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Gli Annales (pluralia tantum da annale, cioè "annuale") erano in Roma antica una raccolta di testi contenenti la registrazione degli avvenimenti più importanti nella vita della città (conquiste, trattati di guerra, di pace o di altra sorta, elezioni di politici, trionfi di generali, importanti fenomeni naturali, etc.) tenuta anno per anno dalla massima autorità religiosa, il pontifex maximus. Tali documenti erano di estrema importanza: custoditi con la massima cura, consistevano in una serie di tavolette di legno sbiancate con la calce (e perciò indicate con il nome di tabulae dealbatae) ed esposte dal pontefice sopra l'ingresso della propria casa. Ai pontifices maximi devono anche il loro appellativo di Annales pontificum ("dei pontefici"). Gli Annali rappresentano i primi scritti mai redatti in latino a Roma e segnano l'inizio della storiografia romana. Sull'esempio di questi libri verranno poi redatti gli Annales di Ennio (intorno al 180 a.C.) e le Origines di Catone il Censore (intorno al 155 a.C.).
Gli Annales Maximi o Annales Pontificis Maximi erano una raccolta di annales pontificum pubblicata in 80 libri dal pontifex maximus Mucio Scevola.
Annales è un'opera storica scritta da Tacito che copre i regni dei quattro imperatori romani succeduti ad Augusto. Le parti dell'opera giunte fino ai nostri giorni riguardano gran parte dei regni di Tiberio e Nerone. Il titolo Annales ("Annali") non fu dato da Tacito. Il probabile titolo originale era Ab excessu divi Augusti, "Dalla morte del Divino Augusto".
Gli Annales erano un poema epico scritto dall'autore latino Quinto Ennio che raccontava, come suggerisce il titolo, la storia di Roma "anno per anno", dalle origini fino al 171 a.C. Ci sono pervenuti in forma incompleta (circa 650 versi su 30.000).