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I Kawliya, Qawliya o Awaz, Keche-Hjälp ( in arabo: كاولية or كاولي ), noti anche come Zott e Ghorbati, è una comunità in Iraq di origine indiana, stimata in oltre 60.000 persone. Oggi parlano principalmente l'arabo, mentre il loro etnoletto è un misto di persiano, curdo e turco, parlato solo dalle generazioni più anziane. Le tribù più grandi sono Bu-Baroud, Bu-Swailem, Bu-Helio, Bu-Dakhil, Bu-Akkar, Bu-Murad, Bu-Thanio, Bu-Shati, Al-Farahedah, Al-Mtairat, Bu-Khuzam, Bu -Abd, Bu-Nasif, Bu-Delli e Al-Nawar. La loro occupazione principale è l'intrattenimento e il piccolo commercio. I Kawliya emigrarono dall'India circa 1.000 anni fa. Sotto il regime di Saddam Hussein, vivevano in pace con gli altri gruppi etnici dell'Iraq. Kawliya è anche il nome di un ex villaggio nel Governatorato di Al Qādisiyyah vicino a Al Diwaniyah, situato a circa 100 miglia a sud-est di Baghdad, dove vivono.
L'invasione dell'Iraq, avvenuta tra il 20 marzo e il 1º maggio 2003, è stata condotta da una coalizione di paesi, guidata dagli Stati Uniti insieme a Regno Unito, Australia e Polonia. Altri paesi sono stati coinvolti nella fase di occupazione. L'invasione segnò l'inizio della guerra in Iraq. Secondo l'allora presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, le ragioni dell'invasione erano "di disarmare l'Iraq dalle armi di distruzione di massa (ADM) - che non furono mai trovate, né fu provata la loro esistenza -, porre fine al (presunto) sostegno di Saddam Hussein al terrorismo e raggiungere la "libertà" per il popolo iracheno. I principali detrattori della guerra indicano queste ragioni come scuse per realizzare l'invasione, motivate da interessi economici e politici.L'invasione dell'Iraq causò una divisione politica tra le grandi potenze, che furono divise tra quelle che si opposero attivamente all'invasione, come Francia, Belgio, Germania, Russia, Cina (oltre ad altri paesi che mostrarono opposizione passiva), e quelli sostennero pubblicamente gli Stati Uniti, come il Regno Unito, la Spagna, la Polonia, il Portogallo e altre nazioni che costituirono la coalizione. L'invasione (e quindi la guerra) causò anche la prima manifestazione di cittadini globali nella storia contro un conflitto.
L'intervento militare contro lo Stato Islamico dell'Iraq e del Levante, condotto dalla coalizione contro lo Stato Islamico o coalizione contro l'ISIS, è un intervento militare internazionale nella guerra civile irachena e nella guerra civile siriana contro lo Stato Islamico in Iraq e Siria. L'intervento mira a interdire l'espansione dei gihadisti salafiti del cosiddetto Stato Islamico, che hanno preso il controllo nel corso del 2014 di città quali Raqqa in Siria, Falluja, Mosul e Tikrit in Iraq. Gli Stati Uniti hanno cominciato attacchi aerei in Iraq dall'8 agosto del 2014 e in Siria dal 23 settembre, e hanno formato una coalizione di numerosi Paesi occidentali e arabi. L'intervento militare a guida statunitense consiste in attacchi aerei contro obiettivi dello Stato Islamico, condotti per lo più dagli Stati Uniti, e in assistenza militare (armi e addestratori) al governo iracheno, al Kurdistan iracheno, al Kurdistan siriano e ad alcuni gruppi armati dell'opposizione siriana. Gli Stati Uniti hanno anche attaccato il Fronte al-Nusra in Siria, in particolare la sua cellula chiamata gruppo Khorasan. Hanno condotto attacchi aerei in Iraq o Siria gli Stati Uniti, la Francia, il Regno Unito, i Paesi Bassi, il Belgio, la Danimarca, l'Australia, il Canada, e paesi arabi quali la Giordania, il Marocco, l'Arabia Saudita, il Qatar, il Bahrein e gli Emirati Arabi Uniti. Germania, Italia, Spagna e altri stati si sono limitati a un sostegno militare e logistico. Nel corso del primo anno di intervento militare, tra agosto 2014 e agosto 2015, gli Stati Uniti hanno realizzato il 68% dei 3 683 attacchi aerei della coalizione in Iraq e il 95% dei 2 306 attacchi aerei in Siria.Indipendentemente dalla coalizione arabo-occidentale, sono intervenuti militarmente contro l'ISIS e in sostegno dei governi iracheno e siriano l'Iran, che ha schierato truppe in combattimento in Iraq e in Siria, e la Russia, con attacchi aerei in Siria incominciati il 30 settembre 2015. A differenza di Iran e Russia, la coalizione arabo-occidentale non appoggia il governo siriano e sostiene invece l'opposizione siriana moderata.
