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La Prima lettera ai Corinzi è uno dei testi che compongono il Nuovo Testamento, che la tradizione cristiana e la quasi unanimità degli studiosi attribuisce a Paolo di Tarso. Indirizzata alla comunità cristiana della città greca di Corinto e scritta ad Efeso (16,8), secondo gli studiosi fu composta nell'arco cronologico del 53-57. o più strettamente nel 53/54 secondo alcuni altri.
La lingua cimbra (Zimbar) è un idioma germanico di origine bavarese meridionale diffuso storicamente in alcune zone del Veneto e, più tardi, anche del Trentino.
Le lettere di Paolo sono tredici testi del Nuovo Testamento attribuiti dalla tradizione all'apostolo Paolo di Tarso. In esse Paolo scrive a varie comunità da lui fondate o visitate nei suoi viaggi apostolici; alcune lettere sono inoltre dedicate a persone a lui care. In passato la Chiesa cattolica attribuì a Paolo di Tarso la Lettera agli Ebrei, nella quale non è indicato il nome dell'autore; tale lettera è oggi ritenuta, pressoché unanimemente, essere di un altro autore. Si sono inoltre conservate alcune lettere che affermano di essere state scritte da Paolo ma che sono ritenute apocrife dalla maggioranza degli esegeti.
La Lettera agli Ebrei è un'opera inclusa nel Nuovo Testamento, in cui il profilo e la missione di Gesù sono delineati tramite il confronto con la figura del sommo sacerdote nell'Antico Testamento. Il suo genere letterario è molto discusso. Ben più che una lettera o un'omelia il testo risulta essere un "trattato per i cristiani di origine ebraica ed etnica ora ellenizzati". Il testo, anonimo, è stato accostato al nome di Paolo di Tarso sin dai tempi più antichi, ma la critica antica e moderna ha escluso quasi concordemente questa attribuzione.
Una lettera (dal latino litterae -arum) o missiva è una comunicazione scritta fatta pervenire ad una o più persone interessate, in un determinato contesto o rapporto o per raccontare fatti avvenuti recentemente. Una lettera scritta in forma letteraria come lettera aperta si dice epistola e un libro formato da una raccolta di lettere si chiama epistolario.
Il termine dizionario è usato con riferimento a due concetti. Può indicare: l'elenco alfabetico delle parole e delle locuzioni di una lingua (ed eventualmente anche altri elementi linguistici ad esso legati come ad esempio prefissi, suffissi, sigle, lettere) fornendone informazioni quali il significato, l'uso, l'etimologia, la traduzione in un'altra lingua, la pronuncia, la sillabazione, i sinonimi, i contrari (in questo senso, è detto anche lessico); un'opera che raccoglie, in modo ordinato secondo criteri anche variabili da un'opera all'altra, biografie e nozioni inerenti ad un particolare settore del sapere umano (una scienza, uno sport, un'arte, una tecnica ecc.) o anche il sapere umano nel suo complesso, fornendone una trattazione.
Il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo è un celeberrimo trattato di Galileo Galilei, scritto sotto forma dialogica negli anni tra il 1624 e il 1630 e pubblicato nel 1632. L'opera, strutturata nel dialogo fra tre personaggi: Simplicio (che riprende il nome dell'antico filosofo del VI secolo Simplicio di Cilicia), Sagredo e Filippo Salviati, ebbe da subito un enorme successo, ma la Chiesa, che dapprima ne aveva concesso l'imprimatur, mutò radicalmente la sua posizione, inserendola nell'Indice dei libri proibiti nel 1633. Il Dialogo si presenta, nonostante la lettera nicodemica iniziale, come una confutazione del sistema tolemaico-aristotelico a favore di un sistema copernicano, benché le teorie moderne rivelino l'inesattezza della dimostrazione galileiana sulle maree.Si pone però come un importante scritto filosofico all'interno di quella che sarà l'imminente rivoluzione scientifica, conciliando linguaggio e semplicità divulgative. Il nuovo metodo scientifico (o appunto metodo galileiano) si muoverà da questa sua pubblicazione, in particolar modo verrà esplicata la teoria della conoscenza di Galileo. Oltre che un trattato scientifico-astronomico infatti si presenta come una grande opera filosofica.
L'alfabeto greco è un sistema di scrittura composto da 24 lettere (7 vocali e 17 consonanti) e risale al IX secolo a.C.; deriva dall'alfabeto fenicio, nel quale a ogni segno era associato un solo suono. A loro volta, gli stessi segni dell'alfabeto fenicio deriverebbero da una semplificazione di alcuni geroglifici egizi i quali, per il principio dell'acrofonia, persero il loro significato iniziale, lasciando a ciascun segno solo il valore fonetico.Dal momento che la scrittura fenicia era di tipo appercettivo, ovvero venivano indicate solo le consonanti che dovevano poi essere integrate da suoni vocalici non specificati (e quindi solo un fenicio era in grado di leggere una parola scritta in fenicio), i Greci dovettero trasformare alcune lettere fenicie non usate nel loro alfabeto per indicare i suoni vocalici, che nell'alfabeto greco sono basilari tanto per una questione metrica quanto per il problema della flessione delle parole e degli articoli. Nell'antica Grecia le lettere venivano usate anche per scrivere i numeri, posponendo al simbolo grafico un segno molto simile a un apostrofo, in maniera analoga ai numeri romani usati dai Latini. Le lettere dell'alfabeto greco sono molto utilizzate oggi per numerosi altri scopi: in matematica e in fisica per indicare gli angoli e le costanti, in astronomia per assegnare il nome alle stelle, e così via. Dall'alfabeto greco bizantino deriva l'alfabeto glagolitico da cui a sua volta deriva l'alfabeto cirillico.
L'alfabeto o trascrizione fonetica è un sistema di scrittura i cui segni grafici (i grafemi) rappresentano singolarmente i suoni delle lingue (foni e fonemi). Nei sistemi di scrittura alfabetici, generalmente un grafema rappresenta un fonema, ma spesso uno stesso grafema può rappresentare più fonemi o, viceversa, uno stesso fonema può essere rappresentato da più grafemi. Un alfabeto propriamente deve contenere anche le vocali, altrimenti si preferisce indicarlo col nome abjad. La parola "alfabeto" deriva dall'unione dei nomi delle prime due lettere dell'alfabeto greco, alfa (la prima vocale) e beta (la prima consonante) (simboli greci: α e β). I sistemi alfabetici sono tra i sistemi di scrittura più diffusi al mondo e, data la caratteristica di possedere un numero limitato di segni, sono anche sfruttati per la trascrizione fonetica: inoltre la quasi totalità degli alfabeti del mondo usa i grafi della scrittura latina, a volte assegnandogli valori fonetici diversi da un sistema all'altro e a volte modificandoli aggiungendo o togliendo tratti grafici. Alcuni studiosi sostengono che l'alfabeto sia il vertice della scrittura e chi legge «ragiona diversamente».