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Asclepio (dialogo)

L'Asclepio è la traduzione latina, attribuita erroneamente ad Apuleio, di un perduto originale greco del II o III secolo d.C., intitolato "Logos teleios" (Discorso perfetto). Noto a Sant'Agostino e a Lattanzio il libro presenta in forma dialogica la rivelazione di una verità filosofica sulla natura di Dio da parte del maestro Ermete Trismegisto all'allievo Asclepio. Al dibattito tra i due protagonisti sono invitati anche altri due personaggi: Ammone e Tat. I tre nuclei tematici dell'Asclepio sono di tipo teologico, etico - antropologico e cosmologico. Il testo ha riscosso un successo tale da essere apprezzato soprattutto durante il XV e il XVI secolo da parte di autori quali lo stesso Ficino, Pico della Mirandola, Cornelio Agrippa e Giordano Bruno. L'esaltazione della condizione dell'uomo, creatura dalla duplice natura -eterea e materiale-, e della divinità la cui bontà è infinita, la funzione della Magia, spesso associata, inesattamente, all'occulto e alla negromanzia, e per questo un argomento delicato tanto da imbarazzare Il Ficino e ancor prima Sant'Agostino ne La città di Dio, sono tra i principali argomenti del dibattito. Il dialogo si compone di 41 capitoli.

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