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La Grande Armata (in francese Grande Armée) fu l'esercito che l'imperatore Napoleone Bonaparte schierò, a partire dalla campagna del 1805, per affrontare le monarchie continentali raggruppate nelle successive coalizioni antifrancesi. Molto agguerrita e combattiva, temuta dai suoi avversari, guidata personalmente dall'imperatore e dai suoi prestigiosi marescialli, la Grande Armata ottenne una serie di schiaccianti vittorie in Germania, Austria, Polonia e Spagna, che consentirono di estendere i confini del dominio francese dalla penisola iberica al fiume Niemen. La Grande Armata fu quasi totalmente distrutta durante la campagna di Russia del 1812. La perdita pressoché totale della cavalleria e la scomparsa di decine di migliaia di ufficiali, sottufficiali e soldati veterani, impedì che i successivi eserciti di Napoleone, costituiti prevalentemente da coscritti giovani e inesperti, raggiungessero la sua efficienza, il suo affiatamento e la sua potenza militare. Protagonista dell'epopea delle guerre napoleoniche, la Grande Armata mantiene ancora una reputazione leggendaria nella storia.
Il fronte orientale (indicato nella storiografia russo/sovietica come grande guerra patriottica, in russo: Великая Отечественная война?, traslitterato: Velikaja Otečestvennaja vojna) rappresentò il più importante teatro bellico della seconda guerra mondiale, nonché uno scenario fondamentale che decise, negli anni tra il 1941 e il 1945, il conflitto in Europa. Le operazioni condotte su questo fronte videro contrapposte da una parte le forze armate della Germania nazista e dei suoi alleati e dall'altro quelle dell'Armata Rossa dell'Unione Sovietica, sostenuta più avanti nel conflitto da nazioni che abbandonarono la loro alleanza con i tedeschi nonché dalle forze insurrezionali di Polonia e Jugoslavia. Il fronte si aprì il 22 giugno 1941 con l'invasione dell'Unione Sovietica da parte della Wehrmacht tedesca, che inizialmente travolse le forze armate sovietiche spingendole, dopo aver subito enormi perdite, a battere in ritirata fino alle porte di Mosca. Sotto la direzione del leader sovietico Iosif Stalin tuttavia, l'Unione Sovietica riuscì lentamente a riorganizzare e potenziare le sue forze e l'Armata Rossa, dopo la grande vittoria nella battaglia di Stalingrado terminata il 2 febbraio 1943, sferrò una continua serie di offensive che, pur a costo di forti perdite, riuscirono a indebolire gradualmente l'esercito tedesco e a liberare i territori invasi. Nel 1944-1945 infine le truppe sovietiche avanzarono inarrestabili in Europa orientale e in Germania, concludendo vittoriosamente la guerra entrando a Berlino e Vienna. Al termine del conflitto, l'Unione Sovietica si elevò al rango di superpotenza, sia industriale sia militare, con l'occupazione de facto dell'Europa orientale, dei Paesi Baltici e la spartizione dell'Europa prefigurata alla Conferenza di Jalta nel febbraio 1945. La locuzione "grande guerra patriottica" è utilizzata in Russia e in alcuni altri stati dell'ex Unione Sovietica per descrivere la resistenza all'invasione nazista. Tale espressione ricorda la "guerra patriottica" combattuta dall'Impero russo contro Napoleone Bonaparte nel 1812 e meglio conosciuta come "campagna di Russia".
