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L'anarchismo è definito come la filosofia politica applicata o il metodo di lotta alla base dei movimenti libertari volti fattualmente già dal XIX secolo al raggiungimento dell'anarchia come organizzazione societaria, teorizzante che lo Stato sia indesiderabile, non necessario e dannoso o in alternativa come la filosofia politica che si oppone all'autorità o all'organizzazione gerarchica nello svolgimento delle relazioni umane.I fautori dell'anarchismo, noti come anarchici, propongono società senza Stato basate sulle associazioni volontarie e non gerarchiche. Il termine inteso in senso politico venne inizialmente utilizzato dal girondino Jacques Pierre Brissot nel 1793, definendo negativamente la corrente politica degli enragés o arrabbiati, gruppo rivoluzionario radicale critico di ogni forma d'autorità. Nel 1840 con Pierre-Joseph Proudhon e il suo saggio Che cos'è la proprietà? (Qu'est-ce que la propriété ?) i termini anarchia e anarchismo assumeranno una connotazione positiva. Ci sono alcune tradizioni di anarchismo e sulla base della storia del movimento transitata attraverso il dibattito fine-ottocentesco dell'anarchismo senza aggettivi, alla fine del quale Errico Malatesta sintetizzò il concetto con la frase «Per conto mio non vi è differenza sostanziale, differenza di principi», non tutte si escludono vicendevolmente. Le scuole di pensiero anarchico possono differire tra loro anche in modo sostanziale, spaziando dall'individualismo estremo al totale collettivismo. Le tipologie di anarchismo sono state suddivise in due categorie, ovvero anarco-socialismo e anarco-individualismo, tuttavia compaiono anche altre suddivisioni basate comunque su classificazioni dualiste simili.L'anarchismo in quanto movimento sociale ha registrato regolarmente fluttuazioni di popolarità. La tendenza centrale dell'anarchismo a coniugarsi come movimento sociale di massa si è avuta con l'anarco-comunismo e con l'anarco-sindacalismo mentre l'anarco-individualismo è principalmente un fenomeno letterario, che tuttavia ha avuto un impatto sulle correnti più grandi. La maggior parte degli anarchici sostiene l'autodifesa o la nonviolenza (anarco-pacifismo) mentre alcuni anarchici hanno approvato l'uso di alcune misure coercitive, tra le quali la rivoluzione violenta e il terrorismo, per ottenere la società anarchica.
Il nazional-anarchismo, o impropriamente chiamato anarco-nazionalismo e talvolta indicato come anarco-identitarismo , è una corrente politica sincretica oltre la destra e la sinistra, di matrice socialista nazionale e anarco individualista, che è stata sviluppata compiutamente come movimento intorno al 1990 da un sodalizio di ex-sostenitori della terza via conciliando l'anarco-individualismo con il nazionalismo (nazionalismo non inteso nella sua maniera tradizionale) e in alcuni casi con il separatismo etnico volontario e il federalismo. Il nazional-anarchismo non è altro che la teorizzazione compiuta e fatta ad ideologia di quello che è l'anarco-tribalismo (tribalismo anarchico o solo tribalismo), quindi la definizione di anarchia tribale viene a coincidere con la definizione di nazional-anarchismo. Ha le sue radici intellettuali negli scritti dei pensatori strettamente anarchici e si ispirano tra gli altri anche a personalità anarchiche di matrice socialista come Michail Bakunin, Pëtr Alekseevič Kropotkin, Nestor Ivanovič Machno, Pierre-Joseph Proudhon, Errico Malatesta, Lev Tolstoj e Murray Bookchin e Max Stirner. Si rifanno anche al concetto di "Anarca" in filosofi come Julius Evola e del neo-spengleriano Francis Parker Yockey, nel pensiero di Otto Strasser e di Ernst Jünger con la sua figura dell'Anarca; possono essere associati a precursori della corrente anche alcuni concetti di Nietzsche. Le radici del pensiero nazional-anarchico possono essere torvate anche in altri pensatori considerati di solito distanti dal pensiero anarchico ma promotori di un concetto di nazione e di indipendenza Gabriele D'Annunzio, Louis-Ferdinand Céline, Berto Ricci, Henry de Montherlant, i quali si definivano "anarchici di destra" , anche se la suddetta definizione è rigettata dai militanti del movimento, come si evince nel Manifesto, il loro motto è ."Oltre la Destra e