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L'anarchia (dal greco antico: ἀναρχία, ἀν, assenza + ἀρχή, governo o principio) è la tipologia d'organizzazione sociale agognata dall'anarchismo, basata sull'ideale libertario di un ordine fondato sull'autonomia e la libertà degli individui, contrapposto a ogni forma di potere costituito, compreso quello statale. Nella sua accezione contemporanea, essa nasce terminologicamente con gli scritti del filosofo politico, economista e sociologo francese Pierre-Joseph Proudhon nella prima metà del XIX secolo, affondando idealmente in concetti propri del pensiero di autori quali l'umanista e politico Tommaso Moro (Utopia), gli illuministi (Condillac, il Marchese de Sade, in parte Rousseau e Diderot) e lo scrittore e filosofo William Godwin. Contributori allo sviluppo del pensiero anarchico, quasi contemporanei a Proudhon, furono l'inventore, musicista e scrittore statunitense Josiah Warren, il rivoluzionario e filosofo Michail Bakunin, lo scrittore Lev Tolstoj e limitatamente ad alcuni sviluppi sopravvenuti nel secolo successivo anche il filosofo individualista tedesco Max Stirner e il pedagogista spagnolo Francisco Ferrer y Guardia. Le interpretazioni che gli storici, i politici e gli stessi anarchici danno dell'anarchia sono varie e ramificate. Nel corso della storia con anarchia non si individua un'univoca forma politica da raggiungere e soprattutto non si concordano necessariamente i mezzi politici da utilizzare, spaziando dalla nonviolenza al pacifismo e all'insurrezionalismo rivoluzionario. Tutto lo spettro anarchico ha tuttavia come nucleo ideologico centrale un elemento comune: la necessità dell'annullamento dello Stato o in ogni caso delle più incombenti forme di potere costituito. Tutti gli anarchici sono cioè concordi nel considerare l'abolizione del potere condizione necessaria e obiettivo finale dell'evoluzione sociale. L'annullamento del potere dello Stato non implica l'annullamento dell'organizzazione sociale, bensì l'evoluzione verso una società non gerarchica in cui spesso viene sostenuta anche l'abolizione della proprietà privata. Le suddette interpretazioni implicano almeno dal punto di vista fattuale una gamma di movimenti e linee di pensiero che spaziano dall'anarco-pacifismo e l'anarchismo cristiano di Lev Tolstoj, all'anarco-comunismo di Pëtr Alekseevič Kropotkin, all'insurrezionalismo di Errico Malatesta e ai movimenti anarchici contemporanei d'ogni genere, a volte slegati dalle teorie fondamentali e dal loro sviluppo storico. Il termine anarchia era ed è a volte impropriamente utilizzato per descrivere il caos nel primigenio significato mitologico e situazioni di disordine sociale quindi di illegalità, spesso mutuando significati propri del caos inteso nel senso fisico di disordine entropico. Per evitare questa confusione tra termine politico e gergale e per sfuggire a censure venne utilizzato contemporaneamente dal 1857 il termine libertario, coniato da Joseph Déjacque e subito utilizzato largamente in Francia aggirando la censura statale. Acrazia infine è analogo termine di uso francofono meno diffuso in lingua italiana. Anarchia, libertarismo e acrazia diventano quindi sinonimi a partire dalla seconda metà del XIX secolo, con sfumature relative al contesto e alle epoche. Con anarchia si intende la prospettiva politica e il progetto sociale mentre con anarchismo, in modo più stringente si intende la teoria in sé e il ramificato movimento concreto di lotta, in gran parte continuazione ideale dell'opera della Rivoluzione francese, epurata dai relativi errori, descritti da Godwin nel saggio Giustizia politica.
