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Un'armatura (s.f., dal latino armatura, derivato dal verbo armāre, "armare") è un equipaggiamento protettivo utilizzato per difendere il corpo di un uomo in uno scontro, sia quest'ultimo d'ambito bellico o civile (per esempio in caso di sommossa). Nel corso della storia dell'umanità, l'armatura si è evoluta parallelamente all'aumento dell'efficacia delle armi sul campo di battaglia, generando così una corsa gli armamenti che coinvolgeva varie civiltà per dare la miglior protezione senza gravare sull'agilità dei soldati.; i primi esemplari vennero prodotti a partire dal XIII secolo, in concomitanza con la storia della pratica bellica e vide l'umanità fare ricorso ai più disparati elementi per realizzare le pezze protettive: semplici strati di pelliccia, cuoio ed osso, poi metalli sempre più robusti (bronzo, ferro e acciaio), arrivando infine alle fibre sintetiche come il kevlar. Le tipologie di armature sviluppate dall'umanità, sono state, soprattutto nel continente eurasiatico e sino al XVII secolo, del tipo più disparato: come ad esempio la panoplia degli opliti greci, la cotta di maglia dei Celti, la lorica segmentata del legionario romano imperiale.
L'usbergo era un tipo di protezione individuale medievale comparso nei primi secoli del Basso Medioevo. Chiamato con questo nome solo in epoca medievale, è la diretta evoluzione della cotta di maglia di ben più antica origine: la protezione realizzata in tessuto di maglia metallica si pensa sia infatti un'invenzione di area celtica, presto adottata poi dai vicini Romani e da tutte le popolazioni di area mediterranea. Nella sua forma medievale, essa raggiunse dimensioni sempre più considerevoli, aumentando la copertura del solo torso realizzata dal giaco, arrivando a coprire gambe e parti del corpo che la cotta di maglia delle epoche più antiche tendeva a proteggere con altre forme di armamento che nell'alto medioevo erano cadute in disuso per motivi puramente tecnici o culturali. L'usbergo consisteva quindi in una lunga cappa di maglia ad anelli di ferro che proteggeva fino alle gambe efficacemente dai colpi fendenti di arma da taglio, non altrettanto da ben assestati colpi di punta o contusioni. L'usbergo, a causa della sua scarsa rigidità, non era infatti una difesa efficace contro i colpi più violenti e, per tale motivo, veniva sempre indossato sopra una tunica imbottita detta gambesone o zuparello, che inoltre proteggeva il corpo dallo sfregamento con il metallo.
Ascia da battaglia è il termine utilizzato per indicare una scure espressamente disegnata per un utilizzo bellico e non lavorativo. Questo tipo di arma, in uso fin dal Paleolitico, poteva essere ad una o due mani. Il peso poteva variare tra gli 0,5 ed i 3 kg e le dimensioni tra i 60 cm e gli 1,5 metri (v. ascia danese). Armi simili all'ascia da battaglia ma di dimensioni maggiori, come la bardola, rientrano nel novero delle armi inastate.
L'armoraro, anche armiere o corazzaio, è colui che fabbrica le armature e, più in generale, le armi bianche destinate alla difesa attiva (fondamentalmente, scudo) o passiva (esempio, elmo) del combattente. Da non confondersi con armaiolo, ossia colui che generalmente fabbrica le armi d'offesa, in particolare le armi da fuoco. Col passare del tempo (e con la caduta in uso della costruzione di armature) il termine armoraro è caduto in disuso, tanto da essere stato associato ed usato come sinonimo di armaiolo. Uno dei maggiori armorari di tutti i tempi è da considerasi Pompeo della Cesa, che operò a Milano dalla seconda metà del Cinquecento. Il santo patrono degli amorari, come quello degli armaioli, è San Giorgio.
L'armatura a piastre era una particolare tipologia di armatura pesante, composta da piastre di ferro e acciaio collegate le une alle altre da giunture in cuoio, utilizzata nel Tardo Medioevo per proteggere le forze di cavalleria. Sviluppata nel XIV secolo dal modello dell'usbergo "misto", composto sia da maglia di ferro e da piccoli segmenti rigidi di metallo, questa tipologia di armatura toccò il suo apice nel XV secolo con la creazione dell'armatura gotica e funse da modello per lo sviluppo delle corazze rinascimentali e dell'"armatura a tre quarti" per le forze di fanteria pesante come i lanzichenecchi. Nel XVI secolo, l'armatura a piastre venne appositamente adattata per la nuova cavalleria pesante dei corazzieri, mentre il suo utilizzo tra i ranghi della fanteria si riduceva a ben specifici corpi (i picchieri) ed a ben specifiche parti (la corazza atta a coprire il tronco). Nel XVIII secolo l'uso dell'armatura cessò in tutta Europa. La sola corazza restò in dotazione ai corazzieri sino al XX secolo, divenendo, attraverso le corazze da fanteria della prima guerra mondiale, il moderno giubbotto antiproiettile.