la Sinistra". Il termine nazional-anarchismo venne coniato contemporaneamente da Troy Southgate (attivista, scrittore e musicista britannico), considerato il fondatore del movimento attuale, Peter Topfer (Germania) e Hans Cany (Francia) e fu usato dall'ora defunto National Revolutionary Faction per descrivere la sua ideologia. Il nazional-anarchismo è una forma che abbraccia i fondamenti dell'anarchismo, focalizzando la lotta contro lo Stato, sia esso una plutocrazia iper-capitalista o un mediocrazia socialista/comunista, così come contro ogni tirannia, in qualsiasi forma essa si mascheri, ivi compresa quella degli anarchici marxisti. Le radici del movimento sono strettamente anarchiche, ed il primo movimento proto nazional anarchico era il "Raven Banner's Collective", movimento che si rifaceva per lo più a Nestor Ivanovič Machno, uno dei pensatori fondamentali dell'anarchismo. L'origine di tale movimento quindi è prettamente di matrice socialista nazionale, anarco-socialista e anarco-ambientalista (anarchismo verde). Il termine nazione, secondo i nazional-anarchici, è un gruppo umano che si associa liberamente e volontariamente seguendo diversi criteri che ritengono pertinenti (possono essere biologici, culturali o altro). Da questo ne consegue un supporto a tutti i movimenti autonomisti, federalisti, alla 'dis-unione' e alla promozione della cooperazione tra i gruppi. Il nazionalismo dei nazional-anarchici non è dunque nella maniera tradizionale ma bensì si tratta di una forte appartenenza identitaria (di fatti la maggior parte dei sostenitori del nazional-anarchismo/anarco-tribalismo è di matrice pagana e/o neo-pagana). Entrando più nello specifico è indispensabile quindi la precisazione dell'ormai trasformato e annacquato concetto di 'nazione' (e quindi nazionale) inteso come espressione che definisce oggi un insieme di Stati o territori in cui le varie etnie di persone vivono e lavorano, ma che spesso non corrispondono alla loro storia genetica, linguistica, tradizionale. Questa accezione tipicamente moderna ignora completamente il significato del termine la cui origine deriva dalla radice latina 'natio', che significa "ciò che è nato" e quindi inerente alla medesima progenie o stirpe di persone dalla comune nascita. Di conseguenza il prefisso nazionale si afferma perfettamente per descrivere un tipo di anarchismo che riguarda un popolo con radici etniche comuni. Può apparire ai neofiti come una visione 'razzista', ma è quanto di più lontano si possa immaginare da questo tipo di suggestione. Lontani da ipocrisie di regime è infatti una visione che non potrà mai sfociare nel suprematismo, proprio in virtù del rispetto per le differenze biologiche e culturali, viste come ricchezza di espressione della natura. Il nazional-anarchismo consiste nel fatto che le diverse tribù (o comunità, o gruppi se preferite) possono essere create basandosi su qualsiasi valore venga eletto a canone. Questo concetto in espansione supera il 'limite' dell'etnia (che alcune comunità considerano peraltro basilare, ma senza mai sfociare nel suprematismo), che potrebbe diventare col tempo elemento qualificante secondario, per svilupparsi su assonanze di carattere spirituale, etico, alimentare (veganesimo per esempio). Pertanto i nazionali-anarchici sostengono l'etnopluralismo, anche se non considerano il fattore biologico prioritario. Questo è il motivo per cui il Nazional-anarchismo è considerato un "meta-anarchismo",siccome consiste nell'organizzazione di un gruppo di persone, delle comunità/tribù che prendendo come principale un valore a loro scelta, organizzano la società sullo stile anarchico. Sebbene di etimologia simile, il movimento del nazional-anarchismo, non ha nulla a che vedere con il nazional-socialismo ed il fascismo, come più volte i membri fondatori Troy Southgate e Hans Cany hanno dichiarato. Il nazional-anarchismo è una corrente sincretica oltre la destra e la sinistra, precisamente è una evoluzione del movimento anarco-tribalista : mentre quest'ultimo si proponeva come alternativa collettivista dove un gruppo di anarchici poteva associarsi liberamente, il nazional-anarchismo viene utilizzato un tipo di anarchismo che riguarda un popolo con radici comuni, non per forza etniche ma di qualsiasi genere.