L'anarchismo è caratterizzato da svariate correnti di pensiero che, nonostante sensibili differenze, presentano sempre degli elementi in comune. In particolare, il rifiuto di ogni forma di potere, di gerarchia e di governo; la ricerca della libertà personale e dell'uguaglianza sociale tra gli individui; il rifiuto del modello economico capitalista, a cui viene preferita un'economia cooperativa, basata sul mutualismo o sul comunismo. Le differenze tra le correnti riguardano per lo più la relazione tra individuo e collettività, la tipologia di sistema economico attraverso il quale massimizzare la libertà individuale e l'utilizzo della violenza. È comunque possibile raggruppare le varie correnti di pensiero dell'anarchismo classico in due categorie principali, che sono anarco-socialismo e anarco-individualismo. Le correnti che rientrano nelle due categorie si differenziano profondamente sulla definizione di società libera e sui mezzi e i modi per raggiungerla. Esiste anche un'altra scuola di pensiero anarchico che si colloca tra l'anarco-socialismo e l'anarco-individualismo: il mutualismo. Esistono infatti due tipologie differenti di mutualismo: il mutualismo di stampo socialista e il mutualismo di stampo individualista.
Pierre-Joseph Proudhon (Besançon, 15 gennaio 1809 – Passy, Parigi, 19 gennaio 1865) è stato un filosofo, economista, sociologo, saggista ed anarchico francese. Tra i principali teorici dell'anarchismo, fu il primo ad attribuire un significato positivo ai termini "anarchia" ed "anarchico", sino ad allora impiegati soltanto con un'accezione dispregiativa, come afferenti ai concetti di anomia ed entropia, anche dai suoi stessi pensatori e militanti del tempo (perfino da William Godwin, generalmente considerato un teorico ed esponente ante litteram dell'anarchismo). Ebbe inoltre il merito di aver ispirato il celebre simbolo della A cerchiata, il cui significato risiede nella sua stessa massima "l'Anarchia è Ordine", oltre ad aver coniato la massima, ripresa, riveduta e resa poi celebre da Karl Marx, "La proprietà privata è un furto". Politicamente attivo durante il breve periodo della Seconda Repubblica francese, sorta a seguito dei moti del 1848, Proudhon teorizzò il sistema economico socialista libertario noto come mutualismo.
L'anarco-comunismo, chiamato anche comunismo anarchico, anarchismo comunista o comunismo libertario, è una corrente dell'anarchismo che, contestualmente all'instaurazione d'una società egualitaria e priva d'ordinamento statale alcuno (cioè l'anarchia), promuove l'abolizione totale del mercato quale sistema economico per l'allocazione di beni e servizi tramite la socializzazione dei mezzi di produzione e distribuzione e la pianificazione orizzontale ed autogestionaria dell'economia.
L'anarco-capitalismo, chiamato anche anarco-liberismo, anarchia di mercato, anarchia del libero mercato, capitalismo libertario o anarchismo della proprietà privata, è uno degli orientamenti della filosofia politica liberale e anarco-individualista (di area libertariana), e della filosofia giuridica giusnaturalista contemporanea, ed è presente principalmente nel mondo anglosassone, sebbene non manchino oggi importanti esponenti anarco-capitalisti tedeschi, francesi, italiani e di altre nazionalità. Si tratta di un'ideologia politica che propone l'abolizione dello Stato a favore della sovranità individuale sotto il libero mercato. Il principale riferimento intellettuale per l'anarco-capitalismo è l'opera dell'economista e filosofo della politica Murray Rothbard (1926 - 1995). Apparsa sulla scena statunitense nel corso degli anni sessanta, questa teoria politica propone l'instaurazione di una società priva di tassazione, dove ogni servizio venga offerto dai privati tramite spesa volontaria e nella quale sia eliminato ogni ricorso alla coercizione attraverso il superamento dello Stato, ritenuto intrinsecamente autoritario. L'anarco-capitalismo affonda le radici nella tradizione liberale e liberista, definendosi l'unica possibilità di dare un contenuto realistico e coerente alla proposta di abolire lo Stato e la violenza che è insita in esso.