Guerre napoleoniche è il termine usato per definire l'insieme delle guerre combattute in Europa nel periodo in cui Napoleone Bonaparte governò la Francia, in parte estensione delle guerre rivoluzionarie innescate dalla rivoluzione francese e perduranti poi durante tutto il Primo Impero francese. Non esiste un consenso unanime nello stabilire quando si possano ritenere concluse le guerre rivoluzionarie francesi e cominciate quelle riconducibili a Napoleone: una data possibile di inizio di queste ultime è il 9 novembre 1799, giorno in cui Bonaparte salì al potere in Francia con il colpo di Stato del 18 brumaio. La data di inizio usata più comunemente è il 18 maggio 1803, in occasione della rinnovata dichiarazione di guerra tra Gran Bretagna e Francia, dopo le reciproche accuse di violazione degli accordi sanciti con il trattato di Amiens, evento che pose termine all'unico periodo di pace generalizzata in Europa tra il 1792 e il 1814. Un'ultima data di inizio proposta è il 2 dicembre 1804, giorno nel quale Napoleone si incoronò imperatore. Le guerre napoleoniche ebbero termine dopo la disfatta finale di Napoleone nella battaglia di Waterloo il 18 giugno 1815 e il secondo Trattato di Parigi. Il periodo che va dal 20 aprile del 1792 al 20 novembre 1815 viene anche indicato con il termine di "grande guerra francese". Le guerre napoleoniche provocarono circa un milione e mezzo di vittime civili e oltre tre milioni di combattenti caduti.
L'Armata Rossa (più formalmente Armata Rossa degli Operai e dei Contadini (in russo: Рабоче-крестьянская Красная армия?, Raboče-krest'janskaja Krasnaja armija in acronimo RKKA)) fu il nome dato alle forze armate russe dopo la disintegrazione delle forze zariste nel 1917. L'aggettivo “rossa” fa riferimento al colore tradizionale del movimento socialista e comunista. L'Armata Rossa fu istituita su decreto del Consiglio dei commissari del popolo della RSFS Russa nel 1918 e divenne l'esercito dell'URSS al momento della fondazione dello Stato stesso, nel 1922. Lev Trockij, commissario del popolo per la guerra dal 1918 al 1924, ne è considerato il fondatore. L'Armata Rossa, guidata direttamente da Stalin con la collaborazione di vari generali, svolse una funzione decisiva durante la seconda guerra mondiale sconfiggendo in quattro anni di violente e sanguinose battaglie la grande maggioranza delle forze della Wehrmacht della Germania nazista e concludendo vittoriosamente il conflitto con la conquista di Berlino e Vienna. Durante le operazioni sul Fronte orientale, totalizzò il 75-80% delle vittime che la Wehrmacht e le Waffen-SS subirono durante la guerra. Nel suo periodo di massima espansione d'organico, nel 1943, l'Armata Rossa contava 10.5 milioni di effettivi tra ufficiali, sottufficiali e soldati ed era equipaggiata con migliaia di carri armati e cannoni moderni; le perdite per raggiungere la vittoria furono elevatissime: 11,2 milioni di soldati morti per cause di guerra nel periodo 1941–1945. A partire dal febbraio 1946, l'Armata Rossa, insieme alla Marina sovietica, incarnava la componente principale delle forze armate sovietiche; prendendo il nome ufficiale di Armata Sovietica (in russo: Советская Армия?, traslitterato: Sovetskaja Armija, in sigla SA), fino alla sua dissoluzione nel dicembre 1991.
La colonna della Grande Armata (in francese colonne de la Grande Armée) è una colonna commemorativa eretta a Wimille (Passo di Calais), vicino a Boulogne-sur-Mer, tra il 1804 ed il 1823, opera dell'architetto Éloi Labarre. È alta 50 m.
Bonaparte, primo console è un ritratto del 1804 di Jean-Auguste-Dominique Ingres che rappresenta Napoleone Bonaparte, allora primo console. Il dipinto è attualmente esposto al museo de La Boverie di Liegi.
