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I russi (in russo: русские?, traslitterato: russkie) sono il gruppo etnico di maggioranza della Russia, dove rappresentano l'80% della popolazione totale con quasi 116 milioni di individui.Con il termine russi ci si riferisce di solito al popolo della Russia nella sua globalità, a discapito, molto spesso, delle numerose minoranze etniche presenti nel paese. Russo nel senso di "abitante della Russia" si dice in lingua russa rossijanin (россиянин, plurale: россияне, rossijane), mentre a un russo etnico ci si riferisce con il termine russkij (русский, plurale: русские; russkie). Secondo Henri Pirenne, "russi" deriva da "rus", nome con cui erano chiamati gli invasori vichinghi che stabilirono la capitale a Kiev nel IX secolo.
I popoli indigeni meno numerosi della Russia sono una categoria di 40 gruppi etnici indigeni ufficialmente riconosciuti dal governo russo. La categoria è inclusa nella "lista dei popoli indigeni minori della Russia" in russo: Единый перечень коренных малочисленных народов России?, approvata dal governo il 24 marzo 2000. Questi popoli rispettano i seguenti criteri: vivono attualmente nelle loro terre d'origine. hanno conservato, nel corso del tempo, usi, costumi e tradizioni. riconoscono sé stessi come una etnia separata.Alcuni di essi, come i Soyot, sono stati riconosciuti solo dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica. Altri percepiscono benefici di legge per il supporto alle tradizioni popolari e alle lingue d'origine. Dieci di questi popoli contano meno di 1.000 componenti e 11 di loro vivono oltre il circolo polare artico.
Con l'espressione nativi americani si intende indicare le popolazioni che abitavano il continente americano prima della colonizzazione europea e i loro odierni discendenti. L'etnonimo indiani d'America (anche pellirosse) era utilizzato per indicare i nativi americani ma non è univoco ed è stato spesso oggetto di discussione. Nei paesi ispanofoni dell'America Latina si usa prevalentemente il termine indios, mentre negli Stati Uniti d'America si usa l'espressione indiani d'America, benché ormai non sia più considerata un'espressione politicamente corretta. L'uso del termine indiano si deve a Cristoforo Colombo che, in cerca di una rotta che consentisse di raggiungere l'Asia attraversando l'oceano Atlantico, credette di aver raggiunto le Indie Orientali, ignaro invece di aver toccato le coste di un continente allora sconosciuto agli Europei; gli Spagnoli battezzarono quindi il nuovo mondo "Indie occidentali", e solo successivamente America, in onore di Amerigo Vespucci.Secondo l'ipotesi scientifica più accreditata, 13.000 anni fa l'uomo sarebbe migrato dall'Asia verso l'America attraverso la Beringia, una lingua di terra che all'epoca univa i due continenti. Questi uomini si sarebbero poi spostati più a sud fino ad abitare tutto il continente e diversificandosi in migliaia di etnie e tribù differenti. In Centro e Sud America i nativi americani si organizzarono in grandiose civiltà come i maya e gli aztechi nell'odierno Messico e gli incas sulla cordigliera delle Ande mentre in America del Nord i Nativi americani rimasero prevalentemente popolazioni nomadi o seminomadi. Parecchie aree del continente sono ancora popolate da nativi americani; specialmente in America Latina dove, insieme ai mestizo, costituiscono la maggioranza della popolazione. Negli Stati Uniti d'America e in Canada i nativi americani, invece, costituiscono ormai soltanto un'esigua minoranza. Ancora oggi nei paesi dell'America si parlano almeno un migliaio di lingue indigene diverse. Alcune fra queste, come ad esempio il quechua, l'aymara, il guaraní, le lingue maya e il nahuatl, sono parlate da milioni di persone. Molti, inoltre, conservano pratiche e usanze culturali di vario grado, incluse pratiche religiose, di organizzazione sociale e pratiche di sussistenza. Alcuni popoli indigeni vivono ancora in uno stato di relativo isolamento dalle società moderne e altre addirittura non sono mai entrate in contatto con esse o con l'uomo occidentale.I nativi americani presentano caratteristiche somatiche affini alle popolazioni asiatiche: occhi allungati, zigomi sporgenti, con in più la quasi assenza di barba e capigliature perlopiù scure e lisce. Questi caratteri portarono gli antropologi a ipotizzare la loro origine ereditata dagli antichi asiatici, che avevano attraversato lo stretto di Beriin durante l'epoca preistorica, ipotesi confermata da successivi studi linguistici e, soprattutto, genetici.
I buriati, in passato anche chiamati braty o bratskie ljudi, con una popolazione stimata in 436.000 unità, sono la più grande minoranza etnica della Siberia. Sono concentrati soprattutto in Buriazia, una delle repubbliche della Russia. I buriati sono di origine mongola, come dimostrato dalle loro caratteristiche somatiche e da molti loro usi e costumi, inclusi l'allevamento itinerante, praticato dalla maggior parte dei popoli nomadi delle steppe, e l'uso della iurta per il pernottamento. Oggi la maggioranza dei buriati vive intorno ad Ulan-Udė, la capitale della Repubblica di Buriazia, mentre il resto è stanziato nelle regioni circostanti. I buriati parlano il buriato, una lingua altaica appartenente al gruppo delle lingue mongoliche.