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L'armoraro, anche armiere o corazzaio, è colui che fabbrica le armature e, più in generale, le armi bianche destinate alla difesa attiva (fondamentalmente, scudo) o passiva (esempio, elmo) del combattente. Da non confondersi con armaiolo, ossia colui che generalmente fabbrica le armi d'offesa, in particolare le armi da fuoco. Col passare del tempo (e con la caduta in uso della costruzione di armature) il termine armoraro è caduto in disuso, tanto da essere stato associato ed usato come sinonimo di armaiolo. Uno dei maggiori armorari di tutti i tempi è da considerasi Pompeo della Cesa, che operò a Milano dalla seconda metà del Cinquecento. Il santo patrono degli amorari, come quello degli armaioli, è San Giorgio.
La conoscenza di armi e armature in epoca vichinga (nell'Europa dall'VIII all'XI secolo) è basata su relativamente rari ritrovamenti archeologici, rappresentazioni pittoriche, ed alcuni stralci di racconti delle saghe norrene e del diritto norreno scritto nel XIII secolo. Secondo le usanze, a tutti i norreni liberi veniva richiesto di possedere armi, così come era permesso al tempo di trasportarle. Queste armi erano anche un simbolo distintivo dello status sociale del vichingo. Un ricco vichingo avrebbe avuto un abbigliamento completo formato da elmo in metallo, scudo di legno, Maglia di ferro, e cappotto di pelli di animale, oltre a varie armi ed equipaggiamento da guerra. Il contadino medio possedeva lancia, scudo e forse una scramasax (grosso coltello). Alcuni avrebbero portato anche i propri archi da caccia da usare in campo aperto in battaglia.
Un'armatura (s.f., dal latino armatura, derivato dal verbo armāre, "armare") è un equipaggiamento protettivo utilizzato per difendere il corpo di un uomo in uno scontro, sia quest'ultimo d'ambito bellico o civile (per esempio in caso di sommossa). Nel corso della storia dell'umanità, l'armatura si è evoluta parallelamente all'aumento dell'efficacia delle armi sul campo di battaglia, generando così una corsa gli armamenti che coinvolgeva varie civiltà per dare la miglior protezione senza gravare sull'agilità dei soldati.; i primi esemplari vennero prodotti a partire dal XIII secolo, in concomitanza con la storia della pratica bellica e vide l'umanità fare ricorso ai più disparati elementi per realizzare le pezze protettive: semplici strati di pelliccia, cuoio ed osso, poi metalli sempre più robusti (bronzo, ferro e acciaio), arrivando infine alle fibre sintetiche come il kevlar. Le tipologie di armature sviluppate dall'umanità, sono state, soprattutto nel continente eurasiatico e sino al XVII secolo, del tipo più disparato: come ad esempio la panoplia degli opliti greci, la cotta di maglia dei Celti, la lorica segmentata del legionario romano imperiale.