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La lingua sapienziale sarebbe stata un'antichissima lingua capace di esprimere simbolicamente un profondo sapere. Si era pensato anticamente che dopo la distruzione della torre di Babele operata da Dio fosse possibile recuperare il primo linguaggio parlato da tutta l'umanità; la lingua di Adamo, perfetta nella sua capacità di esprimere l'essenza della realtà. Si era creduto che questa lingua fosse un antichissimo ebraico che col tempo aveva perso la sua originaria purezza. Nell'Umanesimo questa lingua viene identificata con quella egizia scritta in geroglifici.
Con ermetismo o filosofia ermetica ci si riferisce a vari autori probabilmente greci, la più parte sconosciuti, che in lingua greca elaborarono durante il periodo della cultura ellenistica greca e romana, a cominciare dal II secolo d.C., un complesso di dottrine mistico-religiose e filosofiche alle quali si affiancarono teorie astrologiche di origine semita, elementi della filosofia di ispirazione platonica e pitagorica, credenze gnostiche e antiche procedure magiche egizie. Il termine trae origine da Ermete Trismegisto (dal greco antico Ἑρμῆς ὁ Τρισμέγιστος, «Ermete il tre volte grandissimo»). Nell'atmosfera sincretica dell'Impero romano, al dio Ermes fu dato come epiteto il nome greco del dio egizio Thot. Entrambi erano gli dei della scrittura e della magia nelle loro rispettive culture. Secondo Athanasius Kircher: «Gli Arabi lo chiamano Idris, dall'ebraico Hadores (...), i fenici (...) Tauto, gli Egizi (...) Thot ma lo chiamano anche Ptha e i Greci Ermete Trismegisto.»
Ermete Trismegisto (AFI: /erˈmɛte trizmeˈʤisto/; dal greco antico Ἑρμῆς ὁ Τρισμέγιστος, in latino Mercurius ter Maximus) è un personaggio leggendario di età pre-classica, venerato come maestro di sapienza e tradizionalmente ritenuto l'autore del Corpus Hermeticum. A lui è attribuita la fondazione della corrente filosofica nota come ermetismo.