Segue una lista delle forme di governo: Autocrazia (il potere nelle mani di un singolo individuo) Dittatura Dittatura militare Statocrazia Dispotismo Cleptocrazia Critarchia Monarchia Assolutismo monarchico Monarchia costituzionale Ducato Granducato Diarchia Dispotismo illuminato Monarchia elettiva Monarchia ereditaria Monarchia senza sovranità Monarchia popolare Principato Nuovi monarchi Monarchia auto-proclamata Reggenza Plutocrazia Timocrazia Stato di polizia Oligarchia Saeculum obscurum Teocrazia Stato islamico Monarchia islamica Repubblica islamica Tirannia Anarchia (Assenza di governo organizzato) Oclocrazia Tribalismo Anarchismo (Governo di consenso, senza coercizione) Anarco-comunismo Socialismo libertario Municipalismo libertario Anarchismo verde Isocrazia Socialismo Stato socialista Stato comunista Leadership collettiva Socialismo di stato Repubblica sovietica Democrazia (Il volere del popolo) Consociativismo Democrazia deliberativa Socialismo democratico Democrazia totalitaria Dittatura del proletariato Democrazia diretta Egualitarismo Futarchia Open source governance Democrazia partecipativa Democrazia rappresentativa Monarchia parlamentare Repubblica parlamentare Consensus government Sistema Westminster Poliarchia Repubblica presidenziale Repubblica semipresidenziale Repubblica Repubblica costituzionale Repubblica parlamentare Repubblica federale Repubblica democratica
L'anarco-capitalismo, chiamato anche anarco-liberismo, anarchia di mercato, anarchia del libero mercato, capitalismo libertario o anarchismo della proprietà privata, è uno degli orientamenti della filosofia politica liberale e anarco-individualista (di area libertariana), e della filosofia giuridica giusnaturalista contemporanea, ed è presente principalmente nel mondo anglosassone, sebbene non manchino oggi importanti esponenti anarco-capitalisti tedeschi, francesi, italiani e di altre nazionalità. Si tratta di un'ideologia politica che propone l'abolizione dello Stato a favore della sovranità individuale sotto il libero mercato. Il principale riferimento intellettuale per l'anarco-capitalismo è l'opera dell'economista e filosofo della politica Murray Rothbard (1926 - 1995). Apparsa sulla scena statunitense nel corso degli anni sessanta, questa teoria politica propone l'instaurazione di una società priva di tassazione, dove ogni servizio venga offerto dai privati tramite spesa volontaria e nella quale sia eliminato ogni ricorso alla coercizione attraverso il superamento dello Stato, ritenuto intrinsecamente autoritario. L'anarco-capitalismo affonda le radici nella tradizione liberale e liberista, definendosi l'unica possibilità di dare un contenuto realistico e coerente alla proposta di abolire lo Stato e la violenza che è insita in esso.
