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Aborto in India

L'aborto in India è legale in determinate circostanze. Può essere eseguito per vari motivi fino a 20 settimane di gravidanza. In casi eccezionali, un tribunale può autorizzare l'aborto anche dopo la ventesima settimana di gestazione.La legge opera una distinzione fra aborto indotto e aborto spontaneo. Fino al 2017, esisteva una netta separazione fra aborto sicuro e non sicuro. L'aborto non sicuro era definito dall'OMS come "una procedura per l'interruzione di una gravidanza eseguita da un individuo privo della formazione necessaria ovvero in un ambiente non conforme agli standard medici minimi". Alla luce del progresso tecnologico, tale definizione è stata sostituita da una più sfumata classificazione su una scala di tre livelli, caratterizzata dall'impiego del misoprostol al di fuori del sistema sanitario formale al posto di altri metodi chirurgici più invasivi: Aborto sicuro : praticato dagli operatori sanitari e con i metodi raccomandati dall'OMS. Livello 2 insicuro (Less-safe abortion) : praticato da fornitori di servizi addestrati che utilizzano metodi non raccomandati, oppure eseguito in conformità ad un metodo sicuro (es. Misoprostol), ma senza informazioni adeguate o supporto da parte di un individuo addestrato:Livello 3 non sicuro (Least-safe abortion) : praticato da un fornitore di servizi addestrato, usando metodi pericolosi e invasivi.Nel 2000, l'Ipas Development Foundation ha introdotto per la prima volta in India l'espressione Comprehensive Abortion Care (CAC), un termine "radicato nella convinzione che le donne devono essere in grado di accedere a cure per l'aborto di alta qualità, a prezzi accessibili e nelle comunità in cui vivono e lavorano", comprendendo l'assistenza per l'intero periodo che dal concepimento alle terapia post-chirurgica, inclusa la gestione del dolore.

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