandola Provincia Syria Palaestina, dove Palaestina deriva dal nome biblico Phelesht (in ebraico פלשת Pəléšeṯ, italianizzato in Filistea o Filistei), territorio costiero in origine abitato da una popolazione probabilmente indoeuropea affine ai Greci. Gli Ebrei considerano da tempo Israele come loro patria: è per essi Terra sacra e promessa. È il luogo dove sono nati sia l'Ebraismo che il Cristianesimo, e contiene molti luoghi di grande importanza spirituale per ebrei, cristiani e musulmani: per i primi in particolare il Muro del Pianto, a Gerusalemme; per i secondi il Santo Sepolcro (sempre a Gerusalemme) e la Basilica della Natività di Betlemme, oltre ai luoghi in cui secondo i Vangeli visse Gesù Cristo; per i terzi, la Spianata delle moschee (ancora a Gerusalemme).
La Palestina, ufficialmente Stato di Palestina (in arabo دولة فلسطين, traslitterabile come Dawlat Filasṭīn), è uno Stato a riconoscimento limitato del Vicino Oriente, non membro delle Nazioni Unite, de facto occupato in gran parte da Israele. Lo Stato di Palestina rivendica sovranità sui territori palestinesi della Cisgiordania e della striscia di Gaza, con Gerusalemme Est come capitale designata, sebbene il suo centro amministrativo si trovi a Ramallah. Tali territori sono occupati da Israele dal 1967 a seguito della Guerra dei sei giorni. La Palestina ha una popolazione di 5.051.953 abitanti a febbraio 2020, al 121º posto nel mondo.Il 15 novembre 1988, Yasser Arafat, Presidente dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), ad Algeri, proclamò l'indipendenza dello Stato di Palestina. Un anno dopo la firma degli Accordi di Oslo nel 1993, venne istituita l'Autorità Nazionale Palestinese per governare le aree A e B in Cisgiordania e la Striscia di Gaza. Gaza sarebbe in seguito stata governata da Hamas dal 2007, due anni dopo il ritiro unilaterale israeliano da Gaza. L'ONU ha riconosciuto la Palestina come Stato non membro con status di osservatore permanente con la Risoluzione 67/19 dell'Assemblea generale del 29 novembre 2012. A seguito di ciò, dal 3 gennaio 2013 l'Autorità Nazionale Palestinese ha adottato il nome di Stato di Palestina sui documenti ufficiali. Il capo dello Stato è il presidente Mahmoud Abbas, mentre il governo è guidato dal premier Mohammad Shtayyeh. La Palestina è membro della Lega araba, dell'Organizzazione della cooperazione islamica, del G77, del Comitato Olimpico Internazionale, dell'Unesco e di varie altre organizzazioni internazionali. L'Unione europea, così come la maggior parte dei suoi Stati membri, mantiene rapporti diplomatici con l'Autorità nazionale palestinese, istituita nell'ambito degli accordi di Oslo. Leila Shahid, già rappresentante dell'ANP in Francia dal 1984, è stato nominato nel novembre del 2005 come rappresentante dell'ANP per l'Unione europea. Vi è un'ampia varietà di punti di vista riguardo allo status dello Stato palestinese, sia tra gli stati della comunità internazionale che tra studiosi legali. L'esistenza di uno Stato della Palestina, sebbene controversa, è una realtà nelle opinioni degli Stati che hanno instaurato relazioni diplomatiche bilaterali.