La guerra d'Iraq (o seconda guerra del Golfo) è stato un conflitto bellico iniziato il 20 marzo 2003 con l'invasione dell'Iraq da parte di una coalizione multinazionale guidata dagli Stati Uniti d'America, e terminato il 18 dicembre 2011 col passaggio definitivo di tutti i poteri alle autorità irachene insediate dall'esercito americano su delega governativa statunitense. L'obiettivo principale dell'invasione era la deposizione di Saddam Hussein, già da tempo visto con ostilità dagli Stati Uniti per vari motivi: timori (poi rivelatisi infondati) su un suo ipotetico tentativo di dotarsi di armi di distruzione di massa, il suo presunto appoggio al terrorismo islamista, il volersi appropriare delle ricchezze petrolifere e l'oppressione dei cittadini iracheni da parte di una dittatura sanguinaria. Questo obiettivo di invadere l'Iraq fu raggiunto rapidamente: il 15 aprile 2003 tutte le principali città erano nelle mani della coalizione, e il 1º maggio il presidente statunitense George W. Bush proclamò concluse le operazioni militari su larga scala. Tuttavia il conflitto si tramutò abbastanza presto in una resistenza e in una guerra di liberazione dalle truppe straniere, considerate invasori da molti gruppi armati arabi sunniti e sciiti, per sfociare infine in una guerra civile fra le varie fazioni, causata da una squilibrata gestione del potere (che agevolò le componenti sciite maggioritarie). I costi umani della guerra non sono ben definibili, e sono spesso oggetto di dibattito. Più in generale, il bilancio dell'intera guerra risulta difficile in quanto, a fronte della deposizione di Saddam e dell'instaurazione di una democrazia formale, si è avuto un netto aumento delle violenze settarie in Iraq, una penetrazione di al-Qāʿida nel Paese e, in generale, un calo della sicurezza dei cittadini. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 22 maggio 2003 approvò la Risoluzione n. 1483 con la quale sollecitava la Comunità Internazionale a contribuire alla stabilità ed alla sicurezza del Paese iracheno. Il 15 luglio 2003 iniziò la missione italiana denominata «Antica Babilonia» alle dipendenze delle forze britanniche nel sud del Paese nella regione di Dhi Qar. Il 16 ottobre 2003, il Consiglio di Sicurezza approvò all'unanimità, ai sensi del capitolo VII dello Statuto delle Nazioni Unite, la risoluzione nº 1511 del 16 ottobre 2003 sull'Iraq che gettava le basi per una partecipazione internazionale e delle Nazioni Unite alla ricostruzione politica ed economica dell'Iraq e al mantenimento della sicurezza. Fin da prima dell'inizio della guerra, l'ipotesi di un'invasione dell'Iraq scatenò malumori in tutto il mondo, contrapponendo chi la riteneva necessaria e chi la considerava un crimine ingiustificabile. Oltre all'opinione pubblica, le polemiche si svilupparono anche sul piano internazionale: in Europa, la Francia e la Germania si opposero fin dall'inizio all'intervento, mentre Italia e Gran Bretagna offrirono (con modalità e tempistiche differenti) il loro supporto politico e militare. L'Italia, dislocò i suoi reparti nel sud del Paese, con base principale a Nāṣiriya, sotto la guida inglese. Questa partecipazione suscitò forti polemiche. La guerra è proseguita a fasi alterne durante l'occupazione e anche dopo il ritiro americano nel 2011 fino a culminare nel 2014 in una nuova guerra civile in Iraq che ha portato alla creazione dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante.