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'Ndrangheta in provincia di Cosenza

La 'ndrangheta in provincia di Cosenza è un fenomeno che nasce negli anni settanta con il riconoscimento della "locale bastarda" da parte delle famiglie storiche calabresi. La presenza della 'ndrangheta nel territorio cosentino viene riconosciuta per la prima volta dal giudice Elvira Tamburelli nel 1997 durante il processo "Garden" e confermata definitivamente dalla corte di cassazione il 3 luglio 2000. Le famiglie cosentine hanno subito storicamente l'influenza dei Farao-Marincola di Cirò e attualmente degli Arena di Isola Capo Rizzuto e dei Grande Aracri di Cutro. Oggi le principali famiglie del capoluogo sono i Lanzino, i Ruà, i Perna-Pranno, i Bruni e i Cicero. A Cetraro dominano i Muto, a San Lucido i Calvano e i Serpa a Paola. A Cassano allo Ionio, negli anni novanta è emersa la famiglia Abbruzzese o "clan degli zingari", un gruppo di etnia rom inserito a pieno titolo nell'organizzazione e costituente una 'ndrina a tutti gli effetti. I clan hanno propaggini anche all'estero; in particolare, i clan della sibaritide in Germania a Francoforte sul Meno, Müllheim e in Baviera in cui sono dediti al riciclaggio di denaro e al traffico di droga. Hanno inoltre, ancora per il narcotraffico, forti contatti con le organizzazioni criminali albanesi residenti nell'area di Cassano allo Ionio e in contatto con l'Albania. Alcune famiglie cosentine avrebbero inoltre relazioni con la città spagnola di Algeciras, in Andalusia per il traffico di cocaina proveniente dal Sud America. Infine, sembrerebbe ci siano contatti con elementi criminali della repubblica slovacca per un traffico di armi ed esplosivi secondo l'operazione Azymuth.

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