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La pròpoli (altre volte chiamata al maschile o anche pròpolis, forma greco-latina originaria utilizzata in altre lingue e imitata in italiano) è una sostanza resinosa che le api raccolgono dalle gemme e dalla corteccia delle piante. Si tratta quindi di una sostanza di origine prettamente vegetale anche se le api, dopo il raccolto, la elaborano con l'aggiunta di cera, polline ed enzimi prodotti dal loro stesso organismo. Il colore può variare moltissimo nelle tonalità del giallo, del rosso, del marrone e del nero. L'odore è fortemente aromatico a seconda della pianta da cui viene attinta. La raccolta della propoli è possibile solo in giornate soleggiate e sufficientemente calde, così da permettere alle api di staccare pezzetti di resina dai rami degli alberi, diventando più malleabile.
Il miele ibleo rappresenta uno dei mieli più noti e celebrati al mondo. In epoca greca, e in forma ancora maggiore in epoca romana, fu descritto e citato da numerosissimi scrittori. Esso trae la propria origine principalmente dal timo, che in abbondanza cresce sui monti Iblei. Anticamente la sua produzione era legata alla città di Ibla (o le città delle Ible), il cui sito oggi risulta disperso. Il collegamento tra la figura dell'ape e Ibla era talmente forte che i suoi abitanti, parlando dei sudditi del mitico re Iblone, in tempi odierni sono stati appellati come «il popolo delle api», poiché essi avevano scavato le loro nicchie nell'alta parete rocciosa in forma verticale: ricordando le api nell'alveare. L'ape mellifera divenne un simbolo di Ibla, effigiata nelle sue monete (vedi Monetazione delle Ible): dei suoi monti si diceva che fossero affollati di api e di fiori. Il termine Ibla divenne sinonimo di dolce e il miele di questi colli divenne eccelsa espressione poetica.Solo il miele ibleo poteva essere paragonato, secondo gli antichi, al miele del monte Imetto, prodotto in Attica, e spesso veniva giudicato superiore a quello greco. La fama del miele ibleo oltrepassò l'epoca classica, giungendo nei testi medievali e venendo descritto da insigni personaggi come Shakespeare, Collins, Robinson, MacDonald e diversi altri autori esteri; così come venne accolto nei testi degli autori italiani: il miele degli Iblei lo si ritrova in Foscolo, D’Annunzio Quasimodo (egli nativo di questi monti) e in molti altri ancora. La produzione del miele ibleo non è terminata con le epoche passate. Ancor oggi sul territorio si lavora e si produce miele. Attualmente il miele ibleo è riconosciuto come prodotto P.A.T. della regione Sicilia e le zone di produzione sono il siracusano, il catanese e il ragusano. Oltre al miele di timo viene prodotto anche il miele di cardo, zagara, carrubbo e eucalyptus.
La Metcalfa, (Metcalfa pruinosa Say, 1830), è un rincote Omottero appartenente alla famiglia Flatidae. È un insetto fitomizo, che si nutre di linfa vegetale, di cui digerisce solo la parte proteica, mentre la parte zuccherina, indigesta, viene espulsa sotto forma di melata che si deposita sugli organi vegetali. Dato l'elevato contenuto zuccherino, la melata attira diversi imenotteri, tra cui le api che lo trasformano in miele, nel periodo estivo; risultando di fondamentale importanza per api e apicoltori. Il miele di questo particolare tipo di melata è l'unico che non prende il nome da una specie vegetale. La specie tuttavia può essere dannosa per l'agricoltura, poiché Metcalfa pruinosa se in forte sviluppo causa danni alle colture, in particolare attira delle specie fungine, provocando fumaggini che si sviluppano sulle sostanze zuccherine della melata.