Il conflitto israelo-palestinese (in ebraico: הסכסוך הישראלי-פלסטיני?, Ha'Sikhsukh Ha'Yisraeli-Falestini; in arabo: النزاع-الفلسطيني الإسرائيلي, al-Niza'a al'Filastini al 'Israili) è il conflitto politico, armato e sociale in corso tra Israele e i palestinesi, e trae origine all'inizio del XX secolo. Il conflitto è parte del più vasto Conflitto arabo-israeliano. Sono stati identificati quattro principali ostacoli alla risoluzione dei conflitti: la creazione di confini sicuri e definiti, il controllo di Gerusalemme, gli insediamenti israeliani e il diritto al ritorno dei rifugiati palestinesi, a cui devono essere aggiunti altri ostacoli, come le uccisioni di civili palestinesi (compresi bambini e donne), il terrorismo palestinese, libertà di movimento palestinese, sicurezza israeliana e altre questioni relative ai diritti umani. La violenza derivante dal conflitto ha portato a varie posizioni internazionali sul conflitto.Sono stati intavolati vari tentativi di negoziazione per una Soluzione dei due Stati, che implicherebbe la creazione di uno Stato di Palestina indipendente, accanto allo Stato di Israele. Nel 2016, secondo uno studio dell'Istituto israeliano per la democrazia e del Centro palestinese per la ricerca e le indagini politiche, la maggioranza degli israeliani e dei palestinesi ha preferito la soluzione dei due stati per risolvere il conflitto. D'altro canto, una considerevole maggioranza della popolazione israeliana ritiene legittima l'esigenza palestinese di creare uno Stato indipendente e ritiene che Israele possa accettare la creazione di tale Stato. La maggior parte dei palestinesi e degli israeliani vede la Cisgiordania e la Striscia di Gaza come il luogo ideale dell'ipotetico Stato palestinese in una soluzione a due Stati. Tuttavia, vi sono importanti aree di disaccordo sulla forma di un accordo finale e anche sul livello di credibilità che ciascuna parte apprezza nell'altra nel difendere gli impegni di base.All'interno della società israeliana e di quella palestinese, il conflitto genera un'ampia varietà di posizioni. Un tratto distintivo del conflitto è stato il livello di violenza perpetratosi per gran parte della sua durata. Ci sono stati scontri tra eserciti regolari, gruppi paramilitari, cellule terroristiche e cittadini indipendenti. Questi scontri non sono stati strettamente limitati al campo militare e hanno causato un gran numero di vittime tra la popolazione civile di entrambe le parti. Ci sono importanti attori internazionali coinvolti nel conflitto. Le due parti che hanno partecipato ai colloqui di pace diretti, se presenti, sono il governo di Israele, attualmente guidato da Benjamin Netanyahu e lo stato di Palestina, attualmente presieduto da Mahmud Abbas. Il Quartetto per il Medio Oriente, composto da un inviato speciale degli Stati Uniti, un altro dalla Russia, un terzo dall'Unione europea e uno dalle Nazioni Unite, media i negoziati ufficiali. La Lega araba è un altro attore importante che ha proposto un'Iniziativa di pace araba. L'Egitto, membro fondatore della Lega araba, è stato storicamente un partecipante chiave. Dal 2007, la politica palestinese è stata fratturata dal conflitto tra le due principali fazioni: Fatah e lo storico rivale Hamas. In seguito alla vittoria di Hamas alle Elezioni legislative in Palestina del 2006 e alla sua presa di potere nella Striscia di Gaza a giugno 2007, il territorio controllato dall'Autorità Nazionale Palestinese (il governo provvisorio palestinese) è diviso tra Fatah in Cisgiordania e Hamas nella Striscia di Gaza. La divisione del comando tra le parti ha causato il crollo del governo bipartitico dell'ANP. I negoziati diretti tra il governo israeliano e la guida palestinese sono iniziati nel settembre 2010 e miravano a raggiungere un accordo sullo status ufficiale finale, anche se poco dopo sono stati interrotti a tempo indeterminato.