La battaglia di Jena ebbe luogo il 14 ottobre 1806 nel corso della guerra della quarta coalizione, tra la Grande Armata francese, guidata da Napoleone Bonaparte e l'esercito prussiano. I combattimenti terminarono con la totale vittoria dei francesi e con la disgregazione dell'esercito prussiano, erede delle tradizioni di Federico il Grande, che venne quasi completamente disperso o catturato nella successiva fase di inseguimento. Napoleone dimostrò grande abilità strategica durante la rapida manovra offensiva che condusse alla battaglia e ottenne una delle più grandi vittorie della sua carriera. Al successo completo francese contribuì anche la contemporanea vittoria del maresciallo Louis Nicolas Davout nella battaglia di Auerstädt contro una parte dell'esercito prussiano. La battaglia ebbe anche decisiva influenza per gli sviluppi della politica europea: il regno di Prussia venne invaso e crollò come grande potenza; Napoleone estese il suo dominio verso est e i francesi entrarono in Polonia dove affrontarono i russi che, dopo una dura campagna invernale, sarebbero a loro volta stati sconfitti nella primavera 1807 nella battaglia di Friedland.
La battaglia di Borodinó, conosciuta nella storiografia francese come battaglia della Moscova (7 settembre 1812), fu combattuta durante la campagna di Russia e fu una delle più grandi e sanguinose battaglie delle guerre napoleoniche; coinvolse oltre 250.000 soldati delle due parti, con la perdita, tra morti e feriti, di circa 80.000 uomini. Napoleone la definì "la più terribile delle mie battaglie". Venne combattuta tra la Grande Armata di Napoleone e l'esercito russo guidato dal generale Michail Kutuzov vicino al villaggio di Borodino. L'imperatore francese, desideroso di vincere il grande scontro, decisivo per concludere la campagna di Russia, adottò una tattica di attacco frontale che costò gravi perdite alle proprie truppe, inflitte dalle forze russe già ben organizzate su posizioni difensive; dopo una lotta durata molte ore, i francesi, grazie soprattutto al fuoco devastante della loro artiglieria concentrata, riuscirono a conquistare le fortificazioni del nemico che, tuttavia, ripiegò con ordine su posizioni più arretrate. Nel momento culminante, Napoleone aveva rifiutato di impiegare la Guardia imperiale. Il giorno seguente il maresciallo Kutuzov decise, a causa delle elevatissime perdite subite, di abbandonare il campo di battaglia e continuare la ritirata verso Mosca. Napoleone poté quindi entrare con il suo esercito nella antica capitale russa ma, non essendo riuscito a distruggere l'armata nemica né a scuoterne il morale e la volontà combattiva, non raggiunse un successo decisivo. Nel tempo la battaglia di Borodino, che dal punto di vista militare fu una vittoria di Napoleone, è stata trasformata dalla letteratura e dalla storiografia russa, soprattutto a partire dall'interpretazione di Lev Tolstoj, in un simbolo della vittoriosa "guerra patriottica" contro l'invasore e della tenacia e dell'incrollabile capacità di resistenza dell'esercito e della nazione russa.
Andrea Massena, in francese André Masséna, duca di Rivoli, principe di Essling (Nizza, 6 maggio 1758 – Parigi, 4 aprile 1817), è stato un generale francese di origine italiana, maresciallo dell'Impero. Di modeste origini sociali, Massena diede prova di grandi qualità militari durante le guerre rivoluzionarie francesi, dimostrandosi uno dei migliori generali della Repubblica. Dopo essere stato il principale luogotenente del generale Napoleone Bonaparte durante la prima campagna d'Italia, vinse la seconda battaglia di Zurigo, che ebbe grande importanza per le sorti francesi nel 1799. Durante l'Impero napoleonico confermò le sue notevoli capacità militari sia come generale alle dipendenze dirette di Napoleone, sia come comandante autonomo in teatri secondari. L'insuccesso della campagna nella penisola iberica contro gli anglo-portoghesi nel 1810 mise fine alla sua carriera di comandante sul campo. Dotato di elevate capacità strategiche e tattiche, in grado di esercitare il comando con energia e avvedutezza, Massena aveva carattere solido ed entusiasta; Napoleone lo riteneva il suo miglior comandante, tanto da soprannominarlo "figlio prediletto della vittoria" per la sua brillante prova alla battaglia di Rivoli. Nonostante alcune debolezze morali, la grande avidità e i metodi di guerra a volte spietati, Andrea Massena è considerato uno dei più grandi generali francesi del periodo rivoluzionario e napoleonico.