La melittologia (dal greco μέλιττα - melitta, "ape" e -λογία, -logia) è una branca dell'entomologia che si occupa dello studio delle api. La melittologia si occupa delle specie che si trovano all'interno del clade Anthophila, appartenente alla superfamiglia Apoidea, una superfamiglia di imenotteri che comprende oltre 20 000 specie, inclusi i bombi e le api da miele.
Il castagno europeo (Castanea sativa Mill., 1768), in Italia più comunemente chiamato castagno, è un albero appartenente alla famiglia Fagaceae, di cui è l'unica autoctona presente in Europa. Negli ultimi decenni è stato sovente introdotto, per motivi fitopatologici, il castagno giapponese (Castanea crenata). Le popolazioni presenti in Europa sono perciò principalmente riconducibili a semenzali di castagno europeo o a castagni europei innestati sul giapponese o a ibridi delle due specie.
Apis (Linnaeus, 1758) è un genere di insetti sociali della famiglia Apidae. È l'unico genere della tribù Apini. Due delle specie comprese nel genere possono essere allevate dall'uomo ovvero Apis mellifera e Apis cerana. Apis mellifera, diffusa in tutti i continenti a esclusione delle zone artiche e antartiche, è l'unica conosciuta in Europa. Apis dorsata risiede in particolar modo in India e nel Sud-Est asiatico, non è una specie domestica, ha la particolarità di costruire il favo aperto ed è di dimensioni ragguardevoli, tanto da meritarsi il nome di ape gigante dell'India. Nelle stesse zone prolifera Apis cerana di dimensioni però più contenute, che ha il suo habitat in Medio ed Estremo Oriente, in particolare in Afghanistan, Pakistan, India, Siberia, Cina e Giappone
L'ape africanizzata, conosciuta popolarmente come ape assassina, è un ibrido intraspecifico di Apis mellifera scutellata, con varie sottospecie di api europee tra cui Apis mellifera ligustica e Apis mellifera mellifera. Le api africanizzate nell'emisfero ovest si sono originate da 26 api regine della Tanzania sciamate nel 1957 nel sud del Brasile da alveari condotti dal biologo Warwick Estevam Kerr, che aveva incrociato api europee con api dell'Africa del Sud. È stato notato che gli alveari contenenti queste particolari regine fossero particolarmente difesi. Kerr stava tentando di produrre una razza di api che si adattasse meglio alle condizioni tropicali (per esempio, che fossero più produttive in condizioni estreme di umidità e calore) rispetto alle api europee usate in Nord e Sud America. Mentre le api africane originali sono significativamente più piccole di quelle europee, gli ibridi sono simili nella taglia alle api europee, l'unica differenza visibile è data alle ali un po' più piccole. A causa delle variazioni individuali, per distinguere le due razze è necessario esaminare un grande campione. Gli ibridi di api africanizzate sono diventati il tipo preferito di ape per gli apicoltori dell'America Centrale e dell'area tropicale dell'America del sud per la loro provata produttività. Comunque, in molte aree l'ibrido africanizzato è stato inizialmente temuto poiché esso tende a mantenere certi tratti comportamentali del suo antenato africano che lo rendono meno desiderabile per l'apicoltura domestica. In dettaglio (paragonata alle api europee), l'ape africanizzata: Tende a sciamare più frequentemente. È più probabile che migri come risposta stagionale per supplire alla diminuzione di cibo. Ha un maggior atteggiamento difensivo quando si trova in uno sciame a riposo. Vive più spesso nelle cavità del terreno rispetto al tipo europeo. Difende l'alveare aggressivamente, con una zona d'allarme maggiore attorno all'alveare. Ha una proporzione maggiore di “guardie” all'interno dell'alveare.
L'allevamento è l'attività di custodire, far crescere ed opportunamente riprodurre animali in cattività, totale o parziale, per ricavarne cibo, pelli, pellicce, lavoro animale e commercio degli stessi. In tempi recenti sono sorti allevamenti allo scopo di fornire anche selezionati animali (cani, gatti, uccelli, rettili) da compagnia.