Israele, ufficialmente Stato d'Israele (in ebraico: , Medinat Yisra'el; in arabo: دولة اسرائيل, Dawlat Isrā'īl), è uno Stato del Vicino Oriente affacciato sul mar Mediterraneo e che confina a nord con il Libano, con la Siria a nord-est, Giordania a est, Egitto e golfo di Aqaba a sud e con i territori palestinesi, ossia Cisgiordania (comprendente le regioni storiche di Giudea e Samaria) a est, e Striscia di Gaza a sud-ovest. Situato in Medio Oriente, occupa approssimativamente un'area che secondo i racconti biblici in epoca antica era compresa nel Regno di Giuda e Israele e nella regione della Cananea, soggetta nel tempo al dominio di numerosi popoli, tra cui egizi, assiri, babilonesi, romani, bizantini, arabi e ottomani, nonché teatro di numerose battaglie etnico-religiose. In età contemporanea è stata parte del mandato britannico della Palestina, periodo durante il quale fu soggetta a flussi immigratori di popolazioni ebraiche, incoraggiate dalla nascita del movimento sionista nella città svizzera di Basilea (1897) che mirava alla costituzione di un moderno Stato ebraico. Dopo la seconda guerra mondiale e la Shoah, anche per cercare di porre rimedio agli scontri tra ebrei e arabi, il 29 novembre 1947 l'Assemblea generale delle Nazioni Unite nella risoluzione n. 181 approvava il piano di partizione della Palestina che prevedeva la costituzione di due Stati indipendenti, uno ebraico e l'altro arabo. Alla scadenza del mandato britannico il moderno Stato d'Israele fu quindi proclamato da David Ben Gurion il 14 maggio 1948. Tale ripartizione fu però osteggiata da gruppi antisionisti e dalla totalità dei rappresentanti palestinesi, nonché dai vicini Paesi arabi. Dopo alcuni scontri già all'indomani del voto della risoluzione, terminato il ritiro delle truppe britanniche, la Lega Araba avviò una guerra contro il neonato Stato ebraico, dando origine a una serie di conflitti arabo-israeliani; accordi di pace sui confini furono in seguito raggiunti solo con Egitto (1979) e Giordania (1994). Rispetto ai territori palestinesi non esistono tuttora confini precisi. Oltre a estendere il territorio dello Stato dopo la prima guerra arabo-israeliana del 1948 (denominata da parte israeliana guerra d'Indipendenza, mentre da parte araba Nakba, "catastrofe"), rispetto a quanto previsto dalla risoluzione ONU, Israele ha anche occupato i territori della Cisgiordania e della Striscia di Gaza dopo la guerra dei sei giorni del 1967 e nel corso degli anni vi ha costruito nuovi centri abitati. Lo Stato palestinese, proclamato nel 1988 e ammesso come osservatore permanente dell'ONU nel 2012, ma non riconosciuto come tale da Israele e da altri Paesi, controlla la striscia di Gaza, dalla quale Israele sì è ritirata unilateralmente nel 2005 (facendone evacuare anche coattamente i ventuno insediamenti) e solo alcune zone della Cisgiordania, che rivendica interamente anche se rimane prevalentemente controllata da Israele, secondo le decisioni degli accordi di Oslo del 1993. La sovranità israeliana non è riconosciuta da molti Stati arabi, mentre rappresentanti palestinesi hanno riconosciuto Israele nel 1993, come parte degli stessi accordi di Oslo. Diversi tentativi di accordi di pace non hanno finora dato i frutti sperati e l'area continua quindi a essere geopoliticamente instabile. All'aprile 2015 la popolazione israeliana era di 8.345.000 abitanti. È l'unico Stato al mondo a maggioranza ebraica (il 74,9% della popolazione) e con una consistente minoranza di arabi (circa il 20%, in prevalenza di religione musulmana, ma anche cristiana o drusa). La legge fondamentale del 1980 (Israele, come il Regno Unito, non ha una Costituzione scritta) afferma che la capitale è Gerusalemme, rivendicata come tale anche dallo Stato di Palestina almeno nella sua parte orientale, ma non è riconosciuta dalla maggior parte dei membri dell'ONU. Quasi tutti gli Stati che hanno relazioni diplomatiche con Israele mantengono le proprie ambasciate a Tel Aviv, centro finanziario del Paese, o nelle vicinanze, ma mantengono comunque sedi consolari a Gerusalemme. Israele è governato da un sistema parlamentare a rappresentanza proporzionale. È considerato un Paese sviluppato, è membro dell'OCSE e secondo il Fondo monetario internazionale nel 2013 era al 37º posto nella lista degli Stati per prodotto interno lordo. Ha inoltre il più alto indice di sviluppo umano in Medio Oriente ed è uno dei Paesi con la più alta aspettativa di vita nel mondo. Nel 1967 l'Israele ha occupato le alture del Golan siriane.
