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Ramses II, per intero in egizio: Usermaatra Setepenra Ramess(u) Meriamon; in greco antico: Ὀσυμανδύας, Ozymandias, Osymandias (1303 a.C. – Pi-Ramses, luglio/agosto 1213 o 1212 a.C.), noto anche come Ramesse II, Ramsete II e Ramses il Grande, è stato un faraone egizio, il terzo della XIX dinastia. Regnò dal 31 maggio 1279 a.C. al luglio o agosto del 1213 (o 1212) a.C.. È spesso ricordato come il più grande, potente e celebrato faraone dell'impero egizio. A causa della durata eccezionale del suo regno (quasi un settantennio: considerando però la sua associazione al trono quando il padre era ancora in vita, giunse a 75 anni di governo effettivo del Paese), che l'egittologo scozzese Kenneth Kitchen ha paragonato a quello della regina Vittoria del Regno Unito, nell'egittologia è invalsa la tradizione di assegnare il suo nome all'intero periodo della sua dinastia ("epoca/periodo/stile ramesside"): Mentre l'egittologo francese Pierre Montet ha così commentato la vita di Ramses II: Ebbe modo di celebrare, nel corso del suo regno, ben 14 giubilei sed, il primo dei quali coincideva con il trentesimo anniversario di regno del sovrano e da lì in poi ogni tre anni: più di ogni altro re d'Egitto. Fece costruire numerosissimi monumenti in tutto il Paese e incidere i propri nomi su altrettante opere dei suoi predecessori: una tale quantità di oggetti d'arte, colossi, iscrizioni ed elementi architettonici fa sì che Ramses II sia attestato in praticamente ogni collezione di antichità egizie nel mondo: anche per questo, è probabilmente il più conosciuto dei faraoni. Fondò una nuova capitale, Pi-Ramses ("Dimora di Ramses"), nel delta del Nilo. Combatté a nord contro gli Ittiti e quindi a sud contro i Nubiani, assicurando il predominio dell'Egitto sulla Nubia e i suoi giacimenti auriferi; in questa colonia dell'impero egizio fece inoltre costruire sei templi: celeberrimi quelli di Abu Simbel. Dopo la battaglia di Qadeš, combattuta presso l'Oronte nel 5º anno del suo regno contro l'esercito del sovrano ittita Muwatalli II, la frontiera dell'Egitto venne ivi definitivamente stabilita. La pace fra le due potenze (le quali si spartirono le colonie siro-palestinesi) venne sancita nel 21º anno di regno del faraone tramite un trattato di pace pervenutoci quasi interamente: ebbe così inizio un periodo di forte stabilità per la regione, suggellato dal matrimonio di Ramses II con due principesse ittite. Morì all'età, sorprendente per la sua epoca, di 90 o 91 anni e fu sepolto in una grande tomba della Valle dei Re. Il suo corpo fu poi traslato in un nascondiglio di mummie regali e ivi scoperto nel 1881; si trova al Museo egizio del Cairo. Alcuni considerarono Ramses II come il faraone che si sarebbe opposto a Mosè nei fatti narrati dal Libro dell'Esodo; da altri invece è ritenuto il "Faraone dell'oppressione", ossia il padre di quel faraone con cui Mosè si sarebbe scontrato, e che quindi sarebbe il successore Merenptah. D'altro canto, non esiste alcuna prova archeologica che Ramses II sia stato l'uno o l'altro faraone, né il suo nome viene menzionato nella Torah. Nelle fonti greche compare invece con il nome di "Ozymandias", corruzione di parte del suo praenomen "Usermaatra Setepenra", che significa "Potente è la giustizia (Maat) di Ra-Eletto di Ra".
Il monastero di Santa Caterina (in greco antico: Μονὴ τῆς Ἁγίας Αἰκατερίνης e in arabo: دير القدّيسة كاترينا) è un monastero del VI secolo situato in Egitto, nella regione del Sinai, al centro di una valle desertica. Dedicato a santa Caterina d'Alessandria, è il più antico monastero cristiano ancora esistente e sorge alle pendici del monte Horeb dove, secondo la tradizione, Mosè avrebbe parlato con Dio nell'episodio biblico del roveto ardente (3,2-6) e dove egli ricevette i comandamenti.Nel 2002 è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO per la sua architettura bizantina, la sua preziosa collezione di icone e per la grande raccolta di antichissimi manoscritti che costituiscono la più vasta e meglio conservata biblioteca di testi antichi bizantini dopo quella della Città del Vaticano. Inoltre, il monastero è considerato un luogo sacro dalle tre maggiori religioni monoteiste: il Cristianesimo, l'Ebraismo e l'Islam.
Il principe d'Egitto (The Prince of Egypt) è un film d'animazione della DreamWorks Animation del 1998 con la regia di Brenda Chapman, Steve Hickner e Simon Wells. Primo film della DreamWorks ad essere realizzato in animazione tradizionale, si tratta di un remake animato de I dieci comandamenti degli anni cinquanta e interpretato da Charlton Heston. Adattamento del libro dell'Esodo, la pellicola, doppiata in lingua originale da attori come Val Kilmer, Ralph Fiennes, Michelle Pfeiffer, Sandra Bullock, Jeff Goldblum, Danny Glover e Patrick Stewart, è incentrata sulla vita di Mosè, da principe d'Egitto a guida del popolo d'Israele verso la terra promessa. Al momento della sua uscita, il 18 dicembre 1998, ha rappresentato il film d'animazione più costoso della storia del cinema. Con una reazione positiva da parte della critica, che elogiò il film per la sua musica e per la storia, e con un ottimo incasso al botteghino, Il principe d'Egitto si guadagnò vari riconoscimenti, tra cui un Oscar alla migliore canzone (When You Believe), cantata in lingua originale da Whitney Houston e Mariah Carey. Costata 70 milioni di dollari, la pellicola ha incassato circa 218 milioni di dollari, diventando il film d'animazione non disneyano di maggiore incasso nella storia del cinema. Il record è stato battuto nel 2007 con l'uscita de I Simpson - Il film. La regista Brenda Chapman fu la prima donna a co-dirigere un grande film d'animazione. Il successo della pellicola convinse la DreamWorks a realizzare un prequel nel 2000, Giuseppe - Il re dei sogni (Joseph: King of Dreams), uscito direttamente in video da li fu un grandissimo successo.
