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Antonino Zichichi (Trapani, 15 ottobre 1929) è un fisico, divulgatore scientifico e accademico italiano attivo nel campo della fisica delle particelle elementari. È professore emerito del Dipartimento di Fisica dell'Università di Bologna dal 2006 ed è noto al grande pubblico soprattutto per la sua attività di divulgatore scientifico, essendo un prolifico autore di libri e saggi, e per le sue apparizioni televisive.
Antonino Buttitta (Bagheria, 27 maggio 1933 – Palermo, 2 febbraio 2017) è stato un antropologo, accademico e politico italiano, ideatore della fondazione dedicata al padre Ignazio Buttitta.
Antonino Leto (Monreale, 14 giugno 1844 – Capri, 31 maggio 1913) è stato un pittore italiano figurativo, aderente al movimento verista.
Antonino Raspanti (Alcamo, 20 giugno 1959) un vescovo cattolico italiano, dal 26 luglio 2011 vescovo di Acireale.
Antonino Pierozzi noto anche come sant'Antonino da Firenze (Firenze, 1389 – Montughi, 2 maggio 1459) è stato un teologo, arcivescovo cattolico e letterato italiano; appartenne all'ordine dei Frati Predicatori, fu arcivescovo di Firenze e studioso nei ranghi della tarda scolastica. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
Antonino Lo Surdo (Siracusa, 4 febbraio 1880 – Roma, 7 giugno 1949) è stato un fisico italiano, attivo soprattutto nella fisica terrestre, nonché uno dei fondatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica.
Antonin Artaud (Marsiglia, 4 settembre 1896 – Ivry-sur-Seine, 4 marzo 1948) è stato un drammaturgo, attore, saggista e regista teatrale francese. Nel libro Il teatro e il suo doppio, Artaud espresse la sua ammirazione verso le forme orientali di teatro, in particolare quello balinese. L'ammirazione ispiratagli dalla fisicità ritualizzata e codificata della danza balinese gli ispirò le teorie esposte nei due manifesti del "Teatro della Crudeltà". Per crudeltà non intendeva sadismo, o causare dolore, ma intesa come pura catarsi. Per poter giungere a ciò, si deve ricorrere a tutto ciò che possa disturbare la sensibilità dello spettatore, provocando in lui una sensazione acuta di disagio interiore per cui vivesse con agitazione tutta la rappresentazione proposta. Artaud riteneva che il testo avesse finito con l'esercitare una tirannia sullo spettacolo, ed in sua vece spingeva per un teatro integrale, che comprendesse e mettesse sullo stesso piano tutte le forme di linguaggio, fondendo gesto, movimento, luce e parola. Dal 1936 al 1946 fu internato forzatamente in manicomio.