Con il nome Palestina (in greco: Παλαιστίνη, Palaistínē; in latino: Palaestina; in arabo: فلسطين, Falasṭīn; in ebraico: פלשתינה?, Palestina; in yiddish: פאלעסטינע, Palestine) viene indicata la regione geografica del Vicino Oriente compresa tra il Mar Mediterraneo, il fiume Giordano, il Mar Morto, a scendere fino al mar Rosso e i confini con l'Egitto. I confini e lo status politico della regione sono cambiati nel corso della storia: il nome "Palestina" fu usato da scrittori greci antichi per indicare la regione tra la Fenicia e l'Egitto e poi fu ufficialmente adottato come nome di una provincia dell'impero romano, dell'impero bizantino e del califfato arabo omayyade e abbaside. La regione comprendeva la maggior parte del territorio chiamato nella Bibbia ebraica '"Terra di Canaan" e "Terra di Israele". Occupa la parte meridionale della più ampia regione storica della Siria (o Levante) ed è considerata "Terra Santa" da ebraismo, cristianesimo e islam. Durante il dominio ottomano l'area fu divisa in diverse regioni amministrative e comprendeva principalmente il Sangiaccato di Gerusalemme, oltre a parti del Vilayet di Beirut (il Sangiaccato di Nablus e il Sangiaccato di Acri) e del Vilayet di Siria. Dopo il crollo dell'impero ottomano fu creata a ovest del fiume Giordano la Palestina sotto mandato britannico (1922-1948), oggetto di una partizione nel 1947 a opera dell'ONU che ne destinò una parte a uno Stato ebraico (poi diventato Israele) e un'altra a uno Stato arabo (poi diventato lo Stato di Palestina). Attualmente il suo territorio è quindi diviso tra lo Stato di Israele e lo Stato di Palestina, anche se la regione storicamente ha incluso anche parti degli odierni Stati di Giordania (l'area transgiordana più vicina al fiume Giordano, sulla sponda orientale), della Siria e del Libano.
Con territori occupati da Israele ci si riferisce all'occupazione militare, da parte di Israele, durante la guerra dei sei giorni del 1967 e alcune volte anche all'area del Libano del Sud, dove l'esercito israeliano era particolarmente presente per sostenere le milizie libanesi locali durante la guerra civile e dopo di essa. Originariamente, quei territori includevano le siriane Alture del Golan, l'egiziana Penisola del Sinai, la Striscia di Gaza occupata dall'Egitto e la Cisgiordania annessa dalla Giordania. Il primo uso del termine "territori occupati" fu del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nella sua Risoluzione 242 dopo la guerra dei sei giorni del 1967. Tale risoluzione chiedeva "l'istituzione di una pace giusta e duratura in Medio Oriente" da raggiungere con "l'applicazione di entrambi i seguenti principi: ... Ritiro delle forze armate israeliane dai territori occupati nel recente conflitto ... Fine di tutte le rivendicazioni o stati di belligeranza" e il "rispetto per il diritto di ogni stato dell'area di vivere in pace entro confini sicuri e riconosciuti". Oltre ai territori occupati dopo la guerra dei sei giorni, Israele occupò anche parti del Libano del Sud in seguito alla guerra del Libano, e vi mantenne una presenza militare fino al 2000. Dal 1967 al 1981, le quattro aree vennero governate dal Governatorato militare d'Israele, e vennero indicate dalle Nazioni Unite come territori arabi occupati. Il Governatorato militare d'Israele venne abolito nel 1981, dopo il Trattato di pace israelo-egiziano del 1979. In seguito al trattato, Israele restituì la penisola del Sinai all'Egitto, mentre le Alture del Golan vennero incorporate nel Distretto settentrionale di Israele dalla Legge sulle Alture del Golan, e la Cisgiordania continuò ad essere amministrata tramite l'Amministrazione civile israeliana, che le Nazioni Unite continuarono a definire "territori arabi occupati". Nonostante l'eliminazione del governo militare, in linea con le richieste egiziane, il termine "territori arabi occupati" era rimasto in uso, riferendosi alla Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, la Striscia di Gaza e le Alture del Golan occidentali. Dal 1999 all'inizio del 2013, il termine "territori palestinesi occupati" è stato utilizzato per riferirsi ai territori controllati dall'Autorità Nazionale Palestinese in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. La Corte internazionale di giustizia, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite e il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dichiararono Israele come "potenza occupante". Un rappresentante delle Nazioni Unite, Richard Falk, definì l'occupazione di Israele "un affronto al diritto internazionale." L'Alta Corte di giustizia israeliana stabilì che Israele manteneva l'occupazione della Cisgiordania come "occupazione belligerante". Secondo il Rapporto Sasson, la Corte suprema di Israele, in varie occasioni e composta da diversi giudici, ha ripetutamente affermato, per più di quattro decenni, che si applica il diritto internazionale alla presenza di Israele in Cisgiordania. I governi israeliani hanno preferito il termine "territori contesi" nel caso della Cisgiordania. Ufficialmente Israele sostiene che la Cisgiordania è un "territorio conteso".Israele afferma che dal Piano di disimpegno unilaterale israeliano nel 2005, Israele non occupa più la Striscia di Gaza. Tuttavia, poiché ha mantenuto un certo controllo sullo spazio aereo e sulla linea costiera di Gaza, ha continuato ad essere designato come "potenza occupante" nella Striscia di Gaza, dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, da diversi paesi e da organizzazioni per la tutela dei diritti umani.
