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Territori occupati da Israele

Con territori occupati da Israele ci si riferisce all'occupazione militare, da parte di Israele, durante la guerra dei sei giorni del 1967 e alcune volte anche all'area del Libano del Sud, dove l'esercito israeliano era particolarmente presente per sostenere le milizie libanesi locali durante la guerra civile e dopo di essa. Originariamente, quei territori includevano le siriane Alture del Golan, l'egiziana Penisola del Sinai, la Striscia di Gaza occupata dall'Egitto e la Cisgiordania annessa dalla Giordania. Il primo uso del termine "territori occupati" fu del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nella sua Risoluzione 242 dopo la guerra dei sei giorni del 1967. Tale risoluzione chiedeva "l'istituzione di una pace giusta e duratura in Medio Oriente" da raggiungere con "l'applicazione di entrambi i seguenti principi: ... Ritiro delle forze armate israeliane dai territori occupati nel recente conflitto ... Fine di tutte le rivendicazioni o stati di belligeranza" e il "rispetto per il diritto di ogni stato dell'area di vivere in pace entro confini sicuri e riconosciuti". Oltre ai territori occupati dopo la guerra dei sei giorni, Israele occupò anche parti del Libano del Sud in seguito alla guerra del Libano, e vi mantenne una presenza militare fino al 2000. Dal 1967 al 1981, le quattro aree vennero governate dal Governatorato militare d'Israele, e vennero indicate dalle Nazioni Unite come territori arabi occupati. Il Governatorato militare d'Israele venne abolito nel 1981, dopo il Trattato di pace israelo-egiziano del 1979. In seguito al trattato, Israele restituì la penisola del Sinai all'Egitto, mentre le Alture del Golan vennero incorporate nel Distretto settentrionale di Israele dalla Legge sulle Alture del Golan, e la Cisgiordania continuò ad essere amministrata tramite l'Amministrazione civile israeliana, che le Nazioni Unite continuarono a definire "territori arabi occupati". Nonostante l'eliminazione del governo militare, in linea con le richieste egiziane, il termine "territori arabi occupati" era rimasto in uso, riferendosi alla Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, la Striscia di Gaza e le Alture del Golan occidentali. Dal 1999 all'inizio del 2013, il termine "territori palestinesi occupati" è stato utilizzato per riferirsi ai territori controllati dall'Autorità Nazionale Palestinese in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. La Corte internazionale di giustizia, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite e il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite dichiararono Israele come "potenza occupante". Un rappresentante delle Nazioni Unite, Richard Falk, definì l'occupazione di Israele "un affronto al diritto internazionale." L'Alta Corte di giustizia israeliana stabilì che Israele manteneva l'occupazione della Cisgiordania come "occupazione belligerante". Secondo il Rapporto Sasson, la Corte suprema di Israele, in varie occasioni e composta da diversi giudici, ha ripetutamente affermato, per più di quattro decenni, che si applica il diritto internazionale alla presenza di Israele in Cisgiordania. I governi israeliani hanno preferito il termine "territori contesi" nel caso della Cisgiordania. Ufficialmente Israele sostiene che la Cisgiordania è un "territorio conteso".Israele afferma che dal Piano di disimpegno unilaterale israeliano nel 2005, Israele non occupa più la Striscia di Gaza. Tuttavia, poiché ha mantenuto un certo controllo sullo spazio aereo e sulla linea costiera di Gaza, ha continuato ad essere designato come "potenza occupante" nella Striscia di Gaza, dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, da diversi paesi e da organizzazioni per la tutela dei diritti umani.

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