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Si definiscono scrittori vociani quegli scrittori di prosa ma anche di poesia che durante il primo Novecento dimostrarono il desiderio di provare una nuova sperimentazione di linguaggio che superasse la tradizione dell'Ottocento. La maggior parte di questi scrittori proveniva dall'esperienza della rivista La Voce e si riconoscevano nel suo programma che esaltava il rinnovamento della cultura e delle lettere; molti di loro si riconoscevano per le proprie posizioni interventiste e cercarono di vivere la prima guerra mondiale non solo attivamente ma anche a livello letterario. Costoro, spinti dalla necessità di abbandonare tutti gli schemi tradizionali della narrazione dell'Ottocento, da quella del naturalismo e del verismo a quella psicologica, sperimentano un tipo di scrittura frammentata e di breve misura. Le tematiche di questi scrittori sono di carattere autobiografico e tendono, più che a raccontare, a testimoniare una esistenza che rifiuta l'oggettività e mette in risalto una forte tensione etica e una sentita inquietudine morale. La narrazione viene così ad essere spezzettata e anche il linguaggio, che utilizza diversi codici linguistici, più che raccontare esprime e testimonia. Come scrivono Giovanna Bellini e Giovanni Mazzoni: "... le tematiche che impegnano questi autori non sono trasferibili in una dimensione narrativa tradizionale, poiché appartengono all'ambito dell'autobiografia morale, del privato. La confessione autobiografica tende a cogliere l'attimo, a fissarlo con grande evidenza in una dimensione temporale che trascura lo svolgimento, i tempi lunghi dello sviluppo delle situazioni; in modo analogo l'impegno descrittivo è spesso una ricerca impressionistica del particolare, che viene avulso dal contesto ed enfatizzato. Oppure il ricordo si materializza in alcune immagini isolate che la coscienza dello scrittore amplia e articola. È chiaro che scelte tematiche di questo tipo comportavano l'impossibilità di trovare espressione in un romanzo tradizionale, anche perché presupponevano un atteggiamento culturale ed esistenziale di rifiuto dell'oggettività". Tra gli scrittori vociani possono essere annoverati Piero Jahier, Scipio Slataper, Ardengo Soffici, Giani Stuparich, Giuseppe Prezzolini, Giovanni Papini, Carlo Linati, Alfredo Panzini, Giuseppe Antonio Borgese, Camillo Sbarbaro, Clemente Rebora, Dino Campana, Renato Serra e Arturo Onofri.
Arturo Onofri (Roma, 15 settembre 1885 – Roma, 25 dicembre 1928) è stato un poeta e scrittore italiano, tra i massimi poeti metafisici italiani del Novecento.
Il Gruppo di Ur è stato un sodalizio esoterico italiano rivelatosi a partire dal 1927, dal quale prese il nome la serie, a cadenza mensile, dei fascicoli di "UR" (1927-28). Il nome viene dall'espressione fonetica u-r esistente nel caldeo e nel runico col significato rispettivamente di fuoco e toro o ariete, e come prefisso "ur" nel tedesco a indicare qualcosa di primigenio, di antico.
Per sogno lucido si intende quel sogno avuto in coscienza del fatto di stare dormendo, onde la capacità di muoversi in maniera deliberata entro di esso. Con la pratica, il sognatore «lucido» può arrivare ad esplorare e modificare le situazioni del sogno a proprio piacimento. Anticamente utilizzato solo in ambito esoterico, è un fenomeno che ha conosciuto recentemente una crescente popolarità.
Rudolf Joseph Lorenz Steiner (Kraljevic, 27 febbraio 1861 – Dornach, 30 marzo 1925) è stato un esoterista e teosofo austriaco. È stato il fondatore dell'antroposofia, dottrina di derivazione teosofica che concepisce la realtà universale come una manifestazione spirituale in continua evoluzione, che può essere osservata e compresa mediante l'"osservazione animica" (una sorta di chiaroveggenza), e studiata, nella sua unità col mondo fisico, mediante la cosiddetta "scienza dello spirito" o antroposofia, che egli riteneva essere un vero e proprio approccio scientifico alla conoscenza della verità. Steiner ha espresso opinioni in vari campi, quali filosofia, sociologia, antropologia, economia e musicologia basandosi sulla sua "scienza dello spirito". Oggi è noto prevalentemente per la pedagogia Waldorf, per una medicina alternativa (la medicina antroposofica), e per l'agricoltura biodinamica.Steiner affermava di non rinnegare il metodo scientifico, che però riteneva infecondo perché materialista e di proporne una versione "più completa" (includente il mondo spirituale). Le sue teorie, tuttavia, muovendosi dichiaratamente al di là della scienza, sono considerate pseudoscientifiche.