Il sionismo è un movimento politico internazionale il cui fine è l'affermazione del diritto alla autodeterminazione del popolo ebraico, inserendosi nel più vasto fenomeno del nazionalismo moderno.Il movimento, nato alla fine del XIX secolo tra gli ebrei residenti in Europa, fu importante ma minoritario nel mondo ebraico per tutta la prima metà del XX secolo, per poi divenire maggioritario in seguito alla Shoah. Dopo la creazione dello Stato di Israele nel 1948, in cui oggi vive circa il 30% degli ebrei del mondo, il sionismo si è trasformato in movimento di sostegno internazionale alla costituzione di tale Stato, oltre a continuare il tradizionale aiuto all'immigrazione in Israele (aliyah). Oggigiorno, il termine "sionista" viene applicato a varie fazioni politiche israeliane, sia di sinistra che di destra, le quali hanno in comune il sostegno dello stato d'Israele come entità ebraica.
Gerusalemme (AFI: /ʤeruzaˈlɛmme/; in ebraico: יְרוּשָׁלַיִם?, Yerushalayim, Yerushalaim e/o Yerushalaym ; in arabo: القُدس, al-Quds, "la (città) santa", sempre in arabo: أُورْشَلِيم, Ūrshalīm, in greco Ιεροσόλυμα, Ierosólyma, in latino Hierosolyma o Ierusalem, per antonomasia è definita La Città Santa), capitale giudaica tra il X e il VI secolo a.C., è la capitale contesa di Israele e città santa nell'Ebraismo, nel Cristianesimo e nell'Islam. Si trova sull'altopiano che separa la costa orientale del Mar Mediterraneo dal Mar Morto, a est di Tel Aviv, a sud di Ramallah, a ovest di Gerico e a nord di Betlemme. La Città Vecchia e le sue mura, considerate patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, racchiudono in meno di un chilometro quadrato molti luoghi di grande significato religioso come il Monte del Tempio, il Muro del pianto, la Basilica del Santo Sepolcro, la Cupola della Roccia e la Moschea al-Aqsa. Nel corso della sua storia Gerusalemme è stata distrutta e ricostruita due volte ed è stata assediata, conquistata e riconquistata in decine di occasioni. Fino alla fine della prima guerra mondiale fu occupata dagli ottomani, successivamente con la sconfitta dell'impero ottomano passò ai britannici, che istituirono il Mandato britannico della Palestina. In seguito alla guerra arabo-israeliana del 1948, le forze armate israeliane occuparono buona parte della porzione di terra assegnata secondo il piano di spartizione ONU allo stato arabo e le truppe giordane occuparono la Cisgiordania e la parte orientale di Gerusalemme fino al 1967, quando a seguito della guerra dei sei giorni la parte orientale di Gerusalemme, fino ad allora sotto dominio giordano fu conquistata dalle truppe israeliane ; nel 1980 il parlamento israeliano approvò una legge fondamentale (l'equivalente di un emendamento costituzionale) che proclamava unilateralmente "Gerusalemme, unita e indivisa [...]". Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nella risoluzione 478 ha definito la legge nulla e priva di validità, una violazione del diritto internazionale e un serio ostacolo al raggiungimento della pace in Medio Oriente.
Gaza (AFI: /ˈɡaʣʣa/; in arabo: غزة, Ghazza; in ebraico: עזה, 'Azza), o Città di Gaza (Madīnat Ghazza, in arabo: ﻣﺪﻳﻨـة ﻏﺰة), è una città palestinese nella Striscia di Gaza (Territori palestinesi occupati). Con 590.481 abitanti è la più popolosa città dello Stato di Palestina. Le principali attività economiche di Gaza sono la manifattura e l'agricoltura. Tuttavia, il blocco e i conflitti ricorrenti hanno messo sotto grave pressione l'economia. La maggior parte degli abitanti di Gaza è musulmana, anche se esiste anche una piccola minoranza cristiana. Gaza ha una popolazione molto giovane, con circa il 75% di età inferiore ai 25 anni. Dal 2007 Gaza è, come l'intera Striscia di Gaza, sotto il controllo di Hamas. La città è attualmente amministrata da un consiglio comunale di 14 membri.