L'anarchismo insurrezionalista (anarco-insurrezionalismo) è una teoria politico-rivoluzionaria che affonda le sue radici nell'anarchia. L'anarchismo insurrezionale è quindi un mezzo adoperato dagli anarchici per il raggiungimento dei propri specifici obiettivi, con atti di ribellione violenta, sia individuali sia collettivi.
L'anarchia (dal greco antico: ἀναρχία, ἀν, assenza + ἀρχή, governo o principio) è la tipologia d'organizzazione sociale agognata dall'anarchismo, basata sull'ideale libertario di un ordine fondato sull'autonomia e la libertà degli individui, contrapposto a ogni forma di potere costituito, compreso quello statale. Nella sua accezione contemporanea, essa nasce terminologicamente con gli scritti del filosofo politico, economista e sociologo francese Pierre-Joseph Proudhon nella prima metà del XIX secolo, affondando idealmente in concetti propri del pensiero di autori quali l'umanista e politico Tommaso Moro (Utopia), gli illuministi (Condillac, il Marchese de Sade, in parte Rousseau e Diderot) e lo scrittore e filosofo William Godwin. Contributori allo sviluppo del pensiero anarchico, quasi contemporanei a Proudhon, furono l'inventore, musicista e scrittore statunitense Josiah Warren, il rivoluzionario e filosofo Michail Bakunin, lo scrittore Lev Tolstoj e limitatamente ad alcuni sviluppi sopravvenuti nel secolo successivo anche il filosofo individualista tedesco Max Stirner e il pedagogista spagnolo Francisco Ferrer y Guardia. Le interpretazioni che gli storici, i politici e gli stessi anarchici danno dell'anarchia sono varie e ramificate. Nel corso della storia con anarchia non si individua un'univoca forma politica da raggiungere e soprattutto non si concordano necessariamente i mezzi politici da utilizzare, spaziando dalla nonviolenza al pacifismo e all'insurrezionalismo rivoluzionario. Tutto lo spettro anarchico ha tuttavia come nucleo ideologico centrale un elemento comune: la necessità dell'annullamento dello Stato o in ogni caso delle più incombenti forme di potere costituito. Tutti gli anarchici sono cioè concordi nel considerare l'abolizione del potere condizione necessaria e obiettivo finale dell'evoluzione sociale. L'annullamento del potere dello Stato non implica l'annullamento dell'organizzazione sociale, bensì l'evoluzione verso una società non gerarchica in cui spesso viene sostenuta anche l'abolizione della proprietà privata. Le suddette interpretazioni implicano almeno dal punto di vista fattuale una gamma di movimenti e linee di pensiero che spaziano dall'anarco-pacifismo e l'anarchismo cristiano di Lev Tolstoj, all'anarco-comunismo di Pëtr Alekseevič Kropotkin, all'insurrezionalismo di Errico Malatesta e ai movimenti anarchici contemporanei d'ogni genere, a volte slegati dalle teorie fondamentali e dal loro sviluppo storico. Il termine anarchia era ed è a volte impropriamente utilizzato per descrivere il caos nel primigenio significato mitologico e situazioni di disordine sociale quindi di illegalità, spesso mutuando significati propri del caos inteso nel senso fisico di disordine entropico. Per evitare questa confusione tra termine politico e gergale e per sfuggire a censure venne utilizzato contemporaneamente dal 1857 il termine libertario, coniato da Joseph Déjacque e subito utilizzato largamente in Francia aggirando la censura statale. Acrazia infine è analogo termine di uso francofono meno diffuso in lingua italiana. Anarchia, libertarismo e acrazia diventano quindi sinonimi a partire dalla seconda metà del XIX secolo, con sfumature relative al contesto e alle epoche. Con anarchia si intende la prospettiva politica e il progetto sociale mentre con anarchismo, in modo più stringente si intende la teoria in sé e il ramificato movimento concreto di lotta, in gran parte continuazione ideale dell'opera della Rivoluzione francese, epurata dai relativi errori, descritti da Godwin nel saggio Giustizia politica.