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Con ermetismo o filosofia ermetica ci si riferisce a vari autori probabilmente greci, la più parte sconosciuti, che in lingua greca elaborarono durante il periodo della cultura ellenistica greca e romana, a cominciare dal II secolo d.C., un complesso di dottrine mistico-religiose e filosofiche alle quali si affiancarono teorie astrologiche di origine semita, elementi della filosofia di ispirazione platonica e pitagorica, credenze gnostiche e antiche procedure magiche egizie. Il termine trae origine da Ermete Trismegisto (dal greco antico Ἑρμῆς ὁ Τρισμέγιστος, «Ermete il tre volte grandissimo»). Nell'atmosfera sincretica dell'Impero romano, al dio Ermes fu dato come epiteto il nome greco del dio egizio Thot. Entrambi erano gli dei della scrittura e della magia nelle loro rispettive culture. Secondo Athanasius Kircher: «Gli Arabi lo chiamano Idris, dall'ebraico Hadores (...), i fenici (...) Tauto, gli Egizi (...) Thot ma lo chiamano anche Ptha e i Greci Ermete Trismegisto.»
Vincenzo Verginelli, detto Vinci (Corato, 27 maggio 1903 – Roma, 6 dicembre 1987), è stato uno scrittore ed esoterista italiano.
Ludovico Lazzarelli (San Severino Marche, 4 febbraio 1447 – San Severino Marche, 23 giugno 1500) è stato un poeta e filosofo italiano, degli inizi del Rinascimento.
Ermete Trismegisto (AFI: /erˈmɛte trizmeˈʤisto/; dal greco antico Ἑρμῆς ὁ Τρισμέγιστος, in latino Mercurius ter Maximus) è un personaggio leggendario di età pre-classica, venerato come maestro di sapienza e tradizionalmente ritenuto l'autore del Corpus Hermeticum. A lui è attribuita la fondazione della corrente filosofica nota come ermetismo.
L'Asclepio è la traduzione latina, attribuita erroneamente ad Apuleio, di un perduto originale greco del II o III secolo d.C., intitolato "Logos teleios" (Discorso perfetto). Noto a Sant'Agostino e a Lattanzio il libro presenta in forma dialogica la rivelazione di una verità filosofica sulla natura di Dio da parte del maestro Ermete Trismegisto all'allievo Asclepio. Al dibattito tra i due protagonisti sono invitati anche altri due personaggi: Ammone e Tat. I tre nuclei tematici dell'Asclepio sono di tipo teologico, etico - antropologico e cosmologico. Il testo ha riscosso un successo tale da essere apprezzato soprattutto durante il XV e il XVI secolo da parte di autori quali lo stesso Ficino, Pico della Mirandola, Cornelio Agrippa e Giordano Bruno. L'esaltazione della condizione dell'uomo, creatura dalla duplice natura -eterea e materiale-, e della divinità la cui bontà è infinita, la funzione della Magia, spesso associata, inesattamente, all'occulto e alla negromanzia, e per questo un argomento delicato tanto da imbarazzare Il Ficino e ancor prima Sant'Agostino ne La città di Dio, sono tra i principali argomenti del dibattito. Il dialogo si compone di 41 capitoli.
L'alchimia è un antico sistema filosofico esoterico che si espresse attraverso il linguaggio di svariate discipline come la chimica, la fisica, l'astrologia, la metallurgia e la medicina lasciando numerose tracce nella storia dell'arte. Il pensiero alchemico è altresì considerato da molti il precursore della chimica moderna prima della nascita del metodo scientifico. Il termine alchimia deriva dall'arabo al-khīmiyya o al-khīmiyya (الكيمياء o الخيمياء), composto dell'articolo determinativo al- e della parola kīmiyya che significa "chimica" e che a sua volta, sembrerebbe discendere dal termine greco khymeia (χυμεία) che significa "fondere", "colare insieme", "saldare", "allegare", ecc. (da khumatos, "che è stato colato, un lingotto"). Un'altra etimologia collega la parola con il termine arabo Al Kemi, che significa "I neri", derivante a sua volta dal termine egizio Kemet cioè "Terra Nera", che indicava l'Egitto, dato che con le conquiste degli arabi dell'Egitto, volendo sapere cosa significassero i geroglifici, la popolazione locale dell'epoca (che non comprendeva più la lingua antica ma solo il copto) disse che erano formule magiche antiche e potenti che rendeva gli antichi egizi potenti maghi in tutto il mondo antico. Il vocabolo potrebbe anche derivare da kim-iya, termine cinese che significa «succo per fare l'oro». Diversi sono i grandi obiettivi che si proponevano gli alchimisti: conquistare l'onniscienza, raggiungendo il massimo della conoscenza in tutti i campi del sapere; creare la panacea universale, un rimedio cioè per curare tutte le malattie, generare e prolungare indefinitamente la vita; la trasmutazione delle sostanze e dei metalli, ovvero la ricerca della pietra filosofale. Oltre ad essere una disciplina fisica e chimica, l'alchimia implicava un'esperienza di crescita o meglio un processo di liberazione spirituale dell'operatore. In quest'ottica la scienza alchemica viene a rappresentare una conoscenza metafisica e filosofica, assumendo connotati mistici e soteriologici, nel senso che i processi e i simboli alchemici, oltre al significato materiale, relativo alla trasformazione fisica, possiedono un significato interiore, relativo allo sviluppo spirituale.