Errico Gaetano Maria Pasquale Malatesta (Santa Maria Capua Vetere, 4 dicembre 1853 – Roma, 22 luglio 1932) è stato un anarchico e scrittore italiano, tra i principali teorici del movimento anarchico. Passò più di dieci anni della sua vita in carcere e buona parte in esilio all'estero. Collaborò ad un gran numero di testate rivoluzionarie ed è nota la sua amicizia con Michail Bakunin. Assieme a quest'ultimo e a Pierre-Joseph Proudhon, rappresenta uno dei pensatori più importanti della corrente libertaria, da alcuni ritenuto il più importante teorizzatore e rivoluzionario dell'anarchia.Fu fermamente convinto, così come l'amico Pëtr Kropotkin, dell'imminente avvento di una rivoluzione anarchica (1916). Pochi mesi dopo iniziò infatti la Rivoluzione russa, che ebbe il supporto anche degli anarchici, ma terminò con la presa di potere da parte dei bolscevichi. Solamente dopo 19 anni arrivò una vera rivoluzione anarchica, la fallita Rivoluzione spagnola. Malatesta è riconosciuto come il massimo esponente del movimento libertario italiano e del libero pensiero.
L'anarco-femminismo, noto anche come femminismo anarchico o anarchismo femminista, combina l'anarchismo con il femminismo. L'anarco-femminismo pone generalmente il patriarcato e i ruoli di genere tradizionali come manifestazioni di una gerarchia coercitiva che dovrebbe essere sostituita (o distrutta) da una libera associazione decentralizzata. Le anarco-femministe credono che la lotta contro il patriarcato sia una parte essenziale del conflitto di classe e della lotta anarchica contro lo Stato e il capitalismo. Secondo L. Susan Brown "poiché l'anarchismo è una filosofia politica che si oppone a tutte le relazioni di potere, è intrinsecamente femminista". L'anarcofemminismo è, quindi, una filosofia anti-autoritaria, anticapitalista e anti-oppressiva, sostenitrice della libertà delle donne e delle persone non eteronormate.
Anarchismo senza aggettivi, dallo spagnolo anarquismo sin adjetivos, teorizza che le differenti scuole anarchiche possano e debbano convivere. Dopo un dibattito ottocentesco seguito alla morte di Michail Bakunin, molti teorici invocarono un Anarchismo senza Aggettivi. Errico Malatesta sintetizzò il concetto nei primi anni del secolo successivo:
L'anarchismo cristiano, cristianesimo anarchico o anarco-cristianesimo è una corrente dell'anarchismo filosofico basata sull'intendere la vita cristiana tra i principi etici e organizzativo-sociali dell'anarchia. I cristiani anarchici, detti anche anarco-cristiani, affermano che ogni persona è preziosa ed uguale a tutte le altre davanti a Dio, il quale è l'unica vera e benevola autorità al di sopra degli uomini, che il diritto naturale è il pilastro fondante della libertà individuale e che non c'è posto né per governi, né per autorità civili o ecclesiastiche. Gli anarchici cristiani combattono soprattutto contro lo Stato e contro l'idea che ci si debba sottomettere ad esso; dal momento che l'autorità statale è spesso violenta, guerrafondaia e corrotta, soprattutto quando viene glorificata, essa viene considerata idolatra dagli anarchici cristiani, perciò la denunciano e la rifiutano. Essi ritengono sostanzialmente gli insegnamenti dell'Antico e Nuovo Testamento come principi spirituali dell'anarchia, in particolare per ciò che riguarda il discorso della montagna, uno dei più celebri sermoni di Gesù Cristo, proprio per il suo carattere compassionevole e pacifista. Si parla di anarchismo cristiano in riferimento a persone o movimenti che, nella bimillenaria storia del cristianesimo, hanno contestato radicalmente, in nome dell'autentico messaggio di pace e libertà individuale contenuto nel Vangelo, le violenze e le censure spesso operate dalle autorità, politiche, religiose ed ecclesiastiche incluse, verso il progresso della vita civile. La parte relativa al messaggio sociale dei Vangeli, arriva a fondersi, alla luce delle dottrine egualitarie del XIX secolo, quali quelle anarchiche di connotazione non violenta, con paralleli valori in esse contenuti. Vengono frequentemente ed altresì rivisti in questa luce comportamenti tipici della vita degli apostoli, nonché aspetti sociali delle prime comunità cristiane, quali la condivisione dei beni, l'egualitarismo, il rifiuto del potere statale ed altri.