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Aquila (storia romana)

L'aquila, nel periodo antico, rappresentava il simbolo del potere di Roma, dell'imperatore e dell'impero. Icona di Giove, padre di tutti gli dei, e dell'esercito, essa identificava la supremazia dell'Imperatore romano in quanto capo dell'esercito e Pontifex Maximus (Pontefice Massimo). L'aquila bicefala, di origine bizantina, secondo alcuni rappresenta le due metà dell'Impero bizantino, una in Europa e una in Asia. Dopo la caduta dell'impero romano l'aquila (singola o bicefala) venne utilizzata da tutti i più grandi sovrani della storia europea che sognavano di ripercorrere le gesta degli antichi imperatori e di raggiungere la grandezza dell'Impero Romano. Partendo da Carlo Magno, primo imperatore del Sacro Romano Impero, ritroviamo l'aquila, simbolo di potere, negli stemmi araldici delle maggiori dinastie europee e non solo (come ad esempio nello stemma degli Stati Uniti d'America). In quanto simbolo del potere di Roma e di Giove venne utilizzata, per scelta del console arpinate Gaio Mario, come insegna di guerra ed assegnata una a ciascuna legione romana (quindi all'esercito romano) dalla tarda età repubblicana fino alla fine dell'Impero. In battaglia e durante le marce era tenuta in consegna dall'aquilifer (aquilifero) e la sua perdita poteva causare lo scioglimento dell'unità.

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