Il Cairo (in arabo: القاهرة, al-Qāhira) è la capitale dell'Egitto, che conta più di 18 milioni di abitanti nel governatorato omonimo e circa 20,4 milioni di residenti nell'area metropolitana adiacente, creando la mega metropoli cairota, la Grande Cairo (in arabo: القاهرة الكبرة, Al-Qāhira al-Qobra): essa è la città africana più popolosa dopo la città nigeriana Lagos. La città è stata fondata sul Nilo. Nonostante al-Qāhira sia il nome ufficiale della città, il Cairo viene chiamato semplicemente con il nome Egitto, Miṣr (in arabo: مصر) pronunciato Masr in dialetto locale.
I dieci comandamenti (The Ten Commandments) è un film del 1956 diretto da Cecil B. DeMille, remake dell'omonimo film del 1923 dello stesso regista. È un adattamento cinematografico del secondo libro del Pentateuco: il Libro dell'Esodo. È interpretato da Charlton Heston, Yul Brynner, Anne Baxter, Edward G. Robinson, John Derek, Yvonne De Carlo, Vincent Price, Nina Foch e altre celebrità dell'epoca. Il film narra la storia di Mosè, il bambino ebreo salvato dalla madre a seguito di un massacro voluto dal faraone, che, adottato dalla figlia di quest'ultimo, divenne principe d'Egitto e, dopo aver scoperto le sue vere origini, decise di abbandonare la sua vita di lussi e agi e, in seguito, dopo aver affrontato il faraone Ramesse II, suo acerrimo nemico sin dalla gioventù, liberò il suo popolo dalla schiavitù. La trama della pellicola è desunta, oltre che dal libro dell'Esodo, anche dal Midrash, dal Corano e dai testi di Giuseppe Flavio. Il film è stato distribuito nel circuito cinematografico statunitense il 5 ottobre 1956.
Giovanni Battista Belzoni (Padova, 5 novembre 1778 – Gwato, 3 dicembre 1823) è stato un esploratore, ingegnere e pioniere dell'archeologia italiano. È considerato una delle figure di primo piano dell'egittologia mondiale, nonostante appartenesse a una fase ancora immatura di tale disciplina.
I gatti (Felis silvestris catus), noti nell'antico Egitto con il termine Mau, erano considerati sacri nella società egizia. Una recente comparazione del DNA delle specie viventi ha permesso di stabilire che i primi gatti furono addomesticati a partire dal gatto selvatico africano (Felis silvestris lybica), circa 10.000 anni fa, nella zona della Mezzaluna Fertile. Millenni dopo, un tratto caratteristico fondamentale della religione delle popolazioni della valle del Nilo divenne proprio la venerazione degli animali, fra cui i gatti. Apprezzato per la sua abilità nel cacciare roditori nocivi quali i topi e i ratti e nell'uccidere serpenti quali i cobra, il gatto domestico divenne presso gli egizi un simbolo di grazia e benevolenza nei confronti dell'uomo. La dea Mafdet, deificazione della giustizia e della pena capitale, era rappresentata con testa di leonessa, mentre Sekhmet, sempre leonessa, era la temutissima dea della guerra, della violenza e delle epidemie. In antitesi a queste, la dea-gatta Bast (poi nota come Bastet), inizialmente divinità guerriera al pari di Sekhmet, andò gradualmente perdendo i connotati di aggressività per divenire una figura protettiva e rassicurante, patrona della fertilità, della maternità e della vita domestica. Come espressione di massimo ossequio, dopo la morte i gatti venivano mummificati esattamente come gli uomini, e le loro mummie offerte a Bastet.
Il faraone egizio Ramses II (1279 a.C. - 1213 a.C.) fece erigere numerosi colossi di sé su tutto il territorio dell'antico Egitto. Di questi, i più celebri sono sicuramente quelli che ornano l'ingresso del Tempio maggiore ad Abu Simbel, oltre a quello collocato per molto tempo nella piazza della stazione del Cairo (e successivamente trasferito al Grand Egyptian Museum) e quello conservato, sdraiato, a Menfi.
Cenerentola, o Cenerella, è una fiaba popolare originatasi probabilmente dalla storia di Rodopi citata da fonti greche come fiaba dell'antico Egitto e che rappresenta la versione più antica conosciuta.Narrata in centinaia di versioni in gran parte del mondo, è parte dell'eredità culturale di numerosi popoli. In Occidente la prima versione nota è quella di Giambattista Basile, La gatta Cenerentola, scritta in napoletano e ambientata nel Regno di Napoli, tratta dal celebre Cunto de li cunti, vera e propria Bibbia della tradizione orale favolistica da cui numerosissimi scrittori e autori successivi attinsero a piene mani. Tra questi Charles Perrault e i fratelli Grimm le cui successive versioni della fiaba contribuirono alla sua popolarità. Tra le versioni tipiche moderne si deve indicare anche quella narrata nel celebre omonimo film d'animazione di Walt Disney del 1950 nonché nel remake in live action del 2015